Dicembre 1st, 2019 Riccardo Fucile
IN 25.000 E C’E’ ANCHE SAVIANO: “SALVINI HA PAURA DI QUESTE PIAZZE”… I VOLONTARI RACCOLGONO CIBO PER I POVERI
La pioggia non dà tregua, ma nonostante questo l’enorme piazza Duomo è piena di Sardine. Venticinquemila secondo gli organizzatori.
Sotto i portici di Corso Vittorio c’è un gazebo bianco, da lì arriva il suono di una chitarra e si vedono piccoli altoparlanti, talmente piccoli che solo le prime tre file riescono ad ascoltare.
Tutto questo per dire che il fashmob sarebbe dovuto essere nella più piccola piazza dei Mercanti, ma la folla che si è radunata è talmente tanta che ci si è spostati in fretta e furia sotto la Madonnina.
Tra la folla c’è anche Roberto Saviano, con il suo ombrello, tra i primi a parlare: “Questa piazza è bellissima perchè non ci sono leader. Salvini si sta preoccupando moltissimo, credeva di essere riuscito a scoraggiare l’opposizione con i numeri e inventando sui social balle e ora si sta mettendo a paura”.
Nel frattempo lungo tutta la piazza i volontari dell’associazione “Pane quotidiano” passano con i carrelli e raccolgono cibo che i partecipanti al flashmob hanno portato con loro per donarlo ai bisognosi.
Non solo scatolette di sardine, ma anche pacchi di pasta, sale, zucchero, latte. C’è di tutto e a poco a poco il cibo diventa una montagna. “Stanotte e domani mattina lo portiamo ai poveri. Si metteranno in fila e queste file sono sempre più lunghe”, osserva un volontario in pettorina arancione.
In corsa dal flashmob di Taranto arriva anche Mattia Santori, l’ideatore insieme ai tre ragazzi di Bologna di quest’onda che porta il nome di Sardine. “Per il momento noi dobbiamo rimanere lontani dalla politica, dobbiamo restare una piazza fluida e libera come siamo adesso”, dice
E poi ancora: “Salvini ha chiesto di incontrarci? Lo ha detto tante volte, a partire dalla manifestazione di Ferrara, poi però in piazza non è mai venuto. Noi non siamo interessati a incontrare esponenti di quella politica che contestiamo e che in questi anni ha contribuito a disgregare in maniera impressionante il tessuto sociale”.
Scherzando Santori, nel vedere la piazza così piena, ricorda come tutto sia iniziato quasi per gioco e “adesso la situazione ci è un po’ sfuggita di mano”.
Nel senso che viene contattato da tantissime città d’Italia che vogliono organizzare un flashmob. Dove può partecipa anche lui, come ha fatto oggi volando dalla Puglia a Milano. Ma in vista del 14 dicembre, a un mese esatto dall’evento di Bologna e in occasione della manifestazione di Roma, “sarà necessario avviare una raccolta fondi”, annuncia parlando con i cronisti e guardando un po’ più in là .
Tra i cartelli con su scritto “Sardine del naviglio” e “Milano non si lega”, c’è un ragazzo sulla ventina d’anni, che da una transenna in cemento osseva la piazza dall’alto. Si chiama Filippo Cucchetto: “Sono tornato da Novara, ero fuori Milano mi sembrava giusto far sentire che ci siamo”.
Poco distante Vincenzo Pace, un educatore che vive e lavora a Milano: “Per me questa piazza non è contro Salvini, piuttosto è un modo di intendere la politica. Viviamo nel degrado della politica, tutto viene scritto sui social in un’eterna campagna elettorale di incitamento all’odio come se il problema fossero i migranti quando i problemi sono altri come l’economia e dissesto idrogeologico”.
Le voci sono tante, le Sardine sembrano un’infinità . La pioggia batte sempre più forte ma come dicono dal palco “i pesci azzurri sanno nuotare”. E come recita un cartello, oggi “il mare è arrivato anche a Milano”
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 17th, 2019 Riccardo Fucile
DOMANI SALVINI E MARINE LE PEN IN PIAZZA DUOMO… CONTROMANIFESTAZIONE CON CORTEO AL CASTELLO SFORZESCO
“Salvini va a lavurà ”, “Non sei benvenuto”, “Voi chiudete i porti noi apriamo le menti”, “Ridateci gli alpini tenetevi Salvini”. Ce n’è persino uno in dialetto: “Tucc i òmen nà ssen liber e tucc istess per dignità e diritt”.
