Marzo 20th, 2021 Riccardo Fucile
“LEI DICE MAI CON I CINQUESTELLE E POI SI PRENDE TRE GRILLINI NEL GRUPPO”… “DRAGHI STA FACENDO COSE CHE PIACCIONO A DESTRA” (I CONDONI AGLI EVASORI SERIALI INFATTI SONO UN ESEMPIO)
Lite all’estrema destra: e stavolta l’ex missino Storace se la prende con l’ex missina Giorgia Meloni. L’oggetto del contendere è il governo Draghi.
Ha detto l’esponente della destra: “Draghi sta facendo cose che piacciono a noi di destra: ha rivoluzionato il Cts, ha cacciato Arcuri, ora rottamerà le cartelle esattoriali al di sotto dei cinque mila euro…E’ in totale discontinuità con la sinistra. Draghi è Draghi. Ma la destra non può che stare con lui”.
“Non voglio polemizzare, ma non capisco più cosa fa la Meloni. E’ il leader di una forza che prende il 15 o il 20 per cento. E i voti si raccolgono per governare. Poi lei dice ‘mai con i 5 stelle’, e intanto oggi s’è presa tre grillini nel gruppo di Fratelli d’Italia. Boh. Sta giocando a dare più fastidio alla destra che alla sinistra. Io è alla sinistra nel pallone che romperei i coglioni”, spiega ancora.
“Se ti senti un peso, la famiglia la lasci”, dice Storace, “senza polemiche, forse con un po’ di delusione, ma comunque senza rancori”.
Storace sottolinea ancora: “Con Draghi, Salvini è tornato centrale. Prima aveva i voti ma era periferico”. Da FdI, “sono stato escluso. Non mi veniva nemmeno consentito di dire che secondo me stavano sbagliando. E non solo su Draghi”.
(da agenzie)
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Luglio 4th, 2018 Riccardo Fucile
POCHI GIORNI FA STORACE ERA STATO LICENZIATO DAL RUOLO DI DIRETTORE DEL GIORNALE D’ITALIA DOVE I GIORNALISTI RECLAMANO STIPENDI E CONTRIBUTI NON VERSATI
Il Tempo oggi racconta una storia che riguarda l’ex governatore del Lazio Francesco Storace e che però lui smentisce, anche se a quanto pare è stato trasportato al Gemelli per una ferita conseguenza di una caduta dopo un alterco con un suo ex collaboratore:
Le ricostruzioni su quanto avvenuto sono discordanti: si parla di una litigata piuttosto accesa durante la quale Storace avrebbe tentato di passare alle vie di fatto contro il suo ex collaboratore senza peraltro riuscirci.
Si parla anche di un malore o di un inciampo sui tappeti gommati per i percorsi per i non vedenti: fatto sta che l’ex leader de La Destra si sarebbe abbattuto al suolo e gli occhiali avrebbero causato la ferita al sopracciglio.
L’alterco di ieri è solo l’ultimo, lungo elenco di una serie di «disavventure» che hanno visto Storace protagonista: l’ultimo in ordine di tempo è il licenziamento, di pochi giorni fa, dal Giornale d’Italia di cui era direttore.
Testata che, comunque, è andata sempre più in crisi con i giornalisti in causa con l’azienda per una decina di stipendi e contributi che non sarebbero stati pagati.
Storace però smentisce tutta la vicenda e dice al Tempo di essere a Catania.
Qualche tempo fa il giornalista del Tempo Ferdinando Magliaro venne licenziato da addetto stampa di Storace con una delibera che cancellava il suo ruolo.
(da “NextQuotidiano”)
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Febbraio 8th, 2018 Riccardo Fucile
“SCARCERATE PURE IL NIGERIANO, FAREMO LA FILA PER RENDERGLI IL FATTO SUO, MALEDETTO”… UN ALTRO CHE ERA PRESENTE AI FATTI E CHE SA COME E’ ANDATA, SI AFFRETTI A PRESENTARSI IN PROCURA, ALTRIMENTI ARRIVA PRIMA LA MELONI E LO FREGA
“Scarceratelo pure: faremo la fila per rendergli il fatto suo. Maledetto”.
