DEMOCRATICI PREOCCUPATI PER I CODICI NUCLEARI IN MANO A UN CRIMINALE
“PRESIDENTE INSTABILE, CHIESTE GARANZIE AL PENTAGONO PERCHE’ VIGILI”
Donald Trump è “instabile” e un presidente instabile non può avere i codici nucleari.
Per questo la speaker della Camera Nancy Pelosi ha parlato con il capo dello Stato maggiore congiunto Usa, Mark Milley, così da “discutere le precauzioni disponibili per impedire a un presidente instabile di avviare ostilità militari o accedere ai codici di lancio e ordinare un attacco nucleare”.
A due giorni dall’assalto a Capitol Hill, nei palazzi del potere di Washington rimbalza un’unica domanda: come arrivare da qui al 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Joe Biden, senza che Donald Trump combini altri guai?
Il discorso in extremis di ieri sera — in cui ha finalmente ammesso la sconfitta impegnandosi a una “transizione dei poteri ordinata e tranquilla” – è abbastanza per poterlo tollerare 12 giorni in più, o la rimozione dall’incarico tramite impeachment è un obbligo costituzionale, dato il suo “incitamento alla sedizione”?
I democratici alla Camera – riporta la stampa Usa – sono intenzionati a presentare una nuova richiesta di impeachment, malgrado i tempi siano strettissimi.
Secondo la deputata dem Katherine Clark, assistente della speaker Nancy Pelosi, la Camera potrebbe procedere a un voto sugli articoli per l’impeachment di Trump la prossima settimana.
Nel frattempo la stessa Pelosi fa sapere che “se il presidente non lascerà l’incarico in modo imminente e volontario, il Congresso procederà con la sua azione”, avviando l’iter per la messa in stato d’accusa.
Nel finale più sgangherato e drammatico che si potesse immaginare, Trump per ora rimane dov’è, sordo alle richieste di quanti gli suggeriscono di dimettersi e alle dimissioni che sempre più copiosamente giungono sul suo tavolo. Secondo la Cnn, anche l’avvocato della Casa Bianca, Pat Cipollone, starebbe valutando di lasciare l’incarico.
Dal suo account Twitter, rimasto bloccato per diverse ore in una sorta di “impeachment virtuale”, il presidente è tornato a parlare alla sua gente: “I 75 milioni di grandi patrioti americani che hanno votato per me, per America First, e per Make America Great Again, avranno una voce gigante anche in futuro. Non sarà loro mancato di rispetto, non verranno trattati ingiustamente in nessuno modo o forma!”.
E ancora: “Per tutti coloro che se lo stessero chiedendo, non andrò alla cerimonia di insediamento il 20 gennaio”.
L’ultimo presidente a non partecipare alla cerimonia inaugurale del successore fu Andrew Johnson nel 1869. Inutile dire che in questo caso l’assenza, più che uno scandalo, sarebbe un sollievo.
(da agenzie)
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