Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
ERA STATA LA LEGA, QUANDO GOVERNAVA CON IL M5S, A VOLER METTERE LE MANI SULLO SPORT VIOLANDO LE REGOLE OLIMPICHE… APPENA IN TEMPO PER EVITARE CHE L’ITALIA RISCHIASSE DI PARTECIPARE SENZA BANDIERA E INNO
Ore 9, ultimo Consiglio dei ministri del Governo Conte bis. Non c’era più un Governo da salvare, quindi, nella riunione dei ministri, ma un Tricolore da salvare.
Perchè il conto alla rovescia si fa sempre più angosciante e mercoledì 27 gennaio è il giorno della riunione dell’Esecutivo del Comitato olimpico internazionale (Cio) che dovrà pronunciarsi sull’accusa all’Italia di mancato rispetto della carta olimpica per quanto riguarda l’autonomia del Coni.
L’Italia rischiava la partecipazione ai Giochi di Tokyo senza Tricolore e senza Inno di Mameli. Per questo, malgrado non fosse all’ordine del giorno, il Cdm ha approvato il ‘decreto Cio’ per l’autonomia del Coni, per evitare quella che altrimenti si prefigurava come una ‘figuraccia’ mondiale.
“Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto contenente le norme che sanciscono l’autonomia del Comitato olimpico nazionale italiano. Ora l’ultima parola spetta al Parlamento in sede di conversione” comunica il ministro delle Politiche giovanili e dello Sport Vincenzo Spadafora. “Per la lunga e gloriosa storia sportiva e democratica del nostro Paese era improbabile che l’Italia venisse così duramente sanzionata già domani – aggiunge – ma la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell’indipendenza del Coni lasciato aperto dalla riforma del 2019″.
(da agenzie)
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Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
NON CAMBIANO MAI: MOSCA PUNITA PER RECIDIVA NEL FALSIFICARE I DATI DEI CONTROLLI SUI SUOI ATLETI… UN ALTRO MODELLO SOVRANISTA
Ora è ufficiale: l’Agenzia Mondiale antidoping (Wada) ha deciso per l’esclusione della Russia dalle Olimpiadi per quattro anni.
Lo ha comunicato un portavoce della Wada al termine del Comitato Esecutivo riunito a Losanna.
Mosca, pertanto, non potrà essere rappresentata alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020 e ai Giochi Invernali di Pechino 2022.
La Russia, condannata per recidiva nel falsificare i dati dei controlli antidoping sui suoi atleti, potrà ora presentare appello al Tribunale di Arbitrato per lo Sport (TAS) che avrà l’ultima parola. La Russia non potrà inoltre nè ospitare nè candidarsi per organizzare grandi eventi sportivi.
L’Esecutivo ha dunque sposato in toto la raccomandazione fatta dal Comitato di controllo della conformità (Crc) dalla stessa Wada di escludere la Russia dalle principali competizioni sportive per i prossimi 4 anni vista la presunta alterazione dei dati del laboratorio di Mosca consegnati lo scorso gennaio
La squalifica sarà estesa anche ai dirigenti sportivi e ai membri del governo, ai quali sarà dunque vietato di presenziare ai principali eventi sportivi.
Come però già successo ai Giochi di Pyeongchang 2018, gli atleti russi che dimostreranno di essere puliti ed estranei al doping di Stato potranno gareggiare come neutrali.
(da agenzie)
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Settembre 21st, 2018 Riccardo Fucile
ORA PER IL MINISTRO LA SCELTA MIGLIORE E’ CANDIDARE TORINO DA SOLA (E SENZA SOLDI)
Lo slalom speciale dei 5 Stelle sui Giochi Olimpici porta a un nuovo traguardo. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ora sostiene la corsa di Torino per le Olimpiadi 2026. Da sola, senza Milano e Cortina. E senza soldi. “Rimango personalmente dell’idea che quella di Torino sia la scelta migliore da tutti i punti di vista, anche da quello della convenienza economica e strutturale vista l’esperienza di altre Olimpiadi”, ha affermato il ministro a margine di un evento nel capoluogo piemontese.
La candidatura a tre, per Toninelli, non è sostenibile: “Ritengo che l’idea di tre città sia quantomeno caotica e difficilmente percorribile e anche la più costosa in termini di soldi pubblici”, ha aggiunto.
Chiunque sia il candidato e comunque vada a finire la corsa, secondo il ministro, il tutto dovrebbe svolgersi senza finanziamenti da parte dello Stato, Toninelli ha infatti sottolineato di essere d’accordo con Luigi Di Maio “quando dice che lo Stato non deve mettere soldi sulle Olimpiadi perchè dobbiamo mettere in sicurezza migliaia e migliaia di ponti e strade, viadotti e gallerie che i precedenti governi hanno abbandonato e mi sembra più giusto mettere lì i soldi’.
