CONTE STOPPA LA CANDIDATURA ALLE EUROPEE DELLA RAGGI: UFFICIALMENTE, PER VIA DELLE REGOLE SUL TERZO MANDATO, MA IN VERITÀ PER EVITARE CHE “VIRGY”, CHE PUÒ CONTARE SU 1 MILIONE DI FOLLOWER E 200MILA VOTI, POTESSE METTERLO IN OMBRA
LEI SGOMITA, E DOPO LA DELUSIONE PER REGIONALI E POLITICHE, POTREBBE GETTARE IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO E ABBRACCIARE LA CAUSA DI ALESSANDRO DI BATTISTA
C’è stato un momento in cui Virginia Raggi ha creduto che fosse davvero possibile. Lasciare il Campidoglio per sognare in grande. C’è stata una fase in cui la traiettoria politica dell’ex prima cittadina grillina sembrava destinata a incrociarsi di nuovo con quella del Movimento 5 Stelle. Poi le occasioni sono sfumate. Maledicendo il limite del secondo mandato, Raggi ha mancato l’appuntamento con le Regionali e le Politiche. E ora quello con le Europee.
No, Virginia no. Così ha deciso Giuseppe Conte, che non ha voluto sentire storie. E ha fatto una scelta precisa, ponderata. A chi gli ripeteva che l’uscita dal Campidoglio dell’ex sindaca avrebbe favorito un accordo tutto capitolino tra i 5S e il Pd del ministro dell’Economia del governo giallorosso, Roberto Gualtieri, ha opposto un secco “no”.
Il regolamento del Movimento per le candidature a Bruxelles ha fatto il resto: Raggi è consigliera comunale, potrebbe correre. Ma i bizantinismi pentastellati le ricordano che è al terzo mandato. Troppi. E, pure se la diretta interessata volesse dare un’interpretazione diversa alle regole, si ritroverebbe nell’imbarazzante situazione di doversi autogiudicare: Raggi è uno dei tre membri di garanzia del M5S con Roberto Fico e Laura Bottici.
Insomma, l’impresa va rimandata ancora una volta. Per l’infelicità di tutti. Tutti scontenti, perché Conte non ha voluto sentire ragioni: meglio così che trovarsi un’europarlamentare pericolosa.
«Virginia ha 200 mila voti e un milione di follower», ripetono i 5S. Numeri che, più che scaldare l’ex premier, devono avergli confermato che lanciare la scalata di Raggi al Movimento concedendole uno scranno in Europa sarebbe stato un autogol.
E dire che i due si conoscono da una vita, da quando lei era una matricola alla Facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre e lui, da assistente, la teneva a battesimo al primo esame di Diritto privato.
Destini incrociati, oggi finiti su binari paralleli. I due si guardano a distanza. Studiano le rispettive mosse. Parte del Movimento crede che dopo la terza delusione Raggi possa abbracciare la causa di Alessandro Di Battista, che più di una volta si è speso pubblicamente per l’ex sindaca. Altri che Raggi incasserà anche questo colpo con il sorriso (di circostanza) di chi ha appena perso l’ultimo volo per Bruxelles.
(da La Repubblica)
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