Settembre 30th, 2016 Riccardo Fucile HA 10 ANNI E SOGNA IL PODIO OLIMPICO NELLA SCHERMA A ROMA 2024
“Roma 2024, scherma. Vince Lorenzo Capolicchio”. Lorenzo ha 10 anni e un grande sogno: salire sul gradino più alto della competizione a cinque cerchi.
Non una qualsiasi ma l’Olimpiade di Roma 2024. Quella che non si farà mai perchè così ha deciso il sindaco di Roma Virginia Raggi bollando come “irresponsabile” la candidatura della capitale per i giochi della trentatreesima Olimpiade.
Ma il piccolo Lorenzo non ci sta e armato di penna, righello e matite colorate ha deciso di esprimere tutto il suo malcontento su un quaderno a righe.
Un breve tema e un disegno: il compito più bello che abbia mai realizzato.
“Voglio diventare lo schermidore più forte del mondo”, attacca. Crescere, diventare il migliore e salire sul gradino più alto del podio: “Vorrei un futuro pieno di gare, viaggi e sport”, scrive.
La mamma ha postato su Twitter le foto del tema e del disegno del piccolo Lorenzo e ha chiamato in causa il presidente del consiglio Matteo Renzi.
Il messaggio è stato subito retweettato dal Coni sul suo profilo ufficiale. Il compito di Lorenzo si conclude con un podio stilizzato con tanto di nomi, numeri e bandiere e l’insegna di “Roma2024”.
La cartolina dell’Olimpiade della Capitale si conclude così: al primo posto Lorenzo Capolicchio, al secondo l’americano Jastin Masiallas e al terzo il cinese Lin Quon Zan.
“Se diventassi molto esperto nella scherma, viaggerei in tutto il mondo: le gare, i tornei e le Olimpiadi! Questo è un sogno che si può avverare, ne sono certo!”, spiega il piccolo schermidore che sogna di diventare il più grande nome della disciplina e di riscattare il bottino amaro degli schermidori di Rio2016.
“La scherma non è uno sport come tutti gli altri: ci vuole disciplina, precisione e concentrazione. Quando ti arrabbi, hai già perso l’incontro perchè devi stare concentrato. Ricordo che al primo anno di scherma certe volte mi scoraggiavo ma ora che la pratico da quasi cinque anni ho tutte queste capacità . Per me la scherma sarà il mio futuro!”.
Il piccolo Lorenzo non vincerà mai l’Olimpiade di Roma 2024, ma per lo schermitore con la stoffa del campione che vuole diventare il più forte al mondo il sogno continua. A Parigi, Budapest o Los Angeles dal gradino più alto del podio la vista è sempre splendida.
E chissà se un giorno il più grande schermidore rispolvererà quel quaderno a righe dove disegnava a pastelli e righe il suo futuro…
(da “Huffingtonpost”)
argomento: olimpiadi | Commenta »
Settembre 29th, 2016 Riccardo Fucile OPPOSIZIONI SCATENATE: “VOLEVATE FARE LA CASA DI VETRO MA PRENDETE ORDINI DA MILANO”…”CHI RUBA VA IN GALERA, CHI HA PAURA A CASA”… LA REGIONE VOTA SI’
Sono subito scintille in Campidoglio dove questa mattina si sta svolgendo la discussione sulle Olimpiadi.
La miccia è stata accesa dalla decisione di vietare gli interventi esterni impedendo così di fatto alla cordinatrice del comitato promotore Diana Bianchedi di prendere la parola.
La discussione in Aula sulle Olimpiadi “prevede interventi di 2 ore e 30 per le opposizioni e 30 minuti per la maggioranza. Venti minuti di intervento della giunta nella persona del vicesindaco Frongia. Questo senza interventi esterni che non siano consiglieri”, ha spiegato il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito (M5S).
“Avete paura del confronto” protesta Alessandro Onorato. “Chiediamo solo la possibilità di far intervenire persone esterne come avviene normalmente in ogni consiglio straordinario. Volevate fare una casa di vetro, invece prendete ordini da Milano”, dice il capogruppo della Lista Marchini.
“Oggi pensavo di poter parlare davanti al Consiglio comunale per dare le informazioni corrette per questa candidatura perchè ne abbiamo lette di tutti i colori”.
