Ottobre 25th, 2017 Riccardo Fucile
“PRONTO A RIFARE L’UDEUR”
“Rosatellum bis? Mi piace. Sono pronto a rimettere in piedi l’Udeur, l’ho detto da prima che venisse approvata questa legge elettorale”.
Lo afferma ai microfoni di Ecg Regione (Radio Cusano Campus) il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, che aggiunge: “Lo devo un po’ a tutti quelli che sono stati scarificati per colpa mia e che erano con me dopo le mie vicende giudiziarie. Ci hanno tatuato ed effigiato come se fossimo i malfattori della vita pubblica italiana. E’ un fatto di orgoglio, poi arriveremo allo 0,1 % , però non conta solo il dato politico. In ogni caso, questa formula della nuova legge elettorale va bene per chi è insediato in una serie di territori, soprattutto nell’Italia Meridionale. Anche forze come la mia possono diventare determinanti”.
Poi l’attacco al deputato M5s, Luigi Di Maio: “Mi critica perchè voglio rifondare l’Udeur? Ci sono anche stewart come lui senza arte nè parte che fanno politica, perchè non potrei farla io o miei amici dell’Udeur? Lui minaccia e fa tutta questa cagnara, ritenendo che la legge elettorale sia una cosa che gli crea problemi e poi io non posso fare politica. Che democrazia è questa? Vuole una democrazia in cui comanda solo lui? Allora si faccia una legge speciale, dicendo che il giovane fighetto Di Maio è quello che deve fare il premier per l’Italia”.
“Fanno casino per ragioni democratiche” — continua — “e poi se arriva un piccolo partito come il mio si preoccupano? Di Maio pensi ai cavoli suoi, tanto il premier, spero, non lo farà mai. Meglio un Paese schiavo dei piccoli partiti che un Paese schiavo e prigioniero politico di Di Maio, tanto per essere chiari”.
Nel finale, Mastella racconta il suo celebre selfie estivo con il cantautore statunitense
Lenny Kravitz
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 18th, 2016 Riccardo Fucile
ERA UN ESPONENTE DI FORZA ITALIA: “INTOLLERABILE STILE POLITICO”
“L’ho destituito: ha scritto cose che il mio stile politico proprio non può tollerare”. Così, in una intervista a Repubblica, il sindaco di Benevento ed ex ministro Clemente Mastella, commenta le parole su Facebook rivolte alla moglie di Renzi scritte dal’assessore, Gerardo Giorgione, il più votato tra i candidati di Forza Italia.
E aggiunge: “Non me lo sarei mai aspettato. Ho subito sulla mia pelle gli attacchi alla famiglia so cosa vuol dire”.
Come finisce al referendum? “Se il No è fatto solo di intellettuali, come sembra, vince il Si” ma afferma che lui voterà No.
E del suo ruolo di sindaco dice: “Mi hanno lasciato un deficit di 60 milioni, però ho avuto un successo stupefacente, chiudendo la bocca a tutti i feticisti dell’imbecillità in giro per l’Italia” e “m’intrigherebbe ricostruire il Centro”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 22nd, 2016 Riccardo Fucile
E GIU’ PERNACCHIE A SALVINI: “IO HO VINTO A BENEVENTO, LUI HA PERSO A VARESE, HA VINTO SOLO A CASCINA”
“Ho preso a Benevento il 63% e c’è chi mi voleva morto. A proposito, fatemi toccare”. Comincia così la lunga intervista che il neo-sindaco di Benevento, Clemente Mastella, rilascia a La Zanzara, su Radio24.
“Il mago Otelma” — rivela — ” mi aveva detto che avrei avuto un’avventura buona quest’anno. Mia moglie? Più che contenta, poveretta, ha vissuto questa vittoria, dopo tutto quello che abbiamo passato, come liberazione da un magone. Lei assessore nella mia giunta? No, Sandra fa la nonna”.
E attacca duramente il sindaco di Napoli: “De Magistris ha detto che non vuole avere nulla a che fare con me? Lui è un cafone istituzionale e non se ne rende conto. Neanche io ho la minima voglia di incontrarlo, mica è Brigitte Bardot. De Magistris tifoso del Napoli? Che io sappia tifa Inter, ma lui imbroglia su tante cose“.
E’ poi il turno di Salvini, a cui dedica più pernacchie: “E’ un mezzo leader, mica come Bossi, che intelligentemente capiva di essere parte della coalizione. Salvini invece vuole essere il leader del centrodestra. Ma ve lo immaginate? Lui non è neppure del centrodestra, è un lepenista senza una grande intelligenza politica“.
Poi rincara: “Io sono una persona mite. Ho però replicato alle insulsaggini che Salvini diceva in qualsiasi trasmissione tv. Intanto, io vinco a Benevento, lui perde a Varese e si mette a fare lezioni a me? Quella perdita è l’inizio della sua fine, ha vinto solo a Cascina. Anzi, chieda un miracolo a Santa Rita da Cascina. E Salvini al Sud non mette becco, perchè la gente lo tiene sulle palle. Farò un cartello: Comune desalvinizzato“.
Mastella poi risponde alle domande incalzanti di Cruciani sul suo vitalizio: “Intanto, ho rinunciato alla mia indennità da sindaco, a differenza di De Magistris. Come vitalizio non prendo 10mila euro, ma circa 6.600 euro al mese. E comunque mi servono quei soldi: ho 6 nipoti e tre figli, di cui una ragazza adottiva. Che volete fare, mi volete togliere pure quello? Non mi piglio lo stipendio da sindaco, uso la mia macchina che ho comprato usata, non utilizzo un cacchio. Volete che chieda l’elemosina alla Caritas?“.
Infine, ribadisce di sentirsi il “Bill Clinton di Benevento” e su un eventuale Gay Pride nella sua città insorge: “Ma perchè farlo proprio da me, lo facciano in altre città . Rispetto i gay, ma queste cose pacchiane non mi piacciono“
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 7th, 2016 Riccardo Fucile
AL BALLOTTAGGIO A BENEVENTO: “IO NON HO CLIENTELE, HO FATTO LA STORIA DI QUESTA TERRA, GLI ELETTORI MI HANNO PERCEPITO COME LA VERA ALTERNATIVA”
«Ricorda la storia dei pifferai della montagna che andarono per suonare e tornarono suonati?». Eccola, la rottamazione secondo Clemente Mastella: supponenza che finisce per essere presa a bastonate. Insomma, «una stronzata» tanto per sintetizzare. Deputato democristiano, ministro col centrodestra e il centrosinistra, alleato ondivago, uomo-partito, europarlamentare, sindaco di Ceppaloni.
E fra due settimane, se i cittadini lo vorranno, anche di Benevento.
«La vera alternativa» e al tempo stesso la conclusione naturale per chi ritiene di aver «fatto la storia di questa terra».
Domenica lo ha scelto un elettore su tre e in attesa del ballottaggio l’ex Guardasigilli si gode il risultato del primo turno, che lo consegna davanti di 150 voti allo sfidante del Pd Raffaele Del Vecchio.
A 69 anni è davanti a un avversario che ne aveva appena cinque quando lei entrò in Parlamento. La rottamazione non vale a Benevento?
«La rottamazione è una stronzata che serve per eliminare la concorrenza e non avere davanti intelligenze politiche vere. Meglio l’usato sicuro, senza il minimo dubbio. Nel tentativo di fottermi quando mi sono candidato hanno iniziato ad affermare che sono anziano. Io ho detto: “Ma scusate, la Clinton ha la mia età , Trump un anno più di me, Sanders sei e io non mi posso candidare a sindaco di Benevento?”».
E adesso è lei il vero rottamatore…
«Certo, alla fine ho rottamato quelli che pensavano di essere i rottamatori. Ricorda la storia dei pifferi di montagna, che andarono per suonare e tornarono suonati? Quelli del Pd, questi teologi della moralità dei miei stivali, fanno i rottamatori con gli altri ma non con Verdini, lo trovo un po’ singolare. Bassolino non va bene e la Valente sì? E poi si vedono i risultati… La verità è che sono stato percepito dagli elettori come l’alternativa al blocco di potere laico-massonico che governa Benevento da anni. Il vero voto di protesta sono io».
