DONALD TRUMP SECONDO LA NIPOTE MARY: “MOSTRO, DEBOLE, INETTO E VIZIATO”
IN USCITA IL LIBRO DELLA FIGLIA DEL FRATELLO MAGGIORE DEL PRESIDENTE…. “LA NOTTE DELLA SUA VITTORIA E’ LA STATA LA PEGGIORE DELLA MIA VITA”
Cinquanta sfumature di narcisismo. E forse anche di più: “Donald Trump è un debole. Il suo ego fragile va rinvigorito continuamente, perchè sa perfettamente di non essere nulla di ciò che afferma di essere”.
A mettere nero su bianco lo spietato giudizio sull’uomo più potente del mondo è Mary Trump, la nipote del presidente degli Stati Uniti, autrice della memoria-bomba Too Much and Never Enough. How My Family Created the World’s Most Dangerous Man, ovvero “Troppo e mai abbastanza. come la mia famiglia ha creato l’uomo più pericoloso del mondo”.
Dopo essere stato bloccato dalla Corte Suprema dello Stato di New York, il libro dedicato al celebre zio ha ottenuto il nulla osta dalla Corte d’Appello e, per timore di nuove sorprese, approderà nelle librerie con due settimane d’anticipo, il prossimo 14 luglio.
Nell’attesa, sulle pagine dei maggiori giornali americani fioccano le anticipazioni sulle verità scomoda svelate dalla psicologa di 55 anni. La figlia di quel Fred Jr, fratello maggiore di The Donald, morto nel 1981, quando lei aveva 16 anni, a causa di un infarto causato dall’abuso di alcol. Abuso, secondo la donna, iniziato proprio per colpa delle pressioni subite all’interno della “famiglia disfunzionale”, che gli impedì di diventare pilota di aeroplani e vide sempre di mal occhio il matrimonio con Linda, un’assistente di volo.
A creare colui che la nipote non esita a definire “un mostro” – capace di andarsene al cinema la notte in cui il fratello morì – fu però il padre dei cinque rampolli Trump, Fred Senior. Estremamente duro col primogenito chiamato come lui, Fred Jr., appunto, papà di Mary, perchè questi rifiutava di mettersi a capo dell’azienda immobiliare di famiglia, finì per scegliere Donald come erede predestinato.
“Ma il secondo genito era un inetto viziato. La scelta era però ormai fatta e Fred non ebbe altra scelta di continuare a sostenerla foraggiandolo con ogni mezzo”.
Compreso salvarlo più volte dalla bancarotta e dalle tasse, passandogli la bellezza di 413 milioni di dollari attraverso finti acquisti di materiali per la manutenzione dei palazzi. Un episodio venuto alla luce nel 2018 sul New York Times. L’inchiesta poi premiata col Pulitzer, aveva proprio lei come fonte, rivela ancora Mary nel libro.
Quel nonno “abusivo”, racconta ancora la donna, pretendeva obbedienza e fedeltà assoluta dai figli che voleva fossero dei “killer”. E almeno con The Donald riuscì nell’intento, trasformandolo nella persona priva di empatia che tutti conoscono. E pure in un bugiardo patentato, che basa il suo successo su una certa dose di carisma, sì. Ma soprattutto sul costante imbroglio: come quando pagò qualcuno per sostenere al posto suo il Sat, l’esame di ammissione all’università .
E pensare che per un breve periodo, zio e nipote, furono perfino vicini: lui l’assunse come ghost writer per uno dei suoi libri. Salvo licenziarla senza pagarla mai, accusandola “di consumare droghe”, fatto da lei sempre smentito. Fu in occasione di quella collaborazione, ricorda, che lo sentì per la prima volta dire cose orribili sulle donne che rifiutavano di uscire con lui: “Se prima le desiderava, dopo il rifiuto le descriveva immediatamente come grasse, brutte, antipatiche”.
L’approdo alla presidenza, conclude Mary, è stata un mero “colpo di fortuna”: la campagna doveva essere solo un modo per rilanciare il suo brand: “La notte della sua vittoria è stata la peggiore della mia vita”.
(da agenzie)
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