Destra di Popolo.net

LO STAFF DI VIRGINIA RAGGI CI COSTA 6,5 MILIONI L’ANNO

Dicembre 27th, 2019 Riccardo Fucile

PIU’ DI MARINO E ALEMANNO… 30 ADDETTI SOLO ALLA COMUNICAZIONE

«Il M5S in Campidoglio spenderà  almeno 300 mila euro in meno ogni anno rispetto all’ultima amministrazione Pd di Marino e un milione di euro in meno rispetto a quella di Alemanno (sostenuta dal centrodestra e da Fratelli d’Italia). Sui 5 anni si traduce in almeno 1,5 milioni di euro in meno rispetto a Marino, ben 5 milioni di euro in meno rispetto ad Alemanno».
Parole di Virginia Raggi all’inizio della consiliatura e che il M5S Roma si è appena rimangiato, come certifica oggi Il Messaggero in un articolo a firma di Lorenzo De Cicco:
In realtà , ora che il mandato dei grillini in Campidoglio ha agganciato la parte calante, le cose sembrano cambiate. Basta spulciare le carte degli allegati all’ultimo bilancio 2020-2022, quelli del Documento unico di programmazione, per accorgersi che le cifre sono diverse da quelle strombazzate dalla propaganda 5S. E sembrano superare largamente sia il monte ingaggi annuale di Marino che di Alemanno.
La spesa prevista «per il personale degli Uffici di diretta collaborazione degli Assessori» ammonta a «â‚¬ 6.555.654,35 per l’anno 2020 e a € 6.557.144,81 per l’anno 2021». Insomma oltre 6 milioni e mezzo l’anno.
Stando alle cifre fatte circolare dal M5S nel 2016, si tratta di 1,2 milioni in più della giunta di centrosinistra e di mezzo milione in più di quella di centrodestra.
Non è proprio una sorpresa. Al di là  della girandola di collaboratori, assessori e manager che si sono avvicinati e allontanati da Palazzo Senatorio in questi anni travagliati, tra cacciate e dimissioni, i collaboratori più fedeli della sindaca e dei vari membri della giunta, nell’ultimo periodo, si sono visti rimpolpare gli stipendi.
Ritocchi all’insù per «adeguare» il nuovo salario, si legge nelle varie delibere, a mansioni ampliate rispetto all’inizio. Oppure contratti part-time sono diventati a tempo pieno. E la spesa, nel frattempo, si gonfia. Stavolta senza post su Facebook.
In tutto ciò, è stupefacente quanto si spenda per lo staff comunicazione:
Sul primo fronte ci sono 30 addetti che si occupano soltanto di comunicazione: scrivono i comunicati e curano i rapporti con la stampa per la sindaca e i suoi assessori, seguono i social di tutti i componenti della giunta. Soprattutto danno di fatto forma alla strategia del Campidoglio con le loro uscite multimediali. Non a caso a guidarli c’è il portavoce della Raggi. Una squadra che lavora 24 ore su 24 e che costa alle casse comunali circa 1,6 milioni di euro in stipendi.

(da “NextQuotidiano“)

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ALTRA GRANDE VITTORIA DI VIRGINIA RAGGI: A ROMA IN CALO LA DIFFERENZIATA

