Marzo 15th, 2021 Riccardo Fucile
ORGANIZZAZIONE, MILITANZA, COMPETENZA, COMUNICAZIONE
I risultati dei Verdi nelle elezioni nel Baden Wà¼rttemberg e in Renania Palatinato sono molto diversi tra loro (rispettivamente 33% e 9,5%) e dimostrano che le elezioni regionali sono storia diversa da quelle nazionali e in ogni caso che la “botta” alla CDU è anche frutto di una situazione propria di ciascun Land.
Ma la possibilità di un Cancelliere o più probabilmente una Cancelliera verde non è più inverosimile come non è più del tutto inverosimile una alleanza “semaforo” Verdi/SPD/Liberali.
Vedremo, mancano ancora molti mesi alle elezioni nazionali e ci sono ancora varie scrutini regionali da affrontare. I giochi non sono per nulla fatti anche perchè dieci anni fa c’era Angela Merkel, a settembre no.
Non è la prima volta che i Verdi arrivano a dei risultati così importanti a livello regionale e nei sondaggi nazionali; Kretschmann, cattolico e conservatore oltre che credibile leader dei Verdi di quel Là¤nder, vinse a sorpresa la sua prima elezione dieci anni fa; pochi mesi dopo lo tsunami in Giappone, i Verdi schizzarono nei sondaggi al 20% e Angela Merkel confermò la decisione presa ai tempi del governo Schroeder/Fischer di uscire dal nucleare. Ma nelle successive elezioni del settembre 2013 i Verdi non superarono l’8,4%.
Dopo la brutta sconfitta del 2013, i Verdi tedeschi si sono rinnovati e rilanciati e sono riusciti a mantenere una crescita lenta e costante, arrivando o mantenendosi al governo di numerose città e oggi di ben 11 dei 16 Lander tedeschi, pur se come partner di minoranza, eccezion fatta per il Baden Wurttemberg.
Come hanno fatto? Non ci sono miracoli ed è una lezione che è lì da anni e anni per tutti gli ecologisti, anche quelli di casa nostra: i Verdi tedeschi non sono un partito “leggero” e non certo perchè, come direbbero i detrattori e chi non conosce quel paese, sia difficile trovare qualcosa di leggero in Germania.
A mio modo di vedere, la ricetta che ha permesso ai Verdi tedeschi di arrivare al punto in cui sono oggi e sollevarsi dalle cadute che hanno contraddistinto la loro ormai lunga storia è composta di alcuni elementi base non particolarmente originali: priorità massima all’organizzazione, selezione dei quadri secondo procedure partecipative e democratiche “controllate” sia a livello regionale che statale; investimento sulla formazione e sulla elaborazione di proposte politiche realistiche ambiziose, anche attraverso la potente e molto prospera Fondazione Heinrich Boell, lavoro accurato sulla comunicazione; immagine di forte coesione interna e capacità di gestire i conflitti (che ci sono e anche molto duri), attenzione e regolare “cooptazione” di esponenti di movimenti e associazioni che si muovono nella società civile.
Già oggi, a 6 mesi dalle elezioni si sa ad esempio che uno dei leader di FFF in Germania Jakob Blasel sarà candidato con i Verdi e sicuramente non sarà il solo; da notare che si che le liste si stanno già facendo peraltro: una bella differenza con le frenetiche trattative dell’ultimo secondo su sistema elettorale, date delle elezioni, coalizioni, candidati in Italia.
Ciò ha portato a una azione di governo solida e credibile, basata su capacità di gestione degli affari pubblici e su risultati concreti da comunicare e valorizzare. I co-presidenti sono leader di “carriera interna” mediatici e competenti, il ricambio è assicurato da una organizzazione giovanile molto forte ed è ormai un dato acquisito il protagonismo delle donne a tutti i livelli.
I Verdi tedeschi sono molto coscienti del rischio che la lunga presenza nei governi regionali o la prospettiva di accedervi a livello nazionale possa tradursi in posizioni troppo moderate, che lasciano spazi elettorali a posizioni più radicali, soprattutto in questo momento nel quale all’urgenza di agire corrisponde una certa inerzia e lentezza dei governi ad agire, in parte anche quelli dove ci sono gli ecologisti.
Interessante è in questo senso l’esperienza intorno alla “Klimaliste”, che è ha partecipato alle elezioni in Baden Wurttenberg, composta per lo più da giovani esponenti dei movimenti di base e dei FFF, che ha ottenuto il 3,6%; un risultato che pur se al di sotto del 5% necessario, potrebbe essere costato il seggio che manca per eventualmente tenere i liberali fuori in una futura coalizione di governo senza la CDU.
