Maggio 12th, 2021 Riccardo Fucile
“COME SE IL PAPA ENTRASSE A SAN PIETRO E DICESSE AI FEDELI CHE DIO NON ESISTE”
“Quando penso a Salvini nel governo Draghi ho l’immagine del Papa che entra a Piazza San Pietro e dice ai fedeli: abbiamo scoperto una cosa importante, Dio non esiste, ma domani andiamo a fare la comunione e continuiamo. Questa è l’immagine”. Il segretario del Partito democratico Enrico Letta in diretta a Cartabianca usa un’immagine simpatica e un po’ bizzarra per descrivere la presenza nell’esecutivo della Lega. Salvini, un uomo che ha detto tutto e il contrario di tutto, soprattutto sull’Europa, tanto da smentirsi ma continuare a testa bassa pur di avere il consenso.
E paragonandolo al Pontefice sostanzialmente dice: se Francesco pronunciasse queste parole e chiedesse comunque di essere seguito, sarebbe un appello come a dire: anche se dico una cosa senza senso e priva di sostanza, venite con me. Come Salvini (sottintende).
E poi, sempre attaccando il leader della Lega: “Molto probabilmente se avessimo dato retta a Salvini, ora saremmo in una situazione di rischio maggiore. Oggi possiamo allungare il coprifuoco perché finora abbiamo rispettato le regole”. Ha poi parlato anche di covid, del coprifuoco, dei migranti e del sindaco di Roma:
“Io vorrei schierare me e il Pd dalla parte del buon senso, della scienza e delle regole: noi vogliamo fare un’estate in sicurezza, che il turismo funzioni, il governo sta facendo bene, e per questo le riaperture devono essere irreversibili e quindi gradualmente e in sicurezza. Le cose stanno andando bene, è possibile immaginare riaperture dei dei centri commerciali nei week end, spostare il coprifuoco ma tutto verrà deciso secondo regole. Se siamo arrivati a questo punto è perché abbiamo rispettato le regole.Come ha annunciato il governo, lunedì la cabina di regia deciderà in base ai dati l’orario del coprifuoco”
“Roma e Torino sono state il casus belli del 2016, nel 2016 Renzi ha cominciato la sua sconfitta perdendo Roma e Torino con Raggi e Appendino. Hanno governato, il Pd ha fatto opposizione. A Roma il M5S ha detto di rivolere Raggi, noi pensiamo che Raggi non ha governato bene e quindi andiamo con un nostro candidato. Questa cosa ha trovato un punto si scontro con i 5 Stelle. Questo impedisce alleanze future? No.
Abbiamo deciso un’ottima candidatura a Roma come quella di Gualtieri. Sono impegnato nel costruire un Pd forte, alla guida di una coalizione e a tenere un buon rapporto con i 5 stelle.
E sui migranti: “alcune settimane fa sono morti 130 migranti in mare, una vergogna che interroga le coscienze di tutti e io su questo non starò mai zitto, su questo faccio e farò sempre battaglia politica”
(da agenzie)
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Maggio 4th, 2021 Riccardo Fucile
DRAGHI COME SEMPRE ASCOLTA E TACE
Una visita di Enrico Letta a Palazzo Chigi, per illustrare a Draghi alcune idee sulla fase attuativa del Recovery – in particolare misure su lavoro e giovani – si trasforma nell’ennesimo duello a distanza tra il segretario Pd e Matteo Salvini.
Che il premier, dal poco che filtra, si limita a osservare e registrare.
Letta mette in questione di nuovo le “regole di ingaggio” che dovrebbe seguire la Lega in maggioranza: “Siamo insoddisfatti per il metodo Salvini e chiediamo correttezza e rispetto nell’impegno comune a sostegno dell’esecutivo”.
Inaccettabile, insomma, tenere un piede dentro e uno fuori, alternare un po’ di piazza a un po’ di governo. Non c’è un casus belli in particolare, il problema è l’atteggiamento del leader leghista su coprifuoco, riaperture, piano vaccinale, immigrazione. Critica che lascia finora esenti i ministri del suo partito, nonostante l’astensione della delegazione padana sulla conferma del coprifuoco alle 22.
