Aprile 14th, 2018 Riccardo Fucile
SONO 154 LE PERSONE RISULTATE ISCRITTE A LORO INSAPUTA
Il giudice monocratico del Tribunale di Bari Lucia De Palo ha condannato cinque persone, fra le quali l’ex senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, e ne ha assolte sei nel processo su un presunto giro di tessere false per il congresso del Pdl, celebrato a Bari nel febbraio del 2012.
In particolare il giudice ha condannato a 17 mesi di reclusione e al pagamento di 550 euro di multa D’Ambrosio Lettieri, il suo collaboratore Giuseppe Casalino e all’epoca vicedirettore dell’ufficio postale del centro commerciale Mongolfiera al quartiere Japigia.
L’allora consigliere comunale di Valenzano Francesca Ferri è stata condannata ad un anno di reclusione e un altro attivista, Michele Santorsola, ad otto mesi reclusione.
A tutti gli imputati, condannati a vario titolo per violazione della legge sulla privacy e appropriazione indebita, è stata concessa la sospensione della pena. Sono in totale 154 le persone che sarebbe state iscritte al Pdl a loro insaputa. Il giudice ha condannato i cinque imputati a risarcire 14 cittadini e la Lilt, costituiti parti civili nel processo.
Dario Papa si sarebbe appropriato delle carte d’identità di alcuni correntisti, procedendo a loro nome al pagamento dei bollettini necessari per l’iscrizione al partito.
Ad occuparsi del pagamento delle quote, su istigazione di D’Ambrosio Lettieri, sarebbe stato Casalino. Francesca Ferri, invece, avrebbe utilizzato i documenti di alcune persone iscritte alla Lilt di Valenzano (Lega Italia per la Lotta contro i Tumori) di cui lei all’epoca era presidente.
Il giudice ha poi assolto “per non aver commesso il fatto” i referenti del partito in alcuni comuni della provincia, avvocati o titolari di un’azienda, che erano accusati di aver approfittato delle loro attività professionali per ottenere dati personali e documenti d’identità di ignari cittadini che poi sarebbero stati iscritti a loro insaputa al PdL.
Tra questi anche il nipote del senatore, Ameglio D’Ambrosio Lettieri, difeso dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto. “La vicenda doveva tutt’al più concludersi con un giudizio di riprovevolezza morale e politica per gli imputati, non con una sentenza di condanna per reati, peraltro difficilmente configurabili” ha dichiarato l’avvocato Fabio Campese, difensore di Francesca Ferri.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 19th, 2013 Riccardo Fucile
SISINNIO PIRAS: “LI DOVEVO OFFRIRE AI CONVEGNI SULL’OBESITA'”, MA LA PROCURA NON GLI CREDE
E’ stato arrestato a Cagliari dai carabinieri e dalla guardia di finanza il consigliere regionale Sisinnio Piras (Pdl), nell’ambito dell’inchiesta sul presunto uso illecito dei fondi ai gruppi del Consiglio regionale.
Sotto accusa una serie di convegni che per la procura non si sarebbero mai tenuti ma che sarebbero serviti a giustificare spese per 24mila euro.
Sospetti anche gli acquisti di decine di maialetti.
Piras è stato raggiunto da carabinieri e guardia di finanza mentre si trovava nella sua abitazione.
A far scattare l’arresto ci sarebbe la necessità di evitare un inquinamento probatorio dopo le perquisizioni di cui era stato oggetto dei primi giorni di novembre.
Fiamme Gialle e carabinieri avevano perquisito l’abitazione dell’esponente politico alla ricerca di documenti relativi a una serie di convegni di Medicina sportiva organizzati nella palestra Azzurra 2000 di Villacidro, intestata alla moglie del consigliere regionale.
In realtà , secondo l’accusa, i convegni non si sarebbero talvolta tenuti, ma sarebbero serviti per giustificare circa 24mila euro di fondi destinati al gruppo Pdl.
