CONGRESSO CGIL: LA SUCCESSIONE ALLA CAMUSSO SI GIOCHERA’ ANCHE SUI RAPPORTI CON IL M5S
COLLA SFIDA LANDINI, DUE IDEE DIVERSE DI SINDACATO
Sono le 14. Sotto il sole e fra le bellissime chiese barocche, la festa della Cgil si avvia alla conclusione.
La maggior parte dei dirigenti del primo sindacato italiano sono a pranzo nei ristoranti e bistrot con affaccio sulla centralissima piazza S. Oronzo. Sembra tutto tranquillo, c’è soddisfazione per una kermesse riuscita bene, con una certa partecipazione ai dibattiti e alle lectio magistralis, e si aspetta solamente l’evento che tradizionalmente chiude le Giornate del lavoro e cioè l’intervento del segretario generale, Susanna Camusso. All’improvviso ecco che sugli smartphone dei dirigenti inizia a comparire una selva di messaggini.
“Hai visto il post su Fb di Enzo? Ci è andato giù durissimo”. Enzo sta per Vincenzo Colla, segretario confederale e soprattutto uno dei due dirigenti che si giocherà la poltrona più pesante in casa Cgil, visto che a gennaio ci sarà il cambio di guardia a Corso d’Italia dopo otto anni di regno di Susanna Camusso.
Il post dell’ex segretario dell’Emilia Romagna apre ufficialmente lo scontro con l’altro peso massimo in corsa e cioè Maurizio Landini, ex Fiom e segretario confederale. Piazzando subito un colpo basso, andando a toccare uno dei punti più sensibili nelle stanze cigielline: il rapporto con il governo.
Colla infatti critica la scelta della segreteria in carica di invitare il ministro Paolo Savona in uno dei dibattiti serali. Un messaggio che ha un preciso sottotesto: i dirigenti attuali, che in larga parte sostengono l’avversario Landini, avrebbero deciso di far partire un dialogo col governo gialloverde, con l’ex Fiom a fare da testa di ponte soprattutto con la parte pentastellata.
“Non nascondo che mi ha fatto un certo effetto vedere ieri il Ministro Paolo Savona sul palco delle Giornate del Lavoro che la Cgil sta tenendo a Lecce. Il suo piano B per l’uscita dell’Italia dall’Europa è quanto di più distante dalle nostre posizioni e convinzioni. È soprattutto quanto di più distante da quello che serve al paese. Il dialogo è nella natura del sindacato e secondo me va ricercato sempre e con tutti. Lo stesso vale però anche per l’autonomia dalla politica. L’abbiamo avuta con il precedente governo, dobbiamo continuare ad averla anche con quello in carica”, scrive su Fb.
Insomma, un duro atto d’accusa che cerca di indirizzare la campagna elettorale interna al sindacato su un preciso binario. Per Colla infatti chi vota Landini si schiererà con chi vuole iniziare a interloquire col governo.
Un messaggio “politico” che poi va letto anche al rovescio: chi non vuole sposare questa linea ma anzi ha voglia di opposizione pura, allora può benissimo votare me. C’è da dire però che lo storytelling di Colla non è completo. Perchè anche lui non è certo un dirigente di primo pelo scevro dai rapporti con la politica.
Emiliano e 56enne, può contare su rapporti molto buoni con la parte non renziana del Pd.
La sua uscita in ogni caso ha come primo effetto quello di mandare di traverso il caffè – o meglio il pasticciotto, tipico dolce leccese di pastafrolla ripieno di crema – all’intera segreteria.
Non solo per la tempistica, visto che arriva a poche ore dall’intervento della Camusso, ma per il fatto che in questo modo si corre il rischio di incentrare tutto il dibattito congressuale sui rapporti fra Cgil e partiti.
“Mi sembra una scelta folle – ci confida off the record chi frequenta da anni le stanze di Corso d’Italia -. Siamo sempre attenti a rivendicare in ogni dove l’autonomia dalla politica, l’ultima cosa che ci serve è invece fare un congresso su questo. E poi Colla sbaglia anche nel merito. Sabato sera l’intervento di Savona è stato tutt’altro che estremista”.
Anche la stessa Camusso, durante l’intervento finale, non ha risparmiato una stoccata indiretta: “Spero che la partita sul nuovo segretario non si giochi sui social o cavalcando l’onda delle tifoserie. La Cgil non è un luogo che si scala”.
Sta di fatto che le danze si sono aperte. E il borsino vede in rialzo le quotazioni di Landini, ben visto da una buona fetta della dirigenza attuale. Non è passato inosservato che la Camusso si è fatta vedere spesso fra le strade del centro storico leccese accompagnata dall’ex Fiom, mai invece con Colla.
Ma il segnale politico più forte che fa ben sperare Landini è arrivato sabato pomeriggio quando Serena Sorrentino, la segretaria della Funzione Pubblica che per mesi è stata considerata la candidata naturale all’eredità della Camusso, ha ufficializzato la sua non candidatura.
‘Leggo ancora di possibili scenari che mi vedrebbero coinvolta nel congresso confederale in ruoli diversi da quello di segretaria della Funzione Pubblica Cgil. Dal momento che non mi sono mai candidata e non mi risulta che un’eventuale tale ipotesi sia stata sottoposta a consultazione, non esiste alcun fondamento di ciò che si legge sulle cronache dei giornali se non un uso strumentale di fake news per condizionare e inquinare quello che si vuole far apparire più come uno scontro di potere che la costruzione di un progetto di rigenerazione del sindacato”, si legge in una nota.
Segnale questo che si vuole puntare forte sull’ex leader dei metalmeccanici. “Sorrentino ha valutato che sarebbe stato controproducente dividere i voti fra lei e Landini, si sarebbe solo fatto il gioco di Colla, che è un candidato da non sottovalutare perchè ha il sostegno dei pensionati dello Spi e di altre categorie”, ci racconta una fonte cigiellina passeggiando fra i vicoli bianchi che portano al Duomo.
“Del resto lei è ancora giovane, può ancora aspettare il prossimo giro, non le conviene bruciarsi”.
Dalla capitale del Salento, quindi, parte la corsa a quella che sarà la futura Cgil, ormai costretta a destreggiarsi in un ambiente politico sempre più ostile, visto che il governo populista punta forte sulla disintermediazione e delegittimazione delle parti sociali. Qualche segnale di speranza però arriva proprio da qui, dove i dibattiti e gli interventi hanno visto una buona partecipazione popolare, non ultimo l’intervento finale della Camusso con la piazza gremita.
In ogni caso, quella lasciata dalla Camusso, è senza dubbio un’eredità pesante per i due sfidanti in campo, che interpretano due idee diverse di sindacato: una più sociale e di lotta, sfidante verso la politica (Landini), l’altra più tradizionale e d’apparato, ancorata alle classiche alleanze (Colla).
Saranno decisive le prossime settimane, che vedranno l’apertura dei congressi locali. Da lì si capirà la Cgil come vede se stessa nei prossimi 4 anni.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply