CONTAGI COVID, A TRIESTE IL PICCO PIU’ ALTO: OTTO VOLTE LA MEDIA NAZIONALE
RINGRAZIATE I NO VAX E CHI LI PROTEGGE
A Trieste si è verificato il picco più alto di contagi da Coronavirus dall’inizio dell’epidemia. Sono 311 i casi in città su un totale di 438 nell’intero Friuli-Venezia Giulia. Dove la media negli ultimi sette giorni è salita a 269 e il governatore Massimiliano Fedriga ha pronosticato il rischio zona gialla.
Ma è la situazione della città a preoccupare di più. In una settimana i contagi sono arrivati a quota 1.155, ovvero 503 ogni 100 mila abitanti. Ovvero otto volte la media italiana.
E intanto anche altre regioni rischiano il lockdown soft: il Veneto, la Calabria, la provincia di Bolzano. E anche la Sicilia. Dove c’è un boom di contagi tra i più piccoli e ci sono due province sotto stretta osservazione: Catania e Siracusa
La crescita dei positivi nelle città
Il Piccolo spiega oggi che a Trieste ci sono più del doppio dei contagi di Bergamo a marzo 2020. Anche se a influenzare la crescita dei tamponi positivi ieri è stato per un terzo la comunicazione degli esiti dei test di domenica.
In ogni caso l’incidenza supera quella registrata all’inizio della pandemia, quando si fermava a quota 78. Crescono anche i ricoveri: ieri 142.
Mentre i posti letto in terapia intensiva superano la soglia del 10% e nelle aree mediche la sfiorano.
Ma nel bollettino di ieri il Friuli-Venezia Giulia era soltanto terzo per numero di contagi. Superato dall’Emilia-Romagna (536) e dal Lazio (449).
Per Lorenzo Roti, direttore sanitario dell’Ausl di Bologna, l’aumento dei contagi in regione è dovuto a focolai familiari e scolastici, non è «drammatico» e l’esigenza di letti non è «immediata». Tuttavia, dice oggi all’edizione bolognese di Repubblica, «vogliamo salvaguardare il più possibile tutta l’attività programmata nelle nostre strutture sanitarie». Per questo si guarda a ogni oscillazione degli ingressi in corsia.
Anche nel Lazio i 28 ricoveri registrati ieri nei reparti di Malattie infettive sono un campanello d’allarme. Ma «le previsioni dei nostri esperti per ora ci dicono che ci sarà un’impennata di casi ancora per una settimana.
Poi si dovrebbe raggiungere il plateau, una certa stabilità nei dati sui contagi», ha pronosticato ieri l’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato. Qui a rischio sono le province di Rieti e Frosinone.
Ma c’è anche un allarme che riguarda i ricoveri dei bambini. «Domenica sono stati 244 gli accessi al pronto soccorso del Gianicolo, 122 a Palidoro. Di questi numeri il 10 per cento è finito con un ricovero. Tre i casi nuovi di Covid», dice a Repubblica Roma Alberto Villani, il direttore del dipartimento Emergenza, accettazione e pediatria generale delle sedi del Bambino Gesù. «Adesso tutti i posti per malati Covid sono occupati, quindi abbiamo il tutto esaurito. Ma questi numeri variano di giorno in giorno perché laddove è possibile si tende a dimettere il bambino così da trascorrere l’isolamento a casa».
Natale con il lockdown?
Sotto osservazione per i contagi tra i 6 e i 10 anni è anche la Sicilia. nell’ultima settimana, fa sapere sempre Repubblica, sono stati loro i più colpiti dall’infezione, con un’incidenza di 80 casi ogni centomila. Catania e Siracusa sono le città stabilmente nella “top dieci” delle province italiane con più contagiati e in testa fra le siciliane per numero di non vaccinati e ricoverati per Covid. «Nella nostra struttura l’85-90 per cento dei ricoverati sono non vaccinati, i ricoverati vaccinati presentano invece forme lievi e facilmente curabili», sostiene il professor Carmelo Iacobello, direttore dell’unità di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro di Catania. «Siamo costretti a tenere occupati posti letto per tutti quei nuovi contagiati non vaccinati in un contesto in cui ci sono difficoltà di accesso alle cure per chi ha patologie diverse dal Covid», fa sapere Raffaele Lanteri, sindacalista e chirurgo al Policlinico.
Il Veneto ieri di contagi ne ha registrati 432. E il sindaco di Padova Sergio Giordani ha fatto sapere di essere pronto a chiudere la città alle manifestazioni No vax e No Green Pass. «Non intendo star fermo mentre i dati dicono che se non diamo uno stop e giochiamo di anticipo potrebbero tornare nuove restrizioni: sarebbe una sciagura per il commercio e una immeritata sanzione collettiva a una cittadinanza che si è comportata con il più alto tasso di senso civico possibile».
I dati Agenas aggiornati a ieri sera dicono che oltre al Friuli anche le Marche hanno superato la soglia del 10% delle rianimazioni occupate. A “salvare” le due regioni al momento sono i ricoveri ordinari. Che non si avvicinano nemmeno alla soglia fissata al 15%: sono rispettivamente al 10% e al 7%.
Nessun’altra regione supera le soglie né per i ricoveri ordinari né per le intensive. Ma la provincia di Bolzano è vicina per quanto riguarda i ricoveri in reparto, al 13%. Ma ha solo il 4% dei ricoveri in rianimazione, così come la Calabria: al 12% per i ricoveri ma solo al 5% per le intensive.
(da agenzie)
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