CUCINE POPOLARI, COME AIUTARE I POVERI OLTRE LA CARITA’: “LA SOLIDARIETA’ E’ UN PERCORSO”
IN SETTI ANNI NE HANNO FATTA DI STRADA, A BOLOGNA CI LAVORANO 250 VOLONTARI E DISTRIBUISCONO 500 PASTI AL GIORNO
Le Cucine Popolari sono state progettate e realizzate a Bologna da Roberto Morgantini, ex sindacalista Cgil, a lungo responsabile dell’ufficio stranieri della Camera del lavoro, vicepresidente dell’associazione Piazza Grande, volto laico della solidarietà, nominato tre anni fa dal Capo dello Stato Sergio Mattarella commendatore della Repubblica “per il suo prezioso contributo alla promozione di una società solidale e inclusiva”.
L’esempio di quei “semplici gesti” lo diede proprio lui quando, nel 2015, sposò Elvira dopo 38 anni di convivenza. Aveva un sogno che cullava da anni Morgantini, 75 anni, qualche bypass ma un’energia da fare invidia a un giovincello: creare una comunità attorno a una tavola.
Una mensa laica per i poveri e i senza fissa dimora, le persone più sfortunate, sole, in difficoltà. “Non una iniziativa di carità ma di solidarietà. Perché la carità è un gesto, la solidarietà un percorso”, ripeteva.
Gli servivano 25 mila euro per provare a realizzare quel sogno. Così chiese come regalo di nozze ai suoi tanti amici una donazione per raccogliere i primi fondi necessari ad avviarlo. Un invito raccolto da molti che poi è diventato passaparola, una catena virale della solidarietà che si è allargata sempre più e non si è più fermata.
Da lì è partita l’avventura delle Cucine Popolari, un percorso che in sette anni di strada ne ha fatta parecchia. Oggi ce ne sono quattro in città, ci lavorano duecentocinquanta volontari e distribuiscono circa cinquecento pasti al giorno grazie alle donazioni in denaro e alle forniture di cibo di vari soggetti (enti, cooperative, aziende, semplici cittadini) e a diverse iniziative di raccolta fondi.
Prima del Covid i pasti all’esercito delle persone in difficoltà accreditate dai servizi sociali del Comune, che anche nella ricca Bologna è in costante aumento, si servivano a tavola. Oggi vengono distribuiti con le sportine, ma si sta lavorando per ritornare all’origine.
Alla cucina Saffi, ad esempio, già quaranta pasti sono di nuovo a tavola e sessanta da asporto. L’obiettivo di Morgantini è di arrivare ad avere una cucina in ogni quartiere, perché la solidarietà sia sempre più di prossimità, diventi relazione umana, amicizia, allargando il campo a nuove collaborazioni.
In questo contesto è partita da poco una esperienza innovativa: una struttura nel quartiere San Donato gestita assieme dalle Cucine Popolari e dall’Opera Padre Marella. Il volontariato laico e cattolico insieme. Un connubio che ha creato anche qualche tensione, ma che sta cominciando a dare buoni frutti.
(da Globalist)
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