Da San Siro al Corvetto, da Porta Venezia a Città Studi, da Baggio ai Navigli la protesta è appesa sui balconi e fuori dalle finestre, mentre invade i social con l’hashtag #SalviniTogliAncheQuesti.
L’ “accoglienza” di Milano per il ministro dell’Interno che domani pomeriggio sarà in piazza Del Duomo con Marine le Pen e i sovranisti di mezzo mondo, ha il sapore dell’ironia e dell’opposizione pacifica. Ai nazionalismi e alle politiche anti-immigrati del leader del Carroccio.
Stanno tappezzando la città queste “balconiadi”, la protesta a suon di lenzuolate lanciata dai Sentinelli e da una provocazione dell’assessore dem Pierfrancesco Majorino dopo l’episodio dello striscione rimosso a Brembate: le adesioni sono spontanee e gli ingranaggi del “dissenso” ruotano anche grazie alla spinta di tutto quel mondo delle associazioni che con People, la marcia antirazzista di marzo, ha portato sempre nelle piazze del capoluogo lombardo decine di migliaia di persone.
Si va dalle estremità dei quartieri più difficili alle vie più centrali, senza distinzione: ”È questo il bello che smonta un po’ quello schema per cui in periferia si vota Lega mentre in centro ci sono solo i radical chic”.
Luca Paladini, anima dei Sentinelli milanesi, ha la casella della posta intasata: “Mi arrivano immagini a flusso continuo, da Milano ma anche da altre città , è straordinario”.
Per lui, e per altre associazioni, la protesta si ferma qui: niente piazza, niente bandiere, niente cortei.
Anche gli attivisti di Insieme Senza Muri, organizzatori della marcia antirazzista che ha sfilato esattamente un anno fa, preferiscono l’ironia: al grido, o all’hashtag, #dovesonoi49 hanno lanciato una caccia al tesoro, fatta di striscioni numerati, per scovare quei 49 milioni di rimborsi elettorali che la Lega deve restituire.
Resta a casa anche il Pd che ha deciso di dare il suo “benvenuto” a Salvini con uno striscione europeista esposto fuori dalla sua sede a due passi dalla Stazione Centrale e invitando tutti i circoli della città a fare la stessa cosa questa sera.
Una contro-manifestazione, però, ci sarà : il ritrovo è nel primo pomeriggio, alle 14, per un presidio in piazza del Cannone, dietro al Castello Sforzesco cui seguirà un corteo che partirà da Piazza Cairoli.
Ad organizzarlo, insieme alle femministe di Non Una di Meno che nella notte tra ieri e oggi hanno sparso vernice fucsia nelle vie del centro e lungo il percorso che i militanti della Lega faranno per raggiungere piazza Duomo, i centri sociali e la rete “Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale”.
L’attenzione è massima, ma al momento non ci sono ancora segnalazioni su possibili tensioni. L’unica cosa certa, sempre che le previsioni c’azzecchino, è che la piazza sovranista sarà bagnata da tanta pioggia.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 30th, 2018 Riccardo Fucile
DA TEMPO LA MILANO LAICA E’ MORTA SOTTO LE BOTTE DELLA POLITICA CORROTTA E DEI DANEE’ SENZA LAVORO E SENZA SACRIFICIO
Qualcosa non funzionava in quelle classifiche e in breve la bugia è stata svelata dai fatti. Non sarà sfuggito a nessuno infatti che nel giro di pochi giorni la città di Milano è passata direttamente dalla gloria dei vertici della classifica delle città più vivibili d’Italia a cura del Sole 24Ore, al fango e al sangue di Inter-Napoli, record di violenza urbana che riaffiora e viene rimbalzata su tutti i giornali e le televisioni.
Poche volte avevamo visto una smentita così clamorosa. Tutto perchè — lo sanno anche i bambini — un conto sono alcuni dati aggregati, un’altra le conclusioni su questioni complesse e capitali.
Come si fa a pensare di poter formulare un giudizio — con un minimo di razionalità — sulla “qualità della vita” degli italiani sulla base del reddito procapite, dei metriquadri di giardinetti, dei libri, dei cinema o di altre amenità disponibili?
