COMUNALI, UNA POLTRONA PER DUE: ALTRO CHE PRIMARIE, DECIDONO BERLUSCONI E SALVINI
DA TORINO A NAPOLI SI DISCUTE AD ARCORE COME AI VECCHI TEMPI: ECCO I NOMI
Lui non vorrebbe concedere «vantaggi» al centrosinistra, e vorrebbe tenere le carte coperte fino all’ultimo minuto utile.
Ovvero, almeno fino a quando il Pd non scioglierà i propri nodi con le primarie che «finiranno per dividerli».
Ma a pochi mesi dal voto per le amministrative, l’immobilismo del centrodestra rischia di diventare un problema.
Tanto che Silvio Berlusconi sta accelerando su «focus group» e sondaggi per testare i candidati che dovranno tentare di portare a casa un risultato perlomeno onorevole.
E ieri sera ha incontrato ad Arcore – ufficialmente solo per uno scambio di auguri – Matteo Salvini.
Una settimana fa era stato proprio Berlusconi a snocciolare i nomi di qualche papabile, in particolare per Milano: il corteggiatissimo Paolo Del Debbio, che però finora ha sempre detto di no; Stefano Parisi, che secondo alcuni azzurri non sarebbe mai stato ancora seriamente contattato; Alessandro Sallusti, lui sì avvertito della possibilità ma non scalpitante all’idea di correre.
Il nodo d’altronde è tutto politico: scegliere un candidato «identitario», come vorrebbe Salvini, o «inclusivo», che apra anche all’alleanza con i centristi, come vorrebbero i due governatori Toti e Maroni che coi centristi governano e che oggi si ritroveranno a Milano.
Il problema è un po’ lo stesso che si ripropone a Roma, dove in campo sembrano esserci solo Giorgia Meloni e Alfio Marchini.
Anche in questo caso, ogni candidato presume un diverso assetto di alleanze, con la difficoltà ulteriore che, se Marchini pretende di avere alle spalle soprattutto movimenti civici sganciati dai partiti, la Meloni è assolutamente indisponibile all’appoggio sia della sua candidatura che del modello di alleanza.
E, stando a quanto emerge dai contatti degli ultimi giorni, a questo punto sembra essere proprio lei il candidato più probabile del centrodestra.
I sondaggi sono lusinghieri almeno per il primo turno, dove la leader di Fratelli d’Italia farebbe il pieno di voti di area, mentre difficile sarebbe lo scoglio del ballottaggio soprattutto se la sfida fosse con il M5S.
Lei non ha sciolto la riserva, ma la sensazione è che, con il passare dei giorni, salgano le quotazioni della Meloni e si avvicini il momento in cui i partiti di centrodestra (il tavolo delle candidature fra Matteoli, Giorgetti e La Russa si riunirà il 15 gennaio) le chiederanno di rompere gli indugi e di candidarsi.
Apparentemente più semplice la situazione in altre città chiamate al voto: a Cagliari avanza l’ex senatore azzurro Piergiorgio Massidda, a Trieste viene considerato molto forte l’ex sindaco Roberto Dipiazza, che potrebbe tornare in pista, a Napoli è praticamente da mesi già in corsa Lettieri di FI.
Tra Torino e Bologna infine potrebbe essere siglato un accordo incrociato tra FI e Lega: per la sfida tutta in salita a Fassino crescono le chances dell’azzurro Osvaldo Napoli, nel capoluogo emiliano sarebbe quindi la Lega ad indicare come aspirante sindaco Lucia Borgonzoni, sulla quale punta Salvini .
Paola Di Caro
(da “il Corriere della Sera”)
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