Francesco Storace su Twitter inveisce contro Innocent Oseghale, il nigeriano finito in carcere per la morte di Pamela Mastropietro, la ragazza romana fatta a pezzi e chiusa in due trolley abbandonati nella campagna di Macerata.
Il 28enne è ora in carcere ma solo per le accuse di occultamento e vilipendio di cadavere.
“Per liberare il nigeriano diranno che si è suicidata, e che prima di morire si è fatta a pezzi da sola, si è infilata nella valigia e ha chiesto di essere accompagnata al cimitero”, scrive Storace aggiungendo: Scarceratelo pure: faremo la fila per rendergli il fatto suo. Maledetto”.
Peccato che nessuno ha mai detto quello che Storace insinua, se ha le prove faccia nomi e cognomi. In Italia è ancora la magistratura a fare le inchieste giudiziarie, per fortuna, non il tribunale dei sedicenti sovranisti, quindi decide in base agli elementi probatori, non in base al colore della pelle.
La stessa cosa che ha auspicato la madre di Pamela che avrebbe ben altri motivi di risentimento rispetto alla istigazione a delinquere twittata da Storace.
Evviva la destra della legalità .
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Febbraio 7th, 2018 Riccardo Fucile
ED EPURATOR FA FUORI ALEMANNO DALLA CHAT “W PIROZZI”
Volano gli stracci tra i due ex pesi massimi all’interno del Movimento nazionale per la sovranità , Gianni Alemanno e Francesco Storace.
Ad accendere la miccia la situazione esplosiva rappresentata dalla corsa alla presidenza della Regione Lazio, con la doppia candidatura a destra di Sergio Pirozzi e Stefano Parisi, il primo appoggiato da Storace e il secondo da Alemanno con il resto della coalizione, a partire dalla Lega di Matteo Salvini dove l’ex sindaco di Roma ha trovato una nuova casa politica.
Sono alcune chat interne a raccontare lo scontro tra i due.
In particolare Storace avrebbe attaccato Alemanno per la sua decisione di appoggiare Parisi.
L’ex primo cittadino della Capitale avrebbe risposto di essersi semplicemente allineato alle scelte della Lega e della coalizione e si sarebbe difeso accusando l’ex presidente della Regione di aver in precedenza appoggiato Pirozzi “senza mandato del partito”.
Durissima, a quanto sembra, la controrisposta di Storace: “Ti avrei dovuto lasciare per strada”. Più diplomatica la difesa finale di Alemanno: “Sai solo offendere”
Lo scontro tra Francesco Storace e Gianni Alemanno si arricchisce oggi del ‘capitolo due’
Dopo la lite furiosa che si è manifestata ieri in una chat, durante la quale Storace ha attaccato l’ex sindaco di Roma per aver seguito le indicazioni del centrodestra e della Lega e di avere quindi deciso di appoggiare Stefano Parisi alle regionali, e non Sergio Pirozzi, oggi l’ex presidente della Regione Lazio ha tagliato definitivamente i ponti virtuali con il suo ex alleato.
La chat interna, prima di oggi denominata Mns Roma (Movimento nazionale sovranista), è stata ribattezzata “W Pirozzi”. Storace, in modalità ‘epurator’, ha poi eliminato dal gruppo alcuni ex compagni di avventura: Gianni Alemanno per primo, e poi altri esponenti come Brian Carelli e Giorgio Ciardi oltre al profilo di “Azione nazionale”. Un addio definitivo, a quanto sembra.
Almeno fino alla prossima chat.