Spiega Bianchedi nel corso di una conferenza stampa improvvisata che ha costretto tutti i cronisti e cameramen a spostarsi, provocando l’intervento dell’ufficio stampa del Campidoglio, cosa che ha provocato non poche proteste.
“In aula avrei voluto far conoscere il dossier – prosegue Biachedi – a persone che non lo hanno letto.
Oggi a loro viene chiesto di votare un dossier di candidatura che oggettivamente non hanno letto. Nè nella conferenza stampa del sindaco, nè durante l’audizione al senato si è fatto alcun cenno a dossier di candidatura”, ha aggiunto.
“Per una questione di rispetto oggi avrei chiesto loro di leggerlo”, ha detto ancora. La coordinatrice ha poi abbandonato l’aula dove è ancora in corso la discussione: “Avrei chiesto ai consiglieri di sedersi con noi e rivedere il progetto – ha detto prima di uscire – Ieri mattina mi è arrivata anche una lettera dei sindacati che ci hanno confermato il loro sostegno. Ma i consiglieri hanno detto che non posso parlare”.
Poco dopo l’uscita di Bianchedi, è arrivata in aula la sindaca Virginia Raggi.
Seduta prorogata a oltranza.
L’Assemblea capitolina ha approvato con 31 voti favorevoli la proroga a oltranza della seduta straordinaria sulle Olimpiadi oltre l’orario stabilito (dalle 9 alle 14) e, eventualmente, oltre il tempo massimo di 7 ore stabilito dal regolamento. L’assemblea proseguirà fino all’esaurimento degli atti.
Carote in aula.
Intervento a sorpresa dei consiglieri di Fdi Fabrizio Ghera, Maurizio Politi, Andrea De Priamo, Francesco Figliomeni, e Rachele Mussolini della Lista civica ‘Con Giorgia’, che sono scesi dagli scranni esponendo striscioni con scritto “Chi ruba va in galera, chi ha paura a casa”, “Prima Grillini, adesso coniglietti” e tenendo in mano alcune carote. “C’è una mancanza totale di trasparenza. Invece di lanciare la sfida ai poteri forti vi arrendete” ha attaccato Ghera rivolgendosi alla maggioranza grillina.
Giachetti: “M5s umilia lo sport”.
“I rappresentanti del Coni, per la seconda volta, vengono umiliati da questa maggioranza” Roberto Giachetti, consigliere di opposizione del Pd, ha così commentato a la decisione di vietare l’intervento della delegazione del comitato olimpico.
“Non gli avete dato nemmeno la dignità di parlare per 5 minuti per spiegare il loro punto di vista – ha attaccato – chi impedisce agli altri di parlare è debole nelle proprie convinzioni”.
Bianchedi: “I costi? Non inseriti del dossier”.
“Io ragiono da persona normale, penso che se c’è un organo che è chiamato ad essere consultato e il risultato della consultazione viene anticipato in una conferenza stampa, non lo trovo logico ma è una mia considerazione personale. Come il sindaco Raggi sa, il budget e i costi verranno presentati a febbraio 2017 dopo che sono stati scelti e valutati i progetti, e non sono inseriti nel dossier”.
Aveva risposto stamani la coordinatrice generale del Comitato olimpico, Diana Bianchedi, a chi chi le chiedeva di commentare le affermazioni del sindaco, Virginia Raggi, secondo cui la candidatura della Capitale non è sostenibile per un problema di costi.
“Noi – ha aggiunto Bianchedi – abbiamo chiesto, presente in un verbale del Comune, che venissero prese delle decisioni congiunte, abbiamo anche mandato la documentazione e l’abbiamo rimandata il 5 di agosto, ma senza prendere decisioni non si possono stabilire i costi”.
La Regione vota sì.
Intanto ieri alla Pisana la seduta straordinaria del Consiglio regionale del Lazio si è conclusa con l’approvazione, a maggioranza, di un ordine del giorno a sostegno della candidatura di Roma.
