CON RENZI VITTORIA DELLE LOBBY: IMPRESE, COOP, ENERGIA E BANCHE, TUTTI CONTENTI
NESSUNO TROVA A RIDIRE CHE UN MINISTRO CHE PROVIENE DALLE COOP STANZI 500 MILIONI PER UN FONDO PER LE IMPRESE SOCIALI
Molte cose sono incerte sui provvedimenti annunciati da Matteo Renzi, almeno una è sicura: le lobby qualcosa hanno incassato.
Le proteste preventive della Confindustria di Giorgio Squinzi hanno prodotto un risultato: il taglio del 10 per cento all’Irpef nelle imprese private è l’unica misura con una copertura certa e precisa, l’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie dal 20 al 26 per cento.
Certo, i soldi arrivati sono meno del previsto (circa 2,4 miliardi all’anno, Squinzi li avrebbe voluti tutti e 10 quelli destinati al cuneo fiscale), ma meglio di niente.
Ed è a tuttto beneficio delle imprese la scelta di rimuovere la causale dai contratti a termine fino a tre anni, così si evitano i contenziosi di lavoro.
Come ha spiegato il premier, è stata un’idea del ministro del Lavoro Giuliano Poletti quella di destinare 500 milioni di euro, cifra rilevante, per un fondo per le imprese sociali.
Poletti, che arriva dal vertice della Lega Coop e dell’Alleanza delle cooperative, ha quindi convinto il presidente del Consiglio a dare mezzo miliardo al terzo settore da cui proviene.
Come nel caso dell’Irap, se tutto va bene, a trarne beneficio sarà tutta l’economia, ma certo il mondo di provenienza di Poletti ringrazia.
Così come sono sollevati i grandi gruppi dell’energia: delle promesse renziane di tagli drastici alla bolletta è rimasto poco.
L’annuncio che le piccole e medie imprese pagheranno il 10 per cento in meno di elettricità si fonda un un progetto appena agli inizi: il ministero dello Sviluppo di Federica Guidi ha avviato una consultazione tra i protagonisti del settore (produttori, distributori, intermediari) per limare qualcosa tra incentivi e oneri di sistema e recuperare 1,2-1,4 miliardi all’anno.
Nessuna rivoluzione che possa preoccupare i colossi.
Resta da capire quanto guadagneranno le banche scontando le fatture dei debiti arretrati della Pubblica amministrazione.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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