(da agenzie)
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Gennaio 29th, 2018 Riccardo Fucile
150.000 EURO DI FATTURE PAGATE NEL 2012 DAL GRUPPO “LA DESTRA”… 15.000 EURO PER UN CONCERTO DI MASINI, 22.000 EURO PER UNA CONSULENZA A UN CANDIDATO IN MOLISE, BUONI BENZINA PER 35.000 EURO IN SETTE MESI
Omaggi floreali, giri in elicottero e oltre 80 casse di rosso dei Castelli acquistate da una casa vinicola poi fallita.
E ancora: buoni carburante per oltre 30mila euro in poco più di 6 mesi, cene, pranzi e un buffet da 18.000 euro in una delle ville più belle di Roma.
In mezzo, una consulenza da 22.000 euro al candidato presidente in Molise. Tutto con i soldi dei contribuenti laziali.
Sono solo alcune delle fatture, per oltre 150mila euro, pagate a cavallo fra il 2011 e il 2012 dal gruppo regionale de La Destra nel Lazio, che in quel periodo faceva capo a Francesco Storace, oggi leader insieme a Gianni Alemanno del Movimento Sovranista Nazionale e principale “tifoso” della candidatura di Sergio Pirozzi.
A poche settimane dalla condanna in appello di Franco “Batman” Fiorito e a 4 mesi dal rinvio a giudizio di ben 8 ex consiglieri regionali del Pd, dai cassetti della Pisana emergono nuovi particolari su una vicenda — quella delle spese di rappresentanza dei gruppi regionali — che in quel biennio coinvolse quasi tutte le forze politiche, portando l’allora governatrice Renata Polverini alle dimissioni e il centrodestra laziale al collasso.
I documenti inediti raccolti da IlFattoQuotidiano.it accendono un faro sul gruppo allora presidiato da Storace e dal suo braccio destro, Roberto Buonasorte.
Proprio l’ex governatore nel 2013 fu “premiato” con la candidatura a perdere contro Nicola Zingaretti anche in virtù del suo mancato coinvolgimento nello scandalo.
“Ma noi non fummo nemmeno sfiorati dalle inchieste — ricorda Storace, interpellato telefonicamente — sia la Procura sia la Corte dei Conti vagliarono tutta la documentazione”.
LE CENE, I VINI E IL CARBURANTE
Fra i documenti in possesso vi sono i pagamenti per due pasti piuttosto “ricchi” consumati lo stesso giorno, il 24 giugno 2016: uno con porchetta, bistecche e salsicce da 1.800 euro intestata alla macelleria “Il Buongustaio” di Terracina e l’altro da 1.020 euro per 17 persone (60 euro a testa) consumato presso il ristorante “Romolo Al Porto” di Anzio.
Decisamente di altra caratura, il buffet da 18.000 euro con 500 ospiti organizzato il 31 ottobre 2012 presso Villa Miani — in zona Trionfale, a Roma — per la presentazione de Il Giornale d’Italia, l’organo di partito di cui proprio Francesco Storace è direttore e che, in teoria, “non riceve finanziamenti pubblici”: anche stavolta è il gruppo regionale a liquidare la fattura alla società Relais Le Jardin.
“Erano passati pochi giorni dalle dimissioni di Renata Polverini — spiega ancora Storace — e facemmo una manifestazione a suo sostegno. Poi, con l’occasione presentammo Il Giornale d’Italia”.
Il 30 ottobre 2011, invece, Storace firma il bonifico da 3.630 euro alla casa vinicola Casal Marini srl — fallita nel 2015 — per l’acquisto di ben 480 bottiglie (80 casse) di “vino rosso doc dei castelli romani”.
Lo stesso capogruppo, poche settimane dopo, ordinerà presso l’enoteca regionale Palatium “prodotti gastronomici natalizi del Lazio” per 3.862 euro, fatturati il 18 febbraio 2012.
Fra luglio 2011 e dicembre 2011 anche cuscini e omaggi floreali per oltre 4.000 euro e un interno funerale (3.000 euro in tutto) pagato il 21 ottobre 2011.
In mezzo, ci sono fatture liquidate ad Ap Petroli per l’acquisto di buoni carburante per oltre 35.000 euro: 22.000 litri di benzina e 24.000 di gasolio fra il 29 settembre 2011 e il 27 aprile 2012. In 7 mesi, significa aver consumato da 100 a 110 litri di benzina al giorno, ovvero, alla media di 14 km al litro, aver percorso non meno di 1400 km tutti i giorni.
OLTRE IL LAZIO: DAL CANDIDATO IN MOLISE A MARCO MASINI
Le prestazioni pagate dal gruppo regionale de La Destra in realtà andavano anche oltre i confini del Lazio.
All’avvocato Giovancarmine Mancini di Isernia, ad esempio, il 2 settembre 2011 vengono liquidati 22.800 euro per uno “studio di consulenza sull’abolizione delle province e il trasferimento delle competenze alle regioni”.
Si tratta in realtà di una coincidenza particolare, in quanto Mancini era il candidato presidente de La Destra alla Regione Molise e quelle elezioni si sarebbero tenute poche settimane dopo, fra il 16 e il 17 ottobre 2011.
Mancini — che nel 2011 prese l’1,29% — nel 2018 sarà di nuovo il candidato governatore di Storace, stavolta per la sigla Msn. “Mancini è un ottimo avvocato e un uomo che a lavorato a lungo sui temi degli enti locali — dice l’ex ministro — ha fatto un ottimo lavoro in quell’occasione”.
In quel di Taormina, invece, ricordano ancora quando in occasione de “La Traviata” andata in scena il 10 settembre 2011 al Teatro Antico, durante la celebre aria “Amami Alfredo” qualcuno da lontano rispondeva intonando il ritornello di “Bella stronza”: a poche centinaia di metri, infatti, presso la Villa Comunale, si stava esibendo Marco Masini, ospite musicale della festa nazionale de La Destra.
Un episodio che fece molto rumore in Sicilia, imbarazzando non poco l’allora sottosegretario ai Beni Culturali, Nello Musumeci, oggi governatore del centrodestra e ai tempi esponente di spicco del partito di Storace.
Nonostante l’evento si svolgesse nell’Isola, il compenso al cantautore toscano, 15.000 euro, fu liquidato proprio dal gruppo del Lazio.
“Avevamo uno stand e contribuimmo alle spese”, spiega Storace. Un’altra fattura piuttosto cospicua, 12.100, è stata invece pagata alla Maurilio Massini Progetti di Chianciano Terme (Siena), società che solitamente organizza convegni ma a cui stavolta era stato commissionata una “ricerca e studio per la diffusione dell’attività ” del gruppo consiliare regionale.
A MONTEROTONDO, NEL FEUDO DI BUONASORTE
Molte fatture pagate dal gruppo regionale sono riconducibili alla cittadina di Monterotondo, a pochi chilometri a nord di Roma, dove si concentrano i consensi di Roberto Buonasorte, braccio destro di Francesco Storace e possibile capolista della lista civica Pirozzi alle prossime regionali.
Il 10 gennaio 2011, il gruppo regionale La Destra liquida 1.910 euro all’associazione culturale La Giara Nera come contributo per la festa Befana Tricolore 2011.
In quel periodo, parte attiva dell’associazione era Emma Moriconi — oggi impegnata nel comitato elettorale per Pirozzi presidente — moglie di Buonasorte.
La Giara Nera ha anche collaborato alla realizzazione di un film-documentario sugli anni di piombo, dal titolo ‘Sangue Sparso’, del quale Moriconi ha curato la sceneggiatura. Le riprese, come recita la presentazione della pellicola, hanno avuto luogo fra la primavera e l’estate 2011.
Fra le fatture liquidate dal gruppo regionale La Destra, vi sono ben 9 pagamenti per totali 4.675 euro riconducibili ad altrettanti pasti (per gruppi da 20 persone in media) presso l’Antica Trattoria dei Leoni, sita a Monterotondo in via Federici 23, a due passi dalla sede de La Giara Nera di via Federici 69.
