Settembre 16th, 2020 Riccardo Fucile
REAZIONI SOCIAL, VIENE FINALMENTE CORRETTO DOPO QUALCHE ORA
Una gaffe, poi corretta, che non è sfuggita agli occhi dei lettori del Televideo Rai e agli impietosi commenti sui social.
Battendo la notizia dell’incendio Porto Ancona, il servizio di Teletext della televisione pubblica ha commesso un errore: ha scritto che il rogo è stato nell’area portuale di Genova. In molti si sono accorti dell’inesattezza e hanno pubblicato gli screenshoot sui social. Poi il tutto, dopo alcune ore, è stato corretto.
A mostrare cosa compariva questa mattina nella sezione ’24 ore non stop’ è stato Michele Anzaldi attraverso il suo profilo Twitter.
L’incendio porto Ancona è diventato, dunque, un rogo nell’area portuale di Genova. Da una parte le Marche, con la costa adriatica (dove è realmente accaduto il fatto); dall’altra la Liguria che si affaccia sul Mar Tirreno.
Un errore che, dunque, non è rimasto inosservato (anche perchè è stato corretto solo qualche ora dopo).
Una gaffe che compariva anche tra le ultim’ora comparse all’alba di questa mattina.
Al netto dell’errore del Televideo Rai, la situazione al porto di Ancona sta lentamente rientrando. Serviranno altri giorni per effettuare le perizie sul luogo del rogo per capirne le cause. Nel frattempo, questa è la notizia positivi, non si registrano feriti e vittime. Si dovrà valutare, adesso, quale sarà l’effetto sull’ambiente di quelle fiamme.
(da agenzie)
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Luglio 30th, 2020 Riccardo Fucile
IL CLAMOROSO SVARIONE DELLA GIORNALISTA PARLAMENTARE SPADORCIA… LE SCUSE DELLA DIREZIONE DEL TG2
La diretta, a volte, può giocare brutti scherzi. È il caso del servizio del Tg2 che, proprio in una diretta dal Senato a pochi secondi dalla chiusura delle votazioni sul caso Open Arms, ha annunciato “il colpo di scena”.
“Salvini non andrà a processo, non è stata concessa l’autorizzazione”. La giornalista era nella sala dei Postergali, quella usata per le dirette nella quale non ci sono agenzie, non ci sono computer e non ci sono nemmeno schermi dai quali seguire i lavori in Aula.
“lo spoglio si è concluso pochi istanti fa – ha annunciato la conduttrice del Tg2 – in diretta dal Senato abbiamo Maria Antonietta Spadorcia”.
La cronista posa il telefono e prende la parola. “È proprio di ora il risultato, non è passata l’autorizzazione a procedere…” è stato l’incipit del servizio della cronista di Palazzo Madama. Pare che l’errore di interpretazione del voto dell’Aula le sia stato suggerito al telefono, pochi istanti prima della diretta, dal suo caporedattore.
“Sembrava un voto scontato – prosegue lo sfortunato servizio – visto anche il sì di Iv. E invece no, ci sono stati 141 voti favorevoli ma 149 no. Quindi Salvini non andrà a processo. Questo è davvero un colpo di scena perche tutta la maggioranza era compatta per dire che non c’era interesse generale”. “Ma il centrodestra compatto ha detto no: Salvini ha fatto l’interesse generale”.
Protagonista della clamorosa gaffe una giornalista parlamentare con vent’anni di esperienza e scrittrice. Suo il libro “Di corsa e di carriera”, edito da Macchioni, prefazione Vittorio Sgarbi.
Questa volta, ironia della sorte, andare in onda di corsa ha procurato alla conduttrice un inciampo di carriera. Il suo svarione non è passato inosservato. E come avrebbe potuto non essere notato, del resto, vista tra l’altro l’enfasi con cui annunciava che “il centrodestra, compatto, ha detto che Salvini ha fatto l’interesse generale”.