La Lega, però, ha un’altra opinione. Ma il ministro è fiducioso: “So che la Lega fa ragionamenti diversi – ha concluso il ministro – faremo un giusto Consiglio dei ministri e troveremo, come in tutte le altre questioni, una soluzione condivisa”.
Le esternazioni di Toninelli costituiscono solo l’ultimo dei capitoli di una vicenda che si fa sempre più complessa. Il 18 settembre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, aveva sentenziato: “Per il governo la proposta della candidatura è morta qui”, spiegando di aver notato una mancanza di “una condivisione di spirito ed entusiasmo” tra i sindaci di Cortina, Milano e Torino.
Immediata era arrivata la replica di Zaia e Fontana che avevano proposto una candidatura a due: “Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà , che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto”, avevano affermato.
Ma Giorgetti aveva frenato subito gli entusiasmi: “Se vogliono andare avanti da sole la garanzia del governo non ci sarà “, aveva chiosato.
Salvo, poi, tornare sui suoi passi due giorni dopo: “Sarei l’uomo più felice del mondo se potessi riunire le tre città attorno allo stesso tavolo per riprendere il discorso sulle Olimpiadi – ha detto il 20 settembre – ma questo può accadere solo se Torino, Milano e Cortina accettano la bozza di protocollo inviata la scorsa settimana sulla loro candidatura unitaria. Ogni altra strada che volesse l’appoggio del governo non è percorribile”.
A Torino, però, la politica continua ad essere divisa: mentre la sindaca Chiara Appendino sembra non cedere ad alcun pressing e ribadisce che, se il governo non finanzia nulla, “è da irresponsabili andare avanti alla cieca”, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, pare determinato a non lasciarsi sfuggire questa occasione: “Si riconvochi un tavolo a tre, anche il sindaco del Sestriere è d’accordo: è Giorgetti che lo ha fatto saltare ma ci sono ancora margini”, ha sostenuto.
Il governatore ha sottolineato che nel caso in cui si dovesse convocare un tavolo a Roma, lui sarebbe il primo ad andarci, e spera che anche l’Appendino faccia lo stesso.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 18th, 2018 Riccardo Fucile
SFUMA IL PROGETTO DELLE OLIMPIADI INVERNALI 2026 A MILANO, TORINO E DOLOMITI
“Per il governo la proposta della candidatura è morta qui”. Lo ha detto il sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, in audizione al Senato, relazionando sulla candidatura italiana ai Giochi olimpici invernali del 2026.
“Il governo non ritiene che una candidatura fatta così come è stata formulata possa avere ulteriore corso, quindi, la proposta non ha il sostegno del governo ed è morta qui”.
Lo ha detto il Sottosegretario Giorgetti in commissione Istruzione al Senato a proposito della candidatura di Cortina, Milano e Torino alle Olimpiadi 2026.
“Non intendo ribaltare la responsabilità su alcuni dei sindaci ma ritengo che una cosa così importante come una candidatura richieda una condivisione di spirito ed entusiasmo che io onestamente non ho rintracciato. Sono prevalse forme di dubbio e sospetto: il governo non ritiene che una candidatura fatta con questa formula possa avere ulteriore corso”.
Zaia e Fontana: “Avanti Lombardia e Veneto”.
“Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà , che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto”. Luca Zaia e Attilio Fontana rilanciano – attraverso una nota congiunta – per una candidatura italiana ai Giochi capitanata da Milano e Cortina.
(da “Huffingtonpost“)
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Giugno 26th, 2018 Riccardo Fucile
SPACCATURA NEL M5S, SINDACA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: I DISSIDENTI SONO PASSATI A 5 A 10
«Sono la sindaca di tutti, Torino viene prima del Movimento»; «Se continuate così vi mando tutti a casa»: Chiara Appendino è sull’orlo di una crisi di nervi per le Olimpiadi e arriva a minacciare le dimissioni e la chiusura dell’esperienza del M5S alla guida della città .
Alla vigilia dell’appuntamento a Roma con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti per discutere della candidatura di Torino 2026 la prima cittadina deve affrontare la notte più lunga dall’inizio del suo mandato.
Una riunione iniziata alle sei del pomeriggio, ieri,e proseguita fino all’una e mezza del giorno dopo.
