CHI E’ IL CAPO ULTRAS ABBRACCIATO DA SALVINI, MINISTRO DEGLI INTERNI: A GIUGNO ARRESTATO PER TRAFFICO DI DROGA
USAVA L’ASSOCIAZIONE A SESTO SAN GIOVANNI COME BASE PER I SUOI TRAFFICI DI DROGA… HA AVUTO DIVERSI DASPO E CONDANNE PER PESTAGGI
Dai giornali del 4 giugno 2018:
Ci sono anche due volti noti nel mondo del calcio milanese tra gli arresti eseguiti nel blitz della polizia milanese nei confronti di 22 persone per traffico di sostanze stupefacenti: 15 le persone finite in manette, di cui due raggiunte da provvedimento in carcere perchè già detenute; 4 sono all’estero e altre 2 sono al momento ricercate.
Tra gli arrestati spiccano i nomi di Luca Lucci, capo della curva sud del Milan e di Massimo Mandelli, responsabile degli steward volontari dell’Inter e attuale candidato per Casa Pound a Cerro alle elezioni amministrative del 10 giugno.
Lucci 37 anni, usava la sede dell’associazione “Il Clan” in via Sacco e Vanzetti a Sesto San Giovanni come base per i suoi traffici di droga.
Un luogo in cui di solito si riunisce la curva sud rossonera per questioni calcistiche e che era diventato la destinazione di grossi carichi.
La polizia è infatti riuscita ad intercettare un tir con 250 chili tra hashish e marijuana di provenienza albanese diretta nella cittadina alle porte di Milano: almeno 3 i box dove avveniva lo stoccaggio.
Il capo ultrà , che ha molti precedenti sportivi tra cui Daspo e pestaggi, poi portava la droga nella sede dell’associazione. Non è stata documentata un’attività di spaccio diretta allo stadio di San Siro, ma l’ipotesi – stando a quanto riferito dagli agenti del commissariato Centro di Milano – non è esclusa.
Massimo Mandelli, uno dei responsabili degli steward volontari dell’Inter, secondo la ricostruzione della polizia era il collegamento tra il canale di approvvigionamento albanese presso cui si riforniva Luca Lucci e quello italiano di cui era a capo Luca Boscherino, 33 anni, di Vibo Valentia. Mandelli si riforniva infatti sia dagli albanesi che dai calabresi, sebbene fra le due organizzazioni non ci fosse una connessione in termini di affari.
Quasi 600 i chili di droga che gli agenti del commissariato Centro, guidati da Ivo Morelli e Gianluca Cardile del nucleo investigativo, sono riusciti a sequestrare in un’indagine cominciata il 24 marzo del 2016.
La droga proveniva da Spagna, Sud America e Calabria, precisamente dal porto di Gioia Tauro.
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