Dicembre 18th, 2010 Riccardo Fucile
AGGREDISCE A FAVORE DI TELECAMERA UNO STUDENTE, GLI DA’ DEL VIGLIACCO E GLI INTIMA DI STARE ZITTO, UNA PENOSA FIGURA DA MACCHIETTA… FA FINTA DI DIFENDERE GLI AGENTI MA DIMENTICA CHE LE FORZE DELL’ORDINE IL GIORNO PRIMA GLI HANNO DATO DEL BUFFONE…E IL FIGLIO GERONIMO ENTRA NEL CD DELL’ ACI
Nome, cognome ed eventuali precedenti.
Attenzione a mettersi contro il ministro della Difesa Ignazio La Russa, attenzione a contraddirlo: lui si informa, non dimentica.
L’abbiamo provato martedì sulla nostra pelle quando ci ha aggredito in Transatlantico, o visto tante volte in Parlamento durante i lavori.
E ancora nelle trasmissioni televisive, pronto a saltare alla giugulare degli avversari. Ma l’ultima ha del clamoroso.
Giovedì sera durante Annozero si è scagliato contro Luca Cafagna, rappresentante del Collettivo di Scienze politiche di Roma, reo di aver cercato di spiegare le ragioni della manifestazione del 14 dicembre.
La tecnica? Sempre la stessa: alza la voce, dà sfogo alla sua raucedine, porta il petto in avanti e “gioca” sulle punte.
Paonazzo sgrana gli occhi e mostra i denti.
Ragionare con lui, impossibile.
Così giovedì eccolo protagonista mentre attacca a colpi di “vigliacchi-vigliacco” ripetuto all’ossesso, “fifone” detto a mo’ di sfida, “incapace” come accusa preventiva, quasi provocatoria.
E ancora “la tua è apologia di reato”, tanto per dare forma a un’accusa, fino a “la polizia avrebbe potuto spazzarvi via”, pronunciato con un tono vicino al rammarico.
Quindi il dito portato al naso corredato da un classico “stai zit-to!!!”.
Lo ordina il ministro.
Chi era presente non ha dubbi: “Sembrava un uomo poco in sè, uno che non stava proprio bene”, il commento di uno dei ragazzi, anonimo, perchè ora ha paura. Una scena inedita, mai vista da parte di un rappresentante delle istituzioni, con lo stesso Nicola Porro allibito e pronto a vestire il ruolo del paciere, con frasi del tipo “stai tranquillo, resta qui, se te ne vai sbagli”.
“È stato incredibile — ricorda lo stesso Cafagna —, non ho mai visto un ministro comportarsi così, mai visto uno con il suo ruolo saltare in piedi e bloccare la trasmissione con un atteggiamento intimidatorio”.
Non solo un atteggiamento.
Il giorno dopo di La Russa è anche peggio del precedente, se possibile, visto che dal Senato lancia nuove accuse allo studente: “Sapevo chi era quel ragazzo, conosco il suo nome e cognome e cosa fa, so che si è distinto contro ragazzi inermi”.
Quindi “l’ho chiamato vigliacco — aggiunge il ministro — perchè difendeva chi ha colpito proditoriamente uomini delle forze dell’ordine nel corso degli scontri di martedì, ma anche per qualche episodio universitario”.
Insomma, ha cercato sue informazioni. E i canali non gli mancano.
“Sembra quasi una minaccia — continua uno stupito e preoccupato Cafagna —, una minaccia inquietante. Voglio precisare una cosa: sono incensurato, non ho alcun precedente, faccio parte di un collettivo e il massimo delle mie colpe è stato di aver organizzato qualche manifestazione non autorizzata. Basta. E pensare che ieri, alla fine della trasmissione, si è anche avvicinato per giustificare la sua reazione”.
Dopo lo schiaffo, la carezza: si è alzato, è andato dai ragazzi e gli ha detto di non avercela con loro.
La reazione? “Un deciso rifiuto — spiega uno degli universitari presenti —, inammissibile: ci ha accusato di cose vergognose, di avercela con le forze dell’ordine, di essere dei delinquenti. Poi quel paragone con i suoi figli e quelli di Casini, così bravi da non scendere in piazza…”.
Già , polizia e prole.
