Luglio 25th, 2019 Riccardo Fucile
INFAMI TRADITORI DI ANNI GLORIOSI DELLA CISNAL E DI TANTI SINDACALISTI VERI CHE RISCHIAVANO LA PELLE NELLE FABBRICHE NEGLI ANNI DI PIOMBO
La Bestia di Salvini ha anche una sede fisica. La tana della creatura che Luca Morisi ha messo a punto per il Capitano si trova in via delle Botteghe Oscure, a Roma, dirimpetto a dov’era il Pci. Distanza: 12 metri (scarsi).
A scriverlo oggi è Sergio Rizzo, che ci informa anche che quella attualmente è la sede dell’UGL (Unione Generale del Lavoro), il sindacato di destra nato quasi settant’anni fa come Cisnal da una costola del Msi, che ha sede nel medesimo stabile.
Una scoperta, spiega Repubblica, che può sorprendere solo chi ignora come l’Ugl sia passata armi e bagagli sotto le insegne della Lega. E proprio per questo c’è una guerra in corso con qualcuno:
Quel qualcuno è Giancarlo Favoccia, vice segretario generale dell’Ugl da mesi in guerra con il segretario generale Francesco Paolo Capone, che l’ha privato dell’incarico e della funzione di responsabile organizzativo dopo una lettera in cui chiedeva notizie su una serie di spese, come abbiamo raccontato su questo giornale mercoledì 17 luglio. Adesso però spunta una nuova lettera nella quale Favoccia alza ancora il tiro con Capone.
«Relativamente alla Lega — c’è scritto — ti chiedo spiegazioni sul come Tu abbia gestito e autorizzato l’allocazione al primo piano di un loro staff e se esiste eventualmente un contratto di sublocazione».
Lo staff in questione è, appunto, la Bestia. E la questione non si può, secondo l’estensore della lettera, liquidare facendo spallucce.
Per ragioni intuibili, a cominciare dalle implicazioni economiche. A carico di chi è la spesa: della Lega o dell’Ugl?
I locali sono dell’Istituto Pasteur, che fa capo a una fondazione dell’Università di Roma La Sapienza, presieduta dall’ex potentissimo rettore Luigi Frati. Sono stati affittati per 102 mila euro l’anno all’Ugl, che li ha poi subaffittati all’Iper-Ugl, l’istituto di ricerca del sindacato.
Favoccia insiste: «Mi chiedo come Tu non abbia riflettuto sulla delicata posizione in cui hai messo la nostra Ugl visto i trascorsi passati con la Fondazione città nuove che allocava appunto negli stessi locali…».
Il riferimento è alla formazione politica di Renata Polverini, l’ex segretaria generale dell’Ugl diventata nel 2010 governatrice del Lazio, la cui sede era stata piazzata nell’immobile del sindacato in via delle Botteghe Oscure.
Favoccia racconta anche altro: «Sono venuto a conoscenza che l’on. Francesco Zicchieri è stato addirittura assunto dall’Ugl nell’anno 2017, pare con un costo di circa 5 mila euro…».
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 22nd, 2019 Riccardo Fucile
LANDINI AL CORTEO PER IL SUD: “TASSO DI OCCUPAZIONE PIU’ BASSO D’EUROPA”
“Se il governo non dovesse starci a sentire non escludiamo nessuna iniziativa, neanche lo sciopero generale di tutte le categorie”. Da Reggio Calabria, dove i sindacati della Triplice si sono dati appuntamento oggi per chiedere lavoro, progetti e sviluppo per il Sud, il segretario della Cgil, Maurizio Landini lancia un messaggio chiaro al governo: sull’autonomia differenziata i lavoratori non staranno a guardare.
Tornati in riva allo Stretto a quasi 50 anni dai “treni per Reggio Calabria”del 72, quando gli operai del Nord arrivarono in massa nella città devastata dai Moti e presidiata dall’esercito per la Conferenza sul Mezzogiorno, i vertici delle organizzazioni sindacali insieme a quasi 25mila lavoratori sfilano per un centro storico che sembra quasi troppo piccolo per ospitarli tutti.
I temi sul piatto e scanditi con gli slogan sono gli stessi di 50 anni fa: la fame di lavoro, la necessità di trovare un’alternativa all’emigrazione come scelta obbligata con l’occupazione e lo sviluppo e non i sussidi, la lotta a sfruttamento e lavoro nero. In più c’è la sanità , affossata da un debito che ha spogliato gli ospedali di medici e infermieri, che neanche il decreto Calabria promette di riportare in servizio.
