DOMANI È IL GIORNO DELLA SENTENZA PER MATTEO SALVINI AL PROCESSO OPEN ARMS: VEDREMO SE LA MAGISTRATURA SAPRA’ RESISTERE ALLE INTIMIDAZIONI SOVRANISTE
LA RICHIESTA DI SEI ANNI DI CARCERE E’ IRRISORIA RISPETTO AL CRIMINE CONTESTATO CHE PREVEDE FINO A 15 ANNI DI CONDANNA… I SOVRANISTI SONO TALMENTE DEMOCRATICI CHE I TRE MAGISTRATI DEVONO VIVERE SOTTO SCORTA PER LE MINACCE DI MORTE RICEVUTE… ALL’ULTIMA CENA (DI NATALE) DI SALVINI MOLTE ASSENZE TRA I PARLAMENTARI
Domani è il giorno della sentenza per Matteo Salvini. Appuntamento alle 9,30 all’aula del carcere Pagliarelli di Palermo, il pm ha chiesto sei anni di reclusione, le accuse nei suoi confronti sono di sequestro di persona e abuso d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 persone soccorse da Open Arms.
Correva l’anno 2019, governo gialloverde: quell’agosto 88 persone, in condizioni igienico-sanitarie poco dignitose, rimasero a bordo per quasi tre settimane in attesa di attraccare in un porto italiano.
Dovesse arrivare una condanna per il vicepresidente del Consiglio, la Lega è pronta a cavalcarla politicamente: non solo con dei semplici gazebo a Roma e a Milano, già sabato e domenica, ma anche con qualcosa di più eclatante. Magari una manifestazione, o un presidio, nei giorni successivi, un po’ come i tempi ruggenti del Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi fuori dal Palazzo di giustizia milanese.
Oggi intanto Salvini a Bruxelles ha ricevuto la solidarietà preventiva dagli alleati europei del gruppo dei Patrioti (insieme stanno valutando una missione a Washington, come anticipato da ministro italiano), che già a Pontida lo scorso ottobre accorsero per mostrargli vicinanza e nel vertice in vista del Consiglio europeo posano con una maglietta con la foto di Salvini e la scritta “colpevole”.
“Giustizia per Matteo”, scrive su X il premier ungherese, Viktor Orbán
Il vicesegretario Andrea Crippa, parlando con Affaritaliani.it, spiega che «un’eventuale condanna sarebbe un fatto gravissimo, una condanna all’intero popolo italiano. Tutto il partito è al fianco del suo leader ed è pronto alla mobilitazione». Ed è la linea tracciata nelle ultime settimane dallo stesso Salvini, che giusto due sere fa ha incontrato a cena a Roma deputati e senatori — non tutti: parecchie le assenze — per gli auguri di Natale: «Se mi condannano, è un atto di guerra verso tutte le persone perbene che fanno il loro dovere».
(da agenzie)
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