L’atto di indirizzo presentato dal capogruppo del Pd Massimiliano Valeriani e sottoscritto da sedici esponenti sia di maggioranza che di opposizione, impegna il presidente Nicola Zingaretti “a farsi parte attiva nei confronti del sindaco di Roma capitale nel perorare la conferma della candidatura della città di Roma a ospitare i giochi olimpici e paralimpici del 2024 per garantire l’interesse dei cittadini romani e italiani a poter usufruire di una simile opportunità economica e culturale”
(da agenzie)
argomento: olimpiadi | Commenta »
Settembre 23rd, 2016 Riccardo Fucile L’ORO OLIMPICO A LOS ANGELES: “AVREBBE DOVUTO DIRE SI’ E GESTIRE I GIOCHI CON L’ONESTA CON CUI A PAROLE DICE DI VOLER AMMINISTRARE ROMA”
Tutto si giocò negli ultimi 200 metri. Un testa a testa al cardiopalma contro l’avversario storico, il
finlandese Martii Vanio. Ma ancora una volta, come agli Europei ad Atene del 1982, Alberto Cova riuscì a mettere la testa davanti al rivale: fu oro olimpico nei diecimila metri nel 1984 a Los Angeles. Dopo la carriera agonistica, Cova di Olimpiadi ne ha vissute due da protagonista e poi tante da tifoso. E commenta così il no della sindaca Virginia Raggi ai Giochi del 2024: “È stata persa una grande occasione”
Alberto Cova, che cosa intende?
“Da sportivo penso che sarebbe stato bello avere le Olimpiadi in casa. Sarebbe stata un’opportunità per fare bella figura agli occhi del mondo e un’occasione per gli italiani di assistere a un grande evento sportivo. Dal punto di vista politico, secondo me i Cinque Stelle hanno perso una grande occasione: organizzare i Giochi seguendo i loro principi di trasparenza e onestà e far vedere di che pasta sono fatti. Non vedo contro, ma solo pro a favore delle Olimpiadi se gestite in modo serio”.
E Roma sarebbe stata in grado di gestirle?
“Credo che tutte le città che si sono candidate e che poi hanno vinto la corsa all’organizzazione dei Giochi avessero dei problemi. Le Olimpiadi, però, possono essere un modo per risolvere alcune criticità perchè danno un incentivo alle amministrazioni per lavorare bene e velocemente. Ripeto, Raggi avrebbe potuto dire di sì e gestire la cosa con l’onesta con cui dicono di voler amministrare la città “.
Ma i cittadini di Roma hanno votato Raggi e il suo programma nel quale era chiaro il no ai Giochi
“Penso che l’enorme successo avuto alle amministrative sia dovuto a un’ondata di protesta contro la vecchia classe dirigente. Non credo che i Giochi fossero al centro dei pensieri dei romani. Organizzare le Olimpiadi avrebbe dato l’opportunità alla sindaca di dimostrare d’essere in grado di gestire un evento così grande in modo virtuoso con una ricaduta di benefici sulla città ”
(da “La Repubblica”)
argomento: olimpiadi | Commenta »
Settembre 22nd, 2016 Riccardo Fucile MINIMALISMO RINUNCIATARIO CHE RIVELA POCA FIDUCIA NEI PROPRI MEZZI
Premesso che nutrivo simpatia e una qualche fiducia verso Virginia Raggi, prima che evidenziasse un Dna
politico assai meno movimentista indignato che non da praticante legale in studi al servizio del rampantismo destrorso/qualunquista. Aggiungo che non nutro simpatia alcuna per Giovanni Malagò (un tempo “Melagodo”), che considero tipica espressione del generone “dolcevitaro” capitolino. Concludo precisando che considero i giochi olimpici una mega manifestazione ormai ridotta a baraccone mediatico, la cui credibilità è definitivamente annegata nel gorgo della chimica dopante.
Ciò detto, vorrei far seguire due considerazioni relative ai recentissimi fatti romani, sul merito e sul metodo.
In tutta Europa il rilancio di città in crisi ha trovato una leva importante in grandi eventi che fungevano — al tempo — da canalizzazione di finanziamenti e da medium per la civica reputazione.
Il rilancio di Glasgow nell’uscita dalla cosiddetta “afflizione post-fordista” (la crisi da de-industrializzazione) prende avvio nel 1990 dall’essere stata capitale europea della cultura.