Un déjà vu delle ultime settimane. Con una novità in più: il Pd – ha detto Letta al premier – giudica “scorretta e inaccettabile” la richiesta di una commissione parlamentare di inchiesta (percorso che la Lega sta avviando al Senato) sulla pandemia “mentre essa è ancora in corso” e non ci sono, cioè, tutti gli elementi per valutare. Sebbene nel colloquio con Draghi non si sia entrati nei dettagli, il Nazareno è pronto a dare battaglia per difendere l’operato di Speranza: se alla fine la commissione dovesse partire davvero, dovrà essere bicamerale, e il Pd chiederà che si parta dall’analisi dell’operato nella Lombardia guidata da Attilio Fontana.
Letta guarda con inquietudine ai mesi che verranno, decisivi per l’attuazione del Pnrr, quando entreranno in gioco provvedimenti dirimenti come la riforma della giustizia o del fisco. E andranno prese decisioni fondamentali per la “ricostruzione” del Paese. Intanto, il neo-segretario Dem a Draghi ha esposto alcune “idee” per l’immediato. Sul fronte lavoro, un decreto per la creazione di posti e la nascita di nuove attività imprenditoriali e commerciali, detassazioni e decontribuzioni, anche attraverso l’utilizzo della clausola di premialità a favore delle donne. Sul versante turismo, è in arrivo il Piano Vacanza Italiana. Mentre per i giovani allo studio c’è un pacchetto di misure che va dal sostegno economico – affitti calmierati, aiuti ai mutui – a quello psicologico, con un progetto dedicato ad alleviare i danni da lockdown e Dad in bambini e ragazzi. Un’iniziativa già incardinata in Parlamento – due le proposte di legge, di Paolo Siani alla Camera e di Paola Boldrini al Senato – e che potrebbe vedere la luce quest’estate.
(da agenzie)
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Aprile 30th, 2021 Riccardo Fucile
“DIRE LIBERI TUTTI E’ DA IRRESPONSABILE”
“Il messaggio che è stato dato, sbagliato, sul coprifuoco è che la questione sia un’ora più o un’ora meno. Salvini non ha parlato del piano dei 221 miliardi di euro che saranno essenziali per il futuro, ha parlato delle 23 invece che delle 22. È un errore profondo”.
Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta intervistato da Massimo Giannini a “30 Minuti al Massimo”.
Per Letta “l’uscita dalla pandemia è l’obiettivo, se sbagliamo adeso, se il week end del primo maggio e i prossimi giorni saranno gestiti irresponsabilmente, saremo costretti a richiudere in estate. Abbiamo dato fiducia, ma la politica deve dare un messaggio in linea con la fiducia, dire ‘liberi tutti’ è irresponsabile”, ha aggiunto.
“Draghi ha tenuto il punto, sulle 22 le cose sono rimaste così. C’è una tempistica che, se viene rispettata, può funzionare”. E conclude: “A seguire Salvini ci giochiamo l’estate”.
Letta ha parlato anche del governo: “Mario draghi è qualcuno che per la sua storia, gli otto anni alla Bce, solo con la sua presenza consente ai mercati di avere un atteggiamento più benevolo ei confronti dell’Italia e anche alcuni Paesi come la Germania si fidano”.
“Io penso che questo governo deve durare per tutta la legislatura, deve avere respiro e polmoni lunghi”, ha aggiunto.
Infine, sul Recovery Plan: “Questo è il piano dell’Italia Verde del futuro. È la prima volta che parliamo di sostenibilità come bandiera del futuro. Vorrei che il colore verde diventasse parte di come ci guardano, di come guardano al Pd”. “Per me questo piano è il piano della sostenibilità giusta, perché l’Italia verde non è retorica”, ha concluso.
Infine, due parole sui suoi precedenti incarichi: “Parigi mi manca perché per me vuol dire soprattutto gli studenti, perché sono stati sei anni bellissimi. Sapere come ci vede, come ci guarda un giovane studente sudafricano per me è interessante e mi manca tantissimo, ma non sono ancora pentito di essere tornato”.
(da agenzie)
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Aprile 25th, 2021 Riccardo Fucile
“SE VERRANNO VARCATE ALCUNE LINEE ROSSE LA NOSTRA DUREZZA SARA’ A PROVA DI DIAMANTE”
“Draghi ha tenuto il punto e secondo me ha fatto bene. Io non voglio creare problemi ma, sommessamente, suggerisco, perchè voglio che il governo vada avanti per due anni, di considerare che se è successo una volta non deve succedere mai più. Se non vuole stare al Governo, la Lega non ci stia”.