Ottobre 29th, 2019 Riccardo Fucile

AVEVA PROMESSO IL 70% TRA DUE ANNI, NEL FRATTEMPO E’ SCESA DAL 44,3% AL 43,99%

Sembra ieri che l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari prometteva la raccolta differenziata al 70% nel 2021, uno dei grandi piani rivoluzionari della Giunta Raggi.
Era infatti appena un anno fa e nel frattempo la Montanari se n’è andata dal Campidoglio e la sindaca Virginia si è resa conto   del fatto che Roma è ridotta “una merda”.
Ieri però il Sole 24 Ore ha certificato un record:   per la prima volta nella sua storia, nel 2018 ha visto un calo della percentuale di raccolta differenziata.
Si è passati dal 44,3% del 2017 a 43,9 di un anno fa.
È questo uno degli elementi che hanno spinto Roma all’89esimo posto in classifica tra le città  più verdi d’Italia in base ai dati 2018 elaborati su 18 parametri e 5 macro aree (aria, acqua, rifiuti, mobilità  ambiente. In testa alla classifica c’è Trento, seguita da Mantova e Bolzano.
Milano si piazza trentaduesima. Roma è cinquantaseiesima per numero di alberi, settantaduesima per la differenziata, ottantacinquesima per la produzione di rifiuti, settantaseiesima per il verde urbano, settantanovesima per le isole pedonali e fuori classifica per mancanza di dati sul solare-fotovoltaico
Una grande vittoria della Giunta Raggi,   l’ennesima nel percorso lastricato d’oro della sindaca che il MoVimento 5 Stelle vorrebbe ricandidare alla guida dopo questi anni di diamante in Campidoglio.

(da “NextQuotidiano”)

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SCIOPERO GENERALE A ROMA, LA RAGGI NON TROVA DI MEGLIO CHE ATTACCARE I SINDACATI CHE REPLICANO: “PAROLE VERGOGNOSE”