“Non è possibile che sia ancora necessario emigrare per curarsi. Non è possibile che in Italia ad ogni pioggia muoia qualcuno – dice la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan – bisogna mettere in sicurezza e sbloccare i cantieri”. Ma quali non è dato sapere.
“È sotto gli occhi di tutti la contraddizione di chi ha raccontato che saremmo un Paese invaso e che i problemi si risolvono chiudendo i porti, senza rendersi conto però che i giovani, soprattutto del Mezzogiorno, se ne stanno andando”, ha detto ancora Landini. “Purtroppo – aggiunge Landini in merito alla fuga dei cervelli – questo è un modo per disperdere intelligenze e capacità a beneficio di altri Paesi più furbi che ne beneficiano”.
“C’è un arretramento di tutto il Paese rispetto all’Europa e non solo – continua il leader della Cgil – Per noi l’Italia va unita e non divisa. Basta con le logiche dell’autonomia differenziata, che aumentano ancora di più le disuguaglianze. C’è bisogno di fare investimenti sia in infrastrutture materiali ma anche in quelle sociali e serve una politica industriale”. “Il governo ascolti la piazza e chi la rappresenta”, conclude Landini.
“Noi stiamo cercando di impedire che i provvedimenti che il Parlamento approva su proposta del Governo producano ulteriori danni al Paese. Ogni volta poi si lamentano che non riusciamo a modificare gli errori che fanno”, afferma segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.
Il Sud – aggiunge – è rimasto lettera morta per molti anni. Bisogna fare qualcosa. Le Regioni che non utilizzano i Fondi europei e di coesione sociale sono colpevoli e andrebbero commissariate”.
La segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan focalizza invece la sua attenzione sulla sanità : “È necessario intervenire in favore del Sud affinchè si ponga fine a quello che sta sempre più diventando un gravissimo problema sociale: i cosiddetti ‘viaggi della speranza’ nel settore della sanità “. E poi attacca: “La flat tax è iniqua e penalizza il Sud”. E ancora: “Per le morti sul lavoro il governo fa cassa con il decreto crescita, diminuendo i contributi Inail che servono per la sicurezza, la prevenzione e il risarcimento degli infortuni”.
Quattro su cinque delle Regioni con il tasso di occupazione più basso in Europa sono nel Sud Italia con meno della metà delle persone tra i 20 e i 64 anni che ha un lavoro a fronte del 73,1% medio in Ue.
I dati Eurostat riferiti al 2018 sono impietosi con la regione peggiore in graduatoria che è la Mayotte (Regione d’oltremare francese che è in Africa vicino al Madacascar) con il 40,8% delle persone tra i 20 e i 64 anni al lavoro seguita dalla Sicilia con il 44,1%, la Campania con il 45,3%, la Calabria con il 45,6% e la Puglia con il 49,4%.
(da agenzie)
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Febbraio 9th, 2019 Riccardo Fucile
NEPPURE GLI ORGANIZZATORI SI ASPETTAVANO UNA PARTECIPAZIONE COSI’ IMPONENTE
“Di Maio incontra chi protesta in Francia, ma non chi protesta in Italia. Non ne capisco il senso e l’utilità , soprattutto guardando i rapporti commerciali e imprenditoriali tra Roma e Parigi…”. Nella zona palco di una piazza San Giovanni piena fino all’inverosimile, Maurizio Landini ci parla delle tensioni tra Italia e Francia stringendo tra le mani la bandiera europea che l’Associazione ‘Europanow!’ gli ha appena regalato.
Passa da Parigi il senso del messaggio che il neoeletto segretario della Cgil vuole inviare al governo in questa giornata di protesta unitaria insieme a Cisl e Uil a Roma: “Se Conte guarda questa piazza e se ha capito, allora deve aprire le trattative con noi. Se incontrano chi protesta fuori Italia, allora incontrino anche noi: non abbiamo gilet gialli, ma una piattaforma articolata”.
E’ la prima manifestazione unitaria per Landini, fino a pochi anni fa vivace capo della Fiom, l’ala più ‘radical’ della Cgil, ultra-critica con la legge Fornero di Monti e il jobs act di Renzi.
Ora Landini guida il più grande tra i sindacati confederali che, tutti e tre insieme, avevano programmato questa giornata di protesta già a settembre e oggi si ritrovano in piazza proprio al termine di una settimana di dati negativi per l’economica italiana, tecnicamente in recessione. “L’unico dato che schizza in alto è lo spread”, sottolinea Annamaria Furlan della Cisl dal palco a fine manifestazione.
