CONSULTA, ELETTI I TRE GIUDICI DOPO L’INCIUCIO PD-CINQUESTELLE
DOPO 32 FUMATE NERE FINISCE LA TELENOVELA CON IL SUICIDIO CINQUESTELLE: DOPO AVER DETTO CHE NON AVREBBERO MAI VOTATO IL PD BARBERA, LO FANNO E IN CAMBIO PASSA IL LORO CANDIDATO MODUGNO…SOLO BERLUSCONI RESTA CON UN PUGNO DI MOSCHE
Dopo trentuno fumate nere, il Parlamento definito “irresponsabile” a turno dai presidenti della Repubblica, del Senato e della Camera, ha sbloccato l’impasse per l’elezione dei tre giudici mancanti della Corte Costituzionale.
Da una parte il Pd ha deciso di mollare Forza Italia dopo la lite pubblica tra Renzi e Brunetta sulle banche e dall’altra ha retto l’intesa con il Movimento 5 Stelle, che ha accettato il compromesso senza passare dalla ratifica della rete: così il 32esimo voto in seduta comune ha sancito l’elezione della terna Augusto Barbera (quota Pd, 581 voti ) – Franco Modugno (quota M5S, 609 voti e il più votato) — Giulio Prosperetti (quota centrista, 585 voti) che vanno a sostituire Luigi Mazzella, Paolo Napolitano e Sergio Mattarella.
Che siano stati i rimproveri del trio Mattarella-Grasso-Boldrini o l’incubo delle convocazioni dell’Aula a oltranza o la minaccia di ritardare le vacanze di Natale, alla fine i partiti sono riusciti a trovare una mediazione.
Insomma, fine della figuraccia per quello che sarà ricordato come lo stallo più “assurdo” (per parola dei suoi stessi protagonisti) della storia del Parlamento: “Una figura di merda”, aveva detto in mattinata Matteo Renzi a Rtl.
A cambiare l’aria è stata la decisione del Pd di abbandonare Forza Italia (e quindi il suo candidato Francesco Paolo Sisto, già avvocato di Verdini e Berlusconi) e cercare la mediazione con il Movimento 5 Stelle, che per una delle prime volte ha deciso di accettare il candidato in quota democratica Barbera a patto che passasse il “loro” Modugno.
Lo scatto decisivo al meccanismo ingolfato è arrivato dopo che Renzi ha litigato apertamente nell’Aula della Camera con il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta.
Chi non ha digerito però l’intesa ritrovata è naturalmente Forza Italia.
“E’ un fatto grave”, ha detto l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi con uno dei suoi ritornelli preferiti, “questo premier estende i suoi interventi ovunque e pone i suoi uomini dovunque mentre noi lasciavamo sempre una percentuale di nomine alle opposizioni”.
A cambiare le carte in tavola è stata anche la decisione dei 5 stelle di accettare di sedersi al tavolo con il Pd. Se fino a pochi giorni fa erano contrari al nome di Barbera, oggi i parlamentari grillini si sono riuniti e a maggioranza hanno votato per ingoiare il rospo.
La novità è che i grillini hanno abbandonato l’opposizione a tutti i costi e persino il “metodo Sciarra“, ovvero la decisione di chiedere alla rete di accettare o meno la mediazione: nell’autunno 2014 furono proprio gli iscritti M5S ad acconsentire il voto per Silvana Sciarra al Consiglio superiore della magistratura, in cambio dell’elezione di Zaccaria.
Certo, per tutto il giorno c’è stato chi ha ricordato ancora le parole del M5s su Barbera, come quelle di Luigi Di Maio, per dire che quello del giurista non era un nome credibile perchè “è stato troppo sbilanciato sulla questione anche dell’Italicum e delle riforme costituzionali”.
Il capogruppo di Sel alla Camera Arturo Scotto, per esempio, ha commentato: “Rimango colpito dalla spregiudicatezza del Movimento Cinque Stelle che per settimane ha considerato Barbera un candidato non votabile e oggi hanno cambiato posizione senza nessuna spiegazione e si predispongono a condividere il più renziano dei candidati. Non si può lottizzare la Consulta”.
Fuori dagli schieramenti Raffaele Fitto, leader dei Conservatori e Riformisti, ha infierito: “Resta lo stesso metodo sbagliato, l’unica novità è che ora anche il M5s si siede a tavola. Non si dolga chi ha tentato l’inciucio finora senza riuscirci… (Forza Italia, ndr) Resta lo stesso metodo, gli stessi sms. Tutto sbagliato. Cambia solo un commensale…”.
Polemica analoga a quella sollevata anche da Sinistra Italiana: “Il M5s si appresta a prendere il posto di Forza Italia al banchetto della lottizzazione della Consulta e addirittura a votare a favore del più renziano dei candidati, il professor Barbera”, ha detto Alfredo D’Attorre. “A questo punto tanti cittadini potranno valutare la coerenza di un movimento che passa dagli strepiti e dalla mozione di sfiducia alla Boschi all’inciucio con Renzi per spartirsi i membri della Corte Costituzionale”.
(da agenzie)
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