Appena si è presentata all’orizzonte a settembre scorso, i Gruenen, (ma anche SPD e i liberali), hanno adattato i loro programmi elettorali per renderli compatibili con una delle domande chiave del movimento e cioè l’impegno a mettere in atto politiche in grado di rispettare l’impegno limitare a 1,5° il riscaldamento globale.
Ovviamente il contesto politico della Germania è totalmente diverso dal nostro e ci sono grandi differenze di cultura politica, di sistema elettorale che non cambia da decenni (e che secondo me sarebbe perfetto anche per l’Italia) e di sistema mediatico che sarà noioso, ma che da anni ha messo al centro la questione del clima e della trasformazione ecologica, diventata elemento indispensabile della raccolta del consenso.
Ma questo non basta a spiegare i motivi di questo successo, caparbiamente costruito anche dopo sconfitte molto dure e che mettono in risalto soprattutto la qualità del lavoro del partito, dei suoi militanti e degli eletti ed elette.
(da agenzie)
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Marzo 12th, 2021 Riccardo Fucile
“LA QUESTIONE AMBIENTALE RIGUARDA IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI, SARA’ LA POLITICA DEL FUTURO”
Il sindaco di Milano Beppe Sala ha deciso: “Aderisco ai Verdi europei”.
In un’intervista a Repubblica spiega: “La questione ambientale riguarda il nostro presente e il futuro dei nostri figli. Come cittadino e come sindaco sono sempre più convinto che il miglioramento delle politiche pubbliche parta dalle strategie di sviluppo delle città . E miglioramento per me significa puntare con coraggio e decisione su sviluppo sostenibile e avanguardia ambientale”.
Interpellato sulle vicende dem, per Sala il Pd sta pagando la “scelta di dare troppo spazio, da troppi anni, alle correnti”.
“Per me aderire ai Verdi Europei significa, prima di tutto, fare meglio il sindaco di Milano. E rendere Milano una città sempre più protagonista nello scenario internazionale”, aggiunge.
E sul rapporto con il Pd spiega: “Nella mia esperienza personale da sindaco, l’interlocuzione con il Partito democratico è stata sempre positiva e leale. Il Pd milanese è tra i più solidi d’Italia e vanta rappresentanti e militanti competenti e appassionati. In molti territori e amministrazioni locali il partito è forte ed efficiente. Ora però il Pd nazionale sta attraversando un momento difficile e io non avrei propriamente il diritto di dire la mia da ‘interno’, perchè non lo sono, ma Zingaretti paga la scelta del Pd di dare troppo spazio, da troppi anni, alle correnti. Spero che questo momento possa essere superato presto e aggiungo solo che seguirò con interesse l’assemblea nazionale”
Su Enrico Letta alla segreteria, Sala confida: “Enrico è un amico e un suo ruolo attivo in questa fase non potrebbe che farmi piacere, ma, ripeto, non sta a me giudicare la discussione interna al Pd”.
(da agenzie)
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Marzo 3rd, 2021 Riccardo Fucile
BONELLI: “CEDIAMO IL SIMBOLO, ALTRI DEPUTATI IN ARRIVO”
A tredici anni dall’ultima volta, il partito dei Verdi torna in Parlamento. La deputata di Liberi e uguali Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente, ha deciso di lasciare i colleghi e di passare al Misto, dove costituirà una nuova componente ecologista insieme ad Alessandro Fusacchia (eletto con +Europa e poi passato a Centro democratico) e l’ex M5s Lorenzo Fioramonti.
Un progetto sostenuto dal coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli, il quale si dice pronto a “cedere il simbolo” per permettere la nascita del gruppo.
Il regolamento della Camera, infatti, permette la nascita di nuove formazioni solo nel caso in cui fanno riferimento a partiti politici che si siano presentati alle elezioni.
“Nelle ultime settimane il contesto politico è cambiato”, spiega Muroni a Repubblica. “Il governo Draghi nasce dopo un fallimento della politica e questo ora permette di agire con più libertà e con meno appartenenze”.
Ai suoi ex colleghi della sinistra contesta che Leu “non è mai diventato un partito. È riuscito a eleggere 18 parlamentari, ma poi non è stato capace di fare il salto, non elaborando anche un proprio punto di vista sulla questione ecologica, che oggi è la questione per eccellenza”.