Ci volevano dei teppisti per ricordarci che la qualità della vita è una cosa più complessa di una sfilata di moda e si misura soprattutto dallo stato d’animo e dalle reali condizioni materiali di vita della popolazione?
Insomma, dobbiamo più seriamente riproporci il problema della reale qualità di vita nelle nostre città , che non è solo funzione della disponibilità di beni materiali e di ricchezza. E che purtroppo è molto basso, in particolare in rapporto agli standard europei e nord europei.
Non è che ci volesse molto a capire che la situazione a Milano non è quella del Paradiso terrestre italiano.
Milano era la città meno ideologica e più pratica, perchè refrattaria totalmente alle ideologie astratte e preconcette. Il bene per il bene, il lavoro per il lavoro. Milano era la città più etica d’Italia, quella dove non c’era bisogno di essere cattolici per amare il prossimo. Questo era il fattore più importante di benessere.
Oggi dispiace dirlo, tira invece tutt’altra aria, quella di una malsana aggressività , di tensioni represse pronte a esplodere alla prima occasione.
Lo stesso sole 24 Ore, d’altronde, aveva messo Milano in cima alle classifiche sulla criminalità . Altro che regina in qualità della vita. Basta girare per le strade in macchina, coi mezzi pubblici o con le biciclette, parlare con la gente.
Milano è una città divenuta negli anni comparativamente più povera, perchè la ricchezza individuale non è più un fattore di progresso e di benessere per tutti, ma si è trasformata in un volgare mezzo di separazione e di contrasti.
Milano è una città impropriamente costosa, che offre meno di quello che fa pagare, gonfiata dalle tensioni di una piccola e media borghesia locale proiettata non a fare meglio, ma a fare come (i “ricchi”).
Man mano che ci si sposta nelle periferie, mentre le differenze sociali si riducono, aumentano le tensioni, nei condomini, nelle strade, nei bar.
D’altronde l’industria prima fonte di ricchezza è stata soppiantata dalla finanza, meglio dal poco che resta di una finanza gonfiata e priva di rendite certe e continue quali erano i profitti industriali dell’epoca d’oro.
Il guadagno privo del lavoro e del sacrificio è socialmente distruttivo. Milano, una volta città del bene fatto in silenzio, è oggi la città del marketing, dove tutto vien urlato, soprattutto quello che non c’è. Alcuni hanno detto, “Milano, sotto il vestito niente”.
A scanso di equivoci, chiarisco subito che amo profondamente Milano, e per parte di madre vengo da via Santa Valeria. Non so se sono milanese, ma amo Milano. Ho vissuto a Milano anni bellissimi e continuo a frequentarla. Amo Milano perchè è l’unica città italiana europea.
Amo Milano perchè, in confronto a Verona (dove vivo) e alla maggior parte delle belle città italiane, è brutta e per sedurti evidentemente deve usare altri armi, non solo quelle del sentimento.
Amo Milano perchè è (o almeno era) una città inclusiva, dove qui più che altrove si guarda solo a quello che uno è capace di fare. Amo Milano perchè è una città modesta dove chi più aveva meno ostentava. Amo Milano perchè i milanesi non volevano essere simpatici, erano finti burberi che con grande pudore lavoravano e si sacrificavano senza fiatare e pensavano agli altri.
Milano oggi è un’altra cosa, anche se i Biscella di Porta Ticinese sono aumentati e le Gagarelle del Biffi Scala sono più numerose di un tempo.
Da tempo la Milano laica è morta sotto le botte della politica corrotta e dei daneè senza lavoro e sacrificio. Quella cattolica si è adeguata, così dalla comunione e dalla liberazione si è passati alle compagnie per le “opere”.
Milano ci ha perfino provato a sconfiggere la corruzione, ma alla fine anche tra i milanesi è prevalso il modello Berlusconi.
La storia di Milano almeno per gli ultimi 30 anni è, in grande, la storia tragica del nostro Paese.
La lotta di pochi, sempre meno per fermare un declino che nel breve faceva comodo a molti ma che avrebbe inevitabilmente comportato un peggioramento complessivo delle condizioni di vita per tutti.
Quelle che il Sole 24Ore non poteva vedere. Non basta ripulire un po’ di strade in centro, non bastano i grattacieli addobbati di verde, non bastano i navigli, nè serve la vetrina a tutti i costi dell’Expo.