Ma non solo, gli investigatori avrebbero cercato di accertare anche il consumo di decine di maialetti durante i banchetti seguiti ai convegni nonchè il fatto che le sedie utilizzate risulterebbero acquistate, mentre testimoni avrebbero sostenuto che i partecipanti ai dibattiti si portavano le sedie da casa.
Sisinnio Piras è il terzo consigliere regionale del Pdl e quarto arrestato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi della Sardegna.
Nel novembre scorso erano finiti in manette l’ex capogruppo del Pdl e poi alla guida di “Sardegna è già domani”, Mario Diana, il consigliere e presidente della Commissione Cultura, Carlo Sanjust (Pdl), e l’imprenditore Riccardo Cogoni, quest’ultimi due ora ai domiciliari.
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Dicembre 19th, 2013 Riccardo Fucile
IL CONTRATTO SHOCK TRA ASSESSORE E SEGRETARIA: TROVATO ALL’ASSESSORE ALLA CULTURA DE FANIS, AGLI ARRESTI PER TANGENTI…LE PRESTAZIONI PAGATE 3.000 EURO AL MESE
C’era un contratto sessuale in vigore negli uffici della Regione Abruzzo.
Un documento vero e proprio. Lo aveva redatto e sottoscritto – nero su bianco – l’assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis.
E in quel contratto, il politico del Pdl, 53 anni, medico, eletto alla Regione a suon di voti, pretendeva sesso dalla sua segretaria.
La donna doveva “stare insieme” all’assessore – è scritto testualmente nel documento – almeno quattro volte in un mese. Per fare “l’amore”.
Così è riportato nell’accordo in vigore da diversi mesi. Tutto avveniva in cambio di denaro: trentaseimila euro annui.
E lei, 32 anni, giovane e avvenente componente dello staff di De Fanis, che già aveva ottenuto da lui l’incarico di componente della sua segretaria particolare (da 1.200 euro al mese) per altro senza vincere nessun concorso, quell’ulteriore contratto – questa volta sessuale – lo aveva firmato.
E ne teneva una copia in casa.
Ed è proprio lì che, un mese fa, gli agenti della polizia giudiziaria della Procura di Pescara l’hanno trovato, seppur strappato in mille pezzi.
Quando hanno varcato la soglia della casa della donna che si trova in un piccolo paese della provincia di Chieti, per notificarle un ordine d’arresto (con l’accusa di essere complice dell’assessore nel chiedere tangenti ai piccoli operatori culturali), gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno notato subito quei foglietti strappati e buttati nel cestino.
Ci sono poi volute alcune settimane per rimettere insieme i pezzi e valutare con attenzione il contenuto di quella “prova” e il suo reale significato. E la scoperta è stata sorprendente.
La conferma è poi arrivata, pochi giorni fa, dalla stessa segretaria, durante il suo ultimo interrogatorio.
Incalzata dalle domande del pm Giuseppe Bellelli ha chiarito la natura di quel contratto. “L’assessore era ossessionato da me… – ha messo a verbale – mi ha costretto a firmarlo. Io non ho potuto rifiutare. Ho avuto paura…” questa è stata la sua difesa. La sua spiegazione.
“Voglio uscire da questa storia, sono additata da tutti come “quella lì” e io non ha fatto nulla: però non ho preso un centesimo di quelle tangenti e ignoro cosa sia successo…” ha detto al pm.
“Io avevo un lavoro nella sanità a tempo indeterminato ma, in quel periodo mi trovavo in una situazione particolare perchè mia madre stava male. È stato De Fanis a propormi di fare la sua segretaria. Mi misi in aspettativa e accettai il lavoro perchè avrei potuto gestire meglio i miei problemi perchè dovevo lavorare per 3 giorni. De Fanis mi propose il lavoro, anche se non ho mai partecipato alle sue campagne elettorali, anzi io ho la tessera del Pd… “.