“Nell’edizione del Tg2 delle 18.15, subito dopo l’annuncio della presidente del Senato Casellati del risultato della votazione sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, durante un collegamento abbiamo erroneamente detto che con il voto l’autorizzazione a procedere non sarebbe stata concessa, mentre il Senato ha autorizzato il processo al senatore Salvini”.
Così, in una nota, la direzione del Tg2. “È stato un grave errore di interpretazione del risultato, che abbiamo corretto qualche minuto dopo con un vivo del conduttore. Ci scusiamo comunque – conclude la direzione del Tg2 – per aver indotto in errore i nostri ascoltatori”.
(da agenzie)
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Febbraio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
FAREBBE MEGLIO A VERGOGNARSI DI TUTTE LE IGNOBILI MARCHETTE CHE HA FATTO ALLA LEGA
Stamattina Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, ci teneva a sfogarsi su Facebook perchè non dorme la notte e si sveglia di soprassalto a causa degli attacchi che riceve. Il povero Sangiuliano, come d’abitudine, non fa i nomi di chi lo attacca ma è piuttosto facile capire con chi ce l’ha.
“Non dormire la notte, svegliarsi di soprassalto, essere bersaglio quotidiano, indicato all’indice come pubblico scandalo, oggetto delle invettive (quasi sempre basate su fatti inesistenti) da parte di un deputato che si fa forte della sua immunità per picchiarmi come si può fare ad una persona con le mani legate.”
Qui Sangiuliano parrebbe avercela con Michele Anzaldi, membro della commissione RAI e di Italia Viva.
Ma non è vero che l’immunità protegge in generale i deputati dal pagare le conseguenze di eventuali affermazioni diffamatorie o per altro tipo di reato. La Corte Costituzionale ha infatti in molte occasioni ribadito che se chi gode di immunità parlamentare esprime un’opinione al di fuori della sede in cui esercita le sue funzioni (quindi la Camera o il Senato), l’insindacabilità regge se c’è un nesso funzionale tra le sue affermazioni e l’attività svolta come parlamentare.
Poi Sangiuliano continua:
“Un altro politico ha scritto su Twitter che la mi testa deve “rotolare”. Tutto documentato e fotografato. E risparmio il catalogo dettagliato e ampio delle minacce.
Anche qui il direttore del Tg2 non fa nomi. Ma basta una rapida ricerca su Twitter per trovare che a dire qualcosa del genere è stato Tomaso Montanari. Che, piccolo dettaglio, non è un politico.
E’ un vero peccato che Sangiuliano, forse confuso dall’insonnia, non abbia ritenuto di dovere, come sarebbe necessario per tutti i giornalisti, spiegare il contesto dell’affermazione di Montanari. Ovvero un tweet in cui si segnalava che in un servizio del Tg2 era stata attribuita agli americani la liberazione di Auschwitz.
Purtroppo del clamoroso errore, che ha causato uno sbanderno di risa in tutto l’Internet, Sangiuliano non ha ritenuto di dover mettere a parte i suoi amici su Facebook.
Ed è un peccato che sempre Sangiuliano non abbia potuto aggiungere una parola di spiegazione alle piccole perle che ci ha regalato il suo Tg2 in questi anni di conduzione.
Come la marcetta di Salvini a Torpignattara, il servizio sul libro che l’indomani avrebbe presentato proprio il direttore, la multa per il mancato rispetto della par condicio, quella volta che parlarono dei rubli di Togliatti per giustificare quelli alla Lega e, dulcis in fundo, quella volta che per poco la Svezia non ci dichiarava guerra per un loro servizio.
Insomma, è proprio una persecuzione quella contro di lui, vero?
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 14th, 2020 Riccardo Fucile
LA VERGOGNA DI TELEVISEGRAD SANZIONATA DA AGCOM… ALTRO CHE RAI (OVVERO I CONTRIBUENTI) DEVONO PAGARE DI TASCA I RESPONSABILI
Il Consiglio dell’Agcom ha accertato, con due diverse delibere, alcune violazioni degli obblighi di contratto di servizio da parte della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo.
In particolare, in merito a numerosi episodi riguardanti la programmazione diffusa dalle tre reti generaliste, l’Autorità ha accertato il mancato rispetto da parte di Rai dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo e ha irrogato una sanzione pecuniaria di 1,5 milioni di euro.