“Si facevamo molti incontri in quel periodo — ribatte Francesco Storace — e le spese di rappresentanza si pagavano per il gruppo ma anche per i consiglieri, che eravamo io e Roberto. Il fatto che si andasse a pranzo vicino la sede dell’associazione rende ancora più evidente la motivazione delle spese”.
Sempre di Monterotondo, infine, è la ditta Elicom srl, che al costo di 3.630 euro il 3 marzo 2012 ha noleggiato al gruppo regionale La Destra un elicottero “per attività di riprese su Roma, zona Fori Imperiali, Piazza della Bocca della Verità ”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 8th, 2016 Riccardo Fucile
“HA PRESO 100.000 VOTI IN MENO DI QUANDO ALEMANNO HA PERSO, 400.000 IN MENO DI QUANDO VINSE, 500.000 IN MENO DI ME QUANDO DIVENTAI PRESIDENTE DELLA REGIONE”…” E RINGRAZI CHE ABBIAMO CHIUSO GLI OCCHI SU CERTI CASI GIUDIZIARI”
Tanti anni fa in edicola cercavamo Il Candido. Lo dirigeva Giorgio Pisano’, che lo aveva riportato in vita dopo tanti anni, nel 1968.
Giorgia Meloni non era nata e quindi nessuno le avrà raccontato – come per la storia del fascismo – che cosa si scriveva in una fortunata rubrica, Lo Stupidario, che mi è tornata in mente dopo aver letto, ieri su Il Tempo, la sparata di questa tigre di carta contro una serie di personaggi, me compreso e in compagnia di Fini e Alemanno.
La Meloni – che ha rifiutato alle comunali di Roma una nostra lista di sostegno, preferendo leghisti, liberali, i montiani di Mario Mauro e compagnia cantante – perde le elezioni e da’ la colpa a chi non ha voluto al suo fianco.
Ridicola, perchè il suo risultato non è dipeso certo dal nostro, che è stato negativo. Arrogante come spesso le capita, si è permessa di indirizzarci un ritiro a vita privata abbastanza buffo e cialtrone. Della nostra vita disponiamo noi, cara Giorgia. E della mia dispongo io.
Questa presunta leader che nel resto d’Italia raccoglie poca roba, e’ stata capace di distruggere ogni speranza di riunificazione a destra proprio per il suo tratto caratteriale che ha allontanato a Roma quel 4-5 per cento di elettorato moderato che le ha preferito persino Roberto Giachetti, espressione di quel Pd che mai pensavamo potesse ancora competere per il Campidoglio.
Ma quando ti trovi di fronte una sguaiata, questo è quello che può succedere.
Anzichè unire, la Meloni riprende con il suo odio. Ma dovrebbe chiedersi perchè se lei vanta oggi 265mila voti a Roma, Alemanno – quando ha perso nel 2013 – ne prese centomila di più e io stesso, sempre nella Capitale e alle regionali dello stesso anno, ne raggranellai ben 392mila (da Fdi 45mila..).
Per entrare nella storia della destra italiana, la Meloni avrebbe dovuto avvicinarsi ai seicentomila memorabili voti che Fini prese nella sua candidatura contro Rutelli, ai 675mila di Alemanno sindaco o ai miei 745mila da presidente del Lazio.
Rispetto, per favore.
Chi sputa così sulla sua storia – e su chi l’ha accompagnata per lunghi tratti di strada in una carriera che non dovrebbe aver bisogno di maleducazione da ostentare – non durerà a lungo. Perchè troverà qualcuno più linguacciuto di lei a sbarrarle la strada.
Non conviene nemmeno a lei il nostro ritiro a vita privata; perchè, almeno per me, vorrebbe dire dedicarmi ancora di più al mio lavoro, il giornalismo, e non ci sarebbero più vincoli politici a chiudere gli occhi di fronte a clamorosi casi, anche giudiziari, che pure abbiamo evitato di mettere in risalto.
