CRIMI INVECE DI DIMETTERSI FA PURE L’OFFESO: “LA FRASE SU PERTINI L’HO COPIATA DALLA PREFAZIONE DI UN LIBRO CHE NON HO LETTO E DI CUI NON HO VERIFICATO L’AUTENTICITA”
SCRIVE ALLA FONDAZIONE PERTINI E CITA L’ARTICOLO DI UN SETTIMANALE CHE A SUA VOLTA CITA LA PREFAZIONE DI UN LIBRO CHE SI ERA INVENTATO LA FRASE
La polemica sulla presunta frase che il sen. Crimi ha attribuito a Sandro Pertini, rivelatasi poi vergognosamente falsa, si è arricchita oggi di un nuovo capitolo.
In linea con il proverbio “il tappullo è peggiore del buco”, Crimi, invece che prendere il primo Freccia Rossa per Brescia, dopo aver rassegnato le dimissioni dal Senato, per evidente incapacità e falsità , scrive alla Fondazione Pertini il testo che segue:
“Gentile Fondazione
la frase attribuita a Sandro Pertini è citata nella recensione al libro “Tumulti in aula – Il Presidente sospende la seduta” di Sabino Labia edito da Aliberti, pubblicata sul sito internet di Panorama in data 25/09/2009.
Non entro nel merito delle offese personali rivoltemi nell’incipit del vostro messaggio, nel rispetto della figura del Presidente Pertini, che vi onorate di tutelare.”
Da notare che ora scrive la frase diventa ATTRIBUITA a Pertini, non è più una frase CERTAMENTE di Pertini come ha lasciato credere a 30.000 pecoroni.
Come se fosse stato qualcun’altro e non lui a citarla come una frase SICURAMENTE di Pertini.
Quindi Crimi fa lo scarica barile facendoci credere che la colpa non è sua che non ha verificato le fonti ma di chi l’ha scritta.
Poi scrive “è citata nella recensione al libro “Tumulti in aula”, quindi neanche cita una frase presa da un libro che ha letto, ma solo citata nella recensione del libro di cui ha visto un articolo su un settimanale.
Per fargli un favore, così almeno per una volta la legge in originale, pubblichiamo qui accanto la pagina citata della prefazione del libro: peccato che sia un falso e che sia “citata” solo in questo libro e non nei resoconti stenografici della Camera dove invece appare la frase reale di Pertini:
“Con questo animo faccio appello alla sua alta autorità ed ai suoi poteri, signor Presidente. Qui si tratta, infatti, di far rispettare il Regolamento, per cui deve essere respinta senza esame la richiesta di urgenza avanzata. L’articolo 9 a lei, solo a lei affida questo compito. Mi auguro che la mia richiesta venga accolta, me lo auguro, signor Presidente, per l’onore e il prestigio del Senato, e per la sicurezza della democrazia in Italia.”
Che chi sbaglia pure a copiare faccia l’offeso, invece che chiedere scusa e scomparire dalla vergogna, è semplicemente penoso.
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