COME PREVISTO, LA REGOLARIZZAZIONE DELLA BELLANOVA E’ UN MEZZO FLOP: LE RICHIESTE SONO QUASI TUTTE DA BADANTI E COLF, ALTRO CHE BRACCIANTI
APPENA 10.000 SU 80.000 LE DOMANDE CHE RIGUARDANO I BRACCIANTI DELL’AGRICOLTURA: POSTI TROPPI PALETTI, COSI’ LA LEGGE NON SERVE A UNA MAZZA
A un mese dall’entrata in vigore della regolarizzazione dei migranti, la sanatoria voluta dalla ministra Teresa Bellanova nel decreto Rilancio (qui cosa prevede il testo) per dare una spinta soprattutto all’agricoltura dopo la crisi da Coronavirus, i numeri dimostrano che la misura non è stata finora sfruttata per dare una mano ai braccianti agricoli, ma alle altre categorie interessate dal provvedimento.
Il rapporto di giugno del Viminale sull’emersione dei rapporti di lavoro evidenzia, infatti, che l’88 per cento delle domande già perfezionate (61.411 su 69.721) e il 76 per cento di quelle in lavorazione (8.116 su 10.645) riguardano la regolarizzazione di colf e badanti. I braccianti, invece, sono finiti relegati a una netta minoranza: circa 10mila richieste su 80.366 domande totali.
Numeri davvero molto bassi.
Eppure l’ormai famoso articolo 103 del decreto Rilancio era pensato in gran parte per i braccianti agricoli.
Nel periodo di piena emergenza Coronavirus, infatti, le principali organizzazioni agricole hanno lamentato la mancanza di circa 250mila lavoratori nei campi.
Da lì, la necessità del Governo di trovare una soluzione, con la proposta di Bellanova che è stata poi discussa a lungo: alla fine, la sanatoria non ha previsto alcuno sconto o scudo per i datori di lavoro che si autodenunciano per fare emergere gli addetti che lavorano in nero. Nessuna scorciatoia per i caporali, dunque.
Ma il risultato è stato che il numero delle denunce si è mantenuto di molto inferiore rispetto alle aspettative.
Andando più a fondo sui numeri della procedura di regolarizzazione dei migranti, che si concluderà il 15 agosto, si nota che la Lombardia è la Regione con il maggior numero di richieste per il lavoro domestico e di assistenza alla persona, mentre la Campania guida la classifica delle richieste in campo agricolo.
Sul sito del ministero dell’Interno vengono presentate in media 2.650 richieste al giorno. Per quanto riguarda le nazionalità dei lavoratori, per il lavoro domestico e l’assistenza alla persona dominano marocchini, ucraini e cittadini del Bangladesh, mentre per il lavoro nei campi le nazioni più rappresentate sono Albania, Marocco e India.
Sul tema è intervenuta anche la Coldiretti: “La domanda di lavoro nei campi non può essere soddisfatta dalla sola regolarizzazione prevista per decreto e a dimostrarlo è la bassissima percentuale di adesione nel settore agricolo”.
L’associazione punta poi la lente di ingrandimento sul ritorno in Italia dei lavoratori stagionali extracomunitari, possibile adesso dopo la riapertura dei confini dell’Unione europea a 14 Paesi: “Sono in arrivo operai agricoli stagionali qualificati, da anni impiegati sul territorio nazionale, tanto da essere diventati indispensabili per l’attività di molte aziende dove lavoreranno soprattutto alla raccolta di frutta e ortaggi in piena produzione nei mesi di luglio ed agosto e questo in Umbria, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Valle d’Aosta”.
(da agenzie)
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