COME DI MAIO , CON LE CHIUSURE DOMENICALI, FAVORIRA’ L’E-COMMERCE STRANIERO
IL GRILLINO PARLA DI “UN AMAZON PER IL MADE IN ITALY” SENZA SAPERE CHE ESISTE GIA’
Anche se non è nel contratto di governo con la Lega il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio tira dritto, la legge sulle aperture domenicali si farà entro l’anno. Di Maio ha spiegato che ci sarà un meccanismo di turnazione «resta aperto il 25% e l’altra parte chiude e turno, ci sarà sempre un negozio sotto casa per fare spesa». Il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio però ha precisato che la proposta, sostenuta anche dalla Lega, prevede «di non bloccare le aperture nelle città turistiche».
Mentre sindacati e associazioni di categoria discutono su cosa succederà con lo stop alle aperture domenicali il vicepremier rilancia e propone di portare l’Italia nel mondo con un Amazon per il Made in Italy che nelle intenzioni del ministro dovrebbe essere «un portale di e-commerce multilingua, in cui le aziende italiane possano non solo esporre, ma vendere, i propri prodotti».
Peccato che una cosa del genere esista, già , e che si trovi proprio su Amazon.
Nella vetrina del made in Italy sul popolare portale di e-commerce multilingua è possibile acquistare prodotti d’eccellenza, come vini, olio e formaggi, ma anche borse e gioielli.
Il tutto è in molti casi venduto e spedito da aziende italiane, in altri venduto da aziende italiane e spedito da Amazon ed in altri ancora venduto e spedito direttamente da Amazon.
C’è però un problema in questa nuova e grandiosa proposta a 5 Stelle.
L’e-commerce sarà sottoposto ai vincoli sulle chiusure domenicali?
In altri termini: se non posso andare al centro commerciale la domenica (perchè è il turno di chiusura) potrò fare acquisti via Internet?
Generalmente chi acquista online non lo faccia perchè il suo negozio preferito è chiuso ma perchè — oltre al prezzo che a volte è più conveniente — è più comodo, non deve prendere l’auto, parcheggiare. Addirittura si possono fare acquisti online anche dopo l’orario di chiusura dei negozi.
C’è chi paventa il rischio che con lo stop alle aperture domenicali si avvantaggerà il commercio online a discapito della GDO e dei piccoli negoziati che invece dovranno rispettare la legge il turno di chiusura domenicale.
Tra le nuove norme del settore redatte dai pentastellati però c’è anche la proposta di istituire forme speciali di vendita al dettaglio e legate all’e-commerce.
Vale a dire che «nei giorni festivi il consumatore potrà continuare a collegarsi ai siti di e-commerce, scegliere e completare l’ordine di un prodotto, ma dovrà essere chiaro che l’attività commerciale in questione, se si svolge in Italia, non sarà esercitata in alcune delle sue fasi»
Amazon però, giusto per citare il principale player del mercato, non è un’azienda italiana.
I server sui quali si svolgono le transazioni non sono in Italia, la maggior parte della “filiera” degli acquisti online sfuggirebbe così ai tentativi di controllo e di limitazione da parte del legislatore. È vero, Amazon opera in Italia e ha dei dipendenti. Ma quei dipendenti lavorano nei magazzini di spedizione, e sono inquadrati all’interno del comparto della logistica e non di quello della grande distribuzione e del commercio. Dal punto di vista dei contratti collettivi nazionali si tratta di due ambiti diversi che non possono essere equiparati.
Anche solo per il fatto che le ditte che riforniscono i negozi che aprono il lunedì devono poter lavorare (anche, ma non solo) la domenica.
In poche parole i dipendenti Amazon continueranno a lavorare alla domenica, inscatolando e spedendo gli acquisti fatto sul sito. Certo, ci sono anche negozi online (non affiliati ad Amazon) che vendono su altre piattaforme o direttamente sui loro siti (ad esempio la Coop fornisce il servizio di spesa a domicilio EasyCoop che però già ora la domenica non è disponibile). Ma una norma del genere finirebbe unicamente per avvantaggiare le attività commerciali come Amazon a discapito di quelle italiane.
(da “NextQuotidiano”)
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