Il secondo contratto è stato poi un passaggio obbligato, ha spiegato.
La segretaria ha ammesso di aver avuto una relazione con l’assessore e di essere stata costretta a onorare quel contratto.
“Vai a timbrare, poi esci e vai a farti bella…. ” le diceva De Fanis al telefono senza sapere di essere intercettato “poi ritorni e timbri. Basta che fai quattr’ore… Chi ti conta la jurnata… capit?”.
“In Regione è una consuetudine timbrare e uscire per faccende personali – si è difesa la segretaria – Quando sono entrata lì nell’ottobre 2012 in molti facevano così. Io partecipavo a missioni, a riunioni esterne. Una volta sola sono andata dall’estetista. Anche i miei colleghi si comportavano così e non credevo di fare nulla di male…”.
“Ora la mia vita è un incubo. Non vado più in giro per il mio paese. Ricevo telefonate anonime, gente che mi vuole incontrare, che mi insulta. L’impatto dell’arresto sulla mia vita è stato devastante, perchè sono mamma di una bambina piccola”.
Certo è che dal verbale del suo interrogatorio è emersa con tutta evidenza la storia di un ufficio pubblico regionale – deputato a programmare i soldi da destinare al settore della cultura – trasformato in un’alcova.
E asservito alle volontà dell’assessore.
De Fanis ora dovrà rispondere anche di peculato perchè come è scritto nelle carte dell’inchiesta avrebbe “utilizzato con la segretaria la macchina della Regione per viaggi privati a Roma e a Bologna dissimulando le finalità esclusivamente personali dietro la finalità istituzionale”.
Giuseppe Caporale
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Dicembre 18th, 2013 Riccardo Fucile
L’INSIGNE POETA EX COMUNISTA NON HA IL SENSO DEL RIDICOLO: PERCHE’ MAI ALFANO NON DOVREBBE ANDARE? LUI NON E’ UN PREGIUDICATO
Impedimenti legali. Che però non mancano di scatenare, ancora una volta, la discussione.
A tuonare, sì, contro i giudici, ma poi anche contro il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano – quello nato dalla scissione interna al Pdl in rappresentanza dei cosiddetti ‘governativi’ – ci pensa Sandro Bondi, esponente di Forza Italia, partito che oggi si colloca all’opposizione.
Dinanzi al divieto imposto dai magistrati a Silvio Berlusconi di uscire dai confini dell’Italia per volare all’estero dopo la condanna in Cassazione per frode fiscale, Bondi prende carta e penna per dire che “se la magistratura dovesse impedire al presidente Berlusconi di recarsi al vertice” belga “del Ppe, senza che nessuna voce delle istituzioni avverta il dovere di segnalare una grave anomalia della nostra vita democratica, consiglierei ad Alfano di declinare l’invito per onorare una storia di cui ha fatto parte e per sollevare un problema che riguarda la nostra democrazia, che pure il suo partito solleva almeno nelle enunciazioni di principio”.
A parte che l’unica anomalia esistente nel nostro Paese è quella di un pregiudicato che pretende di dettare legge, il problema non riguarda la nostra democrazia, ma il semplice rispetto delle norme vigenti.
Berlusconi non può espatriare, se ne faccia una ragione il poeta ex comunista. E Alfano (che pregiudicato non è) può andare dove gli pare senza dover chiedere il permesso a Bondi.
La pretestuosa polemica è esplosa alla vigilia della riunione – fissata per domani nel castello di Meise, alle porte di Bruxelles – del Partito popolare europeo.
Quella famiglia politica, cioè, che raccoglie e rappresenta in seno all’Ue le forze moderate, democristiane e conservatrici.
Al summit (a cui parteciperanno il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso e la cancelliera Angela Merkel) era già stato annunciato da tempo l’invito spedito ad Angelino Alfano in qualità di vicepremier e a Ferdinando Casini come presidente dell’Internazionale cristiano-democratica.