Bonelli chiarisce che il dialogo con Muroni va avanti da tempo e ora “è il momento di unire le forze, riducendo la frammentazione del mondo ambientalista“. Alla componente green del Misto aderiranno per ora in tre, ma “altri due deputati potrebbero aggiungersi nei prossimi giorni . Nel frattempo si lavora anche al Senato”.
L’ex numero 1 di Legambiente è stata eletta a Montecitorio nel 2018 e ha assunto la carica di vicecapogruppo di Liberi e uguali, tanto che durante le consultazioni per la nascita del nuovo governo ha incontrato il premier Mario Draghi insieme a Federico Fornaro in rappresentanza dei suoi colleghi.
Alla fiducia ha votato Sì e ha intenzione di sostenere “il governo con responsabilità , ma allo stesso tempo lo incalzerò”, spiega al quotidiano di largo Fochetti. “Spero mantenga gli impegni sull’ambiente e non subentri il green washing che abbiamo già visto nelle grandi imprese”.
Poi rivolge un pensiero a chi l’ha affiancata in questi anni alla Camera: “Devo solo ringraziare Leu e in particolare Piero Grasso per quello che ho avuto, sono stata eletta come indipendente e mi è sempre stata lasciata molta libertà . Ho imparato moltissime cose in questi tre anni”.
Ora, però, a suo parere serve un nuovo impegno politico sui temi dell’ambiente. “Bisogna fare come in Francia, dove i Verdi erano al due per cento e ora governano città come Marsiglia e Lione, grazie a un lavoro fatto comunità per comunità , città per città . In Germania la Merkel non è che è diventata ambientalista di colpo, dando incentivi per le auto elettriche, ma lo ha fatto perchè ha capito che l’industria della mobilità andava in quella direzione”.
L’auspicio, aggiunge Bonelli al Fatto.it, è quello di “coniugare la giustizia sociale con quella ambientale”. Ma senza i limiti del passato: “Immaginiamo una fase di evoluzione dei Verdi italiani che li faccia navigare in un mare molto più aperto”.
Il primo tema, dice il coordinatore nazionale del partito, è quello della collocazione politica: “L’errore storico dei Verdi è quello di essersi sempre sovrapposto alla sinistra radicale. In Germania invece i Verdi sono più al centro e dialogano con larghe fette della società ”.
La nuova proposta di Muroni e Bonelli, quindi, punta a “sedurre una parte delle imprese, i bravi sindaci che stanno facendo un grosso lavoro nel campo dell’innovazione, il volontariato, la società civile, anche il mondo cattolico che fa riferimento all’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco”.
Per quanto riguarda le alleanze future, Bonelli rimanda tutto a quando verrà il momento: “Pd e M5s non hanno dimostrato di praticare la transizione ecologica con coerenza, a partire dalla carenza di fondi per la mobilità locale prevista nella prima versione del Recovery plan”. Salvini, invece, parla di ecologismo nonostante “il suo partito abbia cementificato per decenni tutto il Nord Italia, e oggi anche la Sardegna”. Se il sistema elettorale sarà ancora in parte maggioritario con coalizioni, però, la decisione sarà presa “in base ai programmi“. Il punto, conclude, è che “l’ecologia deve parlare con una propria autonomia politica“, rompendo definitivamente i “confini classici” dei Verdi italiani.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
IN EUROPA IL M5S HA FATTO RICHIESTA PER ENTRARE NEL LORO GRUPPO MA I VERDI SONO PERPLESSI: “E’ UN PARTITO AZIENDA”
Oggi il MoVimento 5 Stelle Europa incontrerà i Verdi, veri vincitori delle elezioni europee 2019, per cercare di trovare un’intesa che permetta ai grillini di entrare nel loro gruppo dopo il clamoroso fallimento della strategia di alleanze con il primo che passa decisa dal Capo Politico Luigi Di Maio.
Tuttavia il co-presidente dei Verdi europei, l’eurodeputato Philippe Lamberts, interrogato sulle aspettative per l’incontro di oggi con il M5S, non sembra essere esattamente entusiasta della questione: “Incontreremo i cinque stelle e ascolteremo quello che hanno da dire. Le nostre preoccupazioni sul M5s sono note. Nonostante votino come noi su moltissimi temi, abbiamo a che fare con un’organizzazione che non è un partito, ma un’azienda nelle mani di una sola persona” e questo “non è in linea con i criteri democratici”.
“Abbiamo visto che il signor Casaleggio, il vero capo del partito — ha sottolineato Lamberts — si sente perfettamente a suo agio quando incontra Steve Bannon, che non è esattamente uno dei pensatori chiave dell’ideologia ‘verde’. Siamo molto sospettosi sull’organizzazione, anche se cooperiamo molto bene con le persone” nel Parlamento Ue.