Ci va giù pesante il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, intervenuto a Mezz’ora in più su Rai3, in riferimento all’astensione della Lega in Cdm sul dl riaperture. “Oggi Salvini sta partecipando a una raccolta firme contro il coprifuoco che il governo, di cui lui fai parte, ha deciso”, aggiunge.
Se nel Governo “verranno varcate alcune linee rosse la nostra durezza sarà a prova di diamante”, attacca il segretario Dem. “Noi condividiamo l’operato di Draghi e vogliamo che il governo vada avanti ma questo è un esecutivo straordinario e dopo alle elezioni si andrà divisi”.
“I voti si possono perdere la dignità no e quando si lascia morire in mare delle persone è contro le leggi del mare. Le persone si salvano a prescindere che siano migranti o no e che a nessuno venga idea di fare propaganda sulla pelle delle persone”, afferma Letta, al ché la conduttrice Lucia Annunziata fa notare come questo potrebbe portare a uno scontro con Matteo Salvini.
“Lo so”, risponde il segretario, “ma ci sono questioni non negoziabili. Se sono disposto a rischiare uno scrollone all’interno della maggioranza di governo? Mi auguro che non serva perché credo che tutti siano cambiati in questi anni, spero che fare propaganda sui morti in mare sia un’idea che non venga a nessuno. Andiamo a vedere come stanno le cose e ragioneremo sui fatti. Ci sono valori non negoziabili, dobbiamo portare il tema livello europeo, non è una questione solo italiana”, spiega l’ex premier.
Un cambio di atteggiamento il suo, come anche lui riconosce: “Forse io ero cauto fino a sei, sette anni fa… Poi questi ultimi sette anni ho rivisto molte posizioni sulla politica che mi rendono meno cauto”.
Sull’alleanza con i Cinque Stelle, Letta conferma che “con Conte ci sentiamo non dico quotidianamente ma molto frequentemente. Ha deciso di guidare e trasformare il M5S e dobbiamo essergli grati. Siamo due forze che in vista delle elezioni si avvicineranno. Il Pd allargherà l’orizzonte intorno a sé costruendo un nuovo centrosinistra con quelle forze che vogliono dialogare”.
Sull’Europa: ”È giustificato che nel dare questa quantità di soldi l’Ue stabilisca un rapporto di serietà con i Paesi, che non riguarda solo noi. La Germania no, perché non prende quei soldi, perché non ha avuto la crisi nostra, in parte li mette. L’Ue stabilisce dei criteri e dei meccanismi, e io sono contento, perché oggi governa Draghi, che è bene che sia puntuto, ma il negoziato è naturale. È meglio che il negoziato avvenga prima che dopo”.
Un commento anche sulle riaperture: “Se sbagliassimo adesso e si dovesse richiudere salterebbe l’estate. Non ci sono buoni o cattivi che vogliono togliere o mettere il coprifuoco, le riaperture devono essere in sicurezza ed irreversibili”.
Letta poi conclude con un invito a partecipare alle primarie rivolto a Carlo Calenda, leader di Azione candidato a Roma: “Per adesso mi è sembrato poco convinto e mi dispiace. Se le facesse, se partecipasse, sarebbero un evento ancora più importante. Io lo invito a partecipare”.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 17th, 2021 Riccardo Fucile
E SU ZAKI: “GOVERNO DIA SEGUITO A RICHIESTA DI CITTADINANZA”
“Le alleanze le costruiremo- afferma Letta – sapendo che le amministrative saranno un primo test di passaggio su questo tema. L’obiettivo è arrivare alle Politiche nel marzo 2023 con un nuovo centrosinistra guidato da noi e costruito intorno a noi, che dialoga con il M5S”.
E aggiunge: “Si convince il Paese non se si candidano 600 persone per il proprio seggio e nemmeno con una ottima squadra per la comunicazione, magari americana, o con dei messaggi ben articolati nell’ultimo mese. Vinceremo le elezioni solo se scenderanno in campo 100mila persone, 100mila militanti e testimoni delle nostre idee impegnati come se fossero tutti candidati al seggio in Parlamento”.
