COME SI PROCEDE PER IL RIARMO EUROPEO? IL 19 MARZO LA COMMISSIONE PRESENTERA’ IL “LIBRO BIANCO” SULLA DIFESA IN CUI URSULA VON DER LEYEN PROPORRA’ “APPALTI IN COLLABORAZIONE”
SPETTERÀ AGLI STATI MEMBRI DECIDERE SE E QUALI PROGETTI AVVIARE E LA COMMISSIONE POTREBBE AGIRE COME ORGANISMO CENTRALE DI ACQUISTO, COME AVVENUTO PER I VACCINI
«L’Europa deve fare un salto di qualità nella difesa. Lo deve agli alleati della Nato, all’Ucraina e soprattutto a sé stessa, ai cittadini europei e ai valori che rappresenta.
L’Ue e i suoi Stati membri devono raccogliere la sfida storica». Termina così la bozza del Libro bianco sul futuro della difesa europea, il documento atteso dagli Stati membri che sarà presentato dalla Commissione Ue il 19 marzo (dunque passibile di modifiche) e che contiene i punti salienti dell’attuazione del nuovo piano di riarmo europeo.
Nelle diciannove pagine vengono approfondite le opzioni presentate dalla presidente della Commissione europea von der Leyen per mobilitare fino a 800 miliardi di euro da investire in difesa. […] la Commissione […] propone «un’azione coordinata» ovvero «appalti in collaborazione», considerati «il mezzo più efficiente per l’approvvigionamento di grandi quantità di materiale bellico, come le munizioni» poiché «la domanda aggregata contiene i costi, accorcia i tempi di consegna e garantisce l’interoperabilità e l’intercambiabilità».
Spetterà agli Stati membri decidere se e quali progetti faro paneuropei in materia di difesa avviare. Inoltre, «su richiesta degli Stati membri, la Commissione potrebbe agire come organismo centrale di acquisto per loro conto». Il modello ricorda quello dei vaccini.
Quanto alla possibilità di aumentare la spesa in difesa fino all’1,5% del Pil, «gli Stati membri sono invitati a richiedere l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale (del Patto di stabilità, ndr) entro il prossimo aprile e ad approvare la proposta di regolamento sul rafforzamento degli armamenti e della produzione europea (ReArm) come una misura d’urgenza».
Viene anche fatto riferimento al «comprare europeo», puntando quando non possibile sugli Stati affini o «like-minded»: «L’Ue dovrebbe considerare l’introduzione della preferenza europea negli appalti pubblici per i settori e le tecnologie strategiche legate alla difesa»
(da agenzie)
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