In pratica un grillino…
«Adesso non esageriamo, io sono Mastella. Anche perchè Grillo è venuto dopo di me sul piano politico. E anziano e da rottamare proprio non lo sono. Il sottosegretario Umberto Del basso De Caro, beneventano e mio principale avversario, ha iniziato nel ’75 al Consiglio comunale e dice “Mastella è vecchio”. Ma sì viecchio tu…»
Gli elettori Cinque stelle saranno decisivi: faccia un appello…
«Non lo faccio per rispetto nei loro riguardi. Poi se preferiscono il Pd a me, problemi loro».
Magari non apprezzano che lei abbia ricevuto l’endorsement di Ciriaco De Mita, non proprio il nuovo che avanza?
«Meglio 100 mila De Mita di tanti cafoncelli della politica come Salvini, che adesso viene qua a tentare di fare il garibaldino. Per fortuna che è confinato là al Nord. Diceva: “Io non lo faccio votare Mastella”. Se fossi stato candidato a Varese capirei, ma chi tieni tu a Benevento che vota per te?».
Dicono che il suo successo è la prova che le vecchie clientele nelle piccole realtà ancora possono pesare molto…
«Questa è una sciocchezza, io non ho clientele: alla Regione non ho nessuno, non ho parlamentari di riferimento, sono da 10 anni ai bordi del potere… La verità è che il potere sono io, sono io il riferimento di questa realtà . Io ho fatto la storia di questa terra e la gente mi ha riconosciuto la capacità di saper rappresentare gli interessi di questa comunità ».
In città ironizzano sul fatto che intende rinunciare allo stipendio da sindaco perchè tanto ha già il vitalizio…
«E quelli che non rinunciano allora? Se rinunci dicono che non va bene, se non rinunci non va bene lo stesso. Sono stato parlamentare e piglio la pensione, che debbo fare?».
Sarà che ancora non le perdonano il suo passato ondivago da uno schieramento all’altro?
«Dicevano Mastella va di qua e di là … Ma perchè questi di adesso che stanno facendo? Alfano a Milano sta con la destra, a Roma col centro, qui a Benevento era con la sinistra anche se sto con Forza Italia, con cui invece è alleato a Napoli… È così che si fa politica?».
Paolo Fantauzzi
(da “L’Espresso”)
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Marzo 21st, 2016 Riccardo Fucile
DOPO LE CRITICHE ALLA SUA CANDIDATURA A SINDACO DI BENEVENTO, L’EX MINISTRO ATTACCA : “NON HA GLI ATTRIBUTI E L’INTELLIGENZA DI BOSSI”
“Chi ti ha chiesto mai una mano? Ma chi cacchio se ne fotte di te“.
Così l’ex ministro Clemente Mastella si rivolge al segretario della Lega Nord Matteo Salvini in una intervista registrata da ‘Fuori Onda’ (La7) sul tema della sua candidatura a sindaco di Benevento per Fi.
E’ un fiume in piena l’ex leader Udeur: “Non me ne fotte niente di Salvini, mi dispiace che piaccia a diversi italiani”.
“Lui sarà sempre un leader dimezzato — continua – un piccolo palloncino gonfiato che, prima o poi, si sgonfia perchè non ha gli attributi e l’intelligenza politica di Umberto Bossi“.
“E’ una specie di Le Pen o lepennino all’italiana” prosegue Mastella.
“Vuole diventare Dio politico, ma lui è una divinità molto modesta, un Dio minore e non sarà mai un Dio maggiore, è uno che dice senza pensare”.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2015 Riccardo Fucile
“SI STANNO SUICIDANDO COME BALENE”… “RENZI E’ IL FIGLIO POLITICO CHE SILVIO AVREBBE VOLUTO AVERE”
Il consiglio è di quelli da ascoltare con attenzione, anche perchè proviene da chi di politica e alleanze se ne intende parecchio: Clemente Mastella.
“Pensate che Renzi possa fare una lista con Verdini in testa e voi? Ma non è possibile, resterete a casa”, suggerisce l’ex ministro della Giustizia in una intervista al Fatto Quotidiano ai componenti della nuova formazione capeggiata dall’ex plenipotenziario di Berlusconi.
Mastella, uomo di centro da una vita, cerca di mettere in guardia i suoi ex amici centristi. “Si stanno suicidando, come le balene. Mi chiamano, chiedono consigli, qualcuno piange. Ma che consigli dai a uno che ha deciso di ammazzarsi?”.
Quindi critica in particolare la scelta dei parlamentari Ncd.