Il segretario dem ricorda poi che ieri, nel corso dell’incontro con il premier Mario Draghi sui temi economici, ha sottolineato la necessità di un maggior protagonismo dei comuni, evidenziata anche durante una riunione avuta con i sindaci dem. E ricorda nuovamente, in vista delle prossime elezioni amministrative, che le primarie sono uno strumento utile, “per rendere più forte la scelta”, ma da adoperare “con la duttilità necessaria, a decidere sono i territori”.
Letta torna anche sul tema della richiesta della cittadinanza italiana a Patrick Zaki. E, dopo la risposta fredda di Draghi ieri in conferenza stampa sull’ordine del giorno bipartisan approvato dal Senato nei giorni scorsi, chiede al governo “di dare seguito a quella decisione del Parlamento”.
Il segretario dem, infine, ancora una volta difende l’operato del ministro della Salute Roberto Speranza, sotto assedio da parte di No vax, Lega e Fratelli d’Italia: “Al ministro Speranza va non soltanto il nostro sostegno, ma molto di più. Sta facendo un grande lavoro ed è il lavoro di tutti noi”.
(da agenzie)
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Aprile 15th, 2021 Riccardo Fucile
LETTA FA BENE A RICEVERE LE PERSONE PERBENE CHE SALVANO I MIGRANTI, NON QUELLI CHE LI AFFOGANO
Nuova polemica tra il segretario del Pd e il leader della Lega. Questa volta a centro del contenzioso tra i due esponenti di maggioranza non è il tema delle riaperture, ma quello dei migranti.
Enrico Letta oggi ha infatti incontrato il fondatore di Open Arms, l’ong che salva con le proprie navi i migranti dispersi in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Al termine del colloquio il leader dem ha twittato una foto dell’incontro e poche righe: “È venuto a trovarmi Oscar Camps, il fondatore di Open Arms. Bello scambio di idee. Tante preoccupazioni, e anche qualche elemento di speranza”. Parole che hanno provato la reazione sdegnata di Matteo Salvini.
Il leader della Lega ha replicato al tweet di Letta pubblicando sui suoi social un duro post. “Sabato vado a processo proprio per uno (degli innumerevoli) sbarchi organizzati dagli spagnoli di Open Arms, e oggi il Pd riceve questi ‘signori’ con tutti gli onori. Non ho parole, lascio a voi ogni commento, il tempo è galantuomo”, le parole di Salvini su Facebook.
Il leader del Carroccio si riferisce al processo in cui è imputato a Palermo per “aver tenuto in mezzo al mare, per sei giorni, 147 migranti salvati dall’Ong Open Arms, nell’agosto 2019”, quando era ministro dell’Interno.
Condividiamo il concetto che “il tempo è galantuomo”, non sempre si trovano magistrati sovranisti… Tempo al tempo.
(da agenzie)
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Aprile 6th, 2021 Riccardo Fucile
QUARANTA MINUTI DI CONFRONTO, RESTANO DIVISI SULL’ALLEANZA CON IL M5S
Non parlavano da sette anni, l’ultima immagine di loro due insieme è quella del passaggio della campanella a Palazzo Chigi quando l’ormai ex premier Enrico Letta girò lo spalle senza salutare il neo presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Oggi alle nove e trenta, il leader di Italia Viva e il segretario dem si sono visti per quaranta minuti, in territorio lettiano.
È stata evitata la sede dem del Nazareno e invece è stata scelta l’Agenzia di Ricerche e legislazione (Arel), fondata da Nino Andreatta e a cui il segretario dem si è dedicato negli anni del suo allontanamento dalla vita politica attiva.
E’ qui che ai tempi è stato fondato L’Ulivo ed è da questo pensatoio politico che potrebbe partire un nuovo grande progetto di centrosinistra.
Renzi varca l’ufficio di Letta, sullo sfondo quadri con le mappe geografiche, prima una chiacchierata su quanto sono cresciuti i rispettivi figli, per poi arrivare ai temi più spinosi. La battuta del leader di Italia Viva in diretta tv a ‘L’aria che tira’ su La7 la dice lunga sul clima: “L’incontro con Letta? Non so quanto dulcis…”.
Nonostante, come si usa fare in questi casi, fonti interne al Pd poco prima lo avevano definito “franco e cordiale”.