In un primo momento, però, si era sparsa la voce che Berlusconi non rientrasse nella ‘rosa’.
Circostanza, questa, che secondo i bene informati aveva fatto arrabbiare, e non poco, lo stesso ex premier.
A ruota, tuttavia, è stato lo stesso portavoce del Ppe a precisare che alla riunione “sono stati invitati i leader dei tre partiti” che fanno parte del Ppe, ovvero Forza Italia, Nuovo CentroDestra e Udc, senza fare alcun accenno agli eventuali impedimenti legali per il Cavaliere.
Impedimenti che però sussistono visto che dopo la sentenza sul processo Mediaset l’ex senatore è stato privato del passaporto.
Se uno non avesse commesso reati, nulla gli avrebbe impedito di partecipare: tutto qua.
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Dicembre 14th, 2013 Riccardo Fucile
SILVIA GARNERO CERTIFICO’ COME VERE DECINE DI FIRME RELATIVE AL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA DEI RADICALI, APPOGGIATO DAL PDL
Silvia Garnero, assessore alla provincia di Milano con delega a Expo 2015 e alla moda, è indagata per falso in atto pubblico in un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dal pm Paolo Filippini.
Secondo l’accusa la Garnero avrebbe certificato come regolari alcune decine di firme risultate invece false, per la presentazione dei referendum sulla giustizia promossi nei mesi scorsi dai Radicali.
All’inizio di settembre, proprio nella sede del Pdl di viale Monza si era tenuta la conferenza stampa per lanciare la campagna di raccolta firme a sostegno dell’iniziativa dei radicali, ma a due mesi di distanza nessuno dei quesiti proposti raggiunse il quorum.
Nella primavera del 2009 la sua nomina della Garnero contribuì a rafforzare le quote rose nella neo giunta provinciale di Milano governata da Guido Podestà .
Il più giovane assessore d’Italia, appena 25 anni allora, bella presenza, un curriculum politico inevitabilmente scarno, ma una grande dote da spendere: la parentela con l’allora sottosegretario del Pdl Daniela Santanchè.
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Dicembre 4th, 2013 Riccardo Fucile
A “FUNAMBULI” SU LA LA 7 DURA POLEMICA TRA IL GIORNALISTA E L’EUROPARLAMENTARE : “CENE ELEGANTI? CHE FA, MI MINACCIA?”
Duro scontro tra il giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, Carlo Tecce, e l’europarlamentare del Pdl, Licia Ronzulli, entrambi ospiti del talk show di approfondimento “Funamboli”, su 7Gold.
Miccia del dibattito: il processo Ruby, per il quale i giudici della quarta sezione penale di Milano hanno depositato le motivazioni della condanna del Cavaliere a sette anni di reclusione per concussione e prostituzione minorile.
Tecce sottolinea: “Quello che è poco discutibile in questo processo è che Berlusconi, all’epoca presidente del Consiglio, era ricattabile“.
“Ricattabile da chi?”, insorge la Ronzulli.
Ma la firma del Fatto prosegue il suo intervento, menzionando la telefonata dell’ex premier alla Questura per far rilasciare Ruby, all’epoca minorenne.
“Berlusconi non ha chiamato la Questura per farla rilasciare, ma per chiedere informazioni“, interrompe nuovamente l’europarlamentare, che polemizza anche con il conduttore Alessandro Milan.
“Voglio mettere i fatti in fila”, ribatte Tecce.
“I suoi fatti in fila”, continua la Ronzulli.
“Veramente non ho ricordato la sua telefonata con Nicole Minetti“, controbatte il giornalista.
“E allora?” — replica l’eurodeputato, agitandosi — “La ricordi. Lo faccia, non c’è nessun problema”.
Tecce sottolinea: “Lei è un’europarlamentare che si occupa di pari opportunità e ci sono tante telefonate in cui lei organizza le feste con Marysthell Polanco“.
“Sembrava quasi una minaccia la sua“, ripete continuamente la Ronzulli.