“Stanno sbagliando tutto. Devono far modificare l’Italicum ora, quando la riforma sarà approvata non sarà più possibile. Con questa legge elettorale sono fregati.”
Sul premier, Mastella non risparmia critiche: “Vuole avere la riforma del Senato per avere mano libera, è il miglior allievo di Machiavelli” e aggiunge “è il figlio politico che Berlusconi avrebbe voluto ma non ha mai avuto, gliel’ho sempre detto a Silvio. Ha tentato di adottarlo, ma è andata diversamente”.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 1st, 2015 Riccardo Fucile
“OCCORRE UN PROGETTO CHE VADA AL DI LA’ DI NCD, UDC, UDEUR E SCELTA CIVICA”
La sentenza di Clemente Mastella è senza appello: “Se Ncd si ‘sciogliesse’ nel Pd sarebbe un errore e la morte del centro, una scelta dei singoli dettata dal panico per il proprio futuro personale”.
Il verdetto arriva al termine della prima estate senza incarichi per la royal family del Sannio.
Lui, dall’Europarlamento è uscito nel 2014. La moglie, Sandra Lonardo, estromessa il 31 maggio dal consiglio regionale della Campania nonostante il 23% di Forza Italia nel collegio di Benevento.
“La percentuale più d’Italia d’Italia — afferma l’ex ministro della Giustizia del governo Prodi — ma per colpa della legge elettorale, il seggio è stato attribuito al candidato presidente, Caldoro. Un napoletano”.
Senza un ruolo preciso e con il ritorno in Forza Italia della nemica Nunzia De Girolamo, Mastella inizia a guardarsi intorno.
Si sente a disagio tra i berlusconiani. Prova a costruire nuovi scenari. Riflette ad alta voce sulla necessità di costruire un soggetto moderato che superi le attuale sigle di centro.
Sonda gli umori del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. In questo momento, la sua casa naturale.
Mastella, Ncd però ipotizza di ‘fondersi’ nel Pd in cambio di una ventina di seggi sicuri in Parlamento.
Sarebbe un errore.
Perchè?
Sarebbe una scelta presa da vari singoli, dettata dal panico per il proprio futuro personale.
Singoli che però sarebbero rieletti.
Senza un progetto serio di centro, il Pd non riuscirebbe a raggiungere un consenso sufficiente a quel numero di seggi.
L’Italicum potrebbe consentirlo.
L’Italicum è di una incredibile perfidia per i moderati. Restringe gli spazi politici per l’area di centro, ridotta alla marginalità di una presenza al primo turno. Non mi piace poi che alla base ci sia l’idea di creare una sorta di scorciatoia nei rapporti tra esecutivo e parlamento. Ncd e le aree centriste dovrebbero riaprire il tavolo della legge elettorale, altrimenti il centro muore.
Ma con questa legge Renzi è convinto di vincere: con o senza centro.
Renzi rischia, invece.
Perchè?
Renzi senza una vera alleanza con il centro perde. Non ha più l’aura iniziale. Fa fatica a incidere nei processi, tutti gli indicatori sono scettici rispetto alle riforme che annuncia. Soffre la guerra all’interno del suo partito.
Ma lei cosa ha in mente?
Una grande casa dei moderati che superi le vecchie sigle di centro, alle prese con frammentazioni e nostalgie prive di suggestioni e di consenso. Non si può tracciare un solco politico nuovo se ci si fa prendere dal panico personale invece di creare un progetto che vada al di là di Ncd, Udc, la mia Udeur, Scelta Civica. Così il rischio è quello di passare le giornate ad essere censiti tra quelli che vogliono passare a destra e quelli che vogliono passare a sinistra. Impantanati in una palude, senza suscitare alcuna passione, senza una stella polare, si disgrega la stessa Ncd.
Ncd che pare avere poche idee ma confuse.
Devono rischiare, avere coraggio, anche pagando un prezzo politico, se necessario. Al Sud la Lega non attecchirà e un progetto di centro può ancora avere un fascino.
Finita la sua esperienza con Forza Italia?
Mai iscritto. Candidato da indipendente. Alleato attraverso il mio partito.
Non era passato in Forza Italia?
