COME ALL’ASILO: “DOVE TROVI 15 MILIARDI PER LA FLAT TAX?” “NON TE LO DICO ALTRIMENTI MI RUBI L’IDEA”
“TU PIUTTOSTO COME TROVI I MILIARDI PER IL SALARIO MINIMO?”… “ALLORA NON TE LO DICO NEANCHE IO”… E’ IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO DEI PANNOLINI
Ci perdonerà il lettore se abusiamo per l’ennesima volta del genio di Ennio Flaiano, ma non ci sono parole migliori per definire la politica ai tempi dei gialloverdi: la situazione è grave, ma non è seria.
Sentite Massimo Garavaglia a Circo Massimo su Radio Capital, di professione viceministro dell’Economia, uno degli uomini in cima alla filiera di comando dei conti pubblici italiani: “Le coperture per la flat tax non le dico, se no Di Maio me le ruba”.
Appena ieri il suo leader, Matteo Salvini, intervistato a torso nudo su una spiaggia di Milano Marittima in una situazione a cavallo tra echi putiniani e suggestioni vanziniane, spiegava che la flat tax costerà 15 miliardi, e che le coperture ci sono, sicuro, ma le svelerà al momento giusto.
Peccato che la tassa piatta (che piatta in realtà non è) abbia avuto negli ultimi giorni un andamento a fisarmonica nel dichiarazionificio di via Bellerio, partendo da 12 miliardi, contraendosi a 10 fino a riespandersi a 15 sotto il caldo sole di fine giugno.
Non pago, Garavaglia ha rilanciato poco dopo sul salario minimo (“Vediamo quanto costa e chi paga”) e taglio del cuneo fiscale (“I 5 stelle avranno delle idonee coperture…”).
Una risposta a quanto detto dal capo politico M5s poco prima: “La flat tax costa 15 miliardi? Ho sentito Garavaglia dire che non dice dove li trovano perchè se no gliele rubiamo, ma non è il caso di giocare a nascondino con 15 miliardi di euro”.
Salvo non scoprire nessuna carta, nè sul salario minimo nè sul taglio del cuneo fiscale, soprattutto quest’ultima misura assai pesante a livello di costi se fatta come richiesto dal mondo delle aziende.
Occorre un attimo uscire dal vortice delle dichiarazioni, delle tattiche, degli spin e delle strategie per allargare il campo e avere una visione più larga.
Ci sono due partner di governo, che si trovano di fronte una montagna di 23 miliardi di euro da scalare — quelli che dovranno essere messi in manovra per evitare che aumenti l’Iva — e approcciano la prossima finanziaria dicendo di avere in cantiere due riforme dal forte impatto economico.
E che invece di sedersi a un tavolo per trovare un punto di caduta di per sè già complicatissimo per far quadrare i conti, si esercitano nel “prima tu, no prima tu”, un teatro dell’assurdo sulla materia che forse meno si presta a essere trattata in tal modo tra quelle nelle mani di un politico.
Un’incredibile sarabanda di tattica comunicativa che è un tunnel di brevissimo respiro che in fondo non ha un’uscita. Per dirla con Jean Paul Sartre: “Ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere”.
(da “NextQuotidiano”)
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