Purtroppo, non bastano nemmeno gli Strada, i Pellegrini, le Buccoliero, le Carimali e tutti quelli che ancora con grande fatica oggi si sforzano in altro modo di tenere alto il nome di Milano.
Ma Milano ce la farà , senza l’aiuto di classifiche finte. Perchè se non ce la fa Milano non ce la farà mai il resto del Paese.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 17th, 2018 Riccardo Fucile
LA CLASSIFICA DEL SOLE 24 ORE: AL SECONDO POSTO BOLZANO, AL TERZO AOSTA… VIBO VALENTIA FANALINO DI CODA
È Milano la provincia d’Italia dove si vive meglio. A stabilirlo è la tradizionale classifica redatta dal Sole 24 Ore, giunta quest’anno alla sua 29/ma edizione.
Per la prima volta la provincia meneghina si piazza sul gradino più alto del podio, piazzandosi per sette volte su 42 nei primi tre posti per le performance conseguite negli indicatori del benessere.
Al secondo posto c’è Bolzano, in risalita dalla quarta posizione del 2017, e al terzo Aosta, in discesa di un posto rispetto allo scorso anno.
Fanalino di coda, per la quarta volta in 29 edizioni, c’è Vibo Valentia, preceduta da numerose province del Sud Italia.
Roma sale di tre posizioni, passando dal 24/mo al 21/mo posto.
Tra le altre grandi città , più a sud spicca la risalita di Napoli che conquista 13 posizioni.
Migliorano anche Venezia, Torino, Catania, Bari e Bologna, in controtendenza solo Genova e Firenze che perdono rispettivamente otto e dieci posizioni.
(da agenzie)
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Gennaio 11th, 2018 Riccardo Fucile
DALL’ABITAZIONE DI ISABELLA VOTINO, VICINO AL CASTELLO SFORZESCO, SOTTRATTI OROLOGI E PREZIOSI
Il furto è stato scoperto il 30 dicembre. Proprio nei giorni in cui il presidente della Regione Roberto Maroni rifletteva sul suo futuro politico, arrivando infine al recente annuncio di non ricandidarsi alla guida del Pirellone, l’appartamento della sua storica portavoce e consigliera, Isabella Votino, è stato svaligiato.
I ladri sono entrati nell’appartamento in pieno centro, non lontano dal Castello Sforzesco, e hanno avuto il tempo di rovistare in tutte le stanze.
A quanto trapela non avrebbero portato via molti oggetti (qualche capo di abbigliamento, alcuni gioielli, un orologio), ma il valore sarebbe comunque piuttosto alto.
Dopo la scoperta del furto, nello stabile sono arrivate le Volanti della polizia e gli uomini della Scientifica per i rilievi.
Nei giorni seguenti, subito dopo Capodanno, i ladri sono entrati anche in un altro appartamento del centro, vicino all’università Statale, in un palazzo dove da decenni vivono le famiglie Mondadori-Formenton. Anche su questo furto indaga la polizia.
(da “il Corriere della Sera”)
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Novembre 20th, 2017 Riccardo Fucile
PERSA UNA GRANDE OCCASIONE SIA IN TERMINI DI OCCUPAZIONE CHE DI PRESTIGIO
COSA È L’EMA
Con il suo staff di 775 persone, ma con altre 5 mila che ‘gravitano’ attorno all’agenzia e un budget di 325 milioni di euro che genera un volume d’affari stimato di 1,5 miliardi di euro, l’Agenzia europea del farmaco Ema è responsabile della valutazione scientifica, della supervisione e della vigilanza su tutti i farmaci, umani o veterinari, commercializzati all’interno dell’Unione Europea.
COME È COMPOSTA
La fondazione dell’Ema risale al 1995. Le sue commissioni scientifiche sono sette, ognuna su un settore specifico dell’attività . La supervisione è affidata a un ‘management board’ di 35 persone indipendente da governi, aziende o altre istituzioni. A capo dell’agenzia c’è un direttore generale, che al momento è l’italiano Guido Rasi.
APPROVAZIONE DEI FARMACI
I vari comitati dell’Ema valutano i dossier di richiesta di autorizzazione dei farmaci da parte delle aziende, anche coordinando ispezioni nei siti di produzione. Il loro parere è poi accolto dalla Commissione Europea, che materialmente concede l’autorizzazione, che è valida per tutti gli Stati membri. E’ possibile comunque chiedere l’autorizzazione anche ai singoli stati, anche se quella centralizzata è obbligatoria per una serie di patologie, per i farmaci orfani e per quelli biotech.