Di primo mattino, in piazza della Repubblica, tra le bandiere rosse, verdi e blu dei sindacati confederali, è difficile farsi largo.
Troppa gente per poter camminare, il corteo straripa per le vie limitrofe al percorso principale, quello che conduce in piazza San Giovanni. “Abbiamo capito che qualcosa stava succedendo – dirà Landini dal palco – Non a caso abbiamo cambiato piazza rispetto alla scelta iniziale di confluire in piazza del Popolo”, che sarebbe stata troppo piccola.
“Numeri non ne diamo – continua il neo-segretario – c’è troppa gente in giro che ne dà … Ma diciamo: contateci. Siamo noi il cambiamento…”.
Questa giornata è il tentativo di riconnettere fili che negli ultimi anni si sono spezzati. I fili della protesta autonoma rispetto alle scelte di governo, da un lato. E i fili dell’interlocuzione con il governo, dall’altro: il vero rebus.
Nel primo caso, l’obiettivo è già raggiunto: i tre sindacati sono tornati insieme, ossa rotte dal dilagare del lavoro precario e dagli errori passati, eppure decisi a rilanciare.
Alla fine più che confortati da una piazza che nemmeno loro si aspettavano così gremita.
Il secondo obiettivo è il cuore di tutta la sfida, la ‘sorpresa’ per un governo che si auto-celebra come esecutivo del ‘cambiamento’ e che ha fatto della disintermediazione una professione di fede. “Ora il governo deve decidere cosa fare perchè se vuole cambiare questo paese deve farlo insieme ai lavoratori”, dice Landini mentre il corteo tenta di avviarsi.
In piazza ci sono pensionati, certo. Ma ci sono anche i ‘riders’, i fattorini che ci portano la pizza a casa in bici, uno degli anelli più deboli della catena infinita di nuovi lavori precari, proprio loro che all’inizio dell’avventura di governo gialloverde furono ricevuti dal neo-ministro Luigi Di Maio per esserne poi abbandonati. “Siamo qui per chiedere un’assicurazione sul lavoro”, ti dicono in piazza. Non hanno nemmeno quella.
Ci sono i poliziotti del Silp-Cgil: “Un governo che fino ad oggi ha vissuto di annunci e promesse, che sulla sicurezza non ha immesso le necessarie risorse per gli operatori e che ha incrementato la paura, pone ai poliziotti democratici la necessità di far sentire con forza la propria voce”, rivendicano in una nota.
C’è uno striscione della Cgil “Riace non si arresta”, in solidarietà al sindaco Mimmo Lucano finito agli arresti per le sue politiche di accoglienza.
Ci sono gli operai dell’Ilva di Taranto: “Con quota cento non ci cambia nulla, sempre a 42 anni e 8 mesi di contributi andremo in pensione e in quella fabbrica non si può lavorare tanto a lungo”.
Ci sono anche i lavoratori delle piattaforme petrolifere di Ravenna, nello spezzone della Confindustria emiliana, preoccupata per i posti di lavoro nel settore trivelle dopo il decreto semplificazioni che sospende i permessi per 18 mesi fino al nuovo ‘piano aree’.
Ma proprio la loro presenza illumina una parte centrale del discorso di Landini dal palco: “la questione ambientale”, presentata come ‘fil rouge’ della linea del nuovo segretario. “Ci rivolgiamo alle imprese e al governo, ci rivolgiamo alle intelligenze perchè è necessario un nuovo modello di sviluppo: la qualità del lavoro e della produzione è punto centrale per noi”.
Dal palco Gerard Djedjemel, originario della Costa d’Avorio, rsu della Uil e lavoratore edile in un cantiere di Legnano, parla di quota cento, “Uno a 67 anni non può continuare a stare sul cantiere!”, e anche del reddito di cittadinanza: “Non è una risposta, serve il lavoro!”.
Ed ecco Landini: “Siamo contenti delle misure contro la povertà , ma il reddito di cittadinanza è un ibrido: mescola la lotta alla povertà con le politiche per il lavoro, il rischio è di non far bene nè l’uno, nè l’altro. E poi prenderanno 6mila ‘navigator’ con contratti precari che darebbero collocamento ad altri precari in cerca di stabilizzazione: sai che capolavoro…”.