Ottobre 25th, 2019 Riccardo Fucile

DISAGI IN TUTTA LA CITTA’ PER L’AGITAZIONE INDETTA DALLE PARTECIPATE DEL COMUNE

Lo sciopero dei lavoratori delle aziende partecipate del Campidoglio, scesi in piazza a Roma contro l’amministrazione Raggi – paralizzando di fatto la città  – riaccende lo scontro tra Pd e M5S. Proprio nel giorno in cui in Umbria i due partiti chiudono insieme la campagna elettorale a sostegno di Bianconi, il candidato comune per la presidenza della Regione.
A infiammare la protesta a Roma, mentre migliaia di dipendenti protestano contro l’amministrazione pentastellata, è un tweet della sindaca. “Una minoranza di sindacalisti prova a tenere in ostaggio una città  di 3 milioni di abitanti: di lavoratori, di madri e padri che ogni giorno accompagnano i propri figli a scuola, di studenti e pendolari. La maggioranza dei cittadini è stanca di scioperi ingiustificati” dice Viriginia Raggi che nei giorni scorsi aveva chiesto, invano, la revoca dello sciopero.
Parole che hanno gettato benzina sul fuoco della protesta, la lettura in piazza del tweet della prima cittadina è stata accolta da fischi e urla “Vergogna, dimettiti”.
“Si chieda se è lei la minoranza in questa città  che non la vuole. Lo sciopero è riuscito perchè la città  è nel degrado”, ha attaccato il segretario della Cgil di Roma, Michele Azzola. “Migliaia di romani, dipendenti delle municipalizzate, da mesi vengono umiliati dalla giunta Raggi – ha detto invece il segretario del Pd del Lazio, Bruno Astorre – Oggi in massa scioperano rimettendoci soldi propri, perchè è l’unico strumento rimasto. E la sindaca li offende con parole vergognose, arroganti, indegne di un sindaco. Lo sciopero è un diritto assoluto. Oggi Roma è bloccata dal malgoverno della Raggi, non da lavoratori esasperati”.
“Dopo tre anni dall’elezione di Raggi abbiamo una Roma abbandonata. Oggi il mondo del lavoro è totalmente in crisi e sta rischiando per la gestione di questa amministrazione”.
Commenta Ermenegildo Rossi, rappresentante dell’Ugl. Per Alberto Civica, della Uil, “Roma non si
merita di essere governata così. Questo sciopero generale è stato indetto il primo ottobre quando è stato chiesto l’intervento della forza pubblica contro i lavoratori di Roma Metropolitane, in prevalenza donne. Vergogna: su questo fatto certo che è uno sciopero politico”.
Per Natale di Cola della Cgil i dati di adesione allo sciopero sono “la dimostrazione del grande malessere vissuto dai lavoratori che hanno capito ragioni dello sciopero per fermare il degrado”. Anche a causa, sottolinea Carlo Costantini della Cisl, “del patto con la sindaca Virginia Raggi, Fabbrica Roma, che non è mai partito”.
“Raggi si vergogni, sono tre anni che con i continui cambiamenti di assessori, cda e dirigenti tiene in ostaggio le aziende municipalizzate, impedendo ai cittadini di avere i servizi che meritano. Sporcizia, trasporti inesistenti e buche sono un marchio indelebile”. Rincara la dose il capogruppo dem capitolino, Giulio Pelonzi.
“Oggi in piazza – ha aggiunto – non ci sono solo i lavoratori e i sindacati, ma tutte le forze politiche e tanti cittadini romani. Tutti gridano le stesse parole: Raggi dimettiti. In piazza c’è tutto il centrosinistra, dal Pd a Ciaccheri, Fassina, Peciola. Siamo tutti qui con unità  ed entusiasmo, pronti – ha concluso – a costruire un progetto alternativo contro la Lega e la Giunta Raggi”.
Intanto questa mattina a partire dalle 8 la città  si è bloccat
I trasporti
La metro A ha lievi riduzioni di corse, la B/B1 è attiva, mentre la linea C è chiusa. La Roma-Lido, che è stata chiusa nella prima mattinata, dalle 10 è stata riaperta. A singhiozzo anche le corse di bus e tram. Tornerà  tutto regolare dalle 17 alle 20, durante la fascia di garanzia. Non vengono garantiti nemmeno i seguenti servizi: sportello al pubblico, contact center 0657003, check point di Laurentina e Aurelia, info box alla stazione Termini. Non saranno garantiti, poi, i servizi di informazione sui siti muoversiaroma.it, romamobilita.it e il presidio sui canali social gestiti da Roma Servizi per la Mobilità . L’adesione del personale Atac, rilevata in mattinata, è stata pari al 29,3%
Le scuole
A causa dello sciopero della Multiservizi, vengono erogati soltanto i servizi minimi essenziali. A dirlo sono cartelli messi davanti all’ingresso delle scuole. “Per i bambini piccoli – spiegano da Ge.ni.ma, l’associazione Genitori Nidi e Materne – significa non avere supporto quando vanno in bagno e non avere il pasto mensa, oltre ad aule e bagni puliti”. Ciononostante anche mamme e papà , dalle 10, sono in Campidoglio per “esprimere solidarietà  a lavoratori e lavoratrici. Dal 15 ottobre circa riceviamo segnalazioni di disservizi in merito a chiusura delle scuole anticipate e carenze gravi sul servizio di refezione scolastica”.
I rifiuti
Oggi hanno scioperato anche 7500 dipendenti Ama. Certo, circa 400 operatori sono già  precettati. L’adesione sarebbe stata del 38%. La raccolta su strada risentiva già  in questi giorni delle assemblee programmate in vista dello sciopero. E i cassonetti, anche stamattina, erano stracolmi in diversi punti della città . Il futuro di Ama è il casus belli dello sciopero: dal 2017 l’azienda è ancora senza bilancio approvato. Arrivando al terzo anno in rosso, si aprirebbe la strada del fallimento.
Musei e uffici comunali
Lo sciopero coinvolge anche circa 900 lavoratori di musei e uffici comunali. Chiuse le farmacie Farmacap, idem per gli uffici che si occupano di condono e riscossione. Aperti anagrafi, ufficio commercio e quelli degli altri dipartimenti diretti del Campidoglio.

(da agenzie)

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QUALCUNO SA COSA HANNO IN COMUNE VIRGINIA RAGGI E LE COMBATTENTI CURDE?

