CONSIGLIERE DI CASAPOUND PARTECIPERA’ AL GAY PRIDE E VIENE ESPULSO
MA COSA E’ CAMBIATO DA QUANDO IANNONE INVITO’ PAOLA CONCIA A UN DIBATTITO NELLA SEDE DI CASAPOUND?
Ha annunciato la sua partecipazione, seppur a titolo personale, al Gay Pride di Mantova: per questo CasaPound ha espulso dal movimento un consigliere comunale, Luca De Marchi.
“De Marchi predilige ancora una volta la ricerca di visibilità personale alla condivisione di intenti con una comunità politica che da sempre è esteticamente e politicamente distante da certe manifestazioni: per questo non ci sono le condizioni perchè il consigliere De Marchi possa proseguire la propria attività politica sotto il simbolo del nostro movimento”: così si legge in un comunicato del movimento di estrema destra.
Il Gay Pride è in programma a Mantova sabato 16 giugno e ha il patrocinio e un contributo economico dalla giunta di centrosinistra guidata da Mattia Palazzi.
De Marchi era stato eletto in consiglio comunale nel 2015 con una sua lista civica.
Nei giorni scorsi, annunciando la sua partecipazione al Pride, aveva spiegato: “Parteciperò per senso civico e per difendere le libertà di tutti, la libertà di manifestare, vivere la propria sessualità liberamente e rivendicare nuovi e futuri diritti alle coppie omosessuali”
Parole che CasaPound non ha apprezzato, per questo la sezione regionale del movimento ha deciso l’allontanamento.
Eppure nell’ottobre del 2009 fu CasaPound, allora non ancora nell’occhio dei media, a invitare e accogliere con tutti gli onori in via Napoleone III, sede nazionale, Paola Concia, allora deputata Pd e unico parlamentare dichiaratamente gay di quella legislatura.
Un incontro voluto dagli stessi rappresentanti di Casa Pound, irritati dall’invito, rivolto loro dal Sindaco Alemanno, a non partecipare alla fiaccolata contro tutti i razzismi e l’intolleranza organizzato a Roma in quei giorni. Da qui l’idea di dare vita ad un dibattito con il mondo glbtq, nel corso del quale Davide Di Stefano, ci tenne a precisare: “mai omofobi e mai razzisti, mai condannati nè mai indagati in 10 anni di storia per reati legati alla discriminazione sessuale, razziale o religiosa. Noi non siamo il Ku Klux Klan! E pensi, onorevole Concia, che il suo collega Touadì, presente in quel manifesto, è lo zio di un ex militante del Blocco. Questo per farle capire…”.
Totale apertura da parte di Casa Pound ad una legge che riconosca le coppie di fatto, con la Concia che ha polemicamente commentato: “probabilmente sono più d’accordo con un documento come il vostro che con altri fogli prodotti dal mio partito”.
Era una posizione innovativa e coraggiosa per la destra sociale italiana e lo rimarcammo.
Poi le sirene del potere hanno fatto cambiare verso.
(da agenzie)
Leave a Reply