Partiamo dalla prima: l’ex colonnello di aenne ha accusato Michele Santoro di non aver invitato nessun rappresentante delle forze dell’ordine. Nessuno a difenderli.
Eppure, interpellati da “il Fatto” i sindacati di polizia, ci hanno spiegato che la serata di Annozero non era la loro priorità , a differenza “degli ulteriori tagli apportati con l’ultima Finanziaria al comparto sicurezza e difesa: una cifra vicina ai due miliardi e mezzo di euro”.
Tradotto vuol dire: tetto agli straordinari, nessun riordino delle carriere, quindi meno sicurezza per i cittadini. Auto ferme per mancanza di benzina o manutenzione, caserme fatiscenti o dismesse, fino alla mancanza di fogli per ricevere le denunce.
Proprio lunedì 13, nel primo giorno di discussione in Parlamento per la fiducia a Berlusconi, abbiamo intercettato i sindacati di polizia mentre manifestavano davanti a Montecitorio, urlare “buffone” e “bruttone” allo stesso La Russa mentre attraversava la piazza.
Lui non li ha degnati di uno sguardo, spalle contro, più attento a rilasciare interviste. Questo il bilancio.
Secondo aspetto: i figli maschi del ministro si chiamano Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache.
Gli ultimi due sono appena maggiorenni, Geronimo, avvocato con velleità da notaio (ha partecipato all’ultimo concorso annullato per irregolarità ) è uno dei più introdotti nel belvivere milanese, tanto da sedere nel cda di Premafin, la holding del gruppo Ligresti.
Vuol dire serie A della finanza, altro che disoccupazione.
Appendice alla serata di Annozero: ieri La Russa ha incontrato Di Pietro, anche lui presente in trasmissione, davanti Montecitorio: il ministro l’ha salutato, il leader dell’Idv gli ha risposto “fascista”, e testimoni raccontano che, ancora una volta, la reazione di La Russa è stata a dir poco stupefacente.
Come sempre.
Alessandro Ferrucci
da “Il Fatto Quotidiano“
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Novembre 30th, 2010 Riccardo Fucile
VA DATO ATTO CHE I FINIANI SI SONO BATTUTI PERCHE’ LA RIFORMA FOSSE IN MINIMA PARTE FINANZIATA: FOSSE DIPESO DA TREMONTI NON AVREBBE AVUTO UN’EURO… MA NON E’ UNA RIFORMA CHE PREMIA IL MERITO: LA GELMINI APPARE SOLO COME IL CURATORE FALLIMENTARE DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA ITALIANA…. I BARONI LI HA RESUSCITATI LEI
Mentre una gran parte del mondo universitario è ancora in mille piazze d’Italia a manifestare contro la riforma del ministro Gelmini, alla Camera si discutono emendamenti in un clima da assedio.
Non solo perchè le manifestazioni lambiscono le sedi del potere e delle isitituzioni, ma perchè lo stesso governo è andato in minoranza anche oggi su una proposta simbolica di modifica di Futuro e Libertà .
Al di là dei tatticismi, avremmo consigliato ai finiani una posizione più netta: chiedere che la riforma tornasse in commissione.
Non solo perchè questo è ormai un governo dai giorni o dalle settimane contate e non ha molto senso approvare riforme (meglio sarebbe dire tagli) quando il tempo è scaduto.
Ma anche per un atto “futurista” di coraggio: un atto politico che riportasse non ai giochini sui numeri, ma a una visione di fondo sul futuro della cultura italiana.
I finiani hanno avuto certo il merito di ottenere qualche minimo finanziamento alla riforma, fosse dipeso da Tremonti l’avrebbe accantonata.
Hanno fatto approvare qualche modifica che garantisce il lavoro a qualche migliaio di ricercatori, questo è certo.
Ma non hanno avuto non tanto il coraggio, quanto la visione strategica e ideale che invece avrebbe potuto premiare una scelta di campo.
Se Futuro e Libertà non vuole avere nulla a che fare con il Pdl e il governo degli spot, doveva avere l’intelligenza di smarcarsi.
Perchè questa non è una riforma seria, è un bluff.
Se si va al di là della lezioncina imparata a memoria che la Gelmini recita ogni sera ai Tg in tono dimesso: “Gli studenti sono con i baroni, la riforma premia la meritocrazia” è il caso di dire che “sotto lo spot c’è il nulla”.
Qualche verità andava detta.
