CHI PAGA LA CAPARRA DI DUE MILIARDI CONCESSA A BRUXELLES
RISORSE CONGELATE: DAGLI INCENTIVI ALLE IMPRESE AI FONDI PER LE FORZE ARMATE
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, le ha definite risorse “accantonate”.
Sono i 2 miliardi della manovra che non potranno essere utilizzati fino a luglio e non è affatto detto che andrà a finire così perchè usciranno dal freezer solo se un monitoraggio dimostrerà che i conti pubblici non stanno sballando.
Cosa c’è dentro questi due miliardi che sono nelle disponibilità , ad oggi solo potenziale, dei ministeri? Di tutto.
Si va dagli incentivi alle imprese alle risorse per le Forze armate, dai soldi per lo sviluppo della mobilità locale ai fondi per il diritto allo studio. Tutto bloccato.
Il congelamento di queste risorse è una delle concessioni che il governo gialloverde ha dovuto fare a Bruxelles per ottenere il via libera alla manovra ed evitare la procedura d’infrazione. In altre parole soldi che non possono essere spesi perchè – insieme alle clausole di salvaguardia sull’Iva, mantenute e anzi aumentate di valore – la Commissione europea non vuole scherzi.
L’esecutivo italiano, cioè, non può eludere da queste raccomandazioni perchè solo così – è il ragionamento dell’Europa – può garantire che il deficit e il debito non vadano oltre la soglia concordata.
Dalla tabella contenuta in uno degli emendamenti che il governo ha depositato in commissione Bilancio al Senato si evince come il congelamento più consistente è in capo al ministero dell’Economia e qui figurano due voci consistenti: 481 milioni euro destinati alla competitività e allo sviluppo delle imprese che resteranno al palo così come circa 585 milioni che dovevano andare a diversi fondi.
Altra fetta consistente è quella che rimarrà parcheggiata al ministero dello Sviluppo economico: sono i 150 milioni che dovevano andare alla “promozione e attuazione di politiche di sviluppo, competitività e innovazione, di responsabilità sociale d’impresa e movimento cooperativo”.
Pagano il prezzo dell’accantonamento anche le Forze armate: fino a luglio non potranno essere stanziati 150 milioni per la pianificazione generale e per gli approvvigionamenti militari.
Ancora. L’istruzione universitaria e la formazione post-universitaria dovranno fare a meno per il momento di 70 milioni, la ricerca di 30 milioni, mentre 40 milioni sono congelati per la cooperazione allo sviluppo. Il conto è a carico anche dei trasporti dato che per la mobilità locale è stato previsto un accantonamento di 300 milioni. L’elenco è lungo, il totale fa 2 miliardi.
(da “Huffingtonpost”)
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