“Stiamo approvando una ‘risoluzione’ per far sì che le multe per queste violazioni siano pagare dai responsabili – dichiara Michele Anzaldi (Iv), segretario della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi – il voto è previsto per le prossime settimante, ma alla luce di questa pesante multa l’ad della Rai Fabrizio Salini potrebbe anticipare i tempi e contestare le sanzioni a chi ha causato le infrazioni”.
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deciso di irrogare la sanzione, con il voto contrario del commissario Mario Morcellini e l’astensione del commissario Francesco Posteraro
L’Autorità ha poi diffidato la concessionaria pubblica affinchè elimini, nella vigenza del contratto di servizio 2018-2022, le violazioni e gli effetti delle infrazioni accertate, adottando specifiche misure volte a garantire il rispetto degli obblighi e a evitare il ripetersi delle violazioni in futuro, richiamando l’importanza della responsabilità editoriale pubblica della concessionaria.
“Nella vigilanza della missione di servizio pubblico – precisa Agcom – non sono le singole fattispecie, su cui la società ha spesso messo in atto azioni ripristinatorie o correttive, a rilevare ma l’effetto che tali condotte hanno generato e potrebbero generare sui valori della collettività e i diritti dei cittadini, nonchè sul valore di utilità pubblica e sociale del canone del servizio della concessionaria”.
L’Autorità ha inoltre accertato, all’unanimità , il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza, in relazione al pricing effettivamente praticato, dalla concessionaria, nella vendita degli spazi pubblicitari.
Di conseguenza, l’Agcom ha diffidato la Rai a cessare immediatamente i comportamenti contestati, anche al fine di consentire ad Agcom la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità ) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico.
(da agenzie)
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Febbraio 1st, 2020 Riccardo Fucile
BLOCCATI UN PAIO DI GIORNALISTI PRIMA CHE SI METTESSERO LE MANI ADDOSSO… IL TG SOVRANISTA HA AVUTO UN CROLLO DI ASCOLTI E I SALVINIANI SONO NERVOSI
Ieri abbiamo raccontato dell’assemblea interna del Tg2 finita in rivolta a causa dei risultati sempre più deludenti negli ascolti e dello spostamento troppo netto del telegiornale sull’asse leghista. Oggi Il Fatto Quotidiano dettaglia meglio i termini dello scontro in un divertentissimo articolo a firma di Gianluca Roselli:
“E tu chi ca…sei?”. “Ora ti rompo il c…”.“Ti aspetto fuori…”. Non siamo al bar dello sport ma all’assemblea di redazione del Tg2 andata in scena giovedì per quasi 8 ore. Una lunghissima riunione dove sono deflagrate tutte le perplessità di una parte consistente (ma non maggioritaria) della redazione nei confronti della linea sovranista imposta dal direttore Gennaro Sangiuliano che, a loro dire, è anche causa del preoccupante calo di ascolti sia nell’edizione delle 13, la più importante, che in quella delle 20.30.
Le critiche però non sono state prese per niente bene da quella parte della redazione che sta dalla parte del direttore nominato in quota Lega. E così sono andati in scena insulti, urla e minacce. Fino alla rissa quasi sfiorata,con il giornalista Roberto Taglialegna che si è scagliato contro il segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani.
Per fermare il caporedattore del Tg2 sono dovuti intervenire un paio di colleghi. Ma Di Trapani era stato pesantemente insultato anche poco prima da Mario Scelba, omonimo e nipote del ministro democristiano, anch’egli caporedattore del telegiornale.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 31st, 2020 Riccardo Fucile
L’ASSEMBLEA DEI GIORNALISTI DURA SEI ORE, VOLANO INSULTI, META’ CONTESTANO IL DIRETTORE SANGIULIANO
Repubblica racconta oggi in un articolo a firma di Giovanna Vitale che ieri un’assemblea dei giornalisti del Tg2 ha rischiato di avere un tragico epilogo. Sotto accusa c’era il calo di ascolti del telegiornale guidato da Gennaro Sangiuliano, entrato in Rai con Augusto Minzolini anni fa e oggi sostenitore della linea di Matteo Salvini.