Il rapporto con i 5Stelle è lo scoglio da superare in vista delle amministrative nelle grandi città. Renzi è stato chiaro: “A Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e nel collegio di Siena per le suppletive alla Camera il M5s celebra un fallimento. Secondo me quell’esperienza non è replicabile, quindi fossi nel Pd non farei l’accordo con i 5Stelle”.
Letta invece ci crede ancora. Per il segretario dem, che nel suo primo discorso ha detto che non metterà alcun veto per riuscire a creare un grande campo di centrosinistra, “M5s è strategico”.
Quindi il leader di Italia Viva ammette che con Letta ci sono opinioni diverse. “Da qui al 2023 è molto semplice, io non voglio stare né con Salvini né con la Meloni a destra, ma non voglio stare nemmeno con i grillini e i populisti a sinistra, questo è il mio posizionamento e il posizionamento di Italia Viva”.
Posizionamento che per adesso non vede uno sbocco pratico, piuttosto è più facile leggere un impasse. “Letta – prosegue Renzi – del tutto comprensibilmente cerca quella che lui chiama una alleanza strategica con il Movimento 5 stelle e con Conte. Vedremo chi avrà ragione da qui ai prossimi due anni”.
Alla fine ognuno è rimasto delle sue idee per quanto riguarda il rapporto con i pentastellati. Discorso diverso sul governo Draghi, entrambi si sono detti convinti, anche Letta a nome del Pd che all’inizio invece lo aveva maldigerito.
Quella di oggi è stata comunque una prova di disgelo tra i due. Il neo segretario dem sta incontrando tutti i leader di partito e in un contesto del genere, con la pandemia ancora in corso, una campagna vaccinale tra alti e bassi, i due non potevano non vedersi e provare a seppellire i vecchi rancori.
Né Renzi né Letta nutrivano comunque grandi aspettative. E infatti il rapporto tra i due conserva ancora strascichi pesanti. “Mi ha detto ‘stai sereno’? Possono dire tutto su di me ma più sereno di così, sono molto rilassato e contento per il governo Draghi”, dice Renzi ricordando la frase passata alla storia quando disse a Letta di stare tranquillo perché nessuno lo avrebbe defenestrato. La storia poi racconta un epilogo diverso.
Ora bisognerà vedere dove Letta porterà il Pd, in un’alleanza con o senza i 5Stelle. Quindi con o senza Renzi.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 1st, 2021 Riccardo Fucile
UNA AGENDA FITTA DI INCONTRI PER IL NUOVO LEADER “MOVIMENTISTA”
Continua a tessere la sua tela, Enrico Letta. Con un pensiero fisso in testa: rimettere il Pd al centro, non solo della politica, ma della società italiana, proponendosi come interlocutore privilegiato di sindacati e imprese, associazioni e gruppi civici.
Un movimentismo che in meno di tre settimane lo ha portato nelle sezioni del Pd, a discutere del “partito che vogliamo”, e a colloquio con Maurizio Landini (Cgil) e Luigi Sbarra (Cisl) sull’emergenza lavoro; a confrontarsi con Giuseppe Conte sulle alleanze e con i capi delle principali categorie (Confesercenti, Confartigianato, Confapi, Cna) sulle ricette per risollevare l’economia.
Un’agenda fittissima che, dopo gli incontri col forzista Antonio Tajani e con Giorgia Meloni sulle riforme istituzionali, prevede venerdì un passaggio con Luigi Di Maio, altra tappa fondamentale per chiarire il rapporto con i Cinquestelle in piena fase di transizione. Senza dimenticare la salita al Colle: un rendez-vous che, secondo diverse voci raccolte in Transatlantico, ha offerto l’occasione per parlare anche della successione di Sergio Mattarella e della prospettiva del governo Draghi.
Partita nella quale il Pd vuol giocare da protagonista, pure per questo il dialogo con il centrodestra è cruciale. Magari per tentare di far eleggere al Quirinale, ipotizza più di qualcuno, colui che sette anni fa fu affondato a tradimento: Romano Prodi.
“È finita l’era della disintermediazione”, sancisce il vicesegretario Peppe Provenzano, sposando appieno la strategia del leader. “Nessuna delle mosse di Enrico è fatta a caso, quando lui dice che dobbiamo parlare con tutti è perchè crede che solo aprendosi alla società il Pd potrà essere utile al Paese”.
