CHE PAESE È MAI QUELLO IN CUI A PRETENDERE L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA È LO STESSO PERSONALE CHE AMMAINAVA IL TRICOLORE?
IL MINISTRO CALDEROLI GARANTIVA CHE PER LA SECESSIONE DELLA PADANIA ERA PRONTO A ‘METTERE IN GIOCO’ LA SUA VITA”
Ci sono episodi della recente storia che il buonsenso s’incarica di dimenticare. Eppure questi momenti offrono se non un insegnamento, almeno una spiegazione del presente, e dunque: che Paese è mai quello in cui a pretendere l’autonomia differenziata è lo stesso personale che ammainava il tricolore, istituiva la Guardia Nazionale Padana, batteva moneta creando da zero un microcosmo nazional-parallelo con previsioni meteo, campionato di calcio, scacchisti e a un certo punto addirittura un circo padano
In tale contesto l’odierno ministro Calderoli garantiva che per la secessione era pronto a “mettere in gioco” la sua vita; mentre il giovane Salvini, allora con l’orecchino, si baloccava coi simboli celtici commutandoli in braccialetti e ciondoli – là dove oggi tiene il Sacro Cuore di Gesù e il logo smaltato del Papeete.
Forse non tutti ricordano che la proclamazione della Padania con l’acqua santa sul Monviso, la catena umana sul Po e il Va pensiero a Venezia evidentemente non bastava più, così nell’ottobre del 1997 Umberto Bossi, uso a infliggere la sua più stralunata fantasia alla più pervicace creduloneria dei suoi adepti, s’inventò lo svolgimento di vere e proprie elezioni padane con liste, candidati, conteggi e seggi-gazebo per farsi un Parlamento su misura.
A quell’incredibile vicenda dedica un tesoro di cura e di meticolosità Gabriele Maestri, infaticabile blogger (www. isimbolidelladiscordia.it) nonché pontefice massimo dell’emblematica elettorale all’italiana in Padani alle urne (Youcanprint). Nel mentre Roma era divisa tra chi sghignazzava, chi si scandalizzava e chi richiedeva le forze dell’ordine, in Padania la situazione andò presto fuori controllo e invece dei cinque o sei previsti raggruppamenti si presentarono quasi 90 liste, poi ridotte a 68 con relativi simboli: aquile, spade, paesaggi, fiaccole, corone, planisferi, elmi medievali, scudi sannitici, aironi, strette di mano, homines vitruviani e Che Guevari.
Ma solo Maestri poteva sapere e oggi rivelare che dietro al profluvio c’erano i più impenitenti e pazzotici protagonisti della micropolitica meta-condominiale. Votarono, secondo la Lega, più di sei milioni di cittadini; molto probabilmente erano dieci volte meno; Salvini fu eletto con i comunisti padani.
(da agenzie)
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