Il fronte No Olimpiadi del Movimento 5 Stelle, contrario sin dall’inizio alla candidatura torinese, nonostante le parole di appoggio di Beppe Grillo e, negli ultimi giorni,dei ministri Riccardo Fraccaro e Danilo Toninelli, si fa sempre più largo.
Da cinque i consiglieri dissidenti sono passati a dieci e si comincia a fare concreto il rischio che la sindaca si ritrovi senza maggioranza in Consiglio e senza nessuno a cui dare la colpa.
La Stampa racconta di una serata “drammatica, tra riunioni, urla, pianti va in scena lo psicodramma di quella che poco meno di un anno fa era la sindaca più amata d’Italia”. Il quotidiano racconta che la maggioranza è contraria alle Olimpiadi.
«Chiara, Torino non si deve candidare». Ma la sindaca non ci sta: ha deciso di tentare lo stesso e minaccia di mandare tutti a casa se la maggioranza dei consiglieri non si piega: «Bene, ce ne andiamo tutti a casa», le hanno risposto loro al culmine della rissa.
La notte dei consiglieri e della sindaca diventa sempre più lunga.
La Stampa pubblica una foto che ritrae alcuni dei consiglieri fuori dal balcone a Palazzo Civico mentre fumano sigarette e si staccano per un attimo dal vertice e dalle discussioni che andranno avanti altre tre ore. Ci sono anche altri temi sul tappeto che scaldano gli animi dei consiglieri: il bando per le mense vinto da un’azienda che ha offerto una spesa di meno di quattro euro a pasto, la sceneggiata del portavoce della sindaca Luca Pasquaretta sull’imbarazzante storia dell’incarico per GTT e la scelta di realizzare o no la linea 3 della metro.
Ma il clou della rissa si raggiunge quando la sindaca abbandona la seduta dei consiglieri per andarsene nel suo ufficio con il suo vice Guido Montanari e il capo di gabinetto Mauro Marinari. Intanto la capogruppo al Comune Valentina Sganga esce di nuovo sul balcone per una lunga telefonata. E arriva l’ultimatum: mollare il dossier Olimpiadi e lasciare perdere. Altrimenti si sfascia la maggioranza. Oppure un attimo prima ci penserà lei a togliere il disturbo.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 14th, 2018 Riccardo Fucile
DETERIORATI I RAPPORTI TRA APPENDINO E UN BUON NUMERO DEGLI ELETTI GRILLINI, A RISCHIO LA GIUNTA
«Solo facendo tutti un passo indietro ed aprendo al dialogo, mettendo in discussione la gestione totale di questi mesi, sarà forse possibile andare avanti»: Maura Paoli, consigliera “ribelle” sulle Olimpiadi Torino 2026, in un messaggio inviato alla chat degli eletti spiega che non sono solo i giochi il problema della Giunta Appendino, che potrebbe rischiare la tana libera tutti
Il numero legale mancato qualche giorno fa in consiglio comunale mette a rischio l’intero dossier.
A poche ore dal Consiglio metropolitano chiamato ad esprimersi sulle mozioni a favore dell’evento i pentastellati contrari a far tornare i cinque cerchi sotto la Mole non hanno preso parte, ieri sera, ad una riunione della maggioranza.
“Per senso di responsabilità verso la città abbiamo votato provvedimenti duri e impopolari, stringendo i denti nessuno di noi si è tirato indietro e lo farà in futuro perchè il nostro obiettivo è il bilancio e il relativo piano di rientro — ha scritto nella notte su Facebook Marina Pollicino, una dei quattro M5S contrari ai Giochi — ma le Olimpiadi, la manifestazione d’interesse e l’indirizzo che si dovrebbe dare al progetto olimpico, seppure con varianti di non so quale sostanza, esulano completamente dalla rilevanza concretissima del Bilancio”.
Ma sono le parole di Paoli riportate da Repubblica Torino a dipingere la drammaticità della situazione: «La forzatura della sindaca sull’invio della manifestazione di interesse, perchè di forzatura si tratta (nessuno ha mai votato per prendere questa decisione del tutto politica, neanche noi consiglieri), si aggiunge ad una serie di forzature che hanno reso il clima in Consiglio sempre più pesante, e finchè si è trattato di bilancio nessuno si è mai tirato indietro. Io non so come e se si risolverà questa situazione, ma invito tutti ad una profonda riflessione».
E mentre i membri della maggioranza provano addirittura a dare la colpa al PD e a giustificare gli assenti, a tutto ciò si aggiunge la lettera che Beppe Grillo ha inviato alla consigliera Viviana Ferrero, che gli aveva espresso tutto il suo sconcerto per il cambio di posizione su uno dei temi caldi della propaganda grillina, il no alle grandi opere e agli “sprechi olimpici”.
