DE LUCA MINACCIA RAI3: “LOBBY E CAMORRISMO”
RAFFICA DI INSULTI CONTRO REPORT E PRESA DIRETTA: “PUTTANATE”
Rai3 fa “camorrismo giornalistico” e dice “puttanate incredibili”, Presa Diretta compie attacchi a freddo, Report manipola le interviste, il sistema dei media viola la Costituzione perchè definisce condannate persone in assenza di sentenza definitiva (come lui, un anno per abuso d’ufficio, appello a dicembre), e “gli amici del Fatto Quotidiano possono pure sbizzarrirsi ma io sono orgoglioso delle mie vicende giudiziarie”.
Dalla sua Salerno il Governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca attacca l’informazione.
“Quella rete è radical chic”
Adopera toni che fanno sembrare le antiche intemerate di Berlusconi poco più di una birichinata. E gli scroscianti applausi della festa nazionale di Scelta Civica, platea tappezzata dallo slogan “Italiani per passione”, sono il termometro dello stato di salute che gode in questo paese il diritto di cronaca e la libertà di stampa. De Luca è furibondo . Ce l’ha principalmente con Rai3, definita “la più grande fabbrica di depressione” e la “lobby radical chic del Paese”.
Ce l’ha con Riccardo Iacona — al quale dedica, senza farne il nome, qualche parola per la puntata di Presa Diretta due settimane fa sul Pd campano e sulle sue vicende — e con Milena Gabanelli per una vecchia puntata di Report dedicata al caso Crescent.
Puntata leggendaria, l’emblema dei cordiali rapporti tra De Luca e le testate che non lo osannano.
Prima cacciò Bernardo Iovene dalla sua stanza di sindaco perchè aveva acceso la telecamera senza avvertirlo.
Poi, qualche mese dopo, si sottopose a una intervista il cui esito non lo lasciò soddisfatto: “Se viene un giornalista e poi mi spezzetta e ne escono solo dieci secondi, questo per me è camorrismo giornalistico”. Ma non solo.
“Il camorrismo per me è avere forme di violenza verso gli altri essere umani, è un modo di essere, di lavorare” da parte di chi conduce “campagne di informazione che tendono a distruggere la vita di un essere umano e le famiglie sul nulla tramite attacchi personali, atti di imbecillità , ma non ingenua”.
Il moderatore Enzo D’Errico, direttore de Il Corriere del Mezzogiorno, fatica a moderare un immoderabile: “Il nostro ordinamento prevede gli strumenti per difendersi, come le querele”, prova a ricordargli.
De Luca manco se ne accorge e riparte in quarta: “L’idea che ci sia un’area che per definizione non è sottoposta alla critica. Cioè, uno che scrive su un giornale per definizione non può essere criticato. Uè, ma dove sta scritto? Nessuna generalizzazione. Rispetto i giornalisti come Biagi, Montanelli, Ronchey e tutti coloro che parlano un linguaggio anche duro ma di verità . Ho il diritto di criticare chi, privo di argomenti, spara titoloni distruggendo la dignità della persona. Sono come i gestori di un pub che per attirare clientela sparano musica a tutto volume”.
Vincenzo Iurillo
(da “il Fatto Quotidiano”)
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