È durata oltre sei ore l’infuocata assemblea dei giornalisti del Tg2, organizzata per discutere del crollo degli ascolti e finita in rissa. Metà della redazione ha contestato la linea sovranista inaugurata da Gennaro Sangiuliano, chiamato al timone da Matteo Salvini. Sono volate parole grosse e insulti, anche all’indirizzo del segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani.
«Se non sei d’accordo con la linea politica del direttore te ne devi andare», è stato urlato in faccia a una conduttrice piuttosto critica. «Un clima di intimidazione», che ha rischiato seriamente di trascendere. Tant’è che il Cdr non è riuscito neanche a far approvare un banale comunicato di preoccupazione dovuta al calo dello share. Giudicato troppo blando per gli anti-Sangiuliano e offensivo per i suoi sostenitori.
L’epicentro dei problemi Rai resta comunque il cda. Dove è sempre più insanabile la frattura fra l’ad e una parte dei consiglieri, presidente in testa, tornato ieri ad attaccare la scelta di tenere in gara a Sanremo il rapper Junior Cally («È eticamente inaccettabile»). Non contento, Foa ha anche chiesto l’audizione di Pietro Gaffuri, il responsabile dell’attuazione del piano industriale, che andrà in pensione fra poche settimane.
Il manager non si è fatto pregare: ha scaricato la responsabilità del suo addio anticipato su Salini, che lo non avrebbe messo nelle condizioni di lavorare al meglio.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 14th, 2020 Riccardo Fucile
TERESA DE SANTIS SOSTITUITA DA SALINI PRIMA DI SANREMO
Teresa De Santis, direttrice della RAI in quota Lega, è stata silurata da Fabrizio Salini prima della conferenza stampa di presentazione di Sanremo e ora minaccia di fare causa all’azienda. Lo racconta oggi il Fatto Quotidiano, che spiega che al suo posto arriverà l’attuale direttore di Rai3 Stefano Coletta, gradito a Pd e 5Stelle.
SALTA, dunque, la persona che insieme al direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, più ha rappresentato la Rai sovranista che guarda a Matteo Salvini, con polemiche a non finire sulle sue scelte, sia quelle andate in porto (affidare Unomattina a Roberto Poletti), sia quelle evaporate (dare una striscia quotidiana a Maria Giovanna Maglie). De Santis ha provato a resistere ma, complici anche gli ascolti in calo e forse un rapporto ultimamente incrinato anche con Matteo Salvini, alla fine non ce l’ha fatta
Pur tra qualche perplessità , arriverà Coletta, che prenderà anche la direzione dell’intrattenimento prime time (una delle nuove nove direzioni orizzontali odi genere). Gli altri nomi che questa mattina Salini sottoporrà al cda sono: Ludovico Di Meo (quota FdI) alla direzione di Rai2 più Cinema e serie tv; Silvia Calandrelli (piace a 5 Stelle, Pd e Quirinale) alla guida di Rai3 più Rai Cultura (dove già sta da tempo); Franco Di Mare (quota 5Stelle) all’intrattenimento day time; Duilio Gianmaria (5Stelle) a Rai Doc; mentre sono confermati a Rai Fiction e a Rai Kids Eleonora Andreatta e Luca Milano.
Per la direzione New Format si procederà al job posting, mentre alla distribuzione andrà (ma non subito) l’attuale direttore dei palinsesti, Marcello Ciannamea (quota Lega).
Dopo tre cda a vuoto, Salini dunque batte un colpo, rimandando però le restanti caselle, non si sa se comprensive di Tg o meno, all’indomani del voto regionale del 26 gennaio.
Decisione, quella dell’ad, che arriva dopo il forte disappunto del Pd, che da quando è in maggioranza ha fame di posti e spinge per piazzare le sue pedine, come Mario Orfeo alla direzione del Tg3.