Non si illuda di decidere i tempi del nostro impegno politico. Giorgia Meloni e’ da dieci anni in Parlamento collezionando record straordinari di assenteismo alla Camera; senza poltrona ci morirebbe. Senza telecamere si annoierebbe. Senza livore non vivrebbe. Le auguro di crescere meglio di come è vissuta finora.
Se insiste, c’è posto per lo Stupidario anche da noi. Glielo dedicheremmo. Cambi registro se invece vuole davvero una destra degna della grande tradizione che noi possiamo dire di aver vissuto con impegno e serietà .
Francesco Storace
(da “il Giornale d’Italia“)
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Maggio 16th, 2016 Riccardo Fucile
“LA MELONI PARLA DI LEGALITA’ E POI VUOLE LA SANATORIA. LE REGOLE VALGONO PER TUTTI E VANNO RISPETTATE”
«Chiedere al governo di riammettere le liste escluse per un errore materiale è semplicemente assurdo». Pensiero e parole di Francesco Storace, leader de La Destra in campo alle amministrative romane con una lista che porta il suo nome a sostegno del candidato sindaco Alfio Marchini.
Storace è uno che di liste se ne intende. La memoria corre veloce alle polemiche con Alessandra Mussolini e la sua Alternativa sociale ai tempi delle regionali del 2005 e allo psicodramma vissuto dal Pdl nel 2010, quando il famoso «panino» di Alfredo Milioni mise fuori gioco la lista provinciale romana della compagine berlusconiana non impedendo tuttavia a Renata Polverini di essere eletta governatrice.
Storace, Giorgia Meloni chiede che il governo vari un provvedimento d’urgenza per riammettere le liste escluse per errori materiali.
«La Meloni fa una politica strumentale in una vicenda in cui la politica non dovrebbe entrare. Su questioni giudiziarie la politica non entra.»
Perchè questa contrarietà nei confronti di un provvedimento di «clemenza» verso Stefano Fassina?
«Mi meraviglia che sia proprio la Meloni a chiedere al governo una cosa del genere. La leader di Fratelli d’Italia in questa campagna elettorale sta parlando di legalità e di rispetto delle regole. E ora cosa fa? Chiede un provvedimento per riammettere chi non ha rispettato le regole? ».
Lei di liste e di contenziosi giudiziari se ne intende…
«Appunto. Se fosse giusto il principio della Meloni io nel 2005 che cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto chiedere l’annullamento e la ripetizione delle elezioni regionali per la vicenda di Alternative Sociale? Pensi che per quella vicenda rinuncia persino alla causa civile. Quando ti capita una cosa del genere ti capita e basta».
Nel merito perchè è contrario a un provvedimento di riammissione che sani gli errori materiali delle liste?
«Presto detto. Secondo questo principio il governo dovrebbe intervenire per rimediare agli errori commessi dai partiti. Una cosa che non si è mai vista. Non si può far intervenire il governo per aiutare partiti che sbagliano. Quando un cittadino sbaglia come minimo gli arriva una cartella di Equitalia. Che principio passerebbe nell’opinione pubblica? Che i partiti che sbagliano vengono salvati e i cittadini puniti?».
Ma nell’Anno del Signore 2016 possibile che nessuno sappia più presentare una lista elettorale?
«Qualche dubbio in effetti mi sta venendo. Non ho mai visto i comunisti sbagliare nel presentare una lista. Oltretutto qui parliamo di partiti strutturati, con gruppi parlamentari, relativi fondi e dipendenti. Noi della lista Storace per Marchini non siamo presenti in Parlamento eppure con pochi mezzi abbiamo presentato correttamente la lista comunale e quelle municipali. Vede, qualcuno che sa ancora raccogliere le firme e presentare correttamente una lista c’è. Quello che non capisco è cosa gliene freghi alla Meloni di Fassina».
Già . Cosa gli importa? Forse teme che i voti di Sinistra Italiana vadano a Giachetti?