Gli studiosi di territorio fanno decollare la rinascita di Barcellona dall’Olimpiade 1992, in coincidenza con il varo del suo celebre Piano Strategico.
Se andiamo a vedere, gli ultimi “grandi eventi” internazionali ospitati dall’Italia — Bologna (2000) e Genova (2004) capitali europee della cultura — sono stati dei clamorosi flop per l’incapacità gestionali evidenziate dalle amministrazioni locali. Insomma, se queste manifestazioni hanno un esito positivo o negativo, è “il manico” a risultare sempre responsabile.
Il diniego del governo Monti per la candidatura di Roma olimpica 2020 e ora della Raggi per Roma 2024 suonano come palese ammissione della propria inadeguatezza, gestionale e di governo.
Un minimalismo rinunciatario che non induce a confidare in chi nutre così poca fiducia nei propri stessi mezzi.
Per quanto riguarda il metodo, è comunque risultato sgradevole — da parte della sindaca — il ripristino del modello scortese/irridente già praticato dalla (pur odiata) Lombardi; nella parte del trucido di periferia durante gli streaming con Bersani.
Un ostentato disprezzo dell’interlocutore, tra l’altro fatto attendere oltre il lecito all’appuntamento ufficiale concordato, che suona a debolezza (evitare il confronto) gabellata per tracotanza.
Sgarbo istituzionale certamente a uso del proprio audience interno, da ricompattare visti gli stridii e gli scricchiolii delle passate settimane.
Con lo scalpo del Malagò come diversivo per gli organigrammi non ancora completati e la scelta di collaboratori dalla provenienza imbarazzante.
Sicchè — alla fin fine — l’intera vicenda sembra ridursi ancora una volta a giochi di aggiustamenti interni al Movimento.
Un messaggio che dice: io accetto di sottostare al controllo sulle scelte politiche del Comune (no alle Olimpiadi romane) ma non tollero intromissioni nella costruzione del mio entourage; composto esclusivamente da fedeli, cavalieri serventi e qualche ingaggio proveniente da ambienti giudicati sintonici, come il milieu alemanniano.
Insomma, quanto emerge in questo gioco di mosse e contromosse, di comunicazioni strumentali e patti di sangue segreti, ancora una volta non sembra proprio il modo migliore per dare una svolta effettiva alla vicenda romana; l’investimento ottimale per candidarsi alla guida del Paese.
Sarà interessante vedere come reagirà a tale baraccone una persona seria come l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, segnalato in crescente sofferenza per lo spettacolo cui sta assistendo.
Pierfranco Pellizzetti
(da “il Fatto Quotidiano“)
argomento: olimpiadi, Roma | Commenta »
Settembre 22nd, 2016 Riccardo Fucile ERANO LE OPERE PREVISTE DAL DOSSIER OLIMPICO: ORA PER PAGARLE VIRGINIA DOVRA’ CHIEDERE CONSIGLIO A PREVITI O AL RE DELLA MONNEZZA?
Le vele di Calatrava
Il progetto della «Città dello Sport» dell’archistar spagnola Santiago Calatrava fu pensato nel 2005 per accogliere, quattro anni dopo, i Mondiali di nuoto nell’area dell’Università di Tor Vergata.
L’opera, però, è incompiuta e lo scheletro dello stadio del nuoto ( soprannominato le «Vele» ) che svetta sul panorama è emblema dell’abbandono.
Grazie alle Olimpiadi sarebbero dovuti arrivare circa 400 milioni di euro per completare l’opera (Calatrava era già pronto a rivedere al ribasso il progetto) e, l’intera area di Tor Vergata avrebbe ospitato il villaggio da 17.000 posti letto (con la successiva trasformazione in campus universitario) e il velodromo.
Dopo il no all’Olimpiade, la Raggi assicura: «Sistemeremo gli impianti esistenti:”
«Ho parlato con il rettore di Tor Vergata – ribatte il presidente del Coni, Giovanni Malagò – e non è come dice Raggi. È stato chiesto un finanziamento alla Bei (Banca europea per gli investimenti, ndr) che però è stato rifiutato». Rischia di restare un costoso incompiuto
Stadio Flaminio in abbandono
Inaugurato nel 1959, lo stadio Flaminio è stato progettato da Antonio Nervi con la collaborazione del padre Pier Luigi. Ospitò le partite del torneo olimpico di Roma1960 e poi fu utilizzato prevalentemente per le partite di rugby (nonchè per ospitare grandi concerti come quello di David Bowie e U2 nel 1987).
