CONCORSI BEFFA: “DESTRA DI POPOLO” BATTE IN TRIBUNALE IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI GENOVA
REO DI AVER DENUNCIATO LE INCONGRUENZE DI CONCORSI PUBBLICI DI CUI ERANO GIA’ NOTI, ALL’INTERNO DELL’ENTE, I VINCITORI ANCOR PRIMA DELL’ESITO DELLA PROVA, INDOVINANDO QUATTRO NOMI DI VINCITORI SU SEI, IL NOSTRO DIRETTORE ERA STATO CITATO IN SEDE CIVILE PER DIFFAMAZIONE E DANNI ALL’IMMAGINE DELLA PROVINCIA DI GENOVA DAL PRESIDENTE REPETTO…IL TRIBUNALE HA DECISO: NON ESISTE REATO DA PARTE DI FUCILE NE’ NEL MERITO, NE’ IN TERMINI DI DIRITTO
Quando Davide batte Golia: potrebbe essere l’immagine adatta per focalizzare questa vicenda.
Da una parte un sito coraggioso, tanti dipendenti della Provincia di Genova che ci segnalano fatti circostanziati, nomi, vicende, un politico (il nostro direttore) che non ha paura di metterci la faccia e riportare le segnalazioni, pur mantenendo la riservatezza sui nomi.
Nella speranza che qualcuno dall’alto intervenga per porre fine a una serie di concorsi beffa.
Ne parla la stampa cittadina, ma non interviene nessuna autorità preposta a dare spiegazioni e a ristabilire la trasparenza necessaria a concorsi che vedono partecipare centinaia di ragazzi e ragazze genovesi nella illusione di avere qualche chance di poter trovare occupazione.
Tace la patetica finta opposizione di centrodestra in Provincia, tacciono le autorità preposte al controllo di legittimità sulle denunce pervenute dall’interno dell’Ente, non tace la Giunta provinciale e il suo presidente Repetto.
Che, invece che nominare una commissione interna per verificare se i concorsi si sia svolti o meno in maniera consona ai regolamenti, pensano bene di citarci davanti al tribunale civile per “danni all’immagine” e diffamazione.
Un tipica operazione di “intimidazione” come denunciato in aula dal nostro legale, avv. Graziano Lercari.
Lo stesso sistema usato da altri politici del Pdl a livello nazionale contro la libera stampa, viene usato a Genova dal Pd (che pur firmava a livello nazionale appelli nei confronti di chi aveva chiesto i danni all’Unità ) contro chi ha osato sollevare il tappeto, scoperchiando la polvere annidata sotto.
E mentre partiva la caccia ai nostri presunti informatori interni in Provincia, Golia-Repetto, coi soldi pubblici, si pagava la causa contro di noi, piccoli Davide.
Neanche il decoro di pagarsela di tasca propria.
Ma a differenza di chi strepita contro la magistratura, noi non ci siamo mai lamentati, conosciamo bene le pressioni che il potere sa esercitare contro chi disturba i manovratori.
Noi abbiamo fiducia e rispetto nelle istituzioni del nostro Paese, non siamo fuggiti dal “giudice naturale”, ci siamo difesi, dimostrando la nostra correttezza.
Il tribunale ci ha dato ragione nel merito dei fatti e in punta di diritto, respingendo la richiesta della Provincia di Genova.
Quando avremo la motivazione della sentenza la pubblicheremo, per noi il caso è chiuso, per altri (dal Pdl genovese al latitante Brunetta) non è mai iniziato.
Abbiamo solo cercato di difendere il diritto di un migliaio di ragazzi e ragazze genovesi a non essere presi per i fondelli quando si presentano a sostenere un concorso pubblico.
Qualcuno forse dovrebbe chiederci scusa?
Non ci saranno scuse, tranquilli, non è nel loro Dna, cosi come il rassegnare le dimissioni per aver perseguito chi segnalava anomalie, invece che indagare su chi le aveva generate.
Questa è la politica in Italia.
In altri Paesi avrebbero subito convocato chi denunciava tali evidenti anomalie concorsuali per vederci chiaro e per ristabilire la legalità e la dignità dell’Ente.
Da noi invece si denuncia solo chi osa fare segnalazioni e magari si invita a pranzo qualche giornalista per indurlo a “soprassedere” sulla vicenda.
Questa è la “vostra politica”.
Spiacenti noi siamo diversi.
E tosti più che mai.
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