CHI È CHICO FORTI, IL 65ENNE CHE TORNERÀ IN ITALIA DOPO 24 ANNI DI CARCERE NEGLI USA?
EX CAMPIONE DI WINDSURF, NEL 1990 VINCE A “TELEMIKE” UNA GROSSA SOMMA DI DENARO E SI TRASFERISCE NEGLI USA … A MIAMI SI SPOSA, FA TRE FIGLI. MA NEL 1998 INIZIA LA SUA ODISSEA: VIENE ACCUSATO DELL’OMICIDIO DI DALE PIKE E, DOPO UN FUMOSO PROCESSO, VIENE CONDANNATO ALL’ERGASTOLO… I PUNTI OSCURI DELLA VICENDA
Da un’esistenza da sogno all’incubo delle prigioni americane. Dai successi sportivi e imprenditoriali alla reclusione. Fino all’annuncio – dato nella giornata del 1 marzo dalla premier, Giorgia Meloni, in visita negli Stati Uniti — del suo prossimo ritorno in Italia.
La vita di Enrico «Chico» Forti, 65 anni appena compiuti, sembra la sceneggiatura di un film.
Nato a Trento l’8 febbraio 1959, prima di diventare protagonista dell’odissea giudiziaria per cui è in carcere da 24 anni per un omicidio al quale si è sempre dichiarato estraneo, è stato un campione di windsurf — fra i primi al mondo a eseguire il salto mortale all’indietro con la tavola — e di vela, fino a quando un incidente automobilistico nel 1987 pose fine alla carriera sportiva, nel corso della quale sperimentò anche il jumping e fu protagonista di discese «estreme» con gli sci. Chiusa la parentesi delle gare, si reinventò prima giornalista sportivo, poi produttore tv e organizzatore di eventi.
Un personaggio poliedrico che riuscì a dare una svolta alla propria vita nel 1990 partecipando a Telemike come esperto di storia del windsurf e che rispondendo alle domande più difficili vinse una grossa somma di denaro, utilizzata per trasferirsi negli Stati Uniti un paio di anni dopo. Lì si sposò con Heather Crane, madre dei suoi tre figli. All’inizio Chico Forti si trova proiettato nel classico sogno americano
Nel 1998 però, alla ricerca di nuove opportunità di investimento, entra in trattativa per l’acquisto del Pike Hotel di Ibiza, luogo simbolo della movida dell’isola spagnola, di proprietà dell’imprenditore australiano Tony Pike e del figlio Dale, che però è contrario alla vendita. Chico Forti invita allora Dale a Miami per cercare di convincerlo a chiudere l’affare.
Pike jr arriva il 15 febbraio del 1998 in aereo: a prenderlo allo scalo è proprio Chico Forti. Ma poche ore dopo viene trovato morto sulla Sewer Beach, una spiaggia di Miami.
Chico Forti davanti alla polizia dapprima nega di essere stato con l’imprenditore australiano (e questa dichiarazione falsa peserà sul processo), poi racconta di averlo lasciato davanti a un parcheggio poco dopo averlo prelevato in aeroporto. L’interrogatorio avviene senza un avvocato, violazione che nel diritto americano rende in teoria le prove acquisite nulle. Inoltre – secondo i legali – viene sottoposto a pressioni psicologiche.
Il processo si svolge in un clima pesantissimo nei confronti dell’imprenditore italiano: qualcuno insinua che la polizia di Miami voglia vendicarsi per un documentario prodotto da Chico Forti, «Il sorriso della Medusa», nel quale veniva messa in dubbio la ricostruzione ufficiale secondo cui Andrew Cunanan, il serial killer che uccise Gianni Versace, si era suicidato.
Il sogno americano di Chico Forti si infrange definitivamente nel 2000: la giuria popolare chiamata a pronunciarsi sul caso lo ritiene colpevole dell’omicidio. Arriva così la condanna all’ergastolo.
(da La Stampa)
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