«Forse pensa che un provvedimento che sani gli errori materiali non riammetta solo Fassina ma anche FdI a Milano e in VIII Municipio. Magari glielo ha suggerito La Russa. Se invece la Meloni teme che l’esclusione di Fassina faccia un favore a Giachetti ha solo un modo per evitarlo: sostenere come noi Alfio Marchini. Faccia un gesto di generosità nei confronti del centrodestra e dica: votate la lista di Fratelli d’Italia e Marchini sindaco. Invece Salvini dice che al ballottaggio voterebbe la Raggi. Assurdo. Io lo dico senza tentennamenti: se al secondo turno andrà Giorgia Meloni io voterò convintamente Giorgia Meloni».
Ma secondo lei i voti di Fassina andranno o no a Giachetti?
«Ma no! Si perderanno nell’astensionismo. Come fa Sel a mobilitare la propria base per Giachetti, magari anche solo per il ballottaggio, quando la candidatura di Fassina è nata per non mandarcelo proprio il candidato sindaco del Pd al secondo turno? E poi scusi: se uno vota Giachetti lo fa per far vincere la Raggi, votare Roberto vuol dire votare M5S. L’unico che può battere i grillini è Marchini».
Contento che oggi il Consiglio dei ministri potrebbe decidere che per le amministrative e il referendum costituzionale si voterà anche di lunedì?
«È la prima cosa giusta che fanno. La risposta all’incapacità della politica nel presentare le liste arriva dal governo. Gusto votare anche di lunedì per far in modo che un pezzo di elettorato che magari non sarebbe andato a votare si rechi ai seggi. L’astensionismo va combattuto. A guadagnarci sarà il voto d’opinione».
A proposito, la campagna elettorale a Roma va a rilento. Pochi appuntamenti pubblici, si preferiscono tv, radio e social network. Pochi soldi o paura del confronto con la gente?
«Noi da mesi cerchiamo il confronto con i romani. Le dico di più: mentre la politica scappa dalla piazza i prossimi 28 e 29 maggio organizzzeremo due giorni di Festa Tricolore a borgata Palmarola».
(da “il Tempo“)
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Maggio 10th, 2016 Riccardo Fucile
LA STOCCATA: “SE LEI LA SMETTE DI DIRE BUGIE SU DI ME, IO SMETTERO’ DI DIRE LA VERITA’ SU DI LEI”
Il gusto per la battuta Francesco Storace non l’ha perso. Nemmeno ora che, lasciata la corsa al Campidoglio per appoggiare Alfio Marchini, è al centro di schermaglie quotidiane con i «cugini» di Fdi, fermi sulla candidatura di Giorgia Meloni, con buona pace dell’unità del centrodestra.
«Se permettete – esordisce il leader de La Destra – stavolta il voto utile lo rivendico io. Anche perchè Roma corre davvero dei rischi».
Chiunque vinca?
«Mi riferisco a Giachetti e alla Raggi. Se vince la sinistra, visto l’autogol di Fassina, c’è il pericolo che si ricrei l’asse Pd-Sel, che si rivelerebbe catastrofico per la città . Se la spuntano i grillini sarà l’inizio di un’avventura che nessuno può immaginare come finirà . Io dico che è meglio una soluzione che ha il crisma del civismo e dell’amministrazione locale, per puntare le carte con convinzione su chi può vincere».
Ma l’unità del centrodestra, a Roma, è rimasta un miraggio.
«Ci sono partiti – come noi e come Fi con Bertolaso – che hanno rinunciato al proprio candidato per convergere sullo stesso nome. Fuori c’è rimasta solo Giorgia Meloni che, stando a quanto dichiarano Matteoli e Gasparri, ha scelto di correre per il Campidoglio come conseguenza della mia discesa in campo».
E ha scelto di continuare nonostante il suo «passo indietro».
