CLASS ACTION ALL’AMATRICIANA: RISPETTO AGLI USA, SANZIONI MENO SEVERE E LA P.A. NON RIMBORSERA’ UN EURO
LA LEGGE SALVA-CONSUMATORI E’ PIENA DI BUCHI, COME IL GRUVIERA… NON E’ RETROATTIVA, QUINDI NON VALE PER PARMALAT, CIRIO, ALITALIA….IL RISARCIMENTO ESCLUDE IL “DANNO PUNITIVO” E NEI CONFRONTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NON CI SARA’ IL RISARCIMENTO DEL DANNO
Sono passati quasi due anni di rinvii, attese, polemiche e ora finalmente la class action all’amatriciana è in partenza.
Si tratta della possibilità per i consumatori di intraprendere un’azione collettiva contro l’azienda che lo ha danneggiato.
Nulla a che vedere, tanto per mettersi subito l’animo in pace, con il modello americano, in quanto la nostra è molto meno severa perchè ammette solo il risarcimento per il torto subito e non prevede il cosuddeto “danno punitivo”, ovvero la super sanzione che i giudici americani possono attribuire all’azienda per indurla a non ripetere più il comportamento incriminato.
Quella approvata in Italia poi non è retroattiva e può essere quindi applicata solo agli illeciti commessi dal 16 agosto 2009 in poi.
Un bel colpo di spugna sui casi più scottanti, dal caso Parmalat alla Cirio, dall’Alitalia alla Lehman Brothers, dai bond argentini alla rivalsa sull’aumento delle tariffe assicurative.
In pratica il consumatore danneggiato può agire in proprio o dare mandato ad una associazione e le altre vittime potranno decidere se aderire o meno all’azione promossa, senza dover ciascuno di loro ricorrere a un singolo legale.
Se uno vuole agire per conto proprio, lo potrà fare, ma in tal caso verrà escluso dal risarcimento ottenuto collettivamente.
In quali casi si potrà intraprendere una class action?
Solo in alcuni ben definiti.
Chi ha subito le conseguenze di comportamenti e pratiche commerciali scorrette, chi ha acquistato un prodotto difettoso o pericoloso, chi ha subito un inadempimento contrattuale.
La norma prevede che il consumatore possa dare mandato a una associazione o indire l’azione collettiva da solo.
Questa novità potrebbe , secondo le associazioni, danneggiare la class action, in quanto il singolo non ha la possibilità di raccogliere i dati necessari per superare l’esame di ammissibilità del giudice e si corre il rischio di un pericolo di bocciatura che poi potrebbe costituire il precedente di una sentenza sfavorevole, capace di pregiudicare l’esito di quella collettiva. Sempre secondo le associazioni, si affida ai consumatori l’onere di avviare un’azione collettiva, quando già i cittadini hanno problemi a ricorrere al giudice per un problema meno complesso.
Non a caso Confindustria, che prima protestava per il testo, ora ha cambiato atteggiamento.
Nella Pubblica Amministrazione poi, l’utente potrà fare ricorso contro gli uffici pubblici o le concessionarie di servizi pubblici, ma solo per ottenere il “ripristino dell’efficienza”, non il risarcimento del danno subito.
Sai che soddisfazione vedersi riconosciuto il diritto all’efficenza:quello che dovrebbe sempre essere garantito diventa un premio finale se fai causa.
E’ detto tutto.
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