Ho sempre subìto il sarcasmo di chi mi accusava di saltare di qua o di là . Io, se passavo, passavo non da solo, ma col mio partito, al termine di percorsi tormentati che stabilivano un’alleanza politica. Le alleanze, poi, non sono eterne. Altrimenti staremmo ancora al pentapartito. Mentre le centinaia di ‘singoli’ che passano da un partito all’altro vengono legittimati ad eroi delle libertà , io che mi alleavo tramite l’Udeur sono sempre stato additato come trasformista. Mah.
Quale potrebbe essere lo sbocco naturale di quest’area centrista? L’alleanza col Pd?
Spetta ad altri deciderlo, non a me. Se Ncd ha fatto finora una scelta di governo, mi pare naturale che alla fine si alleino con Renzi. Se il governo regge fino al 2018, come spiegano poi un eventuale ripiego nel centrodestra?
Beh, si chiamano Nuovo Centrodestra.
Hanno sbagliato il nome, in effetti. E’ un problema linguistico. Lo stesso problema del vecchio centrosinistra di Prodi che inglobava forze che non si riconoscevano in quella sintesi.
Renzi pensa al “Partito della Nazione”: destra e sinistra nel nome non ci sarebbero più.
Una utopia, dove si vorrebbe far convivere l’infinito e l’abisso, tutto e il contrario di tutto. Frutto di una visione americana, dove i partiti sono due, gli altri sono liberi battitori e pure Trump è costretto a scegliere un partito se vuole far valere le sue ragioni fino in fondo.
Vincenzo Iurillo
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Gennaio 31st, 2015 Riccardo Fucile
“IL PRIMO E’ STATO L’ITALICUM, E’ ANDATO ALLA TRATTATIVA SENZA PIU’ FRECCE NEL SUO ARCO”… “SUL NOME DI MATTARELLA DOVEVA METTERCI IL CAPPELLO”
“Berlusconi ha fatto un errore strategico clamoroso: far approvare la legge elettorale prima dell’elezione del capo dello Stato”.
Clemente Mastella, ha appena fondato un nuovo partito (il quinto in 20 anni), i Popolari del Sud, e osserva da lontano la corsa di Sergio Mattarella, suo compagno di corrente nella sinistra Dc, verso il Quirinale.
Un errore che Mastella, vecchia scuola demitiana, non avrebbe fatto…
“Accettando prima l’Italicum, l’ex Cavaliere è andato al tavolo delle trattative senza più frecce nel suo arco”.
Si è fidato di Renzi.
“Renzi ha già dimostrato in passato la sua spregiudicatezza. Come fai a fidarti di uno così? Gli ha preparato un bel trappolone, altro che… Ma a quel punto ha fatto il secondo errore”.
Quale?
“Di fronte al nome unico di Mattarella, doveva metterci sopra il cappello e dire: va bene, votiamolo subito fin dal primo scrutinio. Così ne sarebbe uscito quasi da vincitore”.
Se fosse al suo posto, ora che farebbe?
“Berlusconi deve riscrivere il patto del Nazareno. Inoltre deve riorganizzare il partito. La politica di FI finora l’ha fatta il premier”.
Perchè Renzi ha scelto Mattarella?
“È un nome che gli serve per ricompattare il Pd: non poteva durare a lungo con la minoranza che gli spara contro un giorno sì e l’altro pure”.
Politica dei due forni?
“Renzi ha usato Berlusconi per piegare la sinistra Pd e la sinistra Pd per piegare Berlusconi”.
Lei Mattarella lo conosce bene…
“È ditta democristiana doc. Uomo della mediazione e del dialogo. Con lui è quasi impossibile litigare. Ha valori e principi cui tiene fede, ma non ha quella rigidità vanesia di uno Scalfaro. Non parla molto, ma lo fa quando serve. Se sarà eletto, interpreterà il ruolo in maniera più einaudiana“.
Nel centrodestra lo considerano un anti-berlusconiano doc.
“Le sue dimissioni dal governo per la legge Mammì non furono una sua scelta personale, ma un ordine di scuderia della sinistra Dc”.
Qualcuno dice che Renzi lo voglia lì in modo che non gli faccia ombra…
“Nessun grande leader o segretario di partito è stato presidente della Repubblica. Lo sono diventati sempre figure di seconda o terza fila. L’anomalia è un’altra”.
Quale?