Oggi è in stato di abbandono – ridotto a distesa di sterpaglie e strutture pericolanti – dopo che in tanti hanno cercato invano di farlo rinascere: prima il Coni, con la a concessione al rugby e poi il transito dalla Figc, quindi il ritorno in Campidoglio senza un effettivo stop al degrado.
Il Comitato promotore di Roma 2024 aveva previsto un budget low cost da 5,3 miliardi di euro per gli impianti sportivi, di cui 3,2 a copertura dei costi di gestione e organizzazione dei Giochi e 2,1 per la costruzione o il rifacimento degli impianti permanenti (proprio come il Flaminio, in cima alla lista).
Per rimettere a posto l’impianto servono almeno 20 milioni che, al momento, il Comune non può tirare fuori.
Il raddoppio di Fiumicino
Il dossier di Roma 2024 prevedeva anche il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino realizzato proprio in occasione delle Olimpiadi del 1960 (anche se fu inaugurato in ritardo).
Che ne sarà ora del progetto di allargamento dello scalo?
Tramvia della Musica
Tra le opere infrastrutturali promesse alla città dal Comitato promotore di Roma2024 c’è anche il finanziamento della Tramvia della Musica: un percorso di 5,9 km (e un budget di 45 milioni di euro) che servirà l’area Foro Italico e che collegherà Prati a Parioli, passando per viale Angelico e il Ponte della Musica e l’Auditorium con una media di 85mila passeggeri al giorno.
Il Campidoglio prevede di realizzarla tra il 2018 e 2022: ma senza il contributo olimpico, ora tutto sarà a carico del Comune che dovrà reperire risorse e portare avanti il progetto.
Metro C più lunga
La più importante delle opere infrastrutturali in ballo è senza dubbio il completamento della Linea C della metropolitana (compreso l’asse Lodi-Colosseo), prevista già dal piano del Campidoglio Con i giochi, secondo il dossier, sarebbe stato previsto un prolungamento: i capolinea della metro C sarebbero arrivati a servire Tor Vergata e la Farnesina, ovvero i due poli olimpici(Villaggio Olimpico e Stadio Olimpico).
Anche qui, il Campidoglio resta solo: senza i finanziamenti di Roma2024, il progetto risulta davvero oneroso per le casse comunali. Da ricordare che la metro C è la più costosa al mondo: iniziata nel 2006 è ancora in fase di realizzazione per ritardi che nel tempo si sono accumulati.
La cittadella paralimpica
Dicendo no alle Olimpiadi, la Raggi ha comunque garantito che «il Tre Fontane dei Mondiali di Nuoto diventerà un impianto paralimpico». L’impianto dell’Eur ( che fino al 2011 ospitava le gare della Rugby Roma) si trasformerà nella «Cittadella dello Sport disabili»: in realtà , già nel 2008 Luca Pancalli, presidente del Comitato paralimpico (nonchè uno dei principali artefici della candidatura appena bocciata da Raggi) aveva ottenuto un finanziamento di 15 milioni per la realizzazione del progetto, la Raggi non c’entra.
Lo stadio della Roma
Nel dossier olimpico c’è anche il nuovo stadio della Roma che dovrà sorgere a Tor di Valle: un investimento da 1,7 miliardi di euro (allo stato attuale dei lavori sono stati spesi 60 milioni) totalmente a carico dei privati, di cui 440 milioni per le infrastrutture necessarie come il raddoppio della Via del Mare e dell’Ostiense.
La nuova arena è prevista nella primavera del 2019 (se tutto andrà bene). L’iter, infatti, è molto lungo e ora – dopo il no ai Giochi – la Raggi prova a strappare alla dirigenza della squadra giallorossa qualcosa in più. La scorsa settimana, al presidente James Pallotta che cercava garanzie sull’inizio dei lavori, la sindaca ha chiesto un aiuto per un intervento ad ampio spettro sugli impianti comunali.
Una condizione che, a quanto sembra, non è piaciuta agli americani.