“Nessuna minaccia” — controreplica Tecce — “volevo solo ricordarle la sua attività di europarlamentare”
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Dicembre 3rd, 2013 Riccardo Fucile
A MARGINE DELLA SENTENZA CHE L’HA VISTA CONDANNATA A 4 GIORNI DI ARRESTO PER LA MANIFESTAZIONE ANTI-BURKA, SPOPOLA SUL WEB LA GAFFE DELLA PITONESSA
“E’ proprio vero che la legge è uguale per tutti, ho ricevuto lo stesso trattamento che hanno ricevuto i centri sociali, i no Tav e i black box”.
Daniela Santanchè furiosa dopo la condanna ricevuta per manifestazione non autorizzata, dimentica il nome dei “devastatori urbani” e consegna alle Tv che raccoglievano le sue reazioni alla sentenza, una chicca che spopola sul web, inventando la nuova categoria di black box, una via di mezzo tra gli attivisti no global e i pacchi in consegna da parte dei corrieri.
Ricordiamo che nella sua veste di imputata il giudice monocratico l’ha condannata a 4 giorni di arresto e a cento euro di ammenda, con il riconoscimento delle attenuanti generiche: la pena che è stata commutata in un’ammenda di 1.100 euro.
La richiesta di pena formulata dal pubblico ministero era stata di un mese di arresto e 100 euro di multa.
Nelle sue vesti di parte offesa, invece, a suo favore il giudice ha disposto un risarcimento di diecimila euro che dovrà versarle El Badry, a sua volta condannato anche a una multa di 2.500 euro per il reato di lesioni.
Per lui il pm aveva chiesto un’ammenda di 2mila euro.
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Dicembre 3rd, 2013 Riccardo Fucile
IL CAVALIERE INVECE HA IL DISCO ROTTO: “COME POSSONO GLI ALFANIANI COLLABORARE CON CHI MI HA UCCISO POLITICAMENTE?”
“Un partito come il Pd che non è capace di garantire i diritti dei suoi avversari non è credibile“. Queste parole non sono state pronunciate da un “falco” di Forza Italia, ma da Luciano Violante, esponente dello stesso Partito democratico.
“Silvio Berlusconi aveva il diritto di difendersi davanti alla giunta per le immunità del Senato”, ha aggiunto l’ex presidente della Camera, intervenendo alla presentazione di un libro all’Università Luiss insieme al ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello.
Un concetto, quello del diritto alla difesa del Cavaliere, che l’esponente democrat aveva già espresso in passato e che ribadisce con forza una volta chiusa la questione decadenza.
“E’ grave che alcuni senatori del Pd abbiano espresso il loro orientamento prima di aver consultato tutti i documenti a loro disposizione”.
Secondo Violante, il berlusconismo “ha contagiato la sinistra nel senso che è stato anteposta la rivincita sull’avversario rispetto al dato programmatico che consente agli elettori di fare una scelta politica. Si tratta di una visione distorta della politica perchè l’unico problema è vincere, mentre una classe dirigente che si candida al governo deve sapere che si tratta di un onore, non di un privilegio”.
E se la decadenza di Berlusconi crea tensioni a sinistra, figuriamoci sull’altro versante del Parlamento. “Non capisco come i nostri amici possano collaborare con chi ha ucciso politicamente il loro leader, la gente li ha già giudicati”, è stata la stoccata lanciata dall’ex premier nei confronti del Nuovo Centrodestra.
E anzi, ipotizza un futuro senza Alfano come alleato: “Se ci sarà il ritorno al Mattarellum potremo andare da soli”.
“Al Senato, il giorno del voto sulla mia decadenza, c’è stato un colpo di Stato“, ha rincarato la dose il Cavaliere, parlando all’assemblea dei gruppi di Forza Italia. Berlusconi ha tirato fuori anche un suo pezzo forte, l’attacco contro Magistratura Democratica: “Le tesi estremiste non fanno bene, ricordiamo come si arrivò alle brigate rosse. La P2 era un’accolita di illusi, mentre questi sono organizzati per scalare potere, ruoli, posizioni”.
