COME FANNO PERSONE “INDIGENTI” AD AVERE CASE CON VASCHE IDROMASSAGGIO, PAVIMENTI IN MARMO, COLONNE E FINITURE DORATE?
RITA BELLEZZA, LA PASIONARIA CHE DA GIORNI STREPITA PER LO SGOMBERO DELLA SUA CASA A CAIVANO, PIANGE MISERIA, MA SUI SOCIAL POSTAVA LA SUA VITA DORATA: OLTRE ALLA CASA, SU TIKTOK HA DOCUMENTATO I SUOI VIAGGI E I PARTY DI LUSSO. TUTTO MERITO DEI LEGAMI CON I CLAN: NEL 2011 FINÌ IN MANETTE PER SPACCIO MENTRE LA MADRE, NOTA COME “ROSETTA ‘A TERRORISTA” È ANCORA IN CARCERE
Vasche idromassaggio, mobili laccati, pavimenti in marmo e finiture dorate. Erano così gli interni di alcune delle 36 case popolari sgomberate sei giorni fa giorni fa a Caivano, in provincia di Napoli, perché abitate da persone che non ne avevano diritto, sia per questioni di reddito, sia perché pregiudicate e risultate vicine alla camorra.
Trentasei alloggi del rione Parco Verde sono stati liberati dalle forze dell’ordine e nello stesso momento sono partite le proteste di un gruppo di mamme. Ma ce n’è una che ha preso la scena, Rita Bellezza.
Da giovedì scorso il suo volto imperversa sui social e sui media nazionali. La «pasionaria» del Parco Verde si fa portabandiera di famiglie senza mezzi, ma che, per lo più, vivevano in case lussuose.
Quarant’anni compiuti da pochi giorni e raccontati sui social in tutto il loro sfarzo, accanto alle story delle vacanze tra piscine e spettacoli nei villaggi Valtour, Rita Bellezza, che oggi attacca il governo e punta l’indice contro «l’operazione di legalità» coordinata dalla Prefettura di Napoli, è parte integrante dello stesso sistema che quei rioni li ha nutriti con l’illegalità.
Parla di diritti la «pasionaria» del Parco Verde e lo fa alzando i toni insieme alle altre donne che ripetono: «Non abbiamo niente».
Quella che raccontano i social è una realtà diversa. La donna affida a TikTok gli ultimi ricordi legati alla casa da cui è stata messa fuori. Sei camere arredate con sedie dorate in stile impero, divani impunturati rosso cardinale, lampadari di cristallo, oro e ostentazione kitsch ovunque. In camera da letto spicca una tv con schermo piatto applicata al muro e incastonata in una cornice. Dorata pure quella. Sulla testa del letto un baldacchino, mentre sui comodini spiccano una foto e una statuetta di Padre Pio. No, non proprio una casa popolare.
Le donne di Caivano hanno attaccato persino don Maurizio Patriciello, il prete anticamorra, che non avrebbe dato loro libero asilo in parrocchia. Il sacerdote smentisce: «Da un anno a questa parte, la più grande piazza di spaccio d’Europa non funziona, potete immaginare coloro che di questo vivevano quanto mi vogliono bene». Già, perché la camorra e la droga, in qualche modo, nella vicenda c’entrano. La donna che sta guidando le proteste a Caivano è la stessa che, nel febbraio 2011, fu coinvolta in un blitz che colpì i clan del Parco Verde.
Finì in manette insieme alla madre, Rosa Amato, nota come «Rosetta ‘a terrorista» che, per l’Antimafia, coordinava le attività di spaccio della piazza «dei carcerati». Rita fu poi condannata con rito abbreviato nel giugno del 2012. La madre, arrestata anche di recente, è ancora detenuta.
E non è la sola tra gli sfollati ad avere un cognome noto. Tra i destinatari del provvedimento di sgombero anche la figlia di un boss. Anche quella casa, neanche a dirlo, era rigorosamente in stile «Scarface».
(da agenzie)
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