Defilati, alla manifestazione ci sono alcuni dirigenti del Pd e della sinistra, Nicola Zingaretti, Maurizio Martina, Nicola Fratoianni, ci sono anche Massimo D’Alema, Sergio Cofferati, Laura Boldrini e altri. Ma il vento di questa piazza non li mette al centro della scena: non ci sono bandiere di partito qui.
C’è invece un sindacato che tenta di rimettersi in piedi, con accanto quello che resta di partiti in cerca di autore e rilancio. Per questi anni complicatissimi, la Cgil ha trovato il suo autore, alle prese col test più difficile.
Per questo Landini allarga i ragionamenti, sfrutta il senso della bandiera europea che ha tra le mani il più possibile. “Abbiamo alle spalle 20 anni di austerity, ci dicevano che il mercato avrebbe risolto tutto e invece sono aumentate disuguaglianze e precarietà …”.
Ora “serve l’unità dei lavoratori in Italia ma anche in Europa contro le delocalizzazioni, altrimenti non si fa nulla”.
E racconta la ‘storiella’ dell’Ungheria, non quella quella del ‘muro’ di Orban, cara a Matteo Salvini. No, quella dei “lavoratori ungheresi che scioperano contro il governo Orban perchè, dopo aver beneficiato delle delocalizzazioni a spese degli altri lavoratori europei, ora in Ungheria viene chiesto ai lavoratori di fare 400 ore di straordinario come condizione per lavorare…”.
Salvini resta sempre nel mirino, con tutto il governo: “Alimentano la paura come se il paese fosse invaso dai migranti. Ma ho visto i dati: i giovani che vanno all’estero in cerca di lavoro sono di più rispetto ai migranti che arrivano qui”.
E ancora: “Siamo contro la chiusura dei centri di accoglienza: indirettamente mette in discussione dei posti di lavoro. Propongo un corso di formazione per chi pensa che siamo invasi e non sa invece quanta forza arriva dalla differenza…”.
La piazza del 9 febbraio a Roma non è una piazza di elettori del M5s o della Lega già delusi del governo gialloverde, almeno non in larga parte, forse non ancora chissà .
Ma è una piazza dove trova sfogo la rabbia o quantomeno gli interrogativi per un’economia che non si rimette in circolo. “Se il governo ha un briciolo di saggezza, dovrebbe aprire un tavolo di trattativa con noi. Altrimenti deve sapere che noi non ci fermeremo: andremo avanti tutti insieme”, insiste Landini.
Nel miscuglio di gente e bandiere, domande e rivendicazioni, si fa largo l’altro filo spezzato di questa fase storica: quello tra sindacato e politica. Sono in tanti a chiederglielo, anche lì nell’area palco. Landini schiva: “Io faccio il sindacato, la politica non sta a me…”.
Ma intanto accetta di mettersi alla testa di una macchina complessa: “Quando le cose sono così complicate e difficili, dobbiamo diffidare di chi le semplifica: se incontrate per strada uno che dice ‘da solo risolvo tutto’, dategli la mano e cambiate strada”.
(da “Huffingtonpost”)
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Febbraio 9th, 2019 Riccardo Fucile
“PREOCCUPATI ALLO STESSO MODO”…”IL GOVERNO HA SOLO INCREMENTATO LA PAURA, FANNO SOLO ANNUNCI, SI SONO DIMENTICATI LE RISORSE”
Industriali al fianco dei sindacati, alla manifestazione nazionale di Cgil Cisl e Uil perchè, sottolineano, “siamo tutti insieme, siamo tutti preoccupati allo stesso modo”. Tra gli imprenditori è forte la preoccupazione per lo stop alle trivelle inserito dal Governo nel Dl Semplificazioni.
Gli imprenditori arrivati da Ravenna per sfilare in corteo sono una trentina, altri arrivano dalla Basilicata, da aziende del settore dell’Oil & Gas.
Hanno portato un manifesto: “Investiamo nel gas naturale italiano, meno inquinamento, meno spesa, più lavoro. Sì al gas naturale italiano”
Sono accanto ai sindacati, sottolineano – a parlare è Ermanno Bellettini, responsabile delle risorse umane della Rosetti Marino – perchè “se non c’è crescita non c’è lavoro, e se soffrono i lavoratori soffrono anche le imprese. Siamo insieme, siamo tutti preoccupati”.
Sono un centinaio anche gli agenti che sfilano a Roma: “L’esecutivo ha incrementato la paura. Sentiamo la necessità di far sentire la nostra voce”
“Siamo in piazza – spiega una nota della Segreteria Nazionale Silp – perchè crediamo fermamente che per ridare lavoro, sviluppo e futuro a questo paese siano assolutamente inadeguate le misure previste dalla legge di bilancio. Così come sono inadeguate le risorse per le forze dell’ordine, inferiori rispetto anche al recente passato per quel che riguarda il contratto e il riordino delle carriere”.
Al corteo i poliziotti – un centinaio, liberi dal servizio – sfilano con uno striscione.
“Un governo che fino ad oggi ha vissuto di annunci e promesse, che sulla sicurezza non ha immesso le necessarie risorse per gli operatori e che ha incrementato la paura”
(da agenzie)
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Febbraio 9th, 2019 Riccardo Fucile
L’ITALIA RISCOPRE IL RUOLO DEL SINDACATO UNITARIO, IN CORTEO ANCHE RAPPRESENTANTI DEGLI IMPRENDITORI
I sindacati tornano in piazza per dare una scossa al governo sui temi del lavoro. Le organizzazioni sindacali confederali si sono date appuntamento a Roma in una grande manifestazione per sostenere proposte unitarie su crescita e sviluppo ma sprattutto per chiedere all’esecutio di aprire un confronto. L’imponente corteo, partito da piazza della Repubblica, si è spostato a piazza San Giovanni dove sono intervenuti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Un appuntamento che ha radunato oltre 200 mila persone.
Landini: “Governo ascolti questa piazza”
L’ex segretario della Fiom, alla sua prima “uscita” in piazza come nuovo numero uno della Cgil al posto di Susanna Camusso, ha aperto il suo intervento spiegando di non volere fornire numeri sulla partecipazione: “Ci sono troppi che danno i numeri in questo Paese, e a loro dico a questo punto, contateci voi”.
Landini si è quindi rivolto al governo: “Se hanno un briciolo di intelligenza ascoltino questa piazza e aprano il confronto. Noi siamo il cambiamento”.
A proposito del reddito di cittadinanza Landini ha quindi sottolineato: “Dicono che assumeranno 6mila navigator con un contratto a termine per collocare altri precari. È un capolavoro di intelligenza”.
“Io credo che dopo questa giornata se il governo ha un minimo di saggezza dovrebbe aprire un tavolo di trattativa, ma se non dovesse succedere sappia che noi non ci fermeremo e andremo avanti finchè non porteremo a casa quello che abbiamo chiesto”, ha detto in conclusione.
Landini aveva parlato anche a margine del corteo: “Fin da settembre-ottobre, appena abbiamo visto le prime proposte del governo dichiarammo che questa manovra era miope e recessiva perchè non affrontava i nodi di fondo è non interveniva sulle cause che hanno determinato la crisi. In Italia ci sono nodi strutturali che questo governo non sta affrontando purtroppo come i governi precedenti”, aveva detto.
Furlan: “Governo esca dalla realtà virtuale”
A piazza san Giovanni alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil “c’è l’Italia reale, lavoratori in carne ed ossa, persone che hanno fatto crescere e mandano avanti concretamente questo paese passo dopo passo”, detto la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan.
“Niente a che vedere con gli slogan lanciati con i tweet e le dirette Facebook – ha proseguito – e ai professionisti della realtà virtuale diciamo: uscite dalla finzione, guardate queste bandiere”.
“Dopo tanti anni di una crisi tremenda avevamo iniziato a rialzare la testa e ad avere una speranza nel futuro. Oggi invece si parla di recessione tecnica, cala la produzione industriale. Solo lo spread sale abbattendo salari e pensioni, alzando i mutui italiani”, ha aggiunto.
Barbagallo “Governo del cambiamento in peggio”
“Dico al governo: mandateci una foto, vediamo se riescono a contarci. Non siamo opposizione politica, siamo il sindacato con una piattaforma. Chiediamo che si siedano al tavolo di trattativa, i tavoli si devono fare”, ha detto invece il segretario Uil Carmelo Barbagallo.
“Il governo non può essere autoreferenziale perchè l’economia sta andando male e un governo del cambiamento non può cambiare il paese in peggio. Si confronti con i sindacati, noi siamo pronti a fare la nostra parte”, aveva spiegato poco prima a margine del corteo.
Tra i manifestanti anche una folta delegazione di imprenditori, fra cui quelli di Confindustria Romagna spinti alla protesta dopo la decisione del governo di bloccare le trivellazioni nel Mar Adriatico.
L’ultima manifestazione unitaria confluita in piazza San Giovanni a Roma risale al 22 giugno del 2013, sempre di sabato, quando Cgil, Cisl e Uil scesero in piazza con lo slogan ‘Lavoro è democrazia’.
(da agenzie)
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Febbraio 8th, 2019 Riccardo Fucile
“SINGOLARE CHE DI MAIO TROVI TEMPO PER PARLARE COI GILET GIALLI IN FRANCIA ED EVITI DI INCONTRARE I SINDACATI IN ITALIA”
Domani, 9 febbraio, i sindacati saranno in piazza per chiedere al governo un confronto sulle scelte da prendere in merito ai temi occupazionali.
Lo slogan è #Futuroallavoro e Maurizio Landini promette: “Se il governo continua a non ascoltarci, non è che ci fermiamo il 9”.
Con loro manifesteranno anche gli industriali. Confindustria Romagna ha aderito all’iniziativa nazionale. L’obiettivo è: “Contestare le politiche adottate dal Governo nel Dl Semplificazioni” ed in particolare lo stop alle trivelle: un “suicidio industriale”, dice il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli; “Nessun imbarazzo” ad affiancare i sindacati: “In questa fase è assolutamente importante essere uniti, difendere insieme crescita e lavoro”.
Il segretario generale della Cgil chiama a raccolta ricordando che il “nostro interlocutore è il presidente del Consiglio Conte” e che “ad oggi ci sono stati due incontri” a Palazzo Chigi. Le sigle hanno presentato una piattaforma unitaria con le proposte dei sindacati, “noi vogliamo aprire un confronto, una trattativa e vogliamo portare a casa dei risultati”, rimarca parlando alla stampa estera.
Il leader Cgil attacca direttamente Di Maio quando dice: “È Singolare che un rappresentante del Governo incontri un movimento francese che contesta il governo francese mentre in italia non si confronta con i sindacati” e ribatte: “Se sono così attenti a chi contesta dovrebbero stare attenti anche a chi contesta loro”.
Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, all’Avvenire conferma: “Le cose stanno andando male, nonostante l’ottimismo immotivato che abbiamo visto in questi giorni anche dal Presidente del Consiglio. Ma non è così. Bisogna svegliarsi, tornare con i piedi a terra. Per questo con la manifestazione di domani a Roma vogliamo dare una scossa al governo”.
La manifestazione, si legge nella nota congiunta, serve soprattutto a muovere dei dubbi su “la legge di bilancio, appena approvata” perchè: “ha lasciato irrisolte molte questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese, a partire dai temi del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti per le infrastrutture, delle politiche per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno. Temi sui quali Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato indicazioni e proposte credibili e realizzabili che non hanno trovato riscontro nella legge di stabilità avanzata dal Governo”
(da agenzie)
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Febbraio 7th, 2019 Riccardo Fucile
PRESENTI ANCHE CISL E UIL PER LA PRIMA USCITA DEL LEADER SINDACALE, TEMUTO DAI GIALLOVERDI PER IL SUO CARISMA
#Futuro al lavoro la parola d’ordine coniata per sabato, a Roma. A piazza San Giovanni, con Cgil, Cisl, Uil.
La sorpresa, se così si può dire, è proprio il luogo (location per essere à la page), dalla scelta iniziale piazza del Popolo si è passati a San Giovanni, sede storica del movimento sindacale: «La decisione — si dice dalle tre confederazioni — è stata presa per la necessità di trovare una piazza più capiente vista la grande adesione prevista».
Il termometro di Cgil, Cisl, Uil sta segnando alta temperatura, una febbre che prelude positivamente alla portata della manifestazione. Inoltre attraversata, innanzitutto in termini di feeling diretto con i lavoratori, dall’esordio di Maurizio Landini in quanto segretario generale della Cgil.
Ancora, altro motivo decisivo, il recuperato «spirito unitario» tra Cgil, Cisl, Uil. Che si ripropongano insieme, un fatto che nella memoria riporta al cd del 23 giugno del 2013. Tema al centro dell’impegno di sabato, lo stato della «merce lavoro» nel nostro Paese. Argomento desueto, tramontato, per ciò una sfida che traguarda San Giovanni e sulla quale i sindacati confederali stanno costruendo le fondamenta d’un divenire diverso, aderente alle mutate condizioni economiche, produttive e sociali
Condizioni nel Paese e sostanzialmente equivalenti nel nostro continente.
Stamattina, ad Agorà , su Raitre, Maurizio Landini ha anticipato l’appuntamento dei sindacati europei il 26 aprile a Bruxelles. Cambiare l’Europa e le politiche comunitarie si può. Non solo vincoli e restrizioni. Incompatibili con lo spirito dell’Unione sono anche le scelte dell’Ungheria di Viktor Orbà¡n, le 400 ore di straordinario obbligatorie retribuite quando fa comodo ai padroni
Si nota, nella traccia delle rivendicazioni indirizzate all’esecutivo della Comunità , l’intreccio tra i temi degli Stati nazionali con quelli continentali. Intanto, una politica fiscale comune e un bilancio pubblico europeo, finanziato appunto da risorse proprie e non da trasferimenti degli Stati.
Come per i redditi da lavoro, unici sottoposti a tassazione progressiva, l’Europa dovrebbe poter tassare gli altri redditi in misura coerente per garantire uno Stato sociale europeo, ripartito tra i membri dell’area euro.
Passando attraverso il contrasto dei 7 paradisi fiscali che ospita al proprio interno.
Altro capitolo, il lavoro. Non come e quale che sia. Ma legato a una politica sui prodotti e alla creatività .
L’Italia industriale vive una crisi nella crisi perchè è l’Europa a non passare un buon momento. Riverberando gli effetti sulle retribuzioni e sulle condizioni di vita. Tutto va rimesso in discussione.
«La legge di bilancio — scrivono i sindacati confederali nel documento che accompagna la manifestazione di Roma —, ha lasciato irrisolte molte questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese a partire dai temi del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti per le infrastrutture, delle politiche per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno. Temi sui quali Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato indicazioni e proposte credibili e realizzabili che non hanno trovato riscontro nella legge di stabilità avanzata dal governo.
«Centinaia le assemblee su tutto il territorio nazionale — precisano le confederazioni —, all’interno delle quali il consenso è stato pressochè unanime e ha rappresentato un primo importante momento di favore con i lavoratori e i pensionati italiani sul documento consegnato a dicembre al presidente del Consiglio che si era impegnato a dare continuità al confronto, mai avvenuto, su alcuni capitoli indicati dal sindacato».
L’impegno auto-ignorato dal premier è stato accompagnato dal coretto augurante il fallimento dell’iniziativa della maggioranza.
In particolare, senza un perchè, da annotare l’irritazione del movimento 5stelle, di Luigi Di Maio in prima persona, contro Maurizio Landini, designato principale avversario. Vien da pensare che, nell’intimo, il vicepresidente voglia imputare al segretario della Cgil l’assenza di ambiguità come si addice ai leader.
In realtà , sia M5s che Lega appaiono preoccupati per il probabile sold out di piazza San Giovanni, che le decine di migliaia di lavoratori, pensionati, disoccupati, studenti possano far scendere i sondaggi favorevoli alla pièce «Anno bellissimo» di Peppino Conte.
Sarebbe il primo colpo negativo e non previsto per la «recita» dei partiti di governo.
(da Globalist)
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Gennaio 27th, 2019 Riccardo Fucile
IL SEGRETARIO CGIL RIBALTA LA NARRAZIONE FARLOCCA SALVINIANA… “SE LA VICENDA DELLA SEA WATCH NON SI SBLOCCA CI PENSERA’ UNA FORTE MOBILITAZIONE DELLA SOCIETA’ CIVILE”… E AVVISA IL GOVERNO: “CHI IGNORA IL SINDACATO ANDRA’ A SBATTERE, SIAMO 12 MILIONI”
“Quella della Sea Watch è una situazione inaccettabile, le persone vengono prima. E bisogna smettere di usarle a fini elettorali. Che esista un problema in Europa è sotto gli occhi di tutti ed è una battaglia da fare. Ma non sulla pelle di questa gente. Colpiscono soprattutto i loro occhi, sembrano in ostaggio. Ostaggio di chi li vuole osare a fini elettorali. Trovo davvero folle che si dica che il problema sarebbe l’invasione dei migranti, quando sono più i giovani italiani che sono dovuti scappare dall’Italia, che non trovano lavoro, dei migranti che arrivano in Italia”.
A dirlo è Maurizio Landini, neo eletto segretario generale della Cgil, nel corso di Mezz’ora in più, su Raitre, sottolineando che “si cerca di raccontare un mondo che non c’è, non è più accettabile questa situazione. Dobbiamo mobilitarci tutti, in tutte le forme. Mi auguro che nelle prossime ore se non si sblocca la situazione ci sia una reazione della società civile, non ci può essere un mondo di sfruttamento delle persone”.
