DEPUTATO PD SI “IMPRIGIONA” NEL CENTRO DI LAMPEDUSA: “QUI FINCHE ‘ LE COSE NON CAMBIERANNO”
KHALID CHAOUKI: “USCIRO’ SOLO QUANDO IL RAGAZZO CHE HA GIRATO IL VIDEO E I NAUFRAGHI ILLEGGITTIMAMENTE TRATTENUTI NON SARANNO TRASFERITI”
«Non mi muoverò da qui fino a quando il ragazzo siriano che ha girato il video e i naufraghi illegittimamente trattenuti da oltre due mesi non saranno trasferiti da Lampedusa». Con quest’obiettivo il deputato del Pd Khalid Chaouki, di origini marocchine, alle 11 di stamattina è entrato al Centro di prima accoglienza dell’isola in qualità di parlamentare per poi annunciare la volontà di “autoimprigionarsi”.
L’iniziativa del parlamentare fa seguito alle polemiche legate al video choc trasmesso dal Tg2, con i profughi denudati per essere sottoposto a un trattamento anti scabbia.
«Il centro d’accoglienza di Lampedusa è un luogo indegno», spiega Chaouki.
«Ci sono ancora 7 sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre e 6 migranti in sciopero della sete e della fame da due giorni».
Chaouki racconta che cosa sta vedendo via Twitter: «Qui continua a piovere. Recuperati i panini, ognuno mangia nel suo letto o nel cortile. Manca una mensa».
Ieri anche il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, aveva visitato il Centro di accoglienza incontrando alcuni profughi siriani scampati al naufragio del 3 ottobre scorso, trattenuti sull’isola perchè testimoni dell’inchiesta condotta dalla Procura di Agrigento, che avevano chiesto di potere tornare ad essere liberi.
Questa la lettera di Khalid Chaouki a “La Stampa”
Perchè ho deciso di rinchiudermi nel Centro di Lampedusa
Ho deciso di compiere questo gesto forte di protesta, rinchiudermi insieme ai profughi dentro il Centro di accoglienza qui a Lampedusa e rifiutarmi di abbandonare i profughi siriani ed eritrei nella loro solitudine e inascoltata protesta perchè qui a Lampedusa vengono tuttora lesi i diritti fondamentali della persona, così come non vengono rispettate le leggi del nostro Paese e le direttive in materia di protezione dei rifugiati.
Non abbandonerò questo Centro finchè non verranno rilasciati, come previsto dalla legge, tutti profughi e destinati nei centri idonei per la loro accoglienza. A partire da Khalid e dai superstiti alla tragedia dello scorso 3 ottobre.
Ho voluto attendere l’Informativa del Ministro dell’Interno Angelino Alfano sulla vergogna di Lampedusa documentata dal giornalista del Tg2 Valerio Cataldi, che ha dato voce al coraggioso profugo siriano conosciuto con il nome di “Khalid” in merito alle “spruzzate” anti-scabbia.
Ascoltare e capire, insieme a tutto il Parlamento, da parte del nostro governo come fosse stato possibile permettere quell’oscenità nel nostro Paese. Era soprattutto nostra intenzione conoscere finalmente le proposte messe in campo per riformare questo sistema dell’accoglienza anche alla luce di quello che sta succedendo nel Cara di Mineo, nel Cie di Ponte Galeria e in tante altre parti. Una delusione. La versione dei fatti raccontata in Parlamento non ci ha convinto cos ì come le sue promesse per noi sono fuori tempo massimo.
Già all’indomani della tragedia dello scorso 3 ottobre tutta l’Italia, insieme alle maggiori istituzioni europee e mondiali, tutti si mobilitarono.
Chiedemmo e ottenemmo una giornata di lutto nazionale, ci furono pianti e lacrime per il dolore condiviso con i parenti di quelle vittime senza nome. Poi il nulla rispetto ad un nuovo piano di accoglienza e integrazione per i profughi e richiedenti asilo.
Il Premier Enrico Letta è riuscito a coinvolgere le Istituzioni europee, sono state salvate tantissime vite grazie all’operazione “Mare Nostrum”. Ma il Centro di “accoglienza” qui a Lampedusa è rimasto quello di prima. La vergogna più grande sono i naufraghi eritrei sono ancora bloccati qui dallo scorso 3 ottobre, isolati come criminali nella solitudine della disperazione. Colpevolizzati di essere stati testimoni di una tragedia che tutto il mondo ha conosciuto.
Abbiamo celebrato come martiri i loro compagni di viaggio inghiottiti dal mare. Loro invece sono qui, rinchiusi e disperati. Questa paradossale ingiustizia è intollerabile. È uno scandalo! Piangiamo i morti e puniamo i vivi.
Questa ipocrisia non può più essere accettata. A questo punto le parole non bastano più e l’Italia non può più permettersi di collezionare figuracce mondiali a causa di chi, irresponsabilmente, non ha vigilato sul rispetto dei principi basilari del rispetto dei diritti umani e chi, fino ad oggi, considera Lampedusa, come altri centri, di fatto zona franca e fuori dalla legalità .
Questo Centro di prima accoglienza non può trasformarsi di fatto in un carcere disattendendo le regole e le leggi italiane ed europee.
Alcune leggi, a partire dalla Bossi-Fini, non ci convincono per niente. Ma qui nemmeno quelle vengono rispettate. Per la legge la permanenza qui a Lampedusa dei richiedenti asilo deve durare al massimo 96 ore, non 3 mesi.
Sono stato la prima volta qui a Lampedusa nel 2008, sono tornato tante altre volte. Ma nulla è cambiato in questi anni e io, noi, non possiamo più permetterci di girare la faccia dall’altra parte di fronte a un grido di dolore da parte di chi è fuggito da una sanguinosa guerra in Siria o da una crudele dittatura in Eritrea.
Oggi abbiamo il dovere di passare dalle parole ai fatti e rialzare la testa chiedendo che l’Italia ritorni ad essere quello che è sempre stata: un Paese accogliente e rispettoso dei diritti umani e dei profughi. Sono qui per i profughi, ma soprattutto per l’Italia. Un Paese di cui vorrei essere fiero nel Mediterraneo, in Europa e nel mondo.
Khalid Chaouki
Deputato PD – Coordinatore Intergruppo parlamentare sull’immigrazione
(da “La Stampa“)
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