“CON QUOTA 100 GLI OSPEDALI COLLASSERANNO, 25.000 SUBITO IN PENSIONE, SARA’ LA PARALISI”: L’ALLARME DEI MEDICI
“SERVE PERSONALE O CHIUDIAMO I REPARTI”… MA UNA SOLUZIONE C’E’: BASTA RESPINGERE I PAZIENTI CHE HANNO VOTATO LEGA E M5S: SONO CONTRO L’ACCOGLIENZA, NON PRETENDERANNO DI ESSERE ACCOLTI
Circa 25mila medici e dirigenti ospedalieri in meno nell’arco di un paio di anni, al massimo.
Significherebbe di fatto il collasso per il sistema sanitario nazionale.
È l’effetto perverso che rischia di diventare reale a causa del combinato di due provvedimenti, uno in via d’approvazione, l’altro vecchio di nove anni: quota 100 e blocco della spesa per il personale del SSN disposto nel 2010 dal Governo Berlusconi. Il grido d’allarme lanciato dall’Associazione dei medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale (Anaao) solleva ancora una volta il velo sullo stato disastrato degli ospedali italiani. Una condizione che, in una eterogenesi dei fini, rischia di trasformarsi in vera “paralisi” con l’approvazione della Quota 100 (somma dell’età anagrafica e contributiva) sul fronte pensionistico.
Grazie al provvedimento che il Governo Conte si appresta a inserire in Legge di Bilancio, anche i medici ospedalieri avranno la possibilità di andare prima in pensione, rispetto ai tempi stabiliti dalla legge Fornero.
Medici e dirigenti – che in media già vanno in pensione a 65 anni grazie anche ai riscatti di laurea e specializzazione – potranno così lasciare il lavoro in un momento in cui le condizioni sono già particolarmente precarie: “Il Conto annuale dello Stato – secondo Anaao Assomed – mostra che dal 2010 al 2016 i medici e i dirigenti sanitari in servizio sono diminuiti di oltre 7.000 unità . Questo ha permesso alle Regioni una riduzione delle spese per il personale che limitatamente al 2016 ammonta a circa 600 milioni di euro. Diversi miliardi, se il calcolo viene effettuato dal 2010 ad oggi”.
I tagli lineari adoperati negli anni nella sanità pubblica, imposto alle Regioni anche in ottica di un maggiore rigore fiscale, sono ormai noti. Ma secondo l’associazione dei medici “non è più sufficiente garantire che non ci saranno più tagli e taglietti alla sanità “.
In pratica, non c’è più nulla da tagliare, e da tempo. E’ il momento di invertire la rotta. “È necessario eliminare l’anacronistico blocco per la spesa per le assunzioni negli ospedali in legge di Bilancio e tornare ad assumere medici secondo le necessità “, dice il segretario Anaao Carlo Palermo all’HuffPost. Soprattutto se si vuole superare la Legge Fornero con la Quota 100. “La riforma determinerà in un solo anno l’acquisizione del diritto al pensionamento di ben 4 scaglioni”. Circa 25mila medici e dirigenti ospedalieri, secondo Anaoo, che nell’arco del 2023 diventeranno circa 70mila su un platea di 110mila assunti.
Obiezione: non è detto che tutti i medici che maturino il diritto alla pensione lo esercitino subito. In realtà non c’è da farsi molte illusioni, spiega Palermo: “Viste le condizioni di lavoro sempre più difficili, richieste sempre maggiori di reperibilità , turni sempre più sacrificati e carenza di personale, i medici coglieranno la palla al balzo e lasceranno il lavoro. Resteranno i primari e gli alti quadri dirigenziali”.
La stato disastrato degli ospedali italiani, quando non invoglia alla pensione anticipata, induce i medici a dimettersi dal sistema pubblico per spostarsi a quello privato o all’esercizio della libera professione. “Questo effetto ‘fuga’ è determinato dal malessere evidenziato nella classe medica da uno stato di agitazione quasi permanente”, denuncia il Coas, sindacato dei Medici dirigenti.
“Un malessere cronico che umilia i medici, per un lavoro gestito da persone che sembrano non volerne capire nè la gravosità , nè la quantità , nè l’impegno per la necessaria qualità . Ma lo sconforto arriva quando l’impegno lavorativo va a ricadere sulla famiglia attraverso l’osservanza della turnazione nelle notti, nei festivi, nei fine settimana, con reperibilità incidente sulle poche giornate di libertà . Se a tutto ciò si aggiunge il blocco degli stipendi al 2010…”.
(da agenzie)
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