(da “il Corriere della Sera”)
argomento: olimpiadi | Commenta »
Settembre 22nd, 2016 Riccardo Fucile “AVREBBE AVVICINATO PIU’ GIOVANI ALLO SPORT, TOGLIENDOLI DALLE STRADE”
Unanime è il disappunto fra gli azzurri protagonisti delle recenti Olimpiadi e Paralimpiadi di Rio.
«Abbiamo perso una grande occasione – dice con rabbia Elisa Di Francisca, 34 anni, argento nel fioretto -. Sarebbe stato un modo per far capire che l’Italia c’è, ci prova, non è solo chiacchiere e distintivo, come si dice. Lo sport è meritocrazia, vivere sano, esempio per i ragazzi, voglia di crederci sempre. E invece… I 5 Stelle ce l’hanno col sistema che ritengono sbagliato, ma la sindaca doveva almeno andare all’incontro con Malagò e argomentare la propria decisione. Cattedrali nel deserto a Roma? Lobby dei costruttori? Basta piangere sul latte versato! Le cose si possono fare anche in un altra modo, era l’occasione per dimostrarlo. Barcellona, Londra e Torino sono cambiate in meglio dopo i Giochi. La Raggi ha spento un sogno e negato una festa».
Non si era illuso invece Sandro Campagna, 53enne ct del Settebello di pallanuoto che a Rio ha conquistato il bronzo: «Si sapeva da aprile che la Raggi non avrebbe appoggiato i Giochi e così è stato. Speravamo in uno spiraglio, invece la chiusura è stata netta. Ero ct della Grecia nel 2004 quando ci furono le Olimpiadi di Atene, quindi so che cosa vuol dire vivere i Giochi dal di dentro. Se Roma avesse vinto la corsa per i Giochi 2014, l’Italia avrebbe potuto schierare come Paese ospitante anche più Nazionali e atleti, dando una chance unica a tantissimi azzurri. Sarebbe stata un’opportunità per cancellare l’immagine di un Paese vittima di lobby e corruzione, del resto non mi sembra che l’Expo di Milano sia andata così male. Mi piange il cuore anche perchè a Roma 2024 magari avrei chiuso a 61 anni la mia carriera».
Realista ma molto dispiaciuta Diana Bacosi, 33 anni, oro a Rio nello skeet del tiro a volo: «Speravo che la sindaca potesse ripensarci, magari sentendo le esperienze di noi olimpionici che abbiamo firmato una lettera-appello. Ho respirato l’aria magica di Rio, una città che sicuramente ha grossi problemi ma ha saputo organizzare bellissimi Giochi. Roma 2024 poteva essere l’occasione per ridare luce all’Italia e invece…».
A Rio il judoka piemontese Fabio Basile, 21 anni, ha vinto lo storico oro n. 200 per l’Italia nella storia dei Giochi: «Ero entusiasta di Roma 2024 perchè far vedere un’Olimpiade dal vivo sarebbe stato un ottimo stimolo per avvicinare tanti ragazzini allo sport e, in alcuni casi, per levarli dalla strada. La sindaca Raggi avrà i suoi motivi, non mi intendo di politica, ma ho la sensazione che si sia persa un’occasione e una straordinaria vetrina anche per gli sport cosiddetti minori».
Candidare Milano o Napoli
Un altro olimpionico azzurro 2016 è Daniele Garozzo, 24enne siciliano, oro nel fioretto individuale: «Ho voluto gridare al mondo sui social il mio dispiacere. Era un progetto che coinvolgeva più città , da Torino a Palermo, passando per Cagliari. Questo no fa male, Roma si sarebbe dimostrata capace di gestire un’Olimpiade. Riflettiamoci e magari pensiamo a una candidatura di Milano o Napoli per i Giochi 2028».
Elia Viviani, 27enne olimpionico nell’omnium di ciclismo su pista, non ha gradito come la Raggi ha annunciato il suo no: «C’è modo e modo, ma la sindaca non mi è piaciuta. E bisognava pensarci prima. Mi dispiace molto, avrei potuto chiudere la mia carriera proprio a Roma 2014. Io giro il mondo per tutto l’anno e vi assicuro che dal punto di vista organizzativo l’Italia non teme confronti con gli altri Paesi».