Il riferimento esplicito è a Matteo Salvini e alla sua strategia sull’immigrazione. “Dovrebbe smetterla di usare messaggi violenti e affrontare i temi” dice Landini, che allarga il ragionamento anche alle situazioni di caporalato a San Ferdinando. “Qualità del lavoro e diritti delle persone vengono prima della posizione politica” sottolinea.
La Cgil chiede un confronto con il Governo, di cui dà un pessimo giudizio, perchè “si chiamano Governo del cambiamento ma non stanno cambiando quasi nulla e quando lo fanno è in peggio”.
Tra Lega e M5S “formalmente c’è una differenza” sottolinea ancora Landini, ma “fanno un giochino, fanno finta che uno è governo e uno è opposizione”.
Anche sul reddito di cittadinanza, il leader Cgil afferma che “non critichiamo la lotta contro la povertà , non diciamo che non si deve fare il provvedimento, ma critichiamo come lo si sta facendo”, perchè “oggi si è poveri anche lavorando. Andava allargato lo strumento del passato Governo, il Rei, ampiando risorse e strumenti”, e serve lavoro, per cui “bisogna far ripartire gli investimenti” pubblici e privati.
Oltretutto al Governo “non si stanno confrontando con nessuno, hanno trasformato il Parlamento in un passacarte – sottolinea Landini – Un Contratto fatto fra privati sta impedendo al Parlamento di discutere” e anche rispetto al sindacato, “noi abbiamo 12 milioni di iscritti, firmiamo contratti che riguardano milioni di persone e con noi si deve discutere. Poi puoi non essere d’accordo, ma devi discutere. Oppure vai a sbattere. Faccio notare che tutti quelli che in passato hanno pensato che si potesse fare senza il sindacato sono andati a sbattere. Quando le cose sono complesse ci vuole tanta intelligenza e non ci sono i fenomeni che risolvono da soli. Quando dico fare sistema dico questo, confrontarsi con tutti e avere una visione. Questo è quello che manca”.
Il Governo ha disertato il Congresso della Cgil e “ha fatto una scelta sbagliata — commenta Landini — Noi li abbiamo invitati tutti, il premier e i due vice premier. Ci hanno mandato a dire che non venivano per ragioni di agende, ma semplicemente hanno scelto di non venire. E hanno perso un’occasione”.
Ora dovranno fare i conti con la mobilitazione indetta dai sindacati a Roma per il 9 febbraio: “sarà una grande manifestazione perchè c’è una grande voglia di cambiamento” e sarà l’occasione per Cgil, Cisl e Uil per chiedere al Governo “che si apra una vera trattativa con il sindacato. Per arrivare a un cambiamento vero”.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 25th, 2019 Riccardo Fucile
IL NUOVO LEADER DELLA CGIL CHIUDE IL CONGRESSO DI BARI
I Modena City Ramblers, Neri Marcorè, Dario Vergassola. Sono stati loro gli animatori della festa finale del congresso della Cgil di Bari, occasione per salutare Susanna Camusso e per insediare il suo successore Maurizio Landini.
Da oggi Camusso (sul palco vestita di rosso come il suo successore) si occuperà delle relazioni internazionali della Cgil “come ambasciatrice del sindacato nel mondo” ha detto Landini che le ha offerto anche un altro incarico: “Quello delle relazioni di genere” .
Nelle prime ore dopo l’insediamento, Landini farà visita il centro di accoglienza per migranti di Bari: “Abbiamo un governo che indica come massimo pericolo l’arrivo dei migranti mentre sono di più i nostri ragazzi costretti a emigrare per trovare un lavoro”, ha detto Landini.
Landini ha attaccato duramente il governo: “Abbiamo due vicepremier che parlano di lavoro e povertà senza aver mai lavorato e senza essere stati poveri”.
Nel discorso programmatico è tornato sulla “contrattazione inclusiva”, la formula con cui indica l’idea di unire in un unico contratto tutti i lavoratori che a vario titolo lavorano in un’unica filiera produttiva.
E a chi gli chiedeva un giudizio sul vuoto politico a sinistra ha risposto che “il sindacato non può pensare di sostituirsi alla politica. Sarebbe un errore. Il sindacato fa il sindacato e contratta con i governi. Se non ci vogliono ascoltare protestiamo, come faremo unitariamente il 9 febbraio prossimo”.
(da agenzie)
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