DECRETO DEL “FARE QUALCOSA”
NESSUN INTERVENTO SU IMU E IVA, TAGLIATI I FONDI ALLE GRANDI OPERE
Nel giorno del decreto “del fare”; quello che conta è la promessa di non fare del premier Enrico Letta al presidente della Commissione europea, Josè Barroso, in visita a Roma: “Ho confermato che l’Italia vuole mantenere il 3 per cento nel rapporto tra deficit e Pil come punto di riferimento”.
Parole sentite mille volte, ma che in questi giorni assumono un significato non banale: con il Pil che continua a cadere (e che nel 2013 farà -2,4 invece che -1,3 come previsto dal governo), con una parte di Pd e Pdl che spera di evitare l’aumento dell’Iva a luglio anche senza solide coperture e che non si rassegna al ritorno dell’Imu a settembre.
In questo contesto, insomma, mantenere il 3 per cento può significare fare un’altra manovra correttiva.
E chissà se il governo può sopravvivere a un passaggio del genere.
La durata del Consiglio dei ministri è la dimostrazione di quanto è difficile prendere decisioni economiche in questo contesto così rigido.
I due temi tabù, quelli che possono far esplodere la maggioranza, non vengono affrontati. Non si parla di Imu, anche se il termine per riformare l’imposta sulla scada non è lontano, il 31 agosto.
E non si tocca neppure la questione Iva, il governo cerca di preservare l’illusione che si possa almeno rinviare il passaggio dal 21 al 22 per cento dell’aliquota più alta che scatterà il primo luglio.
Il decreto “del fare”, come lo ha chiamato Letta, non contiene provvedimenti drastici, ma tanti piccoli interventi che dovrebbero stimolare l’economia.
Il dato politico più rilevante riguarda le infrastrutture: per finanziare alcune infrastrutture immediatamente cantierabili (che dovrebbero cioè creare subito posti di lavoro), come la terza linea della metro a Roma, si tolgono risorse alla linea di Alta velocità Torino-Lione e al terzo valico ligure.
In totale quasi 2 miliardi, 524 milioni dal Tav.
E questo, raccontano, ha irritato molto il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (Pdl) che aveva difeso l’importanza dell’alta velocità nei giorni scorsi.
Il Pdl incassa un allentamento delle tecniche di riscossione di Equitalia (con la non pignorabilità per la prima casa).
Il Pd si intesta gli interventi per le imprese tramite la Cassa depositi e prestiti e il piano di edilizia scolastica da 100 milioni di euro e la riduzione delle bollette energetiche grazia a un taglio dei sussidi dal 2014.
Contenti loro, contenti quasi tutti.
Stefano Feltri
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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