Già vedere Beppe che si mette a rispondere alle lettere aperte costituisce un colpo di scena, visto che a quelle dei dissenzienti in questi anni non ha mai dato alcun peso.
“Dobbiamo dimostrare la possibilità di fare le cose a modo nostro rispettando le nostre linee guida su ambiente, economia e sostenibilità . Le nostre 5 stelle devono essere alla guida del progetto”, scrive il fondatore.
La sua lettera cerca di ricucire con i dissidenti e tenta di tenerli nel movimento per non far perdere i pezzi alla maggioranza.
Il testo di Grillo si conclude in modo semiserio: «Ti abbraccio forte, l’Elevato».
Oggi il Consiglio della Città Metropolitana voterà , ma quello che serviva era l’ok del consiglio comunale. La sindaca può scrivere al CONI una lettera di manifestazione di interesse ma deve prendere atto del fatto che non controlla più la sua maggioranza e che quello che è successo con le Olimpiadi si può ripetere con qualunque altro dossier.
Mancano tre mesi al secondo compleanno e la giunta Appendino è già in crisi.
(da “NextQuotidiano“)
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Marzo 12th, 2018 Riccardo Fucile
SALTATO IL CONSIGLIO COMUNALE CHE AVREBBE DOVUTO DISCUTERE UNA MOZIONE SULLA CANDIDATURA DI TORINO
Il Movimento 5 Stelle si spacca sulle Olimpiadi e salta il Consiglio comunale che oggi pomeriggio avrebbe dovuto discutere una mozione del PD sulla candidatura di Torino. Per la prima volta da inizio amministrazione, in Sala Rossa è mancato il numero legale.
Assenti, tra i banchi della maggioranza, i consiglieri Damiano Carretto, Daniela Albano, Marina Pollicino e Viviana Ferrero.
Assenze che le minoranze hanno rimarcato non rispondendo all’appello e mandando ‘sotto’ la maggioranza
Carretto e Paoli nei giorni scorsi, prima della discesa in campo di Beppe Grillo, avevano proposto insieme il modello Los Angeles per le Olimpiadi di Torino, ovvero una edizione senza soldi pubblici e soltanto con sponsor privati: “Dalle stime che circolano l’impegno di spesa di denaro pubblico previsto per le Olimpiadi Torino 2026 potrebbe aggirarsi intorno al miliardo di euro (o poco meno). Vogliamo ribaltare il paradigma delle grandi opere da “investimenti pubblici e guadagni privati” a “investimenti privati e guadagni pubblici”.
La Pollicino invece nei giorni scorsi ha pubblicato su Facebook il post di Davide Bono e Francesca Frediani in cui si parlava di una presunta impossibilità di candidare una città italiana, peraltro smentita dal comitato promotore.
Oggi sul profilo le scrivono: “Il tempo per andare su fb lo avevi, mentre per andare in Consiglio Comunale non lo hai trovato!”.
La Ferrero aveva invece scritto il 10 marzo una lettera aperta a Beppe Grillo per esprimere il suo dissenso:
Chi e’ No Tav è Movimento 5 Stelle. Chi sogna lo vuole fare nella sicurezza di potersi svegliare bene. Non carico di debiti come e’ successo al Comune di Torino , comune post olimpico,dove siamo costretti alla politica del macellaio , costretti a tagliare o venderci qualcosa per non andare in dissesto
Io valsusina e no Tav e grillina ci ho creduto sin dall’inizio e faro’ tutto quello che potro’ per tenere insieme gli ideali comuni che ci legano e che ci hanno reso baluardo di tanta speranza. Per una politica della prossimità , dell’onestà , del rigetto dello spreco, quella politica che sta accanto ai cittadini, che li ascolta che non li molla mai.
Si tratta della prima volta che salta il numero legale in Consiglio comunale dall’insediamento della maggioranza guidata da Chiara Appendino.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 31st, 2017 Riccardo Fucile
CHI HA SBAGLIATO, IL COMUNE O IL CONI, DOVRA’ PAGARE
All’epoca della discussione sulle Olimpiadi il CONI aveva ventilato la possibilità di chiedere il danno erariale al Campidoglio per le spese sostenute dal comitato promotore di Roma 2024.
Alla fine la Giunta Raggi decise per il no ma il CONI non si mosse. Oggi però un fascicolo è stato aperto dalla procura della Corte dei Conti per quel no, ventilando proprio la possibilità di un danno erariale.