Ma da Forza Italia smentiscono che le frasi su Magistratura Democratica riportate dalle agenzie di stampa corrispondano a quelle effettivamente pronunciate.
(da “La Repubblica“)
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Novembre 28th, 2013 Riccardo Fucile
A 24 ORE DALLA DECADENZA DI BERLUSCONI I COMPONENTI DI GOVERNO FEDELI AL CAVALIERE SONO ANCORA ALL’INTERNO DELL’ESECUTIVO…C’E’ CHI LASCERA’ (SANTELLI E MICCICHE’) E CHI RINUNCIA ALL’INCARICO NEL PARTITO. GLI ALTRI? NON SI SA
Forza Italia è ancora al governo, a due giorni dallo strappo di Silvio Berlusconi e all’indomani della decadenza del Cavaliere da senatore.
I ministri, come si sa, sono tutti con il vicepresidente Angelino Alfano.
Ma cosa fanno ancora lì viceministri e sottosegretari?
Qualcuno ha già deciso: la sottosegretaria al Lavoro Jole Santelli ha già dato le dimissioni: “Le ho consegnate a Berlusconi e al partito, al fine di consentire che siano loro a scegliere il momento opportuno che la delegazione di sottosegretari di Forza Italia le rassegni inviandole alla sede istituzionalmente corretta”.
Scelta opposta quella di Rocco Girlanda, sottosegretario ai Trasporti che ha scelto di restare nella squadra di governo e di abbandonare l’incarico di coordinatore regionale in Umbria di Forza Italia.
Insomma: se da una parte i berlusconiani fedelissimi accusano gli ex colleghi di partito di aver fatto una scissione solo per rimanere attaccati alle poltrone, ora la critica viene respinta al mittente.
“Cugini, chi sono i poltronisti?” si chiede Roberto Formigoni su Twitter. ”Fino a due ore fa — segnalava lo stesso Alfano in una conferenza stampa della mattinata — mi risulta che nessuno dei vice ministri e sottosegretari, ma neanche nessuno dei presidenti di commissione ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico”.
E infine lo stesso capo del governo Enrico Letta invitava a trarre “le conseguenze”. La delegazione di Forza Italia è al Quirinale e probabilmente qualche risposta arriverà da lì.
Ma ad oggi quelle di Santelli e Girlanda sono le uniche posizioni definite. In scia di Girlanda c’è Cosimo Ferri, ex segretario di Magistratura Indipendente e sottosegretario alla Giustizia: “Sono un tecnico”. Quindi, niente dimissioni. Gianfranco Miccichè, eletto con Grande Sud e sottosegretario alla Pubblica Amministrazione ha detto stasera che si dimetterà . Nessune notizie da Walter Ferrazza, aderente al Mir di Gianpiero Samorì e sottosegretario agli Affari regionali, e Bruno Archi, viceministro agli Esteri.
Ma non ci sono solo i componenti dell’esecutivo.
I posti di presidente di commissione fanno certo gola. Alcuni, come quelli della Affari Costituzionali e della Finanze della Camera occupati rispettivamente da Francesco Paolo Sisto e Daniele Capezzone sono anche di un certo peso.
A farsi sotto — per gli uni e per gli altri incarichi — è stata subito Scelta civica, con il senatore Gianluca Susta che fuori dai denti ha spiegato: “Se ci fossero posti che si rendono liberi è giusto che anche una nostra rappresentanza venga presa in considerazione”.
Tra le altre commissioni guidate da Forza Italia ci sono al Senato la Lavori pubblici (Altero Matteoli) e la Giustizia (Francesco Nitto Palma) e alla Camera la Difesa (Elio Vito) e la Cultura (Giancarlo Galan).
(da “il Fatto Quotidiano“)
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