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

“IN SIRIA, COME A ROMA, SPLENDIDE DONNE GUERRIERE COMBATTONO UNA SPORCA GUERRA CONTRO I CRIMINALI”: IL DELIRIO SOCIAL NON HA LIMITI

Virginia Raggi come le combattenti delle Unità  di Protezione delle Donne (YPJ), le brigate femminili dell’Unità  di Protezione Popolare dei curdi siriani?
Un paragone senza dubbio spericolato. Ma c’è qualcuno che, galvanizzato dall’esperienza mistica di Italia a 5 Stelle di Napoli ha pensato bene di metterlo nero su bianco, per i posteri. «In Siria, come a Roma, splendide donne guerriere combattono ogni giorno una sporca guerra contro i criminali». Così si legge in un tweet di un sostenitore pentastellato che sta facendo il giro dell’Internet.
Ora a nessuno in questo momento sfugge un concetto molto semplice: si può manifestare la propria solidarietà  al popolo curdo senza mettere in mezzo la sindaca di Roma.
Così come si può legittimamente sostenere la sindaca di Roma evitando di tirare in ballo gente che lotta per la propria vita e per la propria sopravvivenza.
Ma forse è proprio questo il punto: da tre anni la Raggi combatte per le strade della Capitale. Ed infatti ecco il nostro eroe a 5 Stelle che ci spiega che sta parlando di donne che combattono: «in Siria contro il dittatore turco Erdogan e a Roma contro il sistema politico corrotto che rivuole Mafia Capitale»
Certo, direte voi, Mafia Capitale è stata sconfitta dalle indagini della magistratura e dal lavoro delle forze dell’ordine. Ma questi sono dettagli.
Come è un dettaglio il fatto che la Raggi abbia nominato Luca Lanzalone presidente di ACEA. Il litorale di Ostia come il Rojava? Il muretto che impedisce l’accesso al lungomare come il confine turco-siriano? Perchè no. In fondo dopo otto anni di guerra è lecito pensare che le strade siriane non siano messe meglio di quelle della Capitale costellate di buche e crateri. Certo, qualcuno potrebbe dire che a Roma non c’è stata la guerra mentre in Siria sì.
E allora perchè non parliamo dei rifiuti? Avete visto immondizia per le strade della Capitale? E non avete notato le macerie ai bordi delle strade in Siria? Che credete, la Raggi e le combattenti curde si stanno battendo contro lo stesso nemico.
E se i curdi lanciano operazioni per la riconquista di città  occupate dall’ISIS la sindaca non è certo da meno. Lei con un blitz scattato all’alba ha conquistato le villette dei Casamonica. E lo dice lei stessa, senza falsa modestia, che quando va in Giappone la riconoscono e i giornalisti giapponesi le chiedono «è vero che lei è la sindaca della legalità  che ha combattuto i Casamonica?».
Cosa volete che sia a questo punto aver sconfitto il Califfato di Al-Baghdadi e fermato l’avanzata dello Stato Islamico. Robetta.
E siamo sicuri che nessuna delle donne dell’YPJ va in Giappone e viene fermata dai giornalisti. Un altro punto per Virginia nostra.
Poi ci sarebbe qualche differenza, ma sono cose minime. La Raggi vive sotto scorta e non abita in una zona di guerra. Le donne curde invece ora stanno sotto le bombe turche e rischiano la vita ogni giorno.
Il nostro eroe spiega che il suo è «un inno alle donne, capaci di fare imprese straordinarie, anche a rischio della propria vita». E senza dubbio Virginia Raggi è una donna, come tante altre donne in Italia, in Siria o in Giappone.
Ma a differenza delle combattenti curde non ha fatto “imprese straordinarie”. A meno di non considerare il bando per Spelacchio e la sperimentazione del porta a porta nella zona del Ghetto di Roma una battaglia come la riconquista di Kobane.
In tre anni da sindaca della Capitale la Raggi viene ricordata per aver cambiato una decina di assessori e per non aver fatto sostanzialmente nulla.
E c’è di più: Virginia Raggi la sua battaglia l’ha scelta. Le donne curde invece ci si sono trovate in mezzo. Ma davvero bisogna fare politica con certi paragoni inutili?

(da “NextQuotidiano”)

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EMERGENZA RIFIUTI A ROMA, L’ALLARME DEI PRESIDI: “SE IL COMUNE NON LO AFFRONTA, CHIUDIAMO LE SCUOLE”

Ottobre 2nd, 2019 Riccardo Fucile

PARTONO I PRIMI ESPOSTI ALLE ASL PER I CONTROLLI DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI

«L’emergenza rifiuti a Roma è ormai al limite, ed è tanto più grave davanti alle scuole, dove i nostri bambini e ragazzi si trovano cumuli di spazzatura che sono potenziale veicolo di infezioni. Siamo pronti a chiamare le Asl per verificare le condizioni igieniche delle scuole, anche per arrivare alla chiusura degli istituti».
Le parole sono quelle di Mario Rusconi, presidente dell’associazione presidi del Lazio (Anp) che in un’intervista all’Agi lancia l’allarme rifiuti cui farebbe seguito un’emergenza sanitaria nella Capitale.
E aggiunge: «Noi non possiamo chiudere le scuole autonomamente — spiega Rusconi — ma possiamo chiamare gli ispettori della Asl, e credo che in molti casi ci siano i presupposti per la chiusura cautelativa. Stiamo già  chiedendo ai colleghi di tutta Roma di segnalarci la loro situazione e le condizioni di emergenza che riscontrano».
Il presidente fa poi riferimento a una riunione in corso proprio sul tema dei rifiuti al termine della quale partiranno i primi esposti alle Asl.
E spiega che se il Comune non si attiverà  nel breve tempo, sarà  il caso di chiudere temporaneamente le scuole, perchè i bambini sono i soggetti più deboli e quindi quelli più a rischio epidemie.

(da agenzie)

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METRO ROMA, ENNESIMO GUASTO SULLA LINEA B: TRENO FERMO, PASSEGGERI A PIEDI IN GALLERIA

Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile

SOCCORSO UN DISABILE, PERSONE COSTRETTE A PERCORRERE CENTINAIA DI METRI… STAMANE BLACKOUT ALLE SCALE MOBILI DI TERMINI…. UNA CAPITALE DA RIDERE

Ancora guasti e rallentamenti sulla metropolitane romane. Rallentamenti sulla metro B per un intervento tecnico in corso tra San Paolo e Castro Pretorio, fa sapere l’Atac.   Ma alcuni passeggeri hanno raccontato che alcuni vagoni sono stati evacuati e che sono stati costretti a   percorrere a piedi per centinaia di metri sotto la galleria
Il treno si è fermato nella galleria tra le fermate della linea B, Circo Massimo e Colosseo. Per raggiungere quest’ultima, i passeggeri sono poi scesi – in centinaia secondo quanto riferito – a piedi in galleria, sulle passerelle illuminata dalle luci di emergenza. Il guasto, riferisce Atac su Twitter,   è tra Castro Pretorio e San Paolo.   Paura e rabbia tra i passeggeri costretti a una vera e propria via crucis per raggiungere la propria destinazione.
I vigili del fuoco sono intervenuti nella galleria della fermata metro B Cavour   per il trasporto di un disabile dal convoglio alla banchina della fermata stessa. I pompieri sono stati chiamati sul posto alle 11 a causa dell’interruzione della corrente avvenuta tra le fermate della metro Garbatella e Termini.
Il percorso, di circa 100 metri, verrà  effettuato con l’assistenza del personale medico del 118 e della guardia medica.
Al momento del blocco della corrente elettrica i passeggeri sono stati fatti scendere dal convoglio e accompagnati alla banchina della stazione dal personale di stazione. Così non è stato per il disabile che è stato soccorso da una squadra di vigili del fuoco. Poi la circolazione è stata ripristinata.
Sempre questa mattina,   sono rimaste al buio banchine e scale mobili alla fermata metro Termini della linea A. Ll’Atac ha fatto sapere che si è verificato un problema all’impianto di illuminazione. Si sono   attivate le luci di emergenza, la situazione è tornata normale poco dopo le 11. La stazione è rimasta   regolarmente aperta ai viaggiatori e le scale mobili sono attive.
Proprio ieri sono stati   sospesi quattro dirigenti, nell’ambito dell’inchiesta sull’incidente dell’ottobre del 2018, avvenuto proprio sulle scale mobili della stazione Repubblica, che coinvolse una ventina di tifosi russi in trasferta. Durissimo il gip nell’ordinanza, che ha definito   ‘indegna’ la gestione della manutenzione e sottolena un “totale disinteresse per la sicurezza” tanto da parlare di “sabotaggi e incidenti tenuti nascosti” e di un grave allarme sociale “per l’incolumità  dei passeggeri”