Lamberts ha dimostrato anche di aver perfettamente compreso le dinamiche della politica italiana: “Se vogliamo una cooperazione strutturale” con il M5s “gli ostacoli devono essere rimossi. Dopo la fine della coalizione con la Lega, un importante ostacolo è stato eliminato. Ma voglio sottolineare che è stato tolto da Matteo Salvini, non da Luigi Di Maio, Davide Casaleggio, Beppe Grillo”.
E ancora: “Se Salvini non avesse tentato il suo colpo quest’estate, i M5s sarebbe ancora insieme alla Lega”, ha aggiunto.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 12th, 2019 Riccardo Fucile
CDU AL 24%, SPD 13%, LINKE 7,5%, FDP 9%
Se si votasse oggi in Germania i Verdi sarebbero il primo partito. Dopo l’exploit alle scorse elezioni europee, in cui si sono aggiudicati il 20,5 per cento dei consensi, i Verdi continuano la loro corsa inarrestabile.
Secondo un recente sondaggio di Insa per Bild, Cdu e Spd continuano a perdere consenso, mentre i Verdi arrivano a toccare il massimo stocico del 26,5 per cento.
Cdu-Csu, il partito di Angela Merkel, si attesta intorno al 24 per cento, perdendo due punti percentuali in una sola settimana. Alle Europee aveva guadagnato il 28 per cento dei consensi.
L’Sdp cala al 13 per cento. Linke va al 7,5 per cento.
Numeri alla mano, ci sarebbe spazio per una nuova maggioranza parlamentare tra Verdi, Spd e Linke (il partito di sinistra).
Insieme i tre partiti raggiungerebbero il 47 per cento, relegando Cdu-Csu all’opposizione.
“I Verdi sono la formazione con il maggior potenziale. In caso di elezioni politiche potrebbero esprimere il cancelliere. Senza e contro i Verdi non può esserci un governo, e la loro forza rende nuovamente possibili le maggioranze a sinistra”, sostiene il presidente della Insa Hermann Binkert.
(da agenzie)
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Giugno 12th, 2019 Riccardo Fucile
“GIA STATO BOCCIATO DALL’ONU, VA CONTRO I DIRITTI FONDAMENTALI SANCITI DALLA COSTITUZIONE”
Rischi per il rispetto dei diritti umani, arbitrarietà nelle decisioni, stretta per chi aiuta i migranti e salva vite umane.
La Turchia di Erdogan? No. L’Italia reazionaria in mano ai sovranisti e ai loro camerieri populisti.
“Alla fine il governo ha approvato il Decreto sicurezza Bis, mettendo fine alla pantomima di Di Maio che, anche questa volta, ha ubbidito agli ordini del vero Premier della maggioranza giallo-nera: Matteo Salvini”.
Lo scrivono in una nota Elena Grandi, co-portavoce dei Verdi e Angelo Bonelli, coordinatore dell’esecutivo, che spiegano: “Oggi il Governo si è preso la responsabilità di approvare un decreto che è già stato bocciato dall’Onu, che va contro i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e la normativa internazionale sui rifugiati e sui diritti umani, un decreto, a tutti gli effetti incostituzionale. Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questa norma, che riduce il diritto di manifestare e il diritto sacrosanto di salvare vite umane in mare, e lo faremo anche con una denuncia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”.
(da Globalist)
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Giugno 9th, 2019 Riccardo Fucile
IN GERMANIA E’ IL PRIMO PARTITO VOTATO DAGLI IMPIEGATI, IL SECONDO DAI DISOCCUPATI
Il Sole 24 Ore riepiloga oggi in un’infografica i risultati dei partiti Verdi nei paesi europei. La vittoria alle elezioni europee di Die Grà¼nen, che conquistando il 20,5% dei voti per la prima volta nella storia a livello federale è diventato il secondo partito in Germania prima dei socialdemocratici, è stata definita di portata epocale, come la rivoluzione giovanile del ’68, tale da poter stravolgere lo scenario politico tedesco: oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera la co-presidente del partito tedesco Annalena Baerbock ha detto che il partito è stato capace di innovarsi e di sfidare sulle grandi questioni: «Non ci siamo chiusi in noi stessi. Ci misuriamo con le grandi questioni. Facciamo proposte, indichiamo una prospettiva: come tenere insieme l’Europa? Come portare la Germania fuori dalla dipendenza energetica dai combustibili fossili offrendo nuove prospettive a chi ci lavora?»
Quel che i Verdi in Germania devono riuscire a fare ora è trasformare la vittoria delle europee, coronamento di alcune importanti conquiste regionali, in una vittoria federale tedesca.
L’intenzione è quella di coniugare al meglio gli obiettivi noti del movimento ambientalista con i grandi temi economici della Germania che ha il più grande Pil in Europa, ma infrastrutture arretrate e un’economia in rallentamento.
La radiografia di chi ha votato verde alle elezioni europee in Germania consiglia al partito di muoversi su questo doppio binario: «Siamo stati il secondo partito più votato dai disoccupati, alle europee, non è vero che siamo il partito dei ricchi. E siamo stati il partito più votato dagli impiegati, la categoria degli “Angestellte”.” — sottolinea Franziska Brantner, capogruppo dei Grà¼ne per i temi europei al Parlamento federale.
(da “NextQuotidiano“)
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Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile
MISURE CONCRETE E NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
Dopo la vittoria alle elezioni europee i Verdi stilano le loro richieste all’Europa. Grazie “all’effetto Greta”, grazie ai giovani di mezza Europa che domenica scorsa hanno votato in massa i partiti ambientalisti, Ska Keller e Bas Eickhout, i due leader dei Verdi al Parlamento di Strasburgo, stanno preparando il mandato negoziale per imporre la loro agenda se Popolari, Socialisti e Liberali, come ormai appare scontato, li vorranno nella grande coalizione europeista chiamata a neutralizzare i sovranisti nella prossima legislatura Ue.
Spiega Alberto D’Argenio su Repubblica:
Le richieste dei Verdi che condizioneranno il prossimo presidente della Commissione e il Parlamento guardano anche al bilancio Ue 2020-2027 in gestazione. Keller ed Eickhout puntano a stralciare le decine di miliardi previsti per finanziare i fossili: basta soldi a carbone e infrastrutture inquinanti cari ad alcuni paesi come Spagna, Italia, Polonia e Germania. Infine gli investimenti, con l’intento di cambiare radicalmente EuInvest, l’erede del “piano Juncker” che distribuirà miliardi alle industrie europee nel prossimo lustro
I Verdi chiederanno di ridefinire il concetto di investimenti pro ambiente, stralciando ad esempio quelli per il carbone pulito o per i gasdotti: per quanto meno inquinanti, non sono a impatto zero.
E poi stop alla plastica, lotta all’inquinamento dell’aria, dell’acqua (si punta a portare al 20% le aree marine protette) e niente chimica, ormoni e Ogm negli alimenti. Infine tanta efficienza energetica, con un grande piano di investimenti Ue che permetta di aumentarla ricordando che ogni punto percentuale di dispersione eliminato produce 300mila posti di lavoro e abbassa del 4 per cento la bolletta del gas.
Insomma, mentre in Italia i gretinetti prendevano per il culo i gretini, questi hanno l’occasione di dettare l’agenda politica dell’Unione Europea.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 1st, 2019 Riccardo Fucile
ALTRO CHE SOVRANISTI, LA NOVITA’ SONO LORO: A UNA SETTIMANA DALLE EUROPEE GUADAGNANO 9 PUNTI, CDU CALA DI DUE… PERDONO CONSENSI ANCHE SOCIALISTI E SOVRANISTI
Non si parla d’altro a Berlino: per la prima volta nella loro storia i Verdi hanno superato la Cdu/Csu di Angela Merkel in un sondaggio su base nazionale.
Stando alla rilevazione realizzata dall’istituto Forsa per Rtl/ntv, il partito ambientalista guidato da Robert Habeck e Annalena Baerbock avrebbe guadagnato ben 9 punti percentuali rispetto alle elezioni europee del 26 maggio, conquistando il 27% dei consensi e con ciò effettuando un clamoroso sorpasso del partito della cancelliera, che perde due punti fermandosi al 26%
La Spd precipita ulteriormente rispetto al 15,8% delle Europee – il peggior risultato della sua storia ultracentenaria – finendo al 12% dei consensi, ossia ad un solo punto dall’ultradestra dell’Afd, che perde a sua volta quasi due punti all′11%.
Seguono i liberali dell’Fdp fermi all′8% e la Linke, che lascia sul terreno un punto al 7%
Alle elezioni europee, i Verdi per la prima volta si erano piazzati ad un voto nazionale secondo partito su base nazionale con il 20,5%, con questo confermando un ampio sorpasso ai danni dei socialdemocratici anticipato dai precedenti sondaggi.
(da agenzie)
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