CLEMENTINA FORLEO NON ANDAVA TRASFERITA: ATTACCATA DA DESTRA E DA SINISTRA SOLO PERCHE’ APPLICAVA LA LEGGE
LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO STABILISCE CHE NON ANDAVA TRASFERITA A CREMONA…DAL PROCESSO PER I SOLDI IN IRAQ, AL PESTAGGIO DI UN EGIZIANO SUL BUS AD OPERA DI DUE AGENTI AL PROCESSO “ABBIAMO UNA BANCA”: UN GIUDICE SCOMODO AL POTERE POLITICO
Vi ricordate di Clementina Forleo?
Nel gennaio 2005 le capitò un processo per associazione terroristica: trasferivano soldi in Iraq e fornivano documenti falsi.
Condannò gli imputati per i documenti falsi e li assolse per l’associazione terroristica. Disse che il loro paese era in guerra e che quelli erano atti di guerra e non di terrorismo.
La cosa non piacque per niente ai politici e nemmeno alla maggior parte dei cittadini, eccezion fatta per quelli che capivano di diritto.
Poi la Corte d’appello confermò la sentenza; ma lei rimase per tutti il giudice che proteggeva i terroristi.
Anche perchè era proprio sfortunata. Pochi mesi dopo questa sentenza, nel luglio 2005, mentre passeggiava per Milano, vide due poliziotti che prendevano a calci un tizio steso a terra; la gente intorno applaudiva.
Lei intervenne per fermare il pestaggio.
I poliziotti le chiesero trucemente i documenti e poi la querelarono per ingiurie e diffamazione.
Il povero massacrato (un egiziano) non fu nemmeno arrestato, forse non aveva fatto niente?
Poco dopo uno dei due poliziotti fu cacciato dalla Polizia: una telecamera lo aveva ripreso mentre pestava un peruviano ammanettato.
Il processo a Forleo durò una vita e si concluse con l’archiviazione.
Csm, Anm e partiti tradizionalmente vicini alla povera gente non le espressero solidarietà ; forse perchè, nel frattempo, a Clementina gliene era capitata un’altra: il processo per le scalate bancarie (giugno 2005).
I telefoni avevano chiacchierato tanto e, tra gli altri, erano stati beccati D’Alema, Fassino e Latorre. “Facci sognare”, “Ho parlato con Bonsignore, se vi serve resta, evidentemente è interessato a latere a un tavolo politico” (D’Alema a Consorte), “Noi lanciamo l’Opa quando abbiamo il 51 per cento. Noi abbiamo già in mano il 51 per cento” (Consorte a Fassino), “Speriamo di andare in porto” (Fassino a Consorte), “Non è che non abbiamo soldi per farla, è che non possiamo farlo se no ci accusano di aggiotaggio e di insider. Quindi chi deve comprare deve essere un terzo” (Consorte a Latorre), “Uhm vabbè, no perchè domani mattina allerto Massimo su queste cose” (Latorre a Consorte).
Di quello che dicevano questi onorevoli non gliene fregò niente a nessuno, per la pubblicazione delle telefonate (all’indomani dell’arrivo in Parlamento della richiesta di autorizzazione) successe un casino.
Ad Annozero Clementina disse che aveva avuto un sacco di grane (ma va?) e così le fecero un procedimento disciplinare (da cui venne assolta) e uno per trasferimento di ufficio.
D’Alema, Fassino e Latorre, nemmeno iscritti nel registro degli indagati.
Tra i componenti del Csm che “curarono” Forleo c’era tale professoressa Vacca che, mentre erano in corso i processi, raccontò a giornali e televisioni che Forleo (e De Magistris, ma guarda che combinazione) erano “cattivi magistrati”, “figure negative”, espressione di una “magistratura non seria” da sanzionare per il loro comportamento “devastante”.
Un giudice che anticipa la sentenza! Da cacciare in malo modo.
Invece niente: Vacca partecipò alla decisione e Forleo venne trasferita.
Finì a Cremona e li lavora tranquilla.
Adesso arriva il Consiglio di Stato. il processo del Csm era nullo: l’astensione della prof. Vacca andava valutata (qualsiasi modesto giurista sa come sarebbe finita…); e comunque Forleo non doveva essere trasferita.
Insomma, pesci in faccia per tutti.
E adesso? Io direi a Clementina di restarsene a Cremona; come si dice, ha già dato. Ma mi sa che lei è una che non molla…
Bruno Tinti
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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