CRONISTA DE “LA STAMPA” AGGREDITO: DUE ESPONENTI DI CASA POUND DENUNCIATI, ALTRI CINQUE NEL MIRINO
I DUE NON SONO NEPPURE RAGAZZINI, HANNO 53 E 45 ANNI, CONTESTATA L’AGGRAVANTE DI “ORGANIZZAZIONI CHE PROMUOVONO ODIO E DISCRIMINAZIONE”
Continua il lavoro degli investigatori della digos della Questura di Torino per identificare i militanti di estrema destra che sabato sera hanno partecipato all’aggressione del giornalista de La Stampa Andrea Joly, in via Cellini, quartiere San Salvario, durante la sera per i 16 anni del circolo Asso di Bastoni.
La polizia aveva già identificato due volti noti di Casa Pound Torino. Si tratta di un 45enne e un 53enne, riconosciuti nel pomeriggio di ieri anche dalla vittima dell’aggressione. Sono stati denunciati per violenza privata, lesioni personali con l’aggravante del reato commesso “per agevolare l’attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” che abbiano tra i loro scopi la “discriminazione o l’odio etnico, nazionale, razziale o religioso”.
Entrambi gli identificati avrebbero precedenti legati alla loro attività politica.
Il giornalista era stato accerchiato da almeno sette persone e gli investigatori sono arrivati ai due dopo aver visionato i video sia del cronista che dei residenti della zona che hanno assistito alla scena filmandola con i telefonini.
“Non bastano le condanne di circostanza che vengono dal governo e dalla maggioranza, che, per lo più, omettono persino l’uso del termine ‘fascisti’ per indicare gli autori di pestaggi, aggressioni, violenze”.
È quanto scrivono Alessandra Agostino, docente universitaria, e Livio Pepino, magistrato in pensione, portavoce del Coordinamento antifascista Torino.
Qui, si legge nella nota, “le violenze e le prevaricazioni fasciste, dall’Università ai territori, sono all’ordine del giorno, con la tolleranza di fatto delle forze dell’ordine. E in Italia i rapporti tra le organizzazioni dell’estrema destra fascista con Fratelli d’Italia e, da ultimo, anche con la Lega sono conclamati e confermati da inchieste e reportage giornalistici, mentre i saluti, i gesti, gli slogan del fascismo approdano finanche nelle sedi istituzionali”.
(da agenzie)
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