CYBERSECURITY: COLLOCAMENTO PER MOGLI, FIGLI, PARENTI E AMICI
TRA 172 DIRIGENTI C’E’ PURE L’ESTERNO DA 370.000 EURO… E LA MOGLIE DI UN SENATORE FDI ASSUNTA COME ESPERTA
“C’è un mercato delle informazioni. Penso si debba mettere fine a questo schifo”. Le parole utilizzate mercoledì sera da Giorgia Meloni sull’ennesimo scandalo dei dossieraggi, deflagrato con l’inchiesta della Procura di Milano sul “gruppo di via Pattari”, sono sintomatiche del doppio binario su cui spesso si muove il governo: l’indignazione da un lato, l’inerzia dall’altro.
Così, mentre il sistema della sicurezza informatica in Italia fa acqua da tutte le parti – laddove finanzieri, ex poliziotti, hacker e perfino impiegati bancari possono accedere a dati segretissimi di chiunque – sotto la gestione del governo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn), che potrebbe essere determinante per la protezione di questi dati e di tutto il comparto digitale italiano, continua a ingrossare le proprie file di parenti, ex segretari, assistenti, autisti e fedelissimi. Oppure di militari coi capelli bianchi, ma senza alcun passato nel campo della sicurezza digitale, portati in Agenzia quando l’ex direttore generale Roberto Baldoni – incaricato nel 2021 dal governo Draghi –. Il quale grazie a speciali norme transitorie assegnò decine di incarichi dirigenziali a titolo di speciale incarico a un gruppo di ufficiali e poliziotti portati al seguito dal Dis che ottennero promozioni e congedi immediati. Incarichi cui la gestione dell’ex prefetto di Roma, Bruno Frattasi – nominato dal governo Meloni – ha contribuito con promozioni e ricchi passaggi di livello, confermando tuttavia il gruppo dirigente nonostante la rimozione di Baldoni e garantendo tutti con stipendi adeguati ai parametri di Banca d’Italia, il 30-40% in più rispetto alla media della Pubblica amministrazione.
Ammiragli e ufficiali da 240 mila euro l’anno
Qualche esempio. Subito sotto Frattasi, ci sono 9 direttori centrali. Prendono stipendi in media da 240 mila euro, a seconda dei livelli. E per ogni livello che si scala, si guadagnano circa 1.000 euro l’anno in più. Uno è proprio l’ex dg Baldoni, 11° livello retributivo (il più alto), al momento è senza incarico. Dispone però di uno staff di supporto, nella persona del consigliere Gian Luigi Nanni, ex maggiore dei carabinieri già capo segreteria dell’ex direttore del Dis, Gennaro Vecchione: senza incarico il capo, senza in carico l’unità di supporto. Sono ai vertici di Acn Paola Centra, proveniente dal Mef (con Frattasi dai tempi del suo mandato ai vigili del fuoco) e Marco La Commare, livello retributivo 1, 60enne ex direttore del personale all’Ispra. E ancora i fedelissimi ammiragli Gianluca Galasso e Andrea Billet (livello 2), che insieme all’ex ufficiale dei carabinieri e documentarista DisGianluca Ignagni e all’ex archivista Stefania De Meo detengono sin dalla sua costituzione le chiavi dell’Agenzia: per loro, nessuna esperienza operativa nel campo di cybersicurezza e cybercrime. Know-how che invece potrebbe appartenere a Luca Nicoletti, che in Sogei era il braccio destro di Paolino Iorio – il manager arrestato a Roma per le mazzette e gli appalti truccati (ma Nicoletti è totalmente estraneo a qualsiasi inchiesta) – e Liviana Lotti, che gestiva il sito internet della polizia. Poi c’è Renato Chicoli, ex ufficiale dei carabinieri in pensione, responsabile della prevenzione alla corruzione. Un incarico esterno è stato riservato a Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana Intelligence, a 370 mila euro per 3 anni. Chi spezza una lancia in favore della gestione dell’Agenzia dice però al Fatto: “A un organismo del genere non servono solo esperti informatici: ci vogliono giuristi, manager, persone di livello che abbiano le capacità di gestire questa agenzia”.
Dirigenti premiati e operativi verso lo sciopero
L’Acn conta ormai oltre 300 dipendenti. Ma i dirigenti (direttori centrali, direttori da 140 mila euro, consiglieri da 120 mila euro e esperti da 90 mila euro l’anno) sono 172, cui si aggiungono 61 coordinatori. Poi ci sono circa 80 componenti del Csirt (Computer Security Incident Response Team), gli “smanettoni” che garantiscono la sicurezza e la resilienza delle strutture. È come se una società di trasporti avesse in percentuale più dirigenti che autisti e macchinisti. Sono in stato di agitazione, probabilmente a breve proclameranno lo sciopero. Tra le varie istanze, reclamano la “mancata trasparenza nelle procedure per i passaggi di livello economico e bonus di gratifica 2024” e “la mancata attribuzione di corrette mansioni al personale inquadrato nell’Area manageriale”.
