COMPLIMENTI AL CUOCO: IL CENTRODESTRA VINCE IN TUTTA EUROPA, SALVO CHE IN ITALIA
SCONFITTO IL PDL, VINCE SOLO DI PIETRO, IL PD EVITA IL CROLLO…LA LEGA ARRANCA GRAZIE A ROMA LADRONA, LA SINISTRA RADICALE E PANNELLA SI RIANIMANO…LE TRE DESTRE FINISCONO IN CANTINA…BENE CASINI
Il primo dato che emerge da un’analisi del voto per il rinnovo del Parlamento Europeo è che nei vari Stati della Ue si è assistito a un successo delle varie formazioni di centrodestra, in particolare in Spagna e in Francia. Ma su questo torneremo con calma.
Vediamo i risultati in Italia: rispetto alle politiche il Pdl passa dal 37,4 al 35, il Pd dal 33,2 al 26,2, la Lega dall’ 8,3 al 10%, l’Idv dal 4,4 all’8%, l’Udc dal 5,6 al 6,6.
Risalgono dal 4% totale della fu Sinistra Arcobaleno le due nuove formazioni della Sinistra radicale: oltre il 3% sia Rifondazione più Comunisti italiani, che Sinistra e Libertà di Vendola. Ottimo risultato dei radicali al 2,9%, un disastro la lista Autonomia che è andata bene al Sud e nelle isole per l’apporto di Lombardo, malissimo al Nord e al Centro dove contava sul sostegno di Storace e alla fine è arrivato al 2,2%.
Ovviamente nessuno dei piccoli ha raggiunto il 4% e quindi addio Strasburgo .
Analizziamo partito per partito: Berlusconi aveva annunciato un successone del Pdl con una percentuale tra il 40% e il 45%.
Alla fine ha preso uno schiaffone dall’elettore di centrodestra per le ragioni che da mesi cerchiamo di spiegare (evidentemente inutilmente). Cinque punti in meno rispetto alla previsione più bassa, oltre due punti rispetto a un anno fa, se qualcuno lo chiama un successo o vive sulla Luna o è in malafede. D’altronde i troppi errori alla lunga si pagano e l’appiattimento sulla politica leghista ha fatto il resto.
Spostare l’asse moderato su sponde razziste non fa parte del Dna dell’elettore di centrodestra, senza contare le vicende poco edificanti da gossip e l’assenza di una seria politica sociale.
Siamo stati preveggenti, quasi unici, ma vivendo a contatto con la “nostra gente” e non nel Palazzo, i sintomi erano chiari.
Peccato che i dirigenti del Pdl, chiusi nella loro presunzione, spesso non amino ascoltare chi cerca di portare critiche costruttive…Nessun problema, andate avanti così…
Passiamo alla Lega che mirava a un grosso exploit e invece resta intorno al 10%. Era certa di sorpassare il Pdl in Veneto e in Lombardia e forse anche in Piemonte. Alla fine finisce dietro, staccatissima sia in Lombardia che in Piemonte, vicina in Veneto e se lo prendono in saccoccia.
Molti oggi parlano di grande successo della Lega ( in realtà un + 2% rispetto alle politiche).
Nessun boom, solite balle.
Semplicemente la Lega stavolta si è presentata anche al Centro e al Sud, mentre alle politiche non lo aveva fatto. Ha raccolto un 3% al Centro e un 0,6% al Sud. Poca roba ma che gli ha permesso di raggranellare qualcosa di più a livello nazionale, senza peraltro compensare la perdita del Pdl.
La Lega conferma la sua migliore qualità : quella di spacciare palle per verità .
Ha più o meno i voti di prima, ma avanza sempre più pretese, tanto c’è sempre qualche fesso che invece che incalzarli, li sta ancora a rincorrere. Contenti loro…
Per quanto riguarda le altre forze di Destra, meglio sarebbe stendere un velo pietoso: tra Storace, Fiamma e Forza Nuova arrivano a malapena al 2% ( apporto di Lombardo a parte): quando capiranno che dovrebbero sciogliersi e dare vita ad una assemblea costituente di un nuovo soggetto politico, con idee moderne e volti nuovi, sarà sempre troppo tardi.
Siamo l’unico partito europeo dove una destra non riesce neanche a prendere un 4% di consensi…un motivo ci sarà , anche a livello di credibilità personale di molti rappresentanti locali. Ma ognuno preferisce coltivare il proprio orticello: tra poco lo coltiverà da solo…
L’Udc di Casini aumenta più o meno come la Lega ( + 1,3%) grazie a una opposizione coerente e senza steccati ideologici, dimostrando ancora una volta che un certo tipo di opposizione paga e si avvicina al 7%, in attesa degli sviluppi interni alla componente cattolica del Pd.
Passando ad esaminare l’opposizione di sinistra emerge un Pd che evita il crollo, grazie a Franceschini, ma che in un anno ha perso il 7% dei consensi: tamponata la falla, sarà in ogni caso ben difficile rimettere a breve in mare una barca veloce.
Il vero vincitore di queste elezioni è Di Pietro che raddoppia in un anno i consensi toccando ora l’8% ed erodendo voti a sinistra. Ha scelto la tattica d’attacco al premier e raccoglie voti “estremisti” che però per adesso dimostra di saper gestire.
In ripresa la sinistra radicale che se non si fosse divisa in due partiti magari sarebbe riuscita a raggiungere lo sbarramento del 4%, invece che arrivare al 7%, ma spezzata in due tronconi.
Per finire un plauso a Pannella che in un mese è riuscito a portare il 3% di consensi a casa, dopo essere stato oscurato per un anno .
Ultima annotazione: se in Italia vi fosse un’informazione corretta che desse spazio a tutti, molte formazioni minori avrebbero superato il blocco del 4%.
Ma su questo ritorneremo.
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