Giorgio Viberti
(da “La Stampa”)
argomento: olimpiadi | Commenta »
Settembre 22nd, 2016 Riccardo Fucile LA SINDACA HA DISERTATO APPUNTAMENTO CON IL CONI ADDUCENDO IMPEGNI ISTITUZIONALI CON DELRIO… LA SINDACO BUGIARDA ERA AL RISTORANTE CON AMICI
Roma fino a ieri aveva un sindaco che non ha ancora spiegato come ha fatto ad avere una
consulenza legale dalla Asl di Civitavecchia senza essere iscritta nell’apposito albo cui la Asl era obbligata ad attingere.
Vicenda per la quale deve rispondere la dirigente Asl che le ha assegnato l’incarico e che casualmente è la madre di una parlamentare Cinquestelle.
Da ieri Roma ha anche ufficialmente una sindaca bugiarda.
“Avevo un impegno istituzionale”.
In conferenza stampa ha risposto così la sindaca di Roma Virginia Raggi a chi le chiedeva lumi sul ritardo di 37 minuti all’appuntamento con Giovanni Malagò e la delegazione del Coni, per parlare della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.
Una versione che, tuttavia, viene smentita da tre foto pubblicate in esclusiva dal Corriere dello Sport.
Nei tre scatti si vede Raggi a pranzo con due persone in un ristorante in Via dei Mille, alle 14.15, a pochi minuti dall’incontro (mai avvenuto) in programma alle 14.30.
In altri Paesi civili un sindaco che mente sarebbe già stata costretta alle dimissioni, non solo per manifesta incapacità , ma anche per il fatto di aver mentito spudoratamente.
In Italia ci sono ancora dei coglioni che la difendono.
(da agenzie)
argomento: olimpiadi | Commenta »
Settembre 22nd, 2016 Riccardo Fucile MALAGO’ NON FA SCONTI: “AVEVAMO CHIESTO ALLA RAGGI DI GOVERNARE IL PROGETTO, SI E’ TIRATA INDIETRO PER NON ASSUMERSI RESPONSABILITA'”
“Formalmente non è finita, ma nella sostanza quando un’amministrazione comunale fa venire meno la candidatura è chiaro che questo non è visto bene dalla comunità internazionale”.
Parla così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ai microfoni di “Radio Anch’io” su Radio1, all’indomani della decisione di Virginia Raggi, sindaca di Roma, di dire no alla candidatura per le Olimpiadi del 2024.
E aggiunge: “Oggi qualsiasi opera pubblica richiede un investimento, questa Amministrazione comunale aveva il diritto e il dovere di supervisionare, alla Raggi abbiamo detto ‘assumiti la governance e governa il processo'”
Oggi il numero uno dello sport italiano potrebbe vedere Renzi per un incontro su sport e periferie già programmato ed alle 14 sarà impegnato in una conferenza stampa al Coni sugli Europei del 2020 con il neo presidente dell’Uefa Ceferin ed alla quale dovrebbe esserci anche la Raggi.
Sui soldi fin qui spesi dal comitato promotore Roma2024 e su un eventuale danno erariale, Malagò ha precisato:”Noi siamo un ente pubblico, tutte le spese sono online, e si tratta di fondi del Governo. Dico che se qualcuno chiede perchè questi soldi sono stati spesi è chiaro che dovremo rimandare la domanda a chi sta bloccando una candidatura, visto che tuttora siamo ufficialmente candidati con il sostegno formale di tutti. In ogni caso, se si vuole controllare come sono stati spesi fin qui i soldi può controlla da subito” ha detto Malagò.
Una risposta a Di Battista che aveva chiesto conto delle spese, senza neanche sapere che sono on line.
E sulla vana attesa di ieri nell’anticamera della sindaca – era a pranzo in una trattoria mentre il presidente del Coni l’aspettava, Malagò ha aggiunto:”Io mi occupo 16 ore al giorno, da volontario, di sport. Mi aspettavo con speranza che l’amministrazione comunale accettasse con slancio questa opportunità , allo sport interessa organizzare al meglio un evento sportivo e dare una mano alla città piena di problemi. D’altra parte, qualsiasi opera pubblica oggi richiede un investimento. Noi abbiamo presentato un progetto che desse speranza e obiettivo ai giovani. Referendum? Andava fatto prima, ma non abbiamo problemi a confrontarci, anche perchè sappiamo benissimo che i numeri sono a nostro favore. I numeri che vengono sventolati sui costi e le incidenze, riguardano le edizioni del passato, noi siamo candidati perchè sono cambiate le regole del gioco della candidatura”.