«È stata lei a non volere l’appoggio della nostra lista, arrivando a cacciare dal partito quanti chiedevano di ragionare su un sostegno alla mia candidatura. Quanto a Marchini, a differenza del sottoscritto il suo nome era tra i sette sulla scheda del referendum interno di Fdi per la scelta del candidato sindaco».
Ma l’ha appoggiato lei.
«Per tre mesi ho perso la voce per lanciare appelli all’unità del centrodestra. Una volta che ci si è aggregati sul nome di Marchini, che mi ha chiamato per chiedere di appoggiarlo con la nostra lista, e che ha sottoscritto il nostro decalogo di proposte per Roma, come potevo non convergere pure io? Tornando a Fdi, mi chiedo quanto gli convenga questa continua vis polemica contro di noi. Ricordo che c’era pluralità nel Msi, che aveva 3 milioni di elettori, e c’erano correnti in An, che prendeva 6 milioni di voti: Fdi non rappresenta l’intero mondo della destra. Ma se mi lasciano in pace e non dicono bugie su di me, prometto di smetterla di dire la verità su di loro».
Un bel segnale di pace…
«Mi limito a rispondere. E invito al rispetto per una storia comune. Semmai attacchino Giachetti, o la Raggi. Tanto al ballottaggio ci dovremo ritrovare, no? Spero che quando la Meloni ha detto che avrebbe votato Raggi al secondo turno sia stato solo un infortunio».
Massimo Malpica
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Maggio 2nd, 2016 Riccardo Fucile
E STORACE PUNGE LA MELONI: “DIFFIDO DA CHI SI NASCONDE DIETRO L’ANAGRAFE PER RINNEGARE IL PROPRIO PASSATO, CHIEDO SOLO RISPETTO PER LA STORIA”…ALESSANDRA MUSSOLINI CAPOLISTA DI FORZA ITALIA A ROMA
“A giugno scorso ho chiamato Storace che è un fascista autentico, vero, de core, perchè mi spiegasse qual è la differenza tra me e lui e in cosa ci differenziamo”.
Lo ha detto il candidato sindaco di Roma Alfio Marchini a Omnibus a proposito del quasi certo appoggio di Storace, aggiungendo di voler “disarticolare questo fantoccio politico nel quale dietro una finta ideologia non c’è nulla”.
“Chiamai Storace prima dell’estate – dice poi Marchini in visita al mercato Trionfale – siccome io notoriamente vengo da una storia diversa, chiesi a lui – che considero un simbolo della destra più passionale a Roma – di spiegarmi qual è la differenza tra la destra sociale e le idee che io ho sul programma. Mi sono accorto che effettivamente, lasciando fuori le ideologie che non hanno nulla a che fare con la sistemazione delle buche, c’è la possibilità di avere uno scenario ben più ampio sulle cose concrete”.
La replica di Storace.”Marchini è la soluzione giusta per Roma se la discussione sul programma va in porto”, ha detto Storace a ‘L’Aria che Tira’ rispondendo a chi gli chiedeva se fosse ancora candidato o se avesse appoggiato Alfio Marchini.
“Ieri sera – ha aggiunto – ho incontrato i candidati della lista che porterà il mio nome: ho spiegato la situazione perchè io voglio vincere a Roma”.
In particolare, sul “fascista de core”, Storace risponde: “Io non chiedo agli italiani di mettere la camicia nera ma chiedo rispetto per la storia. Ho paura di quelli che si nascondono dietro l’anagrafe per rinnegare una storia, ma non mi chiedete di essere antifascista”.
E a chi gli ricordava che Alfio Marchini, che lui potrebbe appoggiare, è “nipote di partigiani”, Storace ha replicato: “Accanto al nonno di Marchini c’è pure il nonno della Mussolini in coalizione, quindi insomma ci possono stare anche i figli di Storace, se vuole”.
Intanto, Alessandra Mussolini ha annunciato che “a Roma sarò candidata capolista con ForzaItalia”.
(da “Huffingtonpost”)
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