Spiega oggi Lorenzo D’Albergo su Repubblica che l’indagine affidata al pm Bruno Tridico è nata da un esposto con cui l’Adusbef, associazione a tutela dei consumatori, “ha chiesto ai magistrati di viale Mazzini di chiarire se gli investimenti del Coni per la promozione sportiva della capitale abbiano comportato un danno al pubblico erario. E, nel caso, chi lo abbia causato: chi lo scorso settembre ha decretato la fine della corsa ai cinque anelli con una conferenza contro le «Olimpiadi del mattone» o chi ha speso milioni di euro senza prima essere sicuro di avere il supporto del Campidoglio a guida grillina?”.
Il CONI cominciò a lavorare alla candidatura a inizio 2015, stanziando 2 milioni e 681mila euro per attività propedeutiche alla candidatura, coperti con le risorse concesse a Roma 2024 dalla legge di stabilità 2016: due milioni nel 2016, 8 nel 2017.
Lo scambio di pennette usb e file con il Comitato olimpico internazionale si interrompe, però, lo scorso 11 ottobre.
Il «no» dei grillini è stato pronunciato da ormai 20 giorni e il segretario generale del Coni, «alla luce degli accadimenti determinatisi per effetto delle deliberazioni assunte in proposito dall’amministrazione della città di Roma Capitale», comunica all’ad di Coni Servizi che la corsa è finita. Stop a tutte le attività , «con conseguente risparmio delle spese complessive preventivate e destinate».
Se sul risparmio di quanto non è stato speso non ci sono dubbi, è sulle cifre impegnate che l’Adusbef (di Elio Lannutti, oggi grillino ma con un passato da senatore Idv) ha chiesto lumi alla Corte dei conti. Partendo da un assunto: «Le Olimpiadi sono un pacco». Confezionato da chi?
La candidatura olimpica, secondo il CONI, è però costata quasi 13 milioni di euro: per la prima fase sono stati spesi 4,6 milioni, mentre la seconda prevede un impegno di circa 8,5 milioni.
Il totale sono i 13 spesi oggi. A gestire la cassa è Coni Servizi spa (controllata del Coni), poichè il comitato Roma 2024 ne è a tutti gli effetti un’unità operativa interna.
Il pagamento dei danni che la Corte dei Conti potrebbe eventualmente richiedere ai consiglieri grillini non graverà sui portafogli di questi ultimi grazie all’assicurazione che i consiglieri possono siglare con ADIR, ovvero la mutua assicuratrice di proprietà del Campidoglio, che in cambio di una polizza pari a 700 euro l’anno copre fino a 5 milioni di euro di massimale in caso di richieste di risarcimento legati ad atti amministrativi.
Nel caso peggiore, quindi, pagherà ADIR, ovvero i romani visto che l’assicurazione è di proprietà del Comune.
In ogni caso l’esposto dell’ADUSBEF non punta il dito per forza contro la Raggi, ma chiede se a sbagliare sia stata l’amministrazione che ha detto no o il CONI che ha speso soldi prima dell’ok definitivo.
Il giudice deciderà chi ha ragione, ma se alla fine dovesse risultare colpevole il CONI oltre al danno ci sarebbe la beffa.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 10th, 2016 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE DEL CONI SI TOGLIE QUALCHE SASSOLINO DALLA SCARPA
«È stato non vero, non giusto, non serio sostenere che le Olimpiadi di Roma 2024 sarebbero state le Olimpiadi del mattone»: così il presidente del Coni Giovanni Malago’ ai microfoni di `Radio anch’io sport’.
«Nel nostro programma non si prevedono costruzioni, l’unica cosa nuova sarebbe il villaggio degli atleti per 11mila giovani, che poi resterebbe costruito e utilizzabile per il polo universitario e l’ospedale di una certa zona di Roma».
«Ma se si optava per un’altra zona della città -ha proseguito Malagò- per noi sarebbe stato lo stesso, sempre mantenendo l’uso pubblico delle strutture. Di fatto non c’era nessun tipo di grande impianto o opera nuova da realizzare. Avremmo per esempio recuperato lo stadio Flaminio che è abbandonato, invece di costruirne uno nuovo» ha aggiunto il numero uno del Coni, o realizzato strutture smontabili.
Secondo il presidente del Coni non sono ancora maturi i tempi per un format organizzativo che però un giorno arriverà , cioè quello di far svolgere le Olimpiadi in più sedi e città .
«Oggi -ha poi detto Malagò in risposta a una domanda sulla possibilità di far svolgere i Giochi in più città – non è possibile, gli atleti vogliono stare insieme nel villaggio olimpico, vogliono partecipare alla cerimonia inaugurale, incontrarsi, e non stare a 600 km di distanza».
(da “La Stampa”)
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