I baroni non ci sono più dal post-sessantotto, perlomeno nella accezione vasta del termine, esiste qualche caso di parentopoli che era sufficiente estirpare con un semplice decreto.
Stessa cosa per le vergognose troppe sedi con più docenti che studenti.
Ma i baroni in realtà li ha fatti rinascere la Gelmini con la riforma dei concorsi due anni fa, mettendo nelle commissioni soltanto gli ordinari ed escludendone gli associati e i ricercatori.
Come andava detto che non di riforma enfatizzata si tratta, ma di un semplice dispositivo di tagli di spesa: basti pensare che ad oggi gli atenei non hanno ancora ricevuto il fondo di finanziamento ordinario per l’anno in corso e non ne conoscono neppure l’ammontare.
Come si fa a parlare di meritocrazia quando di taglia in misura di 100 e poi si destina solo il 7% della cifra tagliata per premiare (almeno in teoria) i più meritevoli?
Come si fa a parlare di futuro se si concede un sei anni di ricerca a stipendi da fame senza le garanzie finanziarie per poter poi assumere i meritevoli alla fine dei sei anni?
Si sta solo tracciando una futura università pubblica di basso livello e dal basso costo per lo Stato.
Rientreremo così nella media europea dei laureati, ma l’eccellenza la si troverà solo nelle università private.
Chi non potrà permettersele, resterà un laureato di serie B, questa è la strada su cui ci siamo incamminati.
Cosa ha tutto questo a che vedere con la mentalità “futurista”, con una visione non economicista della cultura, con la volontà di cambiamento reale?
Nulla.
Per questo oggi i finiani hanno perso un’occasione per far intendere la loro diversità .
Se la perdessero anche il 14 dicembre, dando magari retta a qualche “colomba” incline all’inciucio, tanto valeva che continuassero a fare le comparse nel Pdl.
Rivoluzionari in parte si nasce, ma lo si può anche diventare: se non si vive di tatticismi, ma con dei punti di riferimento culturali e ideali.
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Novembre 25th, 2010 Riccardo Fucile
GRANATA, PERINA, DELLA VEDOVA E CHIARA MORONI HANNO ACCETTATO L’INVITO DI ANTONELLO VENDITTI E SONO SALITI SUL TETTO DELLA FACOLTA’ ALLA SAPIENZA…. “VOGLIAMO MARCARE LA DIFFERENZA TRA CHI CONDANNA LA PROTESTA E CHI CREDE INVECE CHE LE RICHIESTE DI STUDENTI E PROFESSORI VADANO ASCOLTATE”… E’ QUESTA LA DESTRA CHE VOGLIAMO, NON QUELLA DI UN INDAGATO PER SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE CHE DAGLI SCHERMI TV INCITA A MENARE GLI STUDENTI
Una delegazione di deputati di Futuro e libertà è salita sul tetto della sede di Fontanella Borghese della facolta di Architettura della Sapienza.
A rispondere all’invito del cantautore Antonello Venditti e dei ricercatori della facoltà , i parlamentari Benedetto Della Vedova, Flavia Perina, Fabio Granata e Chiara Moroni.
“Abbiamo accettato l’invito di Venditti – spiega Chiara Moroni – per marcare la differenza tra chi condanna la protesta e chi crede invece che le richieste di studenti e professori vadano ascoltate”.
“Riteniamo opportuno – ha quindi concluso la Moroni – ascoltare le loro richieste e vogliamo spiegare la battaglia che Fli ha portato avanti sulla riforma universitaria”.
Finalmente una destra che non sfugge al confronto, una destra che non si nasconde dietro le manganellate che tutelano da sempre il Palazzo, ma che vuole rappresentare la società civile, i lavoratori, i ricercatori, gli studenti.
Una segnale importante per la destra sociale che vuole essere presente e lottare per il nostro Paese, che vuole essere a fianco di chi difende il proprio lavoro e la propria dignità .
Una destra diversa che nulla ha a che vedere con chi, imputato per sfruttamento della prostituzione, si permette, dagli schermi di una tv berlusconiana, di istigare all’odio e al pestaggio con queste infami parole: “Intervenire e menare, questa gente capisce solo di essere menata…venti i fermati, ma poveri cuccioloni saranno già a casa fra le coperte a prendersi del tè caldo.”.
C’è chi si mette in gioco per difendere i propri diritti, c’è chi prende “amaramente” due sberle per futili motivi.
Con questa sedicente destra affaristico-puttaniera non abbiamo mai avuto e non vogliamo avere nulla a che fare.
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Febbraio 18th, 2010 Riccardo Fucile
IN UN UFFICIO DEL GOVERNO ORGANIZZAVA RAGGIRI CON PROFESSORI COMPIACENTI…FAVORITA LA FIGLIA DEL DIRETTORE AMM. DEL BAMBIN GESU’…E LA NIPOTE DELL’IMPRENDITORE ENTRA A VALLE GIULIA NONOSTANTE DICHIARATA “IMMERITEVOLE”
E’ tutto indicato nel faldone numero sette dell’inchiesta dei magistrati di Firenze, dove sono trascritte le relative intercettazioni: l’ex vice di Bertolaso, Angelo Balducci, negli uffici del Ministero, organizzava raggiri per favorire gli amici che avevano figlie e nipoti universitari.
Gente che ha fregato così il posto a studenti più meritevoli grazie a Balducci, promosso a presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Nell’informativa dei Ros si legge che il Balducci si impegna ad aiutare Monsignor Giovanni Ermes Viale, capo ufficio della congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, cui il funzionario garantisce l’ammissione al corso di laurea in Architettura per la figlia di Massimo Spina, direttore amministrativo dell’ospedale pediatrico Banbin Gesù.
Al “solito” amico imprenditore Anemone, quelo che ha avuto cinque appalti dalla Protezione civile e che è proprietario del Salaria Village dove andava Bertolaso a farsi massaggiare, il Balduccci assicura invece “il rientro” della nipote nelle liste degli studenti che avranno diritto a frequentare la facoltà di Valle Giulia, nonostante la ragazza fosse stata esclusa perchè “immeritevole”.
Ecco cosa scrivono i carabinieri: “A partire dal 30 luglio 2009 è stata rilevata una serie di conversazioni inequivocabili, da cui emerge che Balducci Angelo si è interessato per far superare a due studenti gli esami di ammissione a corsi di laurea presso la facoltà di Architettura dell’università La Sapienza . Continua »
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Gennaio 16th, 2008 Riccardo Fucile
DAL CASO CALABRESI ALLA SAPIENZA: GLI INTELLETTUALI FIANCHEGGIATORI DEL TERRORISMO …INDIVIDUATO UN SITO PER UNA NUOVA DISCARICA: LA MONNEZZA ALL’UNIVERSITA’ DI ROMA
Ci sono docenti che insegnano, che lasciano il segno nel campo della ricerca e della cultura, che rappresentano un esempio per le successive generazioni e altri che “appongono firme” per avere quella visibilità che la loro pochezza intellettuale e la loro vita di travet frustrati non gli ha concesso. Sono coloro che passano una vita anonima svicolando attraverso i muri degli atenei, andando a elemosinare favori ai potenti, lucrando sulle dispense universitarie che cambiano ogni anno, costringendo gli studenti a spendere cifre non indifferenti per mantenersi agli studi, che sfruttano i laureati nel precariato postuniversitario… Ai tempi dei miei studi universitari era un prototipo diffuso, si infilavano nei partiti di governo per fare carriera, accumulavano cariche pubbliche e denari privati, erano viscidi e spocchiosi, aguzzini e lecchini, forti coi deboli e deboli coi forti. Ricordo un esame di “diritto di famiglia” dove ogni anno il docente inseriva 10 pagine nuove nel testo da lui scritto per giustificare una nuova edizione e un aumento del prezzo…io lavoravo per mantenermi agli studi e avevo comprato di seconda mano il testo dell’anno prima…se ne accorsero e mi invitarono a ritornare al successivo appello col “testo nuovo”…ma loro erano i “proletari” e io il “fascista”, loro firmavano appelli contro il commissario Calabresi che venne così “giustiziato” dai loro amichetti, loro avevano costituito a Lettere un covo delle BR ( un docente, il prof. Fenzi, fu uno degli ideologhi del partito armato) e io lavoravo d’estate per potermi pagare le loro dispense vendute a prezzi 6 volte superiori al costo reale…no, non potevano essere sfuttatori…loro erano le avanguardie morali del “proletariato”. Continua »
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