DA QUANDO SIAMO AMICI DI MILITARI GOLPISTI? LA GIUNTA MILITARE DEL NIGER HA RICEVUTO UFFICIALMENTE UNA MISSIONE ITALIANA
SECONDO IL COMUNICATO DIFFUSO DAI GOLPISTI AL POTERE, CARAVELLI AVREBBE “PORTATO UN MESSAGGIO DI SOLIDARIETÀ DA PARTE DI GIORGIA MELONI”: SIAMO ALLA FOLLIA
La giunta militare del Niger ha ricevuto ufficialmente giovedì scorso, 28 marzo, una missione italiana guidata dal generale Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise, i servizi di sicurezza esteri.
L’incontro è stato documentato dalla televisione nigerina Rtn, che ha diffuso un breve servizio mostrando il capo dell’intelligence militare italiana accompagnato da due funzionari, mentre era ricevuto da Abdourahamane Tchiani, il generale alla guida del Paese dopo il colpo di Stato, e dal responsabile dei servizi di sicurezza interni.
Il filmato è stato pubblicato anche sulla pagina Facebook dell’emittente, evidenziando la presenza del direttore dei servizi italiani, definito «Consigliere del primo ministro del governo italiano».
Sotto il post moltissimi commenti, gran parte dei quali inneggiavano alla Russia, il partner privilegiato del Niger dal giorno del colpo di Stato. L’incontro è stato annunciato – con tanto di foto – anche sul canale Twitter del Conseil National pour la Sauvegarde de la Patrie (Consiglio nazionale per la salvaguardia della Patria), l’organismo che ha sostituito il governo legittimo il 26 luglio 2023.
Secondo il comunicato diffuso dalla giunta militare, Caravelli avrebbe «portato un messaggio di solidarietà da parte del primo ministro del governo italiano Giorgia Meloni che ha confermato la disponibilità a rinforzare la cooperazione tra i due Paesi».
Le stesse fonti nigerine hanno evidenziato che «l’Italia è l’unico Paese che ha proseguito normalmente e senza interruzioni la cooperazione con il Niger dopo gli avvenimenti (ovvero il golpe, ndr) del 26 luglio».
L’incontro – confermato a La Stampa anche da fonti italiane – presenta aspetti ancora da chiarire, che potrebbe creare problemi alla nostra diplomazia.
Il colpo di stato del luglio 2023 è stato condannato da tutti i paesi occidentali e dall’Unione europea. La giunta, nei mesi scorsi, ha espulso il contingente francese, presente da diversi anni in Niger, e l’ambasciatore del governo Macron. Una sorte simile potrebbe toccare anche ai militari statunitensi, attivi nel Paese del Sahel con una base, impegnata nell’osservazione del territorio particolarmente delicato per la presenza di forze jihadiste.
Nello stesso tempo, Niamey sta rafforzando i rapporti con la Russia e la Cina, aprendo le porte alla cooperazione militare con Mosca. Quarantotto ore prima dell’incontro tra il capo dell’Aise e la giunta militare, il generale Tchiani ha avuto un meeting telefonico con Vladimir Putin, annunciando l’intensificazione della cooperazione militare tra i due Paesi.
Secondo la rivista francese Jeune Afrique, «la diplomazia russa si trova in una posizione favorevole in Niger, dopo che la Francia è divenuta il bersaglio delle nuove autorità». I militari nigeriani hanno poi annunciato «di voler mettere fine alle due missioni Ue sul proprio territorio, mentre accoglievano la delegazione russa», riferisce Jeune Afrique.
L’alto rappresentante dell’Unione europea lo scorso anno aveva duramente condannato il colpo di Stato, dando il pieno sostegno al presidente Bazoum, deposto dai militari e ancora oggi detenuto ai domiciliari. Il consiglio dell’Unione europea il 23 ottobre scorso ha approvato il regolamento che impone una serie di sanzioni nei confronti dei responsabili del colpo di stato militare.
La notizia dell’incontro doveva rimanere segreta, hanno commentato alcune fonti della Farnesina e intelligence contattati dalla La Stampa. «Si trattava di una missione tecnica, riservata», è il commento riferito da fonti da altre fonti di intelligence.
L’Italia avrebbe chiesto alle autorità del Niger la rimozione il video da Facebook. Peraltro, ieri il sito della Repubblica africana non accessibile perché in mantenimento. Decisamente troppo tardi.
Il Niger ha un’importanza strategica crescente nel contesto del Sahel. Era uno dei principali fornitori dell’uranio per la Francia – Paese che ha ancora diverse centrali nucleari in funzione – e nella zona Sud-Ovest, al confine con il Benin, è entrato da poco in funzione l’oleodotto più lungo del continente africano (circa 2000 chilometri) gestito dalla China National Petroleum Corporation. Ed è proprio il dossier della produzione energetica uno dei temi più delicati in questo momento.
L’Italia è al momento il Paese europeo che ha mantenuto i rapporti più stretti con il Niger. La missione militare del nostro Paese, ridotta a 250 uomini dopo il golpe, è l’unica dei Paesi dell’Ue ancora attiva.
Il problema, a questo punto, potrebbe essere proprio la discovery della missione “riservata” da parte delle massime autorità nigerine. La giunta militare ha diffuso le fotografie e i video ripresi dalla televisione governativa ufficiale ovunque, dai social (Twitter e Facebook), ai siti web dei principali giornali locali. Una scelta decisamente irrituale.
(da agenzie)
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