CONTRORDINE DI BERLUSCONI: MEGLIO NON ANDARE A VOTARE, SI POTREBBE PERDERE
IL PDL NAVIGA NELLA NEBBIA: OGGI VARERA’ UN DOCUMENTO GENERICO IN 4 PUNTI CHE VERRA’ PORTATO IN PARLAMENTO “CON CALMA”… SI TEME CHE BOSSI AL NORD E FINI AL SUD FACCIANO SCENDERE IL PDL AI MINIMI STORICI… IL PREMIER CONTINUA NEL TEATRINO DELLA POLITICA SENZA UNA LINEA E CON LA SOLA PREOCCUPAZIONE DI SOTTRARSI AI PROCESSI
Alle 12.30 di oggi è fissato il vertice dello stato maggiore del Pdl a Palazzo Grazioli che dovrebbe avere il compito di stilare gli ormai famosi 4 punti da sottoporre al Parlamento per chiedere su di essi la fiducia.
Ma le cose strada facendo sono cambiate, la stessa periodica richiesta del “fidato alleato” Bossi di andare a votare a novembre ha fatto insospettire il Cavaliere che ora ha cambiato le carte in tavola.
Tanti piccoli segnali: il vertice che doveva durare due giorni si concluderà invece stasera e i temi “sicurezza e immigrazione” che avrebbero creato attrito con i finiani sono stati accantonati.
La linea sarebbe quella di preparare un «documento politico» in quattro punti – giustizia, federalismo, Sud e fisco – illustrando i contenuti dei singoli capitoli a grandi linee.
Ma a specificare che cosa ci sarà davvero dentro – quali provvedimenti, in che forma, in quale articolato – dovrebbero provvedere poi «i gruppi parlamentari», nei tempi che ci vorranno.
Tempi non infiniti, ma nemmeno rapidissimi, proprio per evitare che un possibile incidente porti dritti a quel voto a novembre che Bossi cerca.
Si parla dunque di fine settembre perchè il documento approdi in Aula: un tempo sufficiente per capire se la maggioranza può ricompattarsi, magari con un’apertura al gruppo dei finiani se non al loro leader, con il quale i rapporti restano inesistenti, o se davvero si andrà al voto.
Alcuni dei contenuti dei 4 titoli si conoscono: sulla giustizia si chiederà una «riforma complessiva» che preveda la riforma di processo penale, Lodo Alfano e processo breve; sul federalismo si ribadirà la necessità di votare i tre decreti attuativi che riguardano Regioni, costi standard della Sanità e Province, sul Sud è prevista la riorganizzazione delle risorse in vista di grandi riforme infrastrutturali, nonchè incentivi su ricerca e turismo, e sul fisco si rimanderà a tempi migliori l’eventuale calo delle aliquote.
Insomma un documento sul nulla che avrebbe potuto stilare anche Capezzone, senza necessità di riunire l’intelligentia pidiellina.
Il “contrordine” del premier deriva una una serie di fattori che hanno indotto alla prudenza Berlusconi.
Ieri persino Pisanu gli ha fatto capire che non è il caso di andarsi a cercare guai, oltre a quelli che ha già generato la sua dissennata politica in questi due anni.
Il tentativo di sottrarre ai 34 finiani della Camera una decina di deputati è andato male e anche se il premier ne convincesse qualcuno a votare per il governo, Bocchino ha già fatto presente di avere “un elenco di deputati che verranno con noi al momento opportuno”.
Alla fine il governo rischia di raccogliere ancora meno voti di quelli che ha sulla carta.
L’unica strada, quella del buon senso, sarebbe riconoscere ai finiani di essere una terza forza, insieme a Pdl e Lega, della coalizione e trattare con loro punto per punto.
Ma l’arroganza dei falchi berlusconiani e gli interessi privati del premier ai suoi processi non lo consentono.
Al tempo stesso Berlusconi forse ha capito che un voto a novembre, in questo clima, potrebbe far perdere al Pdl qualcosina al nord a favore della Lega (ammesso che anche la Lega non perda di suo qualcosa per aver deluso il proprio elettorato), e parecchio al Sud, dove ad esempio in Sicilia una coalizione Fini, Lombardo, Casini arriverebbe al 33% e si porrebbe come primo partito dell’isola ( i sondaggi dicono questo).
Alla fine il Pdl potrebbe scendere complessivamente sotto il 27%, rischiando di non essere neanche più il primo partito italiano.
Fermo restando che sia Berlusconi che Bossi non hanno ancora capito che al voto non ci si andrà cosi tanto facilmente, anzi per nulla.
Stasera assisteremo alle solite dichiarazioni roboanti dei miracolati di corte che faranno finta di aver trovato il Santo Graal e di aver in pugno la situazione.
In verità si stanno trasformando in barboni e come i mendicanti vanno ogni giorno a elemosinare un voto di fiducia a qualche deputato in vendita.
Il problema è che sono diventati così poco credibili che non riescono neanche più a raccogliere una monetina, ma siate generosi, non diteglielo: il risveglio improvviso potrrebbe nuocere gravemente al loro già scosso sistema nervoso.
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