In questo senso va letto il faccia a faccia con Carlo Bonomi, il primo da molti anni in qua fra il segretario del principale partito di centrosinistra e il capo degli industriali.
Nicola Zingaretti, per dire, non lo aveva mai incontrato. “Tutti devono assumersi la responsabilità di tenere in piedi l’Italia, ovviamente ciascuno per il proprio ruolo” ha detto l’ex premier al presidente di Confindustria.
Il quale si è subito trovato d’accordo, rinnovando l’appello lanciato qualche tempo fa dalle colonne di Repubblica: “Il presidente Draghi, pur con tutte le sue qualità , non può farcela se lo lasciamo solo”, ha ribadito, chiedendo alla politica uno sforzo di unità per accelerare sul piano di vaccinazione, gli aiuti alle imprese, la ridefinizione del Recovery Plan per migliorare l’impatto sulla ripresa e la trasformazione dell’Italia, la riforma del lavoro, degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive.
Intanto, sul fronte del partito, Letta ha visto le due neo-presidenti di gruppo, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, per fare il punto sulle leggi in discussione e richiamarle a ricomporre eventuali fratture, specie alla Camera. Dove il segretario potrebbe rientrare a ottobre, candidandosi alle suppletive di Siena, il seggio lasciato vacante da Pier Carlo Padoan.
Utile per provare a rinsaldare il rapporto con i parlamentari e tenere sotto controllo le correnti che, come l’esperienza di Zingaretti insegna, non sempre rispondono agli input del Nazareno.
Forse la sfida più difficile per Letta. Il quale presto dovrà avere a che fare con la nuova area politico-culturale appena fondata da Goffredo Bettini. Le Agorà , questo il nome dell’associazione promossa dal dirigente ex pci, si propone di mettere insieme esperienze e visioni diverse per costruire un campo largo di centrosinistra la cui radice sia socialista e cristiana.
Con un obiettivo preciso: superare l’attuale sistema correntizio che non aggrega sulle idee ma solo per filiere di fedeltà . Già pronto il manifesto, a cui hanno collaborato molte voci non organiche al Pd, da Mario Tronti a Nadia Urbinati, oltre alle tante di dentro: gli ex ministri Roberto Gualtieri e Gaetano Manfredi, l’ex governatore della Toscana Enrico Rossi, il deputato Roberto Morassut, l’europarlamentare Massimiliano Smeriglio, la senatrice Monica Cirinnà , Enrico Gasbarra, il sindaco di Bologna Virginio Merola e tanti altri. La presentazione ufficiale avverrà in streaming il 14 aprile. Ma l’evento clou si terrà il 29, guest star i due protagonisti del campo largo che Bettini si propone di costruire: Giuseppe Conte ed Enrico Letta.
(da “La Repubblica”)
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Marzo 23rd, 2021 Riccardo Fucile
“DOBBIAMO ESSERE ALL’ALTEZZA E PARLARE IL LINGUAGGIO DELLA VERITA'”: IL PD HA RITROVATO UN LEADER
Sì a una donna a capo del gruppo parlamentare del Pd alla Camera. Questa volta il Partito democratico non litiga e trova l’intesa durante l’assemblea tra deputati e segretario. Graziano Delrio, attuale capogruppo dem a Montecitorio, sulla parità di genere si è detto pronto a farsi di parte, disponibile a rinunciare al suo incarico per venire incontro alla richiesta di Enrico Letta.
La votazione non avverrà oggi, ma nei prossimi giorni. In ogni caso sarà scelta una donna. Letta ha premesso di rispettare l’autonomia del gruppo, ha invitato a una consultazione interna per scegliere alcuni profili su cui poi eventualmente votare.
“La divisione non è un pericolo. Le votazioni possono essere una ricchezza”, è stato il ragionamento dell’ex premier che ha ringraziato “Graziano per come sta gestendo questo passaggio. Dimostra che siamo un grande partito. Siamo qui perchè abbiamo una responsabilità , verso il partito e il Paese. Voglio parlare il linguaggio della verità . Troverete in me un interlocutore aperto a tutti ma chiedo solo trasparenza e correttezza nei comportamenti -ha spiegato il segretario dem – Datemi la possibilità di dimostrarlo. C’è un popolo, non siamo o siamo stati parlamentari per diritto divino, ma perchè abbiamo un popolo dietro che ci chiede di andare avanti seri e determinati. Di essere all’altezza”.