FARMACOVIGILANZA
L’Ema coordina la farmacovigilanza sul territorio europeo, ed è responsabile di diversi progetti di monitoraggio degli effetti avversi, come EudraVigilance. Su questo argomento è responsabile anche della produzione di linee guida e regolamenti, oltre che della comunicazione con il pubblico e della collaborazione con i pazienti.
ALTRE ATTIVITà€
Fra le altre missioni dell’Ema c’è lo sviluppo di procedure per l’accesso rapido ai farmaci, soprattutto per malattie che non hanno terapia; la supervisione dello sviluppo dei farmaci pediatrici; l’attribuzione dello status di ‘orfani’ ai farmaci; lo sviluppo di linee guida sulla qualità , sicurezza ed efficacia dei farmaci, la cui osservanza da parte delle aziende deve essere riportata nei dossier che vengono sottoposti all’approvazione.
(da agenzie)
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Luglio 20th, 2017 Riccardo Fucile
FINE DELL’INUTILE POLEMICA CONTRO IL GIP CHE HA SOLO APPLICATO LA LEGGE… COORDINAMENTO PERFETTO CON LA QUESTURA
Espulsione immediata per Saidou Mamoud Diallo, il 31enne della Guinea che ha accoltellato il poliziotto in stazione Centrale a Milano.
Il questore ha emesso un ordine di espulsione convalidato dal giudice di pace: nel pomeriggio il migrante – dopo le procedure di identificazione da parte del console della Guinea – è stato portato a Malpensa e caricato su un volo diretto per il suo Paese in partenza alle 18.25. Durante il viaggio sarà scortato da tre poliziotti.
Molte polemiche si erano levate dopo che il gip – seguendo, in verità le normali procedure giudiziare – aveva (vista anche la prognosi per il poliziotto) derubricato le accuse da tentato omicidio a lesioni.
Il giudice aveva convalidato l’arresto ma disposto, come misura cautelare, l’obbligo di firma al posto della custodia in carcere. Successivamente, il gip ha revocato la misura cautelare dell’obbligo di firma, come richiesto dall’ufficio immigrazione della questura, per rendere possibile l’espulsione.
La legale di Diallo (il cui procedimento penale per resistenza, porto abusivo d’arma e minacce andrà avanti comunque a Milano), l’avvocata Nicoletta Collalto, ha spiegato che, in pratica, il guineano non è mai stato libero dopo la scarcerazione, perchè è stato tenuto negli uffici della questura in attesa dell’espulsione.
(da agenzie)
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Aprile 9th, 2017 Riccardo Fucile
IL QUESTORE: “NON FACCIO CHE DIRE NO”… CON MOLTI MEDIA AL SERVIZIO DI RAZZISTI E POPULISTI CHE RACCONTANO BALLE, NON C’E’ DA MERAVIGLIARSI DEL PROFILARE DI ASPIRANTI PISTOLERI
A Milano nonostante i reati in calo, è boom di richieste di porto d’armi.
Lo ha detto il questore Marcello Cardona, in città da qualche settimana. “Da quando sono arrivato, non ho mai smesso di firmare dinieghi”, ha spiegato lo stesso Cardona. I reati, per quanto riguarda tutta l’area di Milano e Monza, sono in calo rispetto all’anno scorso. Tutti.
Nonostante questo però, si registra un aumento esponenziale delle domande di chi chiede di poter tenere un’arma con sè.
Perchè guardare ai dati “non basta – sottolinea il questore – al di là della diminuzione dei reati quella che attende le forze dell’ordine è la sfida della percezione di sicurezza tra i cittadini. E questa sfida si vince con un rapporto costante e con una sempre maggior rapidità di intervento”.
La considerazione arriva nel giorno in cui, sull’onda dell’ultimo episodio di cronaca – quello del ristoratore che ha sparato e ucciso un ladro nel Lodigiano – Forza Italia è nelle piazze dei municipi della città con i suoi banchetti per raccogliere le firme e chiedere al parlamento di calendarizzare la proposta di legge sulla legittima difesa presentata da Fi.
A Milano, però, i numeri raccontano che c’è meno criminalità .