Area che infatti è piena di parenti, più o meno titolati sul tema cybersicurezza
L’ex assessora e la moglie del senatore fdi
Ancora qualche esempio. Tra gli esperti figura Alessandra Ruggiero, moglie di Andrea De Priamo, senatore di Fratelli d’Italia che ha condiviso con Giorgia Meloni tutta la carriera politica: Ruggiero lavorava al Comune di Roma nella segreteria del direttore generale ed è entrata in Acn con interpello quando ancora governava Draghi. Altro nome di FdI è la consigliera Marina Buffoni, già assessora di destra al Comune di Padova. Nel gabinetto del dg c’è la giurista Valentina Lo Voi, figlia del Procuratore di Roma, Francesco Lo Voi. E poi ci sono i “fedelissimi”. Eliana Pezzuto è l’ex assistente dell’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano; Elena Scarano, storica segretaria dell’ex prefetto Franco Gabrielli; Claudio Ciccotelli e Nicolò Rivetti sono al seguito della 63enne prefettoMilena Rizzi, a sua volta ex capo di gabinetto dell’ex ministra Luciana Lamorgese e oggi impegnata in un corso post universitario in cybersicurezza; Alfonso Gallo Carrabba è l’ex assistente dell’ex prefetto di Roma, Lamberto Giannini – con lui ai tempi dell’Università La Tuscia – mentre Maria Carla Giuzio è la storica segretaria di Frattasi, nominata consigliera per le sue alte professionalità. Carmelo Cipolla e Francesco Carioti (quest’ultimo direttore) erano autisti o impiegati al Viminale. “Tutti siamo parenti di qualcuno, ragionando così non si va da nessuna parte: se uno è parente ed è bravo, è giusto che possa lavorare per il Paese”, ragionano gli stessi difensori della gestione Frattasi.
I curricula lasciati senza incarico
Ai vertici di Acn ci sono anche altissime professionalità nel campo cyber. Solo che in alcuni casi il loro utilizzo lascia qualche dubbio. Anche qui alcuni esempi. Tra i direttori spiccano i curricula di Daniele De Martino ex polizia postale. O di Gian Luca Berruti, da qualche anno cognato di Maria Elena Boschi, ma da molto più tempo impegnato sul tema in Finanza nel campo della sicurezza informatica: oggi Berruti è a capo della divisione procedimento sanzionatorio, l’ufficio che farà le “multe” a chi non rispetta gli standard. E poi Ciro Di Leva, ex capo del Ced di Napoli, attualmente senza incarico. Infine Laura Tintosona, moglie dell’ex prefetto Giannini, forse poco esperta in campo cyber ma da una vita impegnata nella lotta al terrorismo. Il 23 settembre l’Agenzia ha pubblicato un interpello finalizzato all’individuazione di una figura specializzata in cybercrime: a loro quattro è stato suggerito di non partecipare, l’interpello è andato a vuoto e ora si cercherà all’esterno.
Nel 2024, la spesa per il personale è di 54 mln
Di contro, ci sono le carriere lampo: il figlioccio della vedova di un compianto agente del Sismi – a meno di 30 anni passato da esperto a consigliere e poi a capo divisione – l’esperto addetto ai segnaposto di incontri e conferenze, la consigliera arrivata dal Miur. Dal budget economico per il 2024 si evince che l’Acn spenderà per il personale 56 milioni di euro, circa 15 milioni di euro più del 2023. Tutto il gruppo dirigente ex Dis quest’anno ha fatto il pieno di gratifiche e passaggi di livello: tre gratifiche (il massimo) per 6 direttori centrali e 9 direttori. In totale, si contano 250 gratifiche e 136 passaggi di livello (da attribuire): il bengodi. Tranne per gli 80 operatori del Csir: loro, che supportati dai sindacati First Cisl e Sibc Cisal hanno annunciato “opportune azioni di lotta” contro un “vertice sordo alle legittime rivendicazioni del sindacato”, presto incroceranno le braccia.
Cene hacker, organizzate nei ristoranti di Roma
Ma quali sono le fonti di informazioni dei manager dell’Acn? Il Fatto ha scoperto che alcuni di loro partecipano ai cosiddetti “hacker’s dinner” o “hacker’s party”. Eventi informali promossi da “hacker etici” che si ritrovano in ristoranti romani a San Giovanni e Monteverde. “Sono incensurati e sanno tutto di Killnet (il collettivo filorusso che mandava offline i siti istituzionali qualche mese fa, ndr)”, assicura chi promuove, in Acn, questi eventi. Nulla in confronto alla cena – questa autorizzata – del 16 maggio al ristorante “La Lanterna”, arrivata a margine del G7 sulla cybersicurezza, costata 42 mila euro.
(da ilfattoquotidiano.it)
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