DIECI EURO DI MULTA AGLI ASSENTI AL VOTO… E NEL PDL SCOPPIA LA RIVOLTA
DOPO CHE IL GOVERNO E’ STATO BATTUTO PER SETTE VOLTE ALLA CAMERA CAUSA ASSENZE NELLE FILE DEL CENTRODESTRA, I VERTICI DEL PDL HANNO STABILITO CHE, PER OGNI ASSENZA AL VOTO, UN DEPUTATO SARA’ MULTATO DI DIECI EURO… I CAPOGRUPPI SOMMERSI DI PROTESTE, SCOPPIA LA RIVOLTA ANCHE IN AULA… CHE FIGURA VERGOGNOSA
Dieci euro di multa ai deputati del Pdl per ogni votazione mancata. L’idea è dei capigruppo del Pdl, d’intesa coi vertici, al fine di evitare che, cause le solite assenze, il governo vada ancora una volta sotto alla Camera, nonostante gli oltre cento voti di vantaggio.
Per arginare il fenomeno dell’assenteismo non basterebbe qua neanche Brunetta e i suoi tornelli, allora si prova con il cartellino giallo dell’ammonizione e la multa da devolvere in beneficienza. Anche se ufficialmente le assenze sono giustificate in parte da missioni e in parte da improvvise indisposizioni, alla base c’è un certo malcontento degli insoddisfatti, ovvero di coloro che speravano in una nomina a sottosegretario o presidente di una commissione, e sono rimasti, poverini, solo con lo stipendio da parlamentare di appena 15mila eurini mensili.
In realtà la somma di dieci euro sembra poco, ma va moltiplicata per tutte le votazioni giornaliere, talvolta anche 100. Due conti e si capisce che i meno presenti rischiano pesanti tagli al contributo “rapporto tra eletto-elettore”, quei 4.190 euro che vengono pagati al deputato, attraverso il gruppo parlamentare di appartenenza, per le spese sostenute nel collegio elettorale.
Si legge nella circolare che avrebbe dovuto rimanere riservata che “le reiterate assenze di alcuni colleghi, oltre ad aver determinato votazioni negative per il governo, sono divenute intollerabili e inaccettabili, sia per le conseguenze politiche sia per correttezza nei confronti di chi è invece presente con assiduità . Abbiamo deciso di dotare il gruppo di un codice di autoregolamentazione, l’adesione è obbligatoria, chi lo firma rimane nel gruppo parlamentare, chi si rifiuta è fuori”.
La somma di 10 euro a voto mancato sarà devoluta ad adozioni a distanza.
Il buon senso avrebbe voluto che un deputato si tenesse la lettera in tasca e ne facesse tesoro. Invece si è scatenata la rivolta, addirittura in aula.
Il deputato Nicolò Cristaldi si agita e chiede la parola, vuole condividere con tutto l’emiciclo il vile provvedimento di cui anche lui è oggetto e dice: ” All’interno del mio gruppo parlamentare vengono inventate sanzioni che non sono giustificate, nè autorizzate dal regolamento della Camera”. Ovviamente ne fa una questione di diritto, si appella alla Costituzione, non certo per i soldi…
La frittata è fatta. Chiedono di parlare anche esponenti dell’opposizione per solidarizzare con la vittima Cristaldi. Un deputato di Forza Italia urla “Fatti i cazzi tuoi” a Vietti dell’IdV che cerca di parlare.
Si arriva al punto che il deputato Fabio Evangelisti bolla la proposta come “una pagina vergognosa della storia parlamentare” (ma non era Di Pietro per la moralizzazione della vita pubblica?).
Alla fine Fini assicura che garantirà a tutti i deputati il rispetto della Costituzione e la leale collaborazione dei gruppi parlamentari: tipico intervento da pesce in barile o da retromarcia? Continua la lite nel cortile di Montecitorio, dove la rivolta riprende fiato in nome della non esigibilità dei dieci euro che il gruppo parlamentare non potrebbe trattenere al singolo deputato.
Si sente un presidente di commissione del Pdl dire: “Si tratta di soldi dello Stato e voglio proprio vedere come possono sottrarceli”.
Alla fine non se ne farà nulla, conoscendo l’ambiente, ma la brutta figura sono riusciti a farla anche oggi.
O sono assenti o sparano cazzate, se quando tornano nei loro collegi elettorali gli elettori di centrodestra cominciassero a prenderli a uova marce, appena scendono dall’auto blu, qualcuno forse sarebbe più presente, invece che dare un’immagine vergognosa del proprio impegno politico.
Ci lamentiamo dell’assenteista della P.A che guadagna 1.300 euro e dobbiamo sopportare che un deputato che avete fatto eleggere e che percepisce 15.000 euro al mese si permetta di non “andare al lavoro” ?
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