(da agenzie)
argomento: olimpiadi | Commenta »
Settembre 22nd, 2016 Riccardo Fucile I GRILLINI DA CAMPIONI DELLA TRASPARENZA E DEL REFERENDUM POPOLARE A POLITICI CHE FUGGONO E SI NASCONDONO COME I LADRI DI PISA
Erano i campioni dello streaming. Brandivano le dirette di riunioni e di incontri più o meno segreti come
una clava con cui bastonare la “vecchia politica”, i partiti accusati di tutti i mali che affliggono l’Italia.
Ve li ricordati i poveri Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta costretti a subire le umiliazioni di consultazioni senza precedenti nella storia della Repubblica?
E l’urlo di Matteo Renzi “Beppe esci da questo blog”?
Avevano promesso di aprire il parlamento come una scatola di tonno e di portare la trasparenza nelle segrete stanze del potere.
Avevano promesso di consultare i cittadini per tutte le scelte più importanti, dal candidato al Quirinale ai traditori da espellere dal movimento.
Erano tutto questo. E forse lo saranno ancora. Ma l’eccezione (che conferma la regola?) c’è stata. E non poteva essere più dirompente.
Anche perchè, se la politica arretra davanti alla violenza mediatica del M5S, il Presidente del Coni Giovanni Malagò rilancia: “a grillino, grillino e mezzo”.
Così, dopo aver inseguito il sindaco Raggi per settimane e mesi, alla ricerca di un confronto sulle Olimpiadi che alla fine non c’è mai stato, ha chiesto che l’incontro, finalmente concesso a ridosso della conferenza stampa, fosse trasmesso in streaming. Un vero colpo basso per i cinque stelle che in genere sono abituati a rivendicare la trasparenza, non a subirla.
Un colpo basso a cui i grillini hanno reagito commettendo un passo falso (forse l’ennesimo in questa triste vicenda), rifiutando che telecamere e web dessero conto della fatidica riunione.
E allora la domanda sorge spontanea: che avrebbero detto loro se fosse accaduto l’inverso, se fosse stato il Coni a rifiutare la trasparenza?
Ma non finisce qui. In campagna elettorale, la futura sindaca Raggi aveva promesso che a decidere sarebbero stati i cittadini romani con un referendum. Bene.
E poi cos’è successo (per dirla con i Tiromancino)? Che il referendum non c’è stato. Che i romani, prima della conferenza stampa in cui Raggi ha emesso la sua sentenza di condanna a morte delle Olimpiadi, non hanno avuto la possibilità di sapere cosa pensasse il loro sindaco dei Giochi, se non da più o meno ben informati retroscena.
E che l’incontro con il Coni è saltato perchè il primo cittadino si è fatto attendere per quasi un’ora (ufficialmente a un incontro con il ministro Delrio, si è fatta poi beccare dai fotografi “attovagliata” in una trattoria romana).
Per carità , le belle donne possono anche farsi attendere, ma non quando rappresentano le istituzioni e soprattutto milioni di cittadini romani.
Bucare quell’appuntamento ha dato il senso dell’ennesima sgrammaticatura in una vicenda che fa acqua da tutte le parti.
E allora viene da chiedersi se sia solo un pasticciaccio brutto o una precisa strategia. Se il futuro di Roma (in attesa da 21 giorni dell’Assessore che dovrà occuparsi del suo disastrato bilancio) sarà di dialogo e confronto o di fuga e silenzio.
E, soprattutto, se mai qualcuno degli alfieri della trasparenza vorrà spiegarci cosa è successo davvero.
Speriamo solo di non doverlo scoprire attraverso l’ennesima, anonima pubblicazione di mail rubate.
Myrta Merlino
(da “Huffingtonpost”)
argomento: olimpiadi | Commenta »