CSM, CHIESTA L’APERTURA DI UNA PRATICA A TUTELA DI LO VOI: “IRRISO DA MELONI”
L’INIZIATIVA DEL CONSIGLIERE INDIPENDENTE ANDREA MIRENDA
L’apertura di una pratica a tutela del procuratore di Roma Francesco Lo Voi è stata chiesta a Comitato di presidenza del Csm dal consigliere indipendente Andrea Mirenda. La richiesta arriva dopo le “gravi e sorprendenti affermazioni pubbliche” della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Parole ritenute dal consigliere “inaccettabili” e con le quali Meloni avrebbe tra l’atro “irriso” il procuratore di Roma.
Per il caso di Majd Almasri, la procura di Perugia ha avviato un’indagine su quella di Roma dopo aver ricevuto una denuncia dall’avvocato Luigi Mele nei confronti del procuratore capo Lo Voi e del collega Luigi Li Gotti. Quest’ultimo aveva presentato l’esposto che ha portato all’iscrizione della premier Giorgia Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano per favoreggiamento e peculato, in relazione alla presunta fuga del torturatore libico a Tripoli.
Nella richiesta al Csm, pur riconoscendo “la piena legittimità del diritto di critica all’operato dei magistrati in quanto ‘sale’ per la democrazia”, Mirenda ritiene “inaccettabile che la critica esondi in radicale messa in discussione della funzione giudiziaria stessa, come è avvenuto nel caso in esame, e ciò tanto più quando proviene dai vertici dello Stato” .
“Esula, difatti, dalla normale dialettica istituzionale irridere il Procuratore di Roma – sottolinea il consigliere – additandolo come ‘lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona’, adombrando poi una sorta di movente politico dell’inchiesta sol perché scaturita da denuncia di parte avversa”. Ed è ugualmente “inaccettabile – per la gravità assoluta di quanto implicitamente sotteso – attribuire all’iniziativa del Procuratore di Roma connotazioni financo ‘ricattatorie e ‘intimidatorie’ non sono ricattabile e non mi faccio intimidire”, così ha dichiarato la premier), come pure assumere, nella veste di primo ministro in carica, che al controllo giurisdizionale, nevralgico ai fini di bilanciamento dei Poteri, possa contrapporsi un superiore e indiscriminato diritto dell’Esecutivo di agire a difesa degli italiani soprattutto quando è in gioco la sicurezza della nazione’ “.
Perché “è appena il caso di ricordarlo, la salute della Nazione trova garanzia solo nel rispetto dello Stato di Diritto a cui inerisce, prima di tutto, il leale e mutuo riconoscimento di ruoli delle Istituzioni che lo compongono”, prosegue Mirenda che cita poi una frase di Aldo Moro: “La democrazia non è il governo del più forte, ma il governo della ragione, dove la forza è subordinata alla giustizia”.
La richiesta di aprire La pratica a tutela di Lo Voi contiene anche una difesa dell’azione del procuratore. “Sappiamo che non tocca certo al Csm, e ancor meno a questo Consigliere, esprimere valutazioni tecniche sull’operato del Procuratore capitolino nella c.d. vicenda Almasri, atteso il doveroso rispetto delle prerogative riservate al Tribunale dei Ministri – premette Mirenda – Tuttavia, proprio la peculiare complessità del caso e la conseguente opinabilità delle possibili soluzioni giuridiche, consentono di escludere ‘prima facie’ qualsivoglia ‘abnormità’ (in senso tecnico) in quella che si è sostanziata in una semplice ‘comunicazione’ agli indagati. Ci troviamo, difatti, dinnanzi ad atto dovuto, diverso da un ‘avviso di garanzia’ (come, purtroppo, si è voluto far intendere), la cui pubblicizzazione è dipesa solo da studiata scelta dei destinatari”.
(da agenzie)
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