(da agenzie)

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“MAI VISTA UNA CAPITALE COSI’, NON CREDIAMO AI NOSTRI OCCHI, MA IL VOSTRO GOVERNO CHE FA?”

Luglio 3rd, 2019 Riccardo Fucile

LA NUOVA ATTRAZIONE TURISTICA: A ROMA GLI STRANIERI FOTOGRAFANO I TOPI E I CUMULI DI RIFIUTI IN STRADA

Denis Cornomorec si arrampica sul ballatoio che da viale Trinità  dei Monti si affaccia sui tetti del centro storico. Non ha sopportato il lungo inverno di Kiev per limitarsi a immortalare il Colosseo e il Circo Massimo.
In vacanza a Roma, è a caccia di souvenir fotografici che ripaghino l’attesa. “Questa è la prima uscita – racconta – voglio qualcosa in più di questa roba”.
Il 36enne ucraino tira fuori il cellulare: foto di immondizia, marciapiedi luridi, gabbiani che pasteggiano tra gli scarti e neanche l’ombra di un netturbino.
Denis scuote la mano davanti al naso, a mimare la puzza. Nel suo telefonino ci sono i monumenti, non manca il selfie con i turisti arrostiti dal sole davanti all’ingresso dei musei Vaticani.
Ma ci sono anche un paio di istantanee a sorpresa. Tra una pizza margherita e la Bocca della Verità , scatti buoni per un post su Instagram, ecco due file di cassonetti zeppi di spazzatura. Nell’estate della grande crisi dei rifiuti, ricordi di maleodoranti passeggiate capitoline.
“Ho preso un albergo vicino alla stazione Termini pensando che fosse una zona pulita, comoda – racconta Denis, a Roma con la figlia, mentre mostra la foto sullo schermo del telefonino – ma questo è il nostro buongiorno. Anche a Kiev abbiamo problemi con i rifiuti, tutte le grandi città  li hanno. Ma non così. Non è una bella pubblicità  per la città “.
Al mattino, dopo la colazione, per evitare i miasmi è meglio infilarsi nella metro A. La linea che salta ancora la fermata di Barberini. Difficile spiegare a chi non è avvezzo alle magagne della Città  Eterna che le scale mobili della fermata sono fuori servizio dall’ormai lontano 23 marzo. Proprio come l’ascensore di piazza di Spagna. Fuori uso, lucchettato.
Non resta che scendere la scalinata di piazza di Spagna, contornata da cartacce e bottiglie di plastica vuote: il vero tour a ostacoli di Denis e della sua piccola è appena partito. L’obiettivo è raggiungere il Pantheon. E non sarà  semplice. “Mi piace il profumo di Roma”, scherza Denis.
All’angolo tra via Frattina e via Mario de’ Fiori, scavalcato il muro di venditori ambulanti di bottiglie di acqua ghiacciata che si staglia all’altezza della Barcaccia, si imbatte in sacchi e sacchetti pieni di immondizia di ogni tipo. Un richiamo per piccioni. E a sera, come spiega uno dei camerieri del bar accanto al cumulo di spazzatura, anche per topi.
“Oddio, quelli non vogliamo proprio vederli “, prova a riderci su l’ucraino, turista in una giostra che ospita ogni anno più di 18 milioni di vacanzieri.
Lasciandosi alle spalle Montecitorio, Denis è arrivato a meta. Quasi, perchè in piazza della Maddalena, accanto alla chiesa, si erge un altro totem di sacchetti. Piedi fasciati solo da sandali, passeggini, bambini e anziani. C’è un discreto viavai sotto al cartello firmato da uno degli albergatori di questo salotto.
Un messaggio disperato: “Questo angolo non è per i rifiuti. Si prega di non buttare immondizia ed altro. La città  è di tutti”.
Anche di chi continua a usare quell’angolo di Roma come una piccola discarica. “Male, male, sooo baaad… “, scuote la testa Denis stressando le vocali del suo buon inglese e accelerando il passo.
Hala e Kholoud Azoulay, francesi di terza generazione di Aix-en-Provence, guardano. E non passano. Si fermano a bere da una fontanella che a malapena gocciola e poi raggiungono Denis.
L’ucraino ne approfitta per salutare e tornare a dedicarsi ai monumenti, mentre le due ragazze chiedono una traduzione delle poche righe affisse sul muro a mo’ di preghiera. Appena atterrate nella capitale, 22 e 27 anni, smettono di digitare sui loro smartphone e fotografano i bustoni abbandonati sui sampietrini roventi.
La più grande, Hala, ci pensa un attimo su. Poi ricollega: “La città  è in emergenza per l’immondizia? Speravamo non fosse vero. Ma il governo italiano che fa? Nel tragitto dall’aeroporto all’hotel, in pullman, cercavamo qualche articolo su Roma e ce n’erano diversi su questa storia”.
Quello di Le Monde rimasto nella cronologia del telefonino della 27enne titola così: ” Tous les dèchets mènent à  Rome”. Tutti i rifiuti portano a Roma. Il gioco di parole è datato 8 marzo 2019, segnale che sottolinea una volta di più la ciclicità  con cui la capitale finisce al tappeto. O quantomeno in ginocchio, sotto la spazzatura e davanti agli occhi di milioni di turisti di ogni nazionalità .

(da “Huffingtonpost”)

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I SETTANTA BUS ISRAELIANI ACQUISTATI DALLA RAGGI TORNANO A CASA SENZA AVER FATTO UN KM A ROMA

Giugno 21st, 2019 Riccardo Fucile

APERTA INCHIESTA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE… E POI NON DITE CHE LA SINDACA E’ UN’INCAPACE

Che non si dica, per carità , che Virginia Raggi è un’incapace. Che non si dica che i manager che ha scelto per ATAC sono degli incapaci.
Si riporti soltanto la notizia: i 70 bus israeliani che la sindaca e la municipalizzata dei trasporti romana avevano annunciato per la Capitale se ne tornano a casa loro senza aver fatto nemmeno un chilometro.
Il colpo di scena (no, non lo è: era tutto previsto e prevedibile) arriva con un lancio dell’agenzia di stampa DIRE dove parla la consigliera del Partito Democratico Ilaria Piccolo:
I 70 bus presi a noleggio da ATAC dopo oltre 10 anni di onorato servizio a Tel Aviv, in Israele, annunciati dalla sindaca Virginia Raggi e che finora erano rimasti bloccati nei depositi di Salerno e di Roma, sono già  al capolinea: non entreranno mai in servizio nella Capitale.
I mezzi infatti, datati 2008, all’arrivo in Europa dovevano essere reimmatricolati, ma essendo Euro 5 e non Euro 6 non è stato possibile avviare la procedura perchè avrebbe violato le direttive comunitarie: ATAC ha quindi deciso di rescindere il contratto, dopo aver comunque già  versato ai fornitori un anticipo pari al 16% dell’importo totale (il costo per il nolo, manutenzione compresa, è di circa 500mila euro al mese).
Soltanto il 6 marzo scorso la Raggi, che non è certo un’incapace, si era fatta la fotina ricordo con i bus e lo slogan caruccio “+ bus x Roma“, annunciando che “Il percorso per rinnovare la flotta di Atac è appena iniziato: a breve saranno su strada anche gli altri 70 bus a noleggio e ad aprile partirà  la prima linea di minibus elettrici per il Centro storico”.
La storia dei 70 bus israeliani affittati da ATAC che non possono essere instradati perchè euro 5 e non euro 6 ha portato anche all’apertura di un fascicolo per danno erariale da parte della Corte dei Conti. Quei mezzi dovevano essere in strada entro il 20 aprile. Ma dopo più di un mese, complici i dubbi della motorizzazione sulla possibilità  di targare vetture euro 5 di importazione, gli autobus erano ancora fermi nel deposito della municipalizzata a Guidonia.
I bus servivano anche per centrare l’obiettivo dell’aumento della produzione promesso nel concordato: nel 2016 i bus Atac avevano percorso 89,3 milioni di chilometri, mentre nel 2017 e nel 2018 i mezzi di superficie della municipalizzata non hanno toccato neanche quota 85 milioni.
L’amministratore delegato di via Prenestina, Paolo Simioni, l’estate scorsa è riuscito a ordinare 227 autobus. Ma la società  che li dovrebbe produrre ha avuto alcuni problemi finanziari, e i nuovi mezzi arriveranno dopo l’estate, nel migliore dei casi, o addirittura nella parte finale dell’anno. Ecco perchè la municipalizzata ha dovuto inventarsi, su due piedi, un’alternativa.
Ora si attendono i bus turchi che il M5S Roma ha cercato di spacciare per italiani.
Per la precisione dovrebbero essere 227 i nuovi autobus che “presto” arriveranno a Roma. Lo annunciava Virginia Raggi a novembre 2018 spiegando che grazie al M5S erano state salvate due grandi aziende italiane in difficoltà . La prima era ATAC, salvata perchè il Comune (e quindi i cittadini di Roma) ha deciso di rinunciare ai crediti   nei confronti dell’azienda. La seconda è l’Industria Italiana Autobus, impresa vincitrice della gara Consip per la fornitura dei 227 nuovi autobus.
La realtà  però è ben diversa. Perchè quegli autobus — che secondo l’assessora Meleo dovrebbero arrivare entro l’estate — non saranno made in italy.
Perchè proprio nei giorni in cui Stefà no e la Raggi parlavano di risanamento dell’azienda la IIA non aveva ancora firmato il contratto di acquisto e poco dopo, a dicembre 2018, sarebbe stata acquistata dai turchi di Karsan.
L’alternativa era il fallimento e la chiusura. E così la grande azienda salvata dal M5S in realtà  ha quasi rischiato di chiudere e a salvarla sono stati i turchi. Siamo quindi al punto in cui dei 600 nuovi autobus promessi a più riprese dal M5S non se ne è visto nemmeno uno.
Ma non dite che la Raggi è un’incapace, eh? Sennò si offende, pòra stella.

(da “NextQuotidiano”)

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IL CONSIGLIERE M5S DI ROMA CHE ANNUNCIA L’APERTURA DELLA FERMATA SPAGNA CON UNA FOTO DELLA METRO DI MILANO

Maggio 8th, 2019 Riccardo Fucile

SUI SOCIAL ESPLODE LA SATIRA E ALLORA FA UN’AGGIUNTA AL POST

Nello Angelucci, consigliere M5S dell’assemblea capitolina, ha pensato bene di ricordare che la metro A Spagna dopo settimane di promesse e rinvii è stata riaperta.
Per rendere indimenticabile il momento ha deciso di immortalarlo con una bella foto della metro di Milano. Sì, proprio così:
Il post si è riempito presto di commenti che facevano notare ad Angelucci l’errore: “Foto di Milano, linea M1, fermata Villa San Giovanni”, “Ma veramente avete pubblicato la foto della metro di Milano per dire che e’ stata riaperta quella a piazza di Spagna??????? Incredibile

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