E prima dell’assemblea Letta ha avuto un colloquio proprio con Delrio che ha rivendicato il lavoro fatto in questi anni, anche nel passaggio dal Conte I al Conte II.
Il Gruppo del Pd alla Camera ha sempre rispettato le scelte del segretario Nicola Zingaretti e il segretario ha rispettato l’autonomia del Gruppo, ha osservato Delrio. Letta ha ribadito la necessità di “fare del Pd il partito guida di una nuova idea di progresso in Europa. Se condividiamo questa ambizione di giocare una simile partita in Europa non possiamo accettare di avere tutti uomini ai nostri vertici. In Europa la questione di genere è cruciale, la diversità rende più credibili, moderne, innovative le classi dirigenti”.
Per l’ex premier, quindi, il Pd deve mettersi a capo di un’idea nuova di progresso in Europa e in quanto tale deve farsi interprete di un modo nuovo di vivere la parità di genere. Il segretario dem parlando al gruppo parlamentare della Camera dei Deputati, è tornato a chiedere che le donne siano messe in grado di svolgere una funzione di guida. Nei giorni scorsi, infatti, era arrivata la sua richiesta di eleggere due donne come capigruppo alla Camera e Senato. Un cambio che ha colto molti di sorpresa, in primis gli attuali presidenti Marcucci a Montecitorio e Delrio a Palazzo Madama, che ora è pronto però al passo indietro.
Perchè, dopo l’assemblea, il passaggio di consegne tra il presidente di gruppo uscente alla Camera e la futura nuova capogruppo, da scegliere al termine di una consultazione interna, avviene con la “massima disponibilità ” dello stesso Delrio. “Il mio ringraziamento a Graziano non è formale, ma sostanziale. Un dirigente politico si comporta così nel bene della comunità . Siamo qui – ha ricordato il segretario – perchè abbiamo una responsabilita, verso il partito e il paese. Da Graziano viene un esempio di dignità e di attaccamento alla nostra comunità “.
Ma per votare le due donne aspettare ancora qualche giorno. Ma non troppo, come ha chiesto lo stesso Letta a Delrio “di farsi carico di questo lavoro di ascolto e di individuazione delle soluzioni per poi arrivare a votare nell’arco di pochi giorni”. “Sono disponibilissimo ad accompagnare, a fare questo lavoro di istruttoria e di aiuto alla soluzione, per una competizione sana”, la risposta di Delrio.
“L’arrivo di Draghi dentro il Consiglio europeo, con tutta la stima che abbiamo per Giuseppe Conte che vedrò domani, è un segnale di un’Italia che può giocare lì un ruolo chiave, mentre la Germania è sotto elezioni a settembre e la Francia a maggio 2022”, ha detto il segretario del Pd. Proprio in riferimento all’elezione del nuovo capogruppo a Montecitorio, Letta ha spiegato: “L’unità con cui siamo usciti dall’Assemblea ha creato un’attesa. L’unità non è unanimità . Qualunque scelta farà sulla donna da eleggere – ha ribadito Letta – sarà per me la migliore, perchè il rispetto dell’autonomia del gruppo è per me fondamentale”.
Durante il suo discorso, il segretario democratico ha riservato un passaggio anche all’elezione del nuovo capo dello Stato. “Avremo di fronte passaggi delicatissimi, l’elezione del presidente della Repubblica è un momento cerniera per il Paese, abbiamo bisogno anche per questo di gruppi ben coordinati, non possiamo sbagliare”, ha sottolineato.
“Se l’Italia oggi è in piedi è perchè in passato non abbiamo mai sbagliato sull’elezione del presidente della Repubblica”. Non è poi mancata una stoccata a Matteo Salvini, dopo le tensioni tra i due in occasione dell’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto Sostegni. “È Salvini che deve spiegare perchè sostiene un governo con questo programma. Un grande partito com’è la Lega deve motivare non davanti a un caffè al bar perchè passa da anti Ue a pro Ue, altrimenti può cambiare di nuovo così in senso opposto”, ha voluto rimarcare Letta.
(da agenzie)
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