“Anche alla luce della riforma elettorale, stiamo andando verso una sorta di presidenzialismo del premier. Che, non solo ha molti più poteri di prima, ma in questo caso ha deciso pure il capo dello Stato”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Gennaio 19th, 2015 Riccardo Fucile
PRESENTATO A BENEVENTO “POPOLARI DEL SUD”
Clemente Mastella ci riprova con un nuovo partito: i Popolari del sud.
Dopo le indiscrezioni circolate per settimane l’ex ministro della Giustizia ha presentato il suo movimento politico con il quale è pronto a partecipare alle elezioni regionali di maggio in Campania, a sostegno del candidato governatore di Fi, Stefano Caldoro, quindi all’interno del centrodestra.
Nell’arco di un ventennio l’ex Guardasigilli ha messo la firma alla fondazione di cinque partiti. Infatti, attraversare la Seconda Repubblica seguendo le tracce di Mastella significa passare dal Ccd (Centro cristiano democratico) al Cdr (Cristiani democratici per la Repubblica), dall’Udr (Unione democratica per la Repubblica) all’Udeur (Unione dei democratici europei).
Un continuo pellegrinaggio tra centro, destra e sinistra.
E per finire l’ultima creatura, i Popolari del Sud. Perchè oggi “si avverte l’esigenza di un partito territoriale che dialoghi con la gente e che rappresenti un punto di riferimento certo nella crisi dei partiti”.
Sabato a Benevento, nella sede del nuovo partito c’erano la moglie Sandra Lonardo, l’assessore regionale al Commercio e all’artigianato Vittorio Fucci, l’ex eurodeputato di Forza Italia Giuseppe Gargani, più una quindicina di sindaci del Sannio che lo seguono in ogni suo spostamento.
Ci teneva un sacco, Mastella, a presentare il nuovo progetto politico.
Per lui fare politica è tessere rapporti, costruire alleanze, allacciare nuove amicizie. E “mai stare fermi”. Non perdendo di vista la realtà locale: “Prima che ai mercati internazionali — ha giurato in più occasioni — io guardo alle realtà locali”.
Da Ceppoloni fino a Roma la carriera politica di Clemente Mastella accompagna le sorti della Prima e della Seconda Repubblica.
Il battesimo della prima creatura, il Ccd, risale al collasso della Prima Repubblica, ed è un contenitore che traghetta gli ex democristiani verso la galassia di Silvio Berlusconi.
Dura pochissimo, però, la liason con Pierferdinando Casini, anche lui fondatore del Ccd. Perchè nell’aprile del 1998 Mastella si propone come socio-fondatore della nuova creatura di Francesco Cossiga, l’Udr, lo stesso che trascinerà , per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, un ex comunista come Massimo D’Alema a Palazzo Chigi.
Nasce così l’Udr, “un soggetto politico autonomo, di centro, alternativo alla sinistra di governo e distinto e distante dalla destra”.
Memorabile fu il suo racconto all’indomani della scissione dall’amico Casini: “Ho fatto una cosa incredibile: ho isolato Casini, ci uniremo al Cdu e ora quello che rimane è solo un piccolo striminzito Ccd”.
Dopo circa un anno il progetto iniziale si trasforma in Udeur (Unione democratici per l’Europa) che diventa una sorta di vagone per scontenti, sempre di matrice democristiana, nel lungo convoglio dell’Ulivo prima, e dell’Unione dopo.
I voti raggranellati nelle regioni del sud consentiranno all’Udeur di essere l’ago della bilancio dell’ultimo governo di Romano Prodi.
Il quale, anche in virtù dei numeri risicati in Parlamento, gli affiderà il ministero della Giustizia.
Ma nel bel mezzo dell’esperienza da Guardasigilli Mastella viene travolto da un’inchiesta giudiziaria che porta alla sua uscita di scena e alla fine del governo Prodi. A questo punto quale strada gli rimane?
Ritornare fra le braccia di Silvio Berlusconi, il quale lo premierà con un seggio a Strasburgo in quota Pdl.
Ma con il centrodestra i rapporti non sono idilliaci. Dunque, matura l’idea di fondare un nuovo partito: i Popolari del sud.
E chissà se l’ultima creatura di Clemente Mastella non serva a compiere l’ennesima piroetta della carriera.
Giuseppe Alberto Falci
(da “il Fatto Quotidiano”)
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