CONTE CONTRATTACCA SALVINI SU OPEN ARMS
“LO SMEMORATO E’ LUI, NON IO”
Sulla vicenda Open arms “lo smemorato è lui”, cioè Matteo Salvini. A dirlo a In Onda su La 7 è il leader di M5s Giuseppe Conte, presidente del Consiglio nel 2019, che dice di non “accettare battute” da Salvini. Il leader della Lega lo aveva definito “Conte lo smemorato”.
Conte ha raccontato lo scambio di lettere intercorso allora tra i due, quando da premier si sarebbe dissociato dalle iniziative dell’allora ministro dell’Interno. Conte ha esordito augurando a Salvini buon Natale, e dicendosi contento dell’assoluzione: “non auguro una condanna a nessuno, nemmeno all’avversario politico”.
“Ma se si parla di memoria – ha subito aggiunto – non consento a nessuno di scherzare. Il sottoscritto da quando ha iniziato l’impegno politico ci ha sempre messo la faccia, perché la trasparenza è centrale davanti ai cittadini”.
“Oggi – ha detto ancora – ho letto ricostruzioni imbecilli, per le quali con questo processo io mi sarei vendicato di Salvini. Io non dispongo di nessuna sintonia col potere giudiziario. Io sono sempre andato, quando mi hanno chiamato, davanti ai giudici e mi sono sempre difeso portando le carte, mai mettendo in discussione il loro potere autonomo”.
Rispondendo alla domanda sui due voti diversi di M5s su vicende analoghe, come quella della Nave Diciotti e quella di Open arms, Conte ha sottolineato che “non si possono associare”. Se parliamo di vicende penali, parliamo di vicende specifiche rispetto a fatti specifici. Se un giudice ritiene di imbastire un processo lo decide sulla base di fatti specifici”.
“Sono arrabbiatissimo – ha proseguito con tono contrariato – Salvini parla di memoria e smemoratezza, è una scorrettezza, sono fatti documentali. Io come presidente del Consiglio ho scritto a Salvini quell’estate in una situazione critica, faccio riferimento a due lettere precedenti, mettendolo in guardia che stava gestendo la vicenda rischiando di violare le convenzioni nazionali e internazionali e la nostra giurisprudenza consolidata, perché c’erano dei minori a bordo e io gli dicevo che almeno i minori andavano fatti sbarcare. Salvini che fa lui lo smemorato, mi rispose alla prima lettera e disse che anche i minori potevano rimanere a bordo. Quindi io mi sono dissociato non come cittadino, ma come Presidente del Consiglio e lui come ministro – era l’estate del Papeete – ne approfitta per fare propaganda perché sentiva il clima elettorale”.
(da agenzie)
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