CERTIFICATI DI MALATTIA ON LINE, L’ESPERIMENTO FANTASMA DI BRUNETTA
DAL PC DEL MEDICO AGLI ARCHIVI DELL’INPS: L’ULTIMO SPOT DI BRUNETTA, COSTRETTO POI A CONCEDERE UNA PROROGA SINE DIE… NON SAPEVA CHE CI SONO POCHI PC E MOLTI NON SONO COLLEGATI AD INTERNET… PER COMPILARE UN CERTIFICATO DIGITALE OCCORRONO 20 MINUTI: “SE DOBBIAMO PASSARE 4 ORE AL PC, CHI VISITA I PAZIENTI?”
Doveva essere un altro “fiore all’occhiello” del ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, il certificato telematico. Dal pc del medico, viaggia nel web e approda negli uffici dell’Inps, risparmiando tempo e fatica: ma è fatto della sostanza dei sogni. Un paio di settimane fa doveva scadere il periodo di collaudo della procedura che di fatto non è mai partita. E il ministero, in una nota piccata ha deciso di concedere “non una proroga”, ma una “prosecuzione del periodo di collaudo” (il nominalismo è un’arte).
In pratica una proroga sine die. In teoria i medici di famiglia, gli ospedalieri, quelli della guardia medica, gli specialisti ambulatoriali sono obbligati a redigere il nuovo certificato elettronico. Ma negli ospedali di molte Asl i medici non hanno i pc, in altre dove lo hanno non è collegato al web. I medici protestano: “ci vogliono i computer e non li hanno dati, una linea internet veloce e non l’hanno messa, necessita un codice e ne hanno dato solo la metà : ci dite come possiamo trasmettere i dati?”
Eppure Brunetta aveva previsto persino sanzioni per chi non ottemperasse.
Per i medici di famiglia poi siamo alla rivolta.
Compilare e inviare un certificato digitale, attraverso il collegamento internet standard degli studi dei medici di famiglia, significa impiegare 20 minuti a certificato: “noi facciamo dai 7 ai 12 certificati al giorno, vi immaginate quattro ore per spedirli? E chi visita i pazienti?”
E’ stato poi dato, a pochi medici, solo metà di un codice di accesso: l’altra metà deve essere data dagli operatori che lavorano per conto del ministero ma non è mai stato comunicato.
Un guazzabuglio da cui emerge anche che senza risorse finanziarie non si può ipotizzare la messa a norma del certificato on line.
Alla fine dello spottone, rinvio sine die, come al solito, in attesa che il governo trovi i quattrini per passare dai sogni alla realtà .
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