Disappunto che ha fatto arrivare Andrea Orlando e Lorenza Bonaccorsi a dargli un avviso di sfratto: se non è in grado, se ne vada. Corredato dalla voce su una sua possibile convocazione da parte del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
(da “NextQuotidiano“)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
IL TG2 DAL 14,29% DI SHARE E’ CROLLATO AL 7,10%… IL TG1 HA PERSO IL 3,63%, REGGE IL TG3… “C’E’ UN CALO DI CREDIBILITA’, PARLANO SEMPRE DI SALVINI”
Telesalvini è un flop. Secondo i dati elaborati dallo Studio Frasi sull’anno Auditel che va dal 30 dicembre 2018 al 28 dicembre 2019 e raccontati oggi da Giovanna Vitale su Repubblica, il Tg1 delle 20 diretto da Giuseppe Carboni — pur mantenendo il primato con il 22,8% di share — ha perso il 3,63% della propria quota d’ascolto, che in valori assoluti (cioè il numero dei telespettatori) equivale a 241mila persone in meno rispetto all’anno precedente.
E assai peggio è riuscito a fare il Tg2 delle 20,30 guidato dal filoleghista Gennaro Sangiuliano, che ha praticamente dimezzato il suo share: il 7,10% registrato nel 2019 è frutto dell’addio di quasi 167mila abbonati (-7,19 della propria quota d’ascolto rispetto al 2018).
Resta invece stabile il Tg3 firmato da Giuseppina Paterniti: è fuggito solo l’1,06% (su uno share del 10,87), pari a 24.734 spettatori.
A goderne sono Mediaset e, in misura minore, La7: il Tg5 delle 20 guadagna il 3,65 (+77mila unità ), Studio Aperto delle 18,30 addirittura il 6,55% (quasi 25mila spettatori in più).
Indietro resta Enrico Mentana, che cresce solo dell’1,63 (circa 7mila persone), comunque un buon risultato alla luce di uno share complessivo da sempre piuttosto basso (5,60%).
«La discesa degli ascolti, costante per tutto l’anno, testimonia un preoccupante calo di credibilità dei telegiornali Rai», commenta il professor Francesco Siliato, uno dei massimi esperti in materia di Auditel e anima dello Studio Frasi.
«Chi era abituato a guardare il Tg1 o il Tg2 perchè sicuro di ricevere — specie sul primo canale — un’informazione istituzionale, ora non lo fa più o la fa molto meno a causa di un cambio di format sempre più Salvini-centrico. Ormai qualunque cosa dica il leader della Lega diventa notizia: una perdita di imparzialità che fa male ai notiziari del servizio pubblico»
Non esattamente un’impressione, dal momento che — dopo averlo denunciato per un anno intero, richiamando quasi tutti i network a un maggiore rispetto del pluralismo — l’AgCom ha aperto un’istruttoria sull’onnipresenza in tv dell’ex vicepremier, in grado di monopolizzare talk e Tg, pubblici e privati anche adesso che sta all’opposizione.
(da agenzie)
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Gennaio 7th, 2020 Riccardo Fucile
INTERVERRA’ CON UN MONOLOGO SULLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA (QUELLO CHE AVREBBE FATTO ANCHE SENZA TUTTI GLI INSULTI DEI SOVRANISTI)
Rula Jebreal sarà al Festival di Sanremo. Adesso la notizia è ufficiale.
Dopo un vertice con l’ad Fabrizio Salini, la direttrice di Raiuno Teresa De Santis e il conduttore Amadeus è stata presa la decisione definitiva: la giornalista naturalizzata italiana interverrà sul palco dell’Ariston con un suo monologo sulla violenza contro le donne. Ancora da definire la serata, ma lo spazio sarà adeguato all’importanza del tema.
Finisce così, con una decisione presa di comune accordo dai massimi dirigenti di Raiuno e della Rai, il caso dell’esclusione di Jebreal che lei stessa aveva attribuito a un veto dei vertici della tv di Stato legati cultura sovranista.
A favore della sua partecipazione si erano schierati esponenti di quasi tutti i partiti politici.
(da agenzie)
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