Calano i furti e le rapine in abitazione (-3,6%, -17,6%) e, nonostante i ripetuti e recenti episodi soprattutto nelle farmacie, sarebbero in diminuzione le rapine negli esercizi commerciali (-13%); di contro, aumentano quelle in banca (+11%), così come aumentano i furti con destrezza (+6,1%).
Il periodo di riferimento è quello che va da marzo dell’anno scorso a marzo di quest’anno.
E, nonostante le notizie che quotidianamente raccontano di violenze sulle donne, fa ben sperare la diminuzione del 6% dei maltrattamenti in famiglia e dei reati di ‘stalking’ (-13%).
Rimane stabile il dato degli omicidi volontari: 20 nell’ultimo anno, come nei 12 mesi precedenti.
Il lavoro dell’Ufficio prevenzione generale, quello che coordina le ‘volanti’, è pressochè raddoppiato: dai 56mila interventi si è passati ad oltre 122mila in un anno.
Capitolo droga.
Che sia in aumento a Milano è confermato dall’aumento della quantità di droga sequestrata dalla polizia: oltre 32 kg di eroina (contro i 28 dell’anno prima), con una nuova impennata della cocaina: ne sono sequestrati 158 kg contro gli 89 del 2015-2016.
Diminuisce l’hashish dai mille ai 600 chili, mentre aumenta di nuovo la marijuana che passa da 100 a 157 kg. In questo senso il Questore si è detto “grato al Sindaco per l’opera di riqualificazione progettata per zone come Rogoredo”.
Carico di lavoro moltiplicato quello dell’ufficio immigrazione: solo le richieste di asilo politico hanno raggiunto quota 6mila in un anno, almeno 2mila in più rispetto all’anno precedente. Si impenna il numero di stranieri accompagnati alla frontiera: erano 291, sono diventati 749 nel giro di pochi mesi.
E proprio il tema dell’immigrazione e dell’integrazione è stato al centro della riflessione del questore: “Dobbiamo garantire diritti umani e sicurezza. In questo il prefetto Lucia Lamorgese sta facendo un lavoro straordinario. Ma se uno straniero non è in regola deve andare via, perchè in questo Paese non teniamo chi commette reati”, ha assicurato Cardona.
(da “il Corriere della Sera”)
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Marzo 21st, 2017 Riccardo Fucile
L’ACCUSA: “VERTICI REGIONALI ASSENTI E INSENSIBILI”
La «totale assenza» e «l’insensibilità » dimostrate anche dai vertici regionali porta alla decisione «irrevocabile»: non è durata nemmeno dieci mesi l’avventura di Francesco Dettori a capo di Arac, l’Authority anti-corruzione voluta da Roberto Maroni all’indomani degli scandali e delle manette del febbraio dello scorso anno.
«Sono a disposizione il tesserino magnetico, la chiave dell’ufficio e il cellulare di servizio», scrive Dettori nella lettera di dimissioni indirizzata all’ufficio di presidenza del Pirellone.
Magistrato in pensione, lascia dopo mesi di liti con gli altri commissari dell’agenzia e segnatamente con Giovanna Ceribelli, la commercialista che con un esposto in Procura innescò l’inchiesta Smile sulla corruzione nel sistema dei service odontoiatrici della «zarina delle dentiere» Paola Canegrati.
Un altro caso a Palazzo Lombardia, pochi giorni dopo l’inchiesta su Finlombarda.
La notizia delle dimissioni del numero uno di Arac riapre il fronte delle polemiche.
Il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri e il capogruppo in Regione Enrico Brambilla parlano di «fallimento di Maroni», che nella vicenda avrebbe dimostrato «dilettantismo e incapacità di ripulire il sistema come promesso».
«Ora, oltre al caso di Finlombarda, il governatore deve chiarire anche le accuse rivoltegli dall’ex presidente di Arac».
Anche il Movimento Cinque Stelle attacca. «L’anticorruzione regionale – commenta Silvana Carcano – non ha nemmeno un anno ed è già completamente abbandonata a se stessa. Maroni ha responsabilità gravissime, perchè l’agenzia non ha mai avuto gli strumenti per fare realmente attività di contrasto ai fenomeni corruttivi».
Per Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale, resta uno spiraglio di speranza: «Mi auguro che questa sia anche l’occasione per un chiarimento tra i componenti di Arac e sulle modalità di azione dell’agenzia».
(da “il Corriere della Sera”)
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