“CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA” MA SALVINI SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST
LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”)… A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”
Le parole di Luca Zaia (“Se perdiamo il Veneto va tutto a rotoli. L’autonomia non vogliono farcela fare ed è per quello che non si prendono i voti…”) hanno messo ufficialmente in discussione la linea politica di Salvini.
Pur essendo l’unico a essersi esposto in maniera chiara, il Governatore del Veneto si è fatto portavoce di un crescente malumore nel partito.
Persino i fedelissimi del “Capitone”, come Claudio Durigon, e il vicesegretario Andrea Crippa, sono in imbarazzo per le difficoltà nel Carroccio. Al punto che lo stesso sottosegretario al Lavoro va ripetendo in Transatlantico che “qualcosa va fatto”. Il timore all’interno della Lega è che, dopo aver perso l’Umbria con la sconfitta di Donatella Tesei, si possa arrivare, nel 2025, allo smacco più grande: la perdita del fortino-cassaforte del Veneto.
Su questo argomento sarà cruciale per il destino di Salvini, e probabilmente del suo stesso partito, il vertice, a cui il ministro dei Trasporti parteciperà insieme a Giorgia Meloni e Antonio Tajani, prima del 12 dicembre. Al centro dell’incontro le candidature alle Regionali in Veneto del prossimo anno.
È facile immaginare che la discussione tra la premier e i suoi due vice prenda subito una piega spicciola: Salvini potrebbe accusare Tajani di avere in saccoccia un bottino fin troppo ricco.
Della serie: Forza Italia ha qualche punto in più di noi nei sondaggi, eppure governa quattro regioni (Piemonte, Calabria, Sicilia e Basilicata). A questa sparata la Meloni avrebbe gioco facile nel ribattere: e che dire di voi della Lega, che con l’8% amministrate Veneto, Friuli e Lombardia, mentre io, a capo del partito di maggioranza relativa, mi ritrovo solo Lazio, Abruzzo e Marche?
La Liguria, agli occhi di Giorgia Meloni, non è di nessuno. Anzi, è di Marco Bucci, che è stato sì scelto da lei, ma che ha preteso, nel momento dell’accettazione della candidatura, di avere carta bianca su tutto. Infatti, è stato l’ex sindaco di Genova a scegliere tutti i nomi della sua giunta, senza prendere ordini da Roma.
La Ducetta farà anche presente che il suo principale competitor, cioè il Pd, governa ben quattro regioni importanti (Puglia, Campania, Toscana ed Emilia Romagna), e che quindi il prossimo candidato in Veneto dovrà essere a tutti i costi di Fratelli d’Italia.
Salvini ha capito che la successione a Zaia diventa esiziale per la sua sopravvivenza politica. E oggi, in un’intervista al “Messaggero” ha provato ad alzare un po’ la cresta: “Chiaro, chiederemo il Veneto e anche il terzo mandato”.
E poi ha ribadito il concetto: “Proporremo che continui a essere la lega a guidare il Veneto”. Ma il segretario leghista sa che una cosa è chiedere, un’altra è ottenere. Il vero problema, per lui, sarà